Andrea: fare ricerca scientifica a Praga

 

Andrea, laureatosi in Neuropsicobiologia presso l’Università di Cagliari, ha deciso di trasferirsi definitivamente a Praga, una scelta voluta ed inseguita, contro numerose difficoltà parallele, sempre affrontate con grande determinazione. Il suo percorso professionale l’ha portato dapprima in Germania e poi a Praga, una delle più belle capitali europee, perla storica dell’Europa, un luogo ricco di prospettive, dove Andrea spera di far crescere un giorno i suoi figli.

 

Andrea, mi hai detto di aver lasciato l’Italia per inseguire la tua grande passione: la ricerca, la biomedicina e le biotecnologie. Quindi la tua è stata una scelta voluta?

 

Assolutamente. Voluta ed inseguita con tutte le mie forze. Contro numerose difficoltá parallele, sempre affrontate con grande determinazione. Trovarsi dopo 25 anni trascorsi in Sardegna, in ambienti completamente nuovi e sconosciuti, é stato uno scontro parecchio forte. Soprattutto il mio primo trasferimento dall’Italia alla Germania. Per fortuna ho sempre incontrato persone pronte ad aiutarmi e a rendere queste prove meno complesse.

 

Ci racconti qualcosa del tuo percorso di vita e di quello professionale?

 

Ho concluso gran parte della mia formazione Universitaria in Sardegna. Ho conseguito la mia prima laurea nel 2003 a Cagliari e successivamente la laurea magistrale in Neuropsicobiologia. Terminata la mia avventura di studio, si presentava il famigerato mondo del lavoro. Un concetto abbastanza astratto. Ad ogni modo avevo giá deciso di portare avanti un’esperienza all’estero. Sfruttando un programma della Regione Sardegna, vinsi una borsa di studio ottenendo un Dottorato presso l’Universitá di Goettingen, in Germania. Senza pensarci troppo, bagaglio alla mano, ho lasciato la mia isola.

 

Mi hai detto di essere stato in Germania per un dottorato dal 2006 al 2010. Cosa puoi dirci di quell’esperienza? Cosa ha significato per te e quanto ti ha cambiato?

 

La Germania mi ha insegnato numerose cose. Dal punto di vista lavorativo e nel caso specifico, della Ricerca Scientifica, ad acquisire un metodo di lavoro costituito da precisione e grande senso critico. Essere indipendente ed elevare al massimo la capacitá di risoluzione di svariate problematiche. Il metodo con cui la Ricerca viene portata avanti in terra tedesca é uno dei migliori che abbia mai avuto modo di sperimentare personalmente. Molto distante da quello che avevo appena lasciato alle spalle. Per quanto riguarda la vita fuori dal Laboratorio, non posso che esserne soddisfatto. Uno scambio culturale continuo ed intenso. La consapevolezza di toccare con mano il significato di vivere in un Paese civile e democratico. Una gran bella sensazione, senza dubbio.

 

Successivamente ti sei trasferito a Praga dietro un’interessante richiesta di lavoro, ci racconti qualcosa di questa tua nuova “avventura professionale” ?

 

Durante la mia esperienza a Goettingen ho viaggiato tanto. Sfruttavo la posizione geografica di una piccola cittá della Bassa Sassonia, esattamente al centro dell’Europa. Tra questi viaggi, Praga. Amore a prima vista. Ho avuto modo di partecipare ad alcune conferenze organizzate dall’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. Ad una di queste ebbi modo di incontrare il Dott. Giuseppe Perale del Politecnico di Milano, con cui ancora oggi e per il prossimo futuro, collaboriamo ad un interessante lavoro su biomateriali e biotecnologie. Fu anche l’occasione per stabilire una collaborazione tra me ed alcuni laboratori presenti a Praga. Collaborazione che poi si é trasformata in richiesta di lavoro e trasferimento. In questo modo ho potuto partecipare a diversi progetti, quelli di cui oggi mi occupo. In generale tutti studi riguardanti alcune malattie autoimmunitarie, come Artrite Reumatoide, Lupus Eritematoso Sistemico e cosí via. Con la collaborazione del Dott. Perale, é allo studio un biomateriale di nuova generazione, utilizzato per la veicolazione di cellule staminali in tessuti danneggiati. A Praga, verifichiamo ed osserviamo il comportamento di popolazioni linfocitarie a contatto con il materiale. Linfociti che derivano da pazienti affetti da diverse patologie autoimmuni.

 

 

Che differenze hai riscontrato tra la Germania e Praga?

 

Domanda abbastanza intricata che richiederebbe una lunga analisi. La Germania é una delle realtá economiche piú potenti del mondo. La Repubblica Ceca un’economia nascente. Sono rimasto colpito fin dal primo momento di come Praga fosse una città in continua evoluzione, mese dopo mese. Una città che corre ad un ritmo vertiginoso. Nonostante l’Europa stia attraversando una delle crisi piú rilevanti e molti Paesi siano sull’orlo del collasso, la Repubblica Ceca sembra avere le idee chiare su come districarsi. I Cechi non sono come i Tedeschi, questo no, ma apprezzo il modo con cui affrontano i problemi nella sostanza ed a lungo termine. Un Paese, quello in cui mi trovo oggi, che ha ancora problemi strutturali irrisolti, ma che fa tutto il possibile per non restare indietro e correre al fianco dei grandi.

 

Purtroppo in Italia non viene assolutamente data la giusta importanza nei confronti della ricerca e di tutto ciò che ne concerne. Ti sei mai chiesto il perché di tutto questo?

 

L’Italia non riesce a focalizzare il punto cruciale. La Ricerca, a tutto campo, é un valore aggiunto per lo sviluppo di un intero sistema. Ovviamente, fare Ricerca, significa destinare numerose risorse finanziare in questa direzione. Significa immettere fondi in maniera continuativa. Diciamoci la veritá, la Ricerca é un pozzo senza fondo. Inutile stanziare 10 oggi ed 1 domani. Non ha senso. La Ricerca é qualcosa a cui domani dovrai dare sempre la stessa spinta, forse anche qualcosa in piú. Solo in questo modo si possono raccogliere con mano ed effettivamente i risultati. Risultati per una intera nazione. Faccio un esempio: nuovamente la Germania. Nel 2008, in piena crisi finanziaria internazionale, mentre i Paesi di mezzo mondo tagliavano, Angela Merkel dichiarava di aumentare in quell’anno i fondi alla Ricerca per 300 milioni di Euro. Oggi sembra passato un secolo, la crisi si ripresenta di forza, ma la Germania é in crescita e con uno dei tassi di disoccupazione piú bassi della storia recente. Ecco una politica efficace.

 

Come si vive a Praga?

 

Mi trovo bene. Amo vivere in una città in continuo movimento. É una delle più belle capitali europee. Sempre affollata di turisti e le attivitá sociali e culturali non mancano mai. Insomma, un luogo dove non ci si annoia. Anche un pizzico di magia rende questo luogo bello da vivere. Per essere sintetico, sono totalmente d’accordo con Franz Kafka. Sicuramente una città dove ti senti vivo.

 

Cosa puoi dirci in merito alla situazione economica, sanitaria e lavorativa?

 

L’economia di Praga é molto variegata. Cittá con basi solide sul turismo e parecchi investimenti in questo senso. Ancora molto da fare sul sociale. Gli stipendi sono lontani dalla media europea, ma é anche vero che il costo della vita é molto ridotto. In merito alla situazione sanitaria non posso che esprimere un giudizio positivo. Anche perché fa parte del mio mestiere. Il livello sanitario é ottimo. Non mancano alcuni casi isolati, ma credo che il rapporto vada tutto a favore di efficenza e professionalitá. Conosco numerosi medici di svariate discipline e tutti preparati e meritevoli. Infine sulla situazione lavorativa cito dei dati, abbastanza recenti: il tasso di disoccupazione dei laureati é del 2,5%. Un dato che si commenta da solo e che significa una cosa molto importante. Studiare e conseguire un titolo di studio in Repubblica Ceca serve. Serve a trovare lavoro. In altri casi, serve a fare le valige e ad andare via.

 

Quanto costa viverci?

 

Come dicevo prima, il costo della vita é abbastanza lontano da quello a cui siamo abituati. Se devo parlare di Praga, la capitale, che non é esattamente lo specchio della nazione, allora devo dire che ha due diverse facce. Una, quella di una città come altre capitali, in cui nel centro storico, nulla viene regalato, anzi. L’altra, non bisogna andare in periferia, ma bastano alcune strade poco fuori dalle zone centrali, per poter capire come sia possibile godersi un paradiso a prezzi a volte ridicoli. Faccio ancora una volta un esempio. Con 200 Corone ceche, l’equivalente di circa 8 Euro, é possibile avere un pasto completo ed appetitoso, in una delle tante trattorie tipiche. Esempio che potrei fare per abbigliamento ed altre categorie.

 

Fino a quando ci resterai?

 

Spero il piú a lungo possibile. Spero, ad esser sincero, sia la mia ultima stazione. Ci sono buone prospettive, mi trovo bene. Divido la mia vita qui con la mia compagna e penso che sia il luogo dove voglio far crescere i miei figli. Lo dico con un pizzico di amarezza, ma con l’inevitabile visione realistica di chi ha perso parecchia fiducia nella propria terra di origine.

 

Che differenze hai riscontrato tra il sistema universitario italiano e quello di Praga?

 

Su questa domanda non voglio fare i soliti lunghi discorsi. Dovrei ripetermi, come molto spesso mi capita di fare su un sistema universitario italiano, che ancor oggi fonda molte delle sue basi su clientele e nepotismo. Voglio evitare. Mi limito a dire che qui a Praga, non solo nelle Università, ma anche in altre realtá, parecchio significato é dato al merito. Chi ha merito va avanti, chi non lo ha, viene gentilmente messo alla porta. Un solo fattore, ma di notevole importanza per tutto e tutti.

 

Come si svolge una tua giornata?

 

Inizia la mattina verso le 7. Mi reco in ospedale per prelevare alcuni campioni di sangue per i nostri esperimenti. Un piccolo caffé prima di cominciare e poi avanti con le procedure standard. Tutto quello che puó fare un Ricercatore nel suo piccolo habitat naturale. Isolare i linfociti, coltivare le cellule, far ‘correre’ qualche gel di agarosio. Un breve pranzo in mensa e via un intero pomeriggio al microscopio per scattare qualche foto delle nostre colture. Generalmente in serata mi dedico all’analisi dei dati, alla compilazione di qualche tabella e cosí via. Questa è una giornata standard, dal lunedì al venerdì, mentre nel fine settimana mi concedo assoluto svago e riposo.

 

 

Sicuramente sentirai la mancanza della tua Sardegna, come riesci a superare quei momenti di tristezza?

 

Solo nel primo periodo ho accusato qualche colpo. Ora, dopo sei anni che sono all’estero, ad essere sincero, non sento cosí tanto la mancanza della mia terra. Mi manca la mia famiglia, gli affetti, quello sì. Non sono mai stato un nostalgico del sole e del mare. Quando voglio questo tipo di cose, posso sempre prendere dei giorni di vacanza ed un aereo. Ma ripeto, se avessi del tempo a disposizione, lo dedicherei piuttosto a stare con la mia famiglia, altro non é di particolare rilevanza.

 

Durante questi anni ti sei trovato ad affrontare situazioni difficili? Come sei riuscito a superarle?

 

Le difficoltá non sono mai mancate. Mai credo manchereanno. Si sono presentate dal primo giorno fino ad oggi e sono quasi sicuro, si presenteranno ancora. Vivere soli comporta dover affrontare tutte le situazioni. Quale metodo migliore per rendersi indipendente? Molto spesso mi capita di ripensarci a distanza ed a volte, diciamo molto spesso, mi viene da sorridere. In quel momento, sembravano montagne insormontabili, da lontano invece, colline non cosí tortuose. Sono nato ottimista, non riesco mai a vedere il problema irrisolvibile. E ringrazio di avere questo carattere. Molti altri, in situazioni analoghe alle mie, si sarebbero persi. Come mi capita spesso di vedere, purtroppo. Siamo vivi e dobbiamo combattere, qualsiasi cosa accada. E non amo le persone che si lamentano a senso unico. Quando ci si lamenta, bisogna fare qualcosa per cambiare quello status, altrimenti il silenzio é rigoroso.

 

Come e dove ti vedi in un futuro non troppo lontano?

 

Come Ricercatore a Praga. Sinceramente non vedo altri possibili scenari. Ho tante idee, tanti sogni che ancora vorrei realizzare e cercheró in tutti i modi di esaudirli.

 

Ti spaventa il futuro come ricercatore?

 

Onestamente mi capita spesso di avere un po’ di paura. Credo faccia parte di un lavoro che concede spazi di gratificazione e frustrazione allo stesso tempo. I risultati non spesso arrivano, bisogna allora trovare il nodo e scioglierlo. E questo non sempre é semplice. É necessario fare i conti con le finanze e dedicare parte del tempo alla Ricerca di sponsor che ti consentano di andare avanti. La competizione é alta, cedere il passo, spesso, significa creare un gap difficile da riparare.

 

Cosa speri per te?

 

Non ho particolari pretese. Se potessi avere i prossimi 30 anni come quelli appena trascorsi, sarei felice allo stesso modo.

 

Dal 2006 ad oggi, in cosa è cambiato Andrea?

 

Sicuramente è un Andrea arricchito. Professionalmente che umanamente. Credo di aver imparato piú in questi sei anni, che in 25 vissuti in Sardegna. Credo di avere una visione migliore degli avvenimenti che accadono attorno a me. Ho molta piú fiducia nel futuro ed in me stesso. Le paure sono diminuite e che dire, la vita é meravigliosa e sono contento di farne parte!

 

 

Per contattare Andrea:

An***********@im*.cz

 

A cura di Nicole Cascione