Gavi Cossu, musicista e compositore di successo in Francia

 

Gavi Cossu è un giovane musicista, chitarrista, compositore, arrangiatore che ha lasciato la Sardegna nel 2001 per la Francia. Dopo essersi diplomato in una delle migliori scuole di musica al mondo, ha lavorato a Parigi come insegnante di chitarra. Successivamente ha vissuto un periodo nelle Isole Canarie e poi a Los Angeles, per valutare nuovi progetti. Nel suo futuro ci sono la Thailandia e l’Indonesia. Musicalmente Gavi è sempre in movimento. Da ogni luogo trae ispirazione per nuove canzoni che diventeranno successivamente musiche per film e tv. Da poco ha iniziato a scrivere un blog: http://gavicossu.blogspot.it/, in cui saranno dispensate lezioni di chitarra, recensioni di tutta la strumentazione che testa personalmente e consigli soprattutto per i musicisti che come lui si ritrovano a dover viaggiare spesso.
 

Chi è Gavi Cossu?

Gavi Cossu è un musicista, chitarrista, compositore, nato in Sardegna. Come tanti giovani della mia generazione, ho colto l’opportunità di studiare un anno all’estero con il programma Erasmus. Era il lontano 2001, la meta prescelta Strasburgo, in Francia.
 

Raccontaci qualcosa del tuo percorso professionale:

Ho iniziato a suonare a 12 anni. Galeotta fu una vacanza con mio cugino, più grande di me e musicista. Aveva portato una chitarra con la quale mi insegnò un paio di cose. Incuriosito, quando sono tornato a casa, ho preso in mano una chitarra che era buttata in un angolo da tempo e da quel momento non l’ho più lasciata. Andando in Francia ho provato a lavorare nel settore informatico, materia dei miei studi universitari, ma ho subito capito che non faceva per me. Mi sono fatto licenziare e ho provato ad essere ammesso in una delle migliori scuole di musica d’Europa, l’ M.A.I. Music Academy International a Nancy, gemellata con Berkley. Ho superato il test e a Gennaio 2008 ho iniziato la scuola per poi terminarla ad Aprile 2009. I professori con i quali ho studiato erano per la maggior parte importanti musicisti francesi, come ad esempio Patrick Rondat, Christophe Godin, Manu Livertout, Jean Claude Rapin e Hassam Hajdi, ma anche internazionali come Mattias Ia Eklundh, Doug Aldrich, Carl Varheyen, Dave Martone, Guthrie Govan e Greg Howe. Dopo la scuola mi sono trasferito a Parigi, dove mi sono dedicato molto all’insegnamento, che mi permetteva di guadagnare bene stando tutto il giorno con la chitarra in mano. Inoltre ho partecipato a diversi progetti musicali molto interessanti, che mi hanno permesso di crescere artisticamente.

 

 

 

Parigi, isole Canarie e Los Angeles. Tre posti fantastici. Cosa hanno significato per te e per la tua formazione?

Parigi mi ha dato la possibilità di lavorare come musicista. Ma è una città difficile musicalmente. È difficile entrare nell’ambiente. Ci sono belle sale storiche, ma o arrivi con un gruppo già famoso o le serate non te le pagano perché c’è tanta gente disposta a suonare gratis. Più che Parigi, è la Francia ad essere una terra interessante per i musicisti. Esiste un salario minimo per data di 90-100 euro netti. In più, se fai 42 date dichiarate in un anno puoi avere lo Statut d’Intermittent du Spettacle che ti permette di ricevere lo stipendio per dieci mesi, lasciando all’artista il tempo per creare. Essendo una città cara, per vivere bene avevo bisogno di insegnare tantissimo e non avevo tempo di comporre quanto volevo e di seguire tutti i progetti che mi venivano proposti. Alle Canarie, invece, avendo qualcosa da parte, ho potuto dedicarmi completamente alla composizione. Ne sono nate delle canzoni rock, ispirate dalla positività che trasmette il luogo. A Los Angeles il tutto si è amplificato enormemente, è una città folle, creativa e in continuo fermento. Il massimo che può sognare un musicista. Qui ho composto moltissimo, musica di tutti i generi, per film e tv, ambient e di sottofondo, pop. Ogni giorno ci sono centinaia di concerti tra cui scegliere, è impossibile non essere travolti da questa ondata creativa.
 

Da cosa trai ispirazione per le tue musiche? E cosa ti piace trasmettere?

Da qualsiasi cosa, può essere una musica, un suono, un film, una serie tv, una discussione. Tutto quello che mi parla mi può ispirare. Non ho preferenze. I sentimenti che voglio trasmettere possono essere di qualsiasi tipo.
 

Dal 2001 ad oggi come e in cosa sei cambiato?

Nel 2001 sognavo già Los Angeles, ma non pensavo neanche fosse possibile vivere di musica. La Francia, Paese molto più evoluto artisticamente parlando, mi ha dato la possibilità di crederci. In questi anni, soprattutto dopo la scuola, sono diventato un musicista, prima ero solo un chitarrista. Ora ho più chiare le mie priorità e la direzione che voglio seguire.

 

 

 

In che modo ha influito sui tuoi studi il vivere lontano da casa?

In Italia una scuola così, impostata all’americana con 35 ore a settimana, (una vera full immersion), non esiste. Da quando ho iniziato a suonare la chitarra ho sempre studiato da chitarristi non italiani. Il fatto di essere lontano da casa non mi ha influenzato particolarmente, con la mente ero già lontano da tempo.
 

Perché hai scelto di lasciare l’Italia? Cosa ti ha offerto in più vivere e formarti professionalmente all’estero?

In Italia non puoi fare niente. È un Paese in cui se vuoi fare l’artista te ne devi andare. Poi ci sono anche molti che riescono, ma non è detto che siano validi. La Francia mi ha offerto tutto, la possibilità di studiare in un’ottima scuola, confrontarmi con altre culture, perché è una nazione multietnica, inoltre è uno Stato che tutela il musicista e l’artista in generale. Ti permette di vivere di musica e ti aiuta nei momenti di difficoltà. L’invidia e la gelosia che regnano in Italia non esistono, le persone sono concentrate più a migliorare se stessi che a screditare gli altri e questo aspetto è ancora più evidente in California.

 

 

 

Hai mai pensato ad un eventuale rientro in patria?

Assolutamente no, non mi interessa. A meno che io non abbia la possibilità di fare una tournée con un musicista veramente famoso, ma farei solo la tournée e poi me ne andrei nuovamente. Neanche da anziano ci tornerei, molto meglio Canarie o California.
 

Cosa manca al panorama musicale italiano rispetto a quello estero?

Musicalmente l’Italia non è male, in generi come pop rock e musica leggera è meglio di quella francese. Purtroppo però non è uno Stato meritocratico, devi per forza conoscere qualcuno, ma non come avviene in America, dove magari ti ritrovi a fare la fila al supermercato con qualche produttore e ci parli tranquillamente o mandi un e-mail a un costruttore di chitarre come Tom Anderson e ti risponde lui in persona. In Italia manca l’umiltà e le persone "se la tirano" senza motivo. Devi pregare la gente per farti ascoltare, lavorare gratis anche con grandi musicisti. La Francia, poi, tutela le proprie opere artistiche come musica e film. Le radio devono passare una percentuale molto alta di musica francese, stessa cosa avviene per la televisione. Rispetto all’America, in Europa manca la serietà dei musicisti. A Los Angeles un po’ tutti sono musicisti, ma in modo molto più professionale.
 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Adesso a malincuore devo andar via da Los Angeles, in cui ho trascorso tre mesi per rendermi conto di come si vive. Tra pochi giorni partirò in cerca di ispirazione in Asia, prima in Thailandia e poi in Indonesia, a Bali. Musicalmente, siccome sono sempre in movimento, organizzare dei live è un po’ complicato, ma non sarebbe male fare qualche data anche in Asia, dove non ho mai suonato. In questi tre mesi mi dedicherò a comporre, continuerò la produzione di musica per film e tv, musica di sottofondo e ambient – chill out. Ho in progetto di completare un ep rock in italiano con la collaborazione di un bravo cantante sardo e dovrei iniziare un progetto puramente chitarristico. Poi ho firmato diversi contratti con delle librerie musicali per film e tv. Spero nei prossimi mesi si concretizzi l’opportunità di lavorare con qualche grande produttore. Inoltre sto scrivendo musiche per dei cortometraggi per studenti di cinema, soprattutto americani, e sono sempre ben disponibile nei confronti di qualsiasi collaborazione mi si presenti davanti. Ho iniziato a scrivere un blog: http://gavicossu.blogspot.it/, in cui ci saranno lezioni di chitarra, recensioni di tutta la strumentazione che testo, consigli soprattutto per i musicisti che come me si ritrovano a dover viaggiare spesso e più leggeri possibili. Inizierò anche nuove rubriche sul mio canale youtube (su cui già ci sono diverse lezioni, cover e canzoni originali), come licks of the week e nuove lezioni. Se vi va seguitemi su i miei canali:
 

http://gavicossu.blogspot.it/
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A cura di Nicole Cascione