Grazie a Tullia la cultura della danza popolare italiana arriva anche a Parigi

 

Nel 2010 Tullia insegnava danza popolare in Italia, ad un certo punto, stanca dell’assenza di prospettive future per la sua carriera, ha deciso di partire “praticamente all’avventura” verso la capitale francese. Dopo il primo anno di formazione presso l’Università di Parigi Saint Denis, ha deciso di rischiare proponendo ai parigini la tarantella, la danza antica della sua terra. A supporto di ciò, insieme ad un gruppo di migranti come lei, ha fondato l’associazione suDanzare, con sede principale a Parigi ed altre sedi in Italia, che si occupa dal 2011 di progetti di promozione della danza e della cultura popolare del Sud Italia.

 

Mi sono trasferita a Parigi nel novembre del 2010; mi trovavo nella provincia di Salerno, dove insegnavo danza popolare e parallelamente organizzavo le attività nel teatro comunale di Vallo della Lucania, senza alcun finanziamento e sempre nell’attesa e nella precarietà. Ad un certo punto mi sono sentita stanca di quest’assenza di prospettiva in cui versa tuttora la mia categoria (e anche le altre) e ho deciso di sfruttare la conoscenza della lingua francese, andando a vivere praticamente all’avventura nella capitale. Durante il primo anno, ho avuto la fortuna di lavorare con il Theatre de l’Opprimé (Teatro dell’Oppresso) e di continuare a formarmi presso l’Università di Parigi Saint Denis. Allo scattare del secondo anno, ho deciso di correre il rischio e proporre ai parigini la danza antica che ballava anche mia nonna, ma con un approccio diverso, contemporaneo. Ho fondato l’associazione suDanzare insieme ad un gruppo di migranti italiani come me e, nel corso del tempo, abbiamo costruito la nostra attività che oggi si occupa di organizzare corsi di danza a Parigi ed in giro per il mondo e di mettere in scena spettacoli di teatro-danza che raccontino la tarantella”.

 

Video Tarantella Cruda – link: www.youtube.com/watch?v=CtTApvicKEQ

 

Di cosa ti occupi nello specifico?

 

Mi occupo di danza e teatro, nello specifico studio l’antropologia teatrale, cercando di applicarne i principi alla danza tradizionale del Sud Italia, meglio nota come Tarantella. L’antropologia altro non è che lo studio dell’uomo, della sua cultura, quindi si tratta di riflettere sugli usi e i costumi di un dato popolo con l’ausilio della scienza, del pensiero critico. Applicato alla danza, questo vuol dire comprendere da dove vengono e perché sono utilizzate certe posture e movenze e questo semplifica le cose nello studio, perché permette di riscaldare anche il cervello, muscolo e motore dell’agire. Lo studio di qualsiasi danza è ovviamente antropologico; per questo propongo l’antropologia della tarantella come metodo di studio di una delle più antiche tradizioni dell’area mediterranea. Questo approccio l’ho imparato seguendo un grande maestro: Vittorio Lanternari, con il quale ho studiato prima e collaborato poi, per diversi anni a Roma, e attraverso un altro grandissimo maestro che è Eugenio Barba, fondatore dell’ISTA e dell’Odin Teatret, con il quale ho avuto l’onore di studiare qui a Parigi.

 

Video Perché danzare la Tarantella, intervista a suDanzare di Icon_lab – Link: http://youtu.be/zIwSErVMgwU

 

Come direttore artistico di SuDanzare, ci racconti qualcosa dell’associazione?

 

SuDanzare è un’associazione Loi 1901 (associazione culturale e sportiva), con una sede principale a Parigi ed altre sedi in Italia, che si occupa dal 2011 di progetti di promozione della danza e della cultura popolare del Sud Italia. L’associazione si occupa di stage di danza, produzione e promozione di spettacoli in Francia e in tutto il territorio europeo. I ritmi della tarantella e l’interessante metodo d’insegnamento mutuato dal teatro, costituiscono la straordinarietà della proposta. Siamo un collettivo composto da me, da Mattia Doto (responsabile della pedagogia, danzatore e insegnante), Barbara Bitetti (Presidente), Martina Ricciardi (vice presidente e danzatrice), Angela Esposito (insegnante e danzatrice), Antonietta Esposito (insegnante e danzatrice), Silvio Marino (cura del suono) e altri danzatori francesi ed italiani, che sono coinvolti nelle attività. Ci occupiamo di “danza popolare contemporanea” perché questo fenomeno – ballare la tarantella con determinati passi all’interno di un cerchio di persone – non ha mai smesso di esistere, ma oggi chi danza appartiene al mondo contemporaneo. La società è cambiata, con essa alcuni usi e costumi: non ci interessa il folklore, il tempo del rito che fu, ma l’attualità viva e pulsante di questa danza antichissima, che è riuscita a sopravvivere e a farsi ballare nel corso dei secoli.

 

Video Gli atelier suDanzare – Link: http://youtu.be/GQksv61mem8

 

 

In che modo riuscite a diffondere le danze dell’Italia del Sud in tutta Europa?

 

Sulla tarantella pesano degli stereotipi: c’è chi la immagina come la danza di Pulcinella, chi crede sia un ballo di gruppo, chi pensa che si chiami Taranta (riferendosi alla Pizzica, che è una delle tarantelle, grande “famiglia” di danze che appartengono al centro-sud Italia, secondo Ernesto De Martino Tarantella si usava per denominare anche la “danza della piccola Taranta“). E’ un termine ambiguo, basti pensare che nella lingua napoletana questa parola si usa per definire una situazione “complicata”, che prescinde dalla danza. E’ un termine che nel tempo ha assunto anche un carattere dispregiativo, sicuramente a causa di tutte le operazioni di folklorismo deteriore messe in atto da oltre un secolo nei confronti della musica e della danza stessa. Tuttavia è un termine che ben racchiude l’ampiezza del fenomeno “danza tradizionale” del centro-sud Italia, fenomeno multiforme, sfaccettato, che rispecchia la cultura italiana in tutte le sue contraddizioni; la Tarantella è un fenomeno dell’area mediterranea. Raccontando attraverso gli spettacoli e studiando tutto questo insieme ai numerosissimi partecipanti, che hanno le provenienze più disparate, riusciamo a diffondere la cultura e l’amore verso questa “pratica di danza” che, a mio avviso, è capace di essere l’antidoto alle molte nevrosi del vivere moderno.

 

Video Pizzica a Parigi con suDanzare – Link: http://youtu.be/GIK8CspqlrQ

 

Oltre alla vostra sede parigina, ne avete altre dislocate in altre città?

 

SuDanzare esiste ormai anche in Italia, nella città di Napoli e ad anche ad Omignano Scalo, in provincia di Salerno. In questi tre anni siamo riusciti a fare corsi di danza della tarantella, spettacoli, conferenze in tutta la Francia, in Svizzera, in Romania e in progetto per il futuro ci sono corsi in Inghilterra, Spagna ed anche a Roma.

 

Video Tarantella a Cluj Napoca – Link: http://youtu.be/Z0v-TPGkJis

 

Che riscontro ottenete?

 

La nostra attività riscuote un grande successo. A Parigi abbiamo chiamato i nostri corsi le bonheur dansé, tradotto in italiano “la danza del buonumore”. Questo perché mettere il corpo nella condizione fisica della Tarantella ci permette di poter esprimere le nostre emozioni, belle o brutte che siano, e di condividerle con gli altri: un cerchio di persone pronto ad accogliere qualsiasi sentimento. Per questo, nelle epoche passate, questo “codice” è stato usato nella cura di alcuni fenomeni come il tarantismo, in cui il morso di un ragno detto Taranta può causare degli episodi di furore corporeo controllato, espressi attraverso riti realizzati periodicamente con l’ausilio della musica, dei colori e della presenza della collettività, testimone indispensabile.

 

Video Tarentelle le bonheur dansé – Link: http://youtu.be/xGQdVT8hvkk

 

Per quale motivo ritieni che sia importante diffondere la nostra cultura in Europa?

 

Credo che in Europa, il luogo geografico dove viviamo, siamo ormai costantemente a confronto con altre culture. Come abbiamo visto anche attraverso gli episodi drammatici degli ultimi giorni (mi riferisco ai fatti di Parigi, ma anche allo sbarco e alla morte costante dei migranti in Italia, per esempio), questa convivenza forzata spesso si configura in maniera difficile. L’unica possibilità è il confronto, il rispetto e la condivisione delle pratiche che hanno meglio funzionato e dunque sono sopravvissute dal passato: le tradizioni. Così possiamo mostrarci e allo stesso tempo, nel confronto, conoscere le altre culture. Nella disperata speranza che anche la politica si renda conto di come questo può indubbiamente essere l’unico tentativo sensato da compiere. Invece di alimentare odio, guerra e diffidenza, bisognerebbe nutrire le buone pratiche di convivenza.

 

Video del Progetto Tarantella danza del Mediterraneo – Link: http://youtu.be/p3Q9jRTZG-Q

 

Qual è stata l’esperienza che ti è rimasta nel cuore?

 

Danzare mi piace e ogni luogo in cui mi è capitato di farlo mi ha dato forti emozioni. Ad aprile e a settembre ho danzato per ben due volte a Napoli, la prima volta nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nella sala del Toro Farnese. Questa opera immensa, detta anche il Supplizio di Dirce, con il calore del pubblico napoletano hanno reso la data dello spettacolo che proponiamo, che si chiama sanTarantella, indimenticabile. Lo stesso spettacolo è andato in scena nel cuore di Napoli a settembre, durante il concorso internazionale di drammaturgia, presso il teatro stabile Galleria Toledo ed anche in questo caso, dal confronto con la città, siamo tornati grati ed arricchiti. A Parigi, ma anche a Aix en Provence, Lyon, Chateau la Rouge, Clamart, abbiamo il nostro quotidiano confronto con i partecipanti alle attività dell’associazione con i quali condividiamo momenti ed emozioni ogni volta che danziamo. In Salento … (potrei continuare per ore).

 

Video sanTarantella – la danza é la nostra preghiera – Link: http://youtu.be/qqmPMH9rGos

 

In quale Paese d’Europa la nostra cultura è maggiormente apprezzata?

 

Ci sono alcuni aspetti della nostra cultura che sono interessanti per tutti: la dieta mediterranea, la danza e la musica sono un connubio per il buon vivere. Noi lo proponiamo a tutti e giochiamo in casa, portando tutti quelli che incontriamo a danzare in Italia, attraverso delle esperienze residenziali che coinvolgono tante etnie diverse. Ci incontriamo periodicamente nel Sud Italia con i molti appassionati. Dall’Italia e dall’Europa partono in tantissimi, dalla Francia soprattutto, ma anche dalla Svizzera, dalla Spagna e persino dalla Finlandia, per raggiungere il ritmo della tarantella, per conoscerci e danzare: questo progetto si chiama “Tarantella, danza del Mediterraneo” ed il calendario dei prossimi appuntamenti lo trovate sul nostro sito, qui: http://sudanzareitalia.wordpress.com/workshop-residenziali/

 

Video del Progetto Tarantella danza del Mediterraneo – Link: http://youtu.be/p3Q9jRTZG-Q

 

 

Attraverso le danze tipiche del Sud Italia che messaggio vorresti veicolare?

 

Come ti dicevo, la tarantella è una buona pratica di convivenza che funziona a livello multiculturale, questo lo dimostra l’esistenza stessa della nostra attività, come delle altre centinaia di insegnanti che in Italia si occupano di danza popolare o della diffusione anche in altri Paesi europei di questo fenomeno. Le buone pratiche di convivenza sono l’unico strumento con il quale ostacolare tutti i problemi a cui le nostre società vanno incontro in quest’epoca contemporanea.

 

Video Danza nella Metropolitana di Parigi – Link http://youtu.be/UdubblMASIc

 

indirizzi suDanzare

sito: www.sudanzare.com

sito italiano: www.sudanzareitalia.wordpress.com

facebook: www.facebook.com/sudanzare

mail: su****************@gm***.om

 

 

A cura di Nicole Cascione