Togo – Villaggio Kuma Tsame Totsi: 1° Rapporto Novembre/ Dicembre 2014

 

Il 14 novembre sono arrivata in Togo felice di poter continuare ciò che un anno prima ho cominciato e lasciato incompleto al mio rientro in Italia ad aprile.

 

Arrivata al villaggio ormai era tutto molto familiare, come se fossi andata via solo la settimana prima; l’aria, gli odori, i colori e il sorriso sincero dei bambini hanno subito risvegliato in me la motivazione per andare avanti forte e senza timore. La prima cosa che ho fatto è stata quella di andare a vedere il mio terreno e La Maison sans Frontieres, la casa d’accoglienza sognata tante volte e piano piano diventando realtà grazie soprattutto alle persone che hanno creduto e credono molto in me. Superato il fiume ecco le prime farfalle gialle e bianche giocare nell’aria, impaziente ho percorso i pochi metri ed ecco quello che abbiamo sempre chiamato io, i volontari e tutto il villaggio "il cantiere". Per i 7 mesi che sono stata in Europa almeno una volta al giorno chiudevo gli occhi per ritornare con la mente e con il cuore qua dove sono ora fisicamente; per i 7 mesi che sono stata in Europa ho sentito la mancanza quasi soffocante a volte del verde di questo posto e dei bambini, dei loro sguardi e i loro sorrisi. E ora eccomi qua ormai convinta che è proprio qua che voglio rimanere…

 

I lavori sono iniziati bene, quasi da non credere, poi ovviamente c’è stato qualche intoppo e ora siamo ad un ritmo quasi lineare, per quanto può essere lineare un ritmo africano! A volte mi arrabbio, tante volte mi stresso, raramente mi demotivo ma la maggior parte del tempo sono felice, molto felice e questo mi basta. Sono sola, a gestire muratori, operai, comprare tutto il materiale che occorre a loro, al falegname e all’idraulico…la situazione precaria di questo posto porta la gente a compiere azioni disoneste, tante volte mi sono fatta derubare e ora sto facendo il possibile per evitarlo, insomma, faccio del mio meglio, come una piccola bianca può fare in un paese sottosviluppato dell’Africa.

 

E’ difficile, a volte la mia mente che tende sempre a scamparsela dalle situazioni difficili mi dice "ma Susy chi te lo fa fare? ma non è meglio per noi due andarsene in un isola a lavorare in un bar in riva alla spiaggia?"…e il mio cuore gli risponde "No lei è felice così lasciala stare". Insomma è una continua lotta tra loro due e io ne subisco le brutte ma anche le belle conseguenze e mi dico che prima o poi faranno la pace.

 

I lavori sono a buon punto, l’ufficio e la dispensa sono pitturati e piastrellati, i bagni ancora da pitturare, nei dormitori mancano finestre, piastrelle e pittura e la cucina è da pavimentare…sono convinta che massimo un mesetto e questi elementi saranno pronti all’uso. I primi volontari incominceranno ad arrivare dal 26 dicembre in avanti e finalmente potrò parlare con qualcuno che possa davvero capire quello che dico, quello che sento e insomma…parlare del più e del meno. Io sono già andata ad abitare alla Maison da circa una settimana insieme alla prima ospite della casa d’accoglienza per bambini orfani e disagiati; si chiama Viviane e ha 15anni, solare, altruista, simpatica e piena di iniziativa!

 

I bambini che stanno aspettando di entrare nella loro nuova casa per ora sono: Sebastien (4anni), Elisa (5anni), Deborah (6anni), Dagan (9anni), Romain (6anni)…anche io sono in attesa, non vedo l’ora di incominciare questa nuova avventura insieme ai primi bambini della Maison sans Frontieres.

 

Tata Susanna

www.volontaritogo.org