Simone Bertollini, da studente modello (rifiutato in Italia) ad avvocato a New York

 

Da Roma a New York per diventare avvocato dopo che l’Università italiana gli ha impedito di laurearsi. Il motivo? Semplice! Aveva dato tutti gli esami troppo velocemente e la legge stabilisce un tempo minimo di quattro anni per laurearsi, ovvero gli anni previsti dalla facoltà di Giurisprudenza. L’avventura di Simone Bertollini, originario di Roma, è la storia di un ragazzo che per fare ciò che amava ha dovuto fare i bagagli e andare Oltreoceano. Qui ha rifrequentato l’Università ed ha, nuovamente, finito gli esami in anticipo. Questa volta, però, la pergamena gli è stata consegnata. Ora vive nel New Jersey ed ha lo studio a New York.

 

Ecco cosa mi ha raccontato.

 

Iniziamo. Raccontami quando sei arrivato a New York.

 

Sono a New York da poco più di un anno. Negli Stati Uniti da quattro anni e mezzo. In questi anni sono tornato in Italia solo due volte. I primi due anni ho vissuto in Kansas per frequentare la School of Law per laurearmi in giurisprudenza. Quando, poi, sono diventato avvocato mi sono trasferito nel New Jersey dove vivo. Mentre a New York lavoro.

 

Come mai la scelta di svolgere la professione di avvocato a New York e non in Italia?

 

In Italia non avrei mai potuto fare l’avvocato. Per altro parto da una condizione un po’ insolita. Mi sono iscritto all’Universitá più tardi rispetto agli altri e in due anni e mezzo ho finito tutti gli esami. Qui sono arrivate le difficoltà. Il problema si è verificato quando sono andato nella segreteria studenti per farmi dare la data per la laurea. Mi hanno detto che non potevo laurearmi perché era troppo presto. Sono rimasto scioccato! Tutti si laureano fuori corso e quando trovano una persona più efficiente lo penalizzano. Allora ho fatto ricorso al Tar dell’Universitá. Ho perso! Ma è stata la cosa piú importante della mia vita. Dopo ho fatto la valigia e sono partito per gli Stati Uniti dove mi sono iscritto ad un’Università di Legge. Conseguita la laurea sono tornato in Italia per poi ripartire dopo pochi mesi per l’America.

 

Una sconfitta che per te é stata, invece, una vittoria?

 

Fantastico! Non so come ringraziare tutte le persone che si erano messe contro, dal Rettore al Preside ai giudici del Tar. Per altro l’ordinanza per la quale mi hanno rigettato il ricorso era basata su un decreto del 1938 che prevedeva che il corso di giurisprudenza dovesse avere una durata minima di quattro anni e gli iscritti al nuovo ordinamento non erano soggetti a questa regola. Per esempio se uno studente era iscritto al nuovo ordinamento e finiva gli esami in un anno era possibile, se eri iscritto al vecchio non era possibile. Quella era una discriminazione evidente. Meglio! Così me ne sono andato.

 

 

Qual’é la differenza di mentalitá Italia-USA?

 

Tutto il mondo é Paese. Le mentalitá sono le stesse. Forse gli americani sono piú coscienti del fatto che se vuoi qualcosa te la devi guadagnare. Non ti viene dal cielo come mi sembra in Italia dove la gente si aspetta che le cose succedano o qualcosa gli é dovuto.

Qui non la pensano cosí. Tutti quanti si danno da fare.

 

Vale la meritocrazia?

 

Diciamo che la questione delle raccomandazioni c’é dappertutto. Anche qui. Però qui incide molto meno ed io sono un esempio. Quando sono arrivato nel New Jersey e poi a New York non conoscevo nessuno. Nonostante questo, alla fine mi son fatto strada senza nessun tipo di raccomandazione.

 

Com’é vivere nel New Jersey?

 

Il New Jersey mi piace molto di piú di New York. Abito a Boulevard Est dove c’é la vista di Manatthan ed è proprio in riva al Fiume Hudson. Preferisco il New Jersey perché è più stile italiano. Poi guidare, per me è un must. Non ci sono problemi di parcheggio o traffico. Lo stile di vita é migliore ed é tutto piû ordinato. Ci sono anche più italiani. Quindi per fare conoscenze o networking lo preferisco. A New York ci vengo solo per lavoro, per ricevere i clienti o andare al Tribunale dell’immigrazione che si trova di fronte al mio studio.

 

Quali sono le qualitá necessarie che bisogna avere per venire a NY?

 

Bisogna trovare il proprio spazio, fare qualcosa di innovativo e trovare chi ti segue, l’amatore. Cose troppo generiche non funzionano. Chi viene pensando di fare la vita da illegale e fare lavori poco qualificati la vedo più come una tortura che una possibilità di carriera. Ma vedo che in Italia non c’é nemmeno quell’opportunità quindi è possibile tentare questa strada.

 

Come mai hai scelto il ramo dell’immigrazione?

 

Per una questione personale. Inizialmente mi occupavo di criminal defence ovvero difendevo solo i criminali. Poi ad un certo punto ho spostato l’attenzione sull’immigrazione perché avevo il problema di rinnovare il Visto. In quel momento mi sono consultato con il miglior studio in America per avere un Visto E-2 per investimento ma mi ha detto che non poteva rappresentarmi perché non avevo un caso. Quindi non potevo fare il Visto. Allora me lo sono fatto da solo. Ho presentato il mio business anche se non aveva i requisiti minimi di guadagni. Sono riuscito ugualmente a farmelo approvare puntando sulle possibilità di entrate che potevo ottenere. Da qui ho pensato che se sono riuscito a farmi approvare il Visto, nel mio caso abbastanza complesso, potevo aiutare ad ottenerlo altre persone con casi più semplici.

 

Secondo te, a New York sono aumentati gli immigrati?

 

Con la crisi del 2007 molti immigrati messicani sono tornati nel loro Paese. Per quanto riguarda gli italiani non saprei rispondere. Posso dire che ricevo numerose mail di persone che mi chiedono informazioni ed anche di trovargli un lavoro. Purtroppo non sono un’agenzia di collocamento.

 

Per lavorare è necessario un Visto di lavoro. E’ semplice ottenerlo?

 

Poche persone hanno i requisiti per un Visto di Lavoro. Molti ottengono Visto E-2 (per investimento) o B-1 per Business o ricongiungimento familiare

 

Inizialmente una persona come può venire a New York??

 

La legge prevede che non puoi venire da turista e cercare lavoro. Puoi venire quando hai già il lavoro. Ma é difficile trovarlo. Ogni anno il Governo rilascia 65mila Visti H-1B per le persone qualificate. Questi vanno ad esaurimento. Quest’anno li hanno assegnati in tre giorni. Quindi alla fine anche se una persona ha le qualifiche e un’offerta di lavoro non può ancora ancora venire. La riforma dell’immigrazione, quando verrà approvata, prevede il passaggio da 65 mila a 110 mila Visti. Ed un incremento a 180 mila in casi particolari. Su questo punto i giganti come Google e Facebook stanno premendo molto affinchè sia approvato il decreto perché al momento non possono assumere tutto il personale di cui hanno bisogno.

 

Per quanto riguarda il Visto F1 per studio?

 

Il Visto F1 è il più abusato e non prevede di lavorare. Sono limitati i Visti F1 che permettono di lavorare. Se l’immigrazione ti scopre scatta il procedimento di espulsione. Si può venire come turista per tre mesi con ESTA. Un Visto che si ottiene semplicemente facendo una richiesta on line.

 

Molti aspirano alla Green card, come si ottiene? La lotteria è valida?

 

La Green Card è la residenza permanente. Ci sono diversi modi per ottenerla e sono abbastanza complessi. La lotteria la vogliono eliminare e non la considero uno dei sistemi per ottenerla. Ogni anno ci sono 30milioni di domande e assegnano 30mila Green Card. Non so quanto una persona possa farne affidamento. Sicuramente per le persone che non hanno i requisiti la lotteria, anche se é un miraggio, è meglio di niente.

 

Quali sono i requisiti per ottenerla?

 

Molti la prendono tramite ricongiungimento familiare. Si fanno sponsorizzare da un coniuge, o da un genitore o un figlio che abbia almeno 21 anni. Oppure è possibile tramite il lavoro. In questo caso bisogna dimostrare, che nell’area in cui l’immigrato intende lavorare, non c’é nessun’altra persona con le stesse qualifiche che possa ricoprire la carica che va ad assumere. A New York non trovare una persona con le stesse qualifiche è molto raro. Chi é la persona non rimpiazzabile?

 

Cambiando discorso. Senti la mancanza dell’italia? Pensi di tornarci un giorno?

 

Non sento la mancanza. Credo che un giorno tornerò solo per rilassarmi. In Italia non ci sono prospettive di lavoro. Poi cosa faccio? Nessuno mi assumerebbe. E quanto mi pagherebbero? In Italia in un mese guadagnerei quello che qui guadagno in tre giorni.

 

Consiglieresti ai giovani di lasciare dall’Italia?

 

Si. Mi dispiace dirlo. In Italia non ci sono opportunità.

 

Sito www.simonebertollini.com

 

A cura di Natascia Lorusso

 

Lifejournalistblog.com

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