Bambini senza Confini: il progetto di Susy in Togo

 

Susy è una ragazza di 24 anni, curiosa ed amante dei cambiamenti, desiderosa di scoprire e capire le culture del mondo. Dopo aver trascorso un anno di volontariato in Africa, in Togo, ha deciso di acquistare un terreno, su cui poter realizzare una casa per accogliere i bambini rimasti orfani. Un encomiabile traguardo che Susy sta cercando di raggiungere anche grazie all’aiuto di persone sensibili, che ogni giorno decidono di sposare la sua nobile causa, inviando aiuti e sostegno. Per finanziare il suo progetto, Susy ha deciso di scrivere un libro: “Bambini senza confini – diario di un inizio”, un diario di viaggio, in cui racconta le sue indimenticabili esperienze vissute in Africa.

 

Susy, quando è nato in te l’amore per l’Africa?

 

L’amore per l’Africa è iniziato quando ero piccola, mio padre guardava molti documentari sulla flora e sulla fauna di tutto il mondo e i paesaggi africani mi hanno sempre affascinata moltissimo. A 10 anni ho cominciato a scrivere il nome Africa sui miei diari e più crescevo e più diventata forte il desiderio di visitare questo continente, per me pieno di magia.

 

Nel momento in cui hai avuto la fortuna di mettere piede in Africa, cosa hai provato?

 

Scesa dall’aereo e uscita dall’aeroporto, ho sentito nell’aria la sensazione di estate perenne e nel percorrere la mia prima tratta in taxi, nella capitale del Togo, ho percepito subito un’immensa gioia! Mai vista tanta gente gioiosa tutta assieme! Sono stata pervasa da una sensazione di gioia e amore…

 

Dopo l’esperienza vissuta in Africa, hai deciso di acquistare un terreno per far nascere una casa, dove poter accogliere tutti i bambini rimasti orfani. Una scelta coraggiosa. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa strada?

 

Prima di recarmi in Togo, da quasi un anno vivevo in un furgone a contatto con la natura e il mio progetto dopo l’esperienza in Africa, era quello di viaggiare un po’ ovunque. Nel villaggio insegnavo presso la scuola materna e più passavano le settimane, più mi innamoravo di quel che avevo intorno. Verso il secondo mese di permanenza, cominciai a maturare il desiderio di acquistare un terreno per poterci fare un orto e un piccolo rifugio per me, poi un giorno, uno dei miei alunni, precedentemente abbandonato da sua madre, rimase orfano di padre. Questo avvenimento mi colpii parecchio. Vedere Petit (il bambino in questione) e tanti altri bambini con una situazione simile alla sua, vivere allo sbando per strada, fece maturare in me un desiderio: costruire un centro di accoglienza per tutti i bambini disagiati come Petit. Quei bambini mi hanno fatto capire il significato della parola CASA ed ho pensato: “Perché non costruirne una e vivere tutti assieme?”. Una scelta di grande responsabilità … e credo anche una crescita personale.

 

 

Chi ti sta aiutando in questo percorso?

 

Subito dopo essere rientrata in Italia dalla mia esperienza di volontariato, ho inviato una lettera al vostro sito, lettera che voi avete gentilmente pubblicato. Dopo la pubblicazione moltissime persone mi hanno contattata per ricevere informazioni sull’esperienza di volontariato, altri per inviarmi abbigliamento, materiale scolastico e donazioni, altri ancora in altri modi, come ad esempio Simone Marra che ha creato il sito internet, Romina Tutino che ha realizzato il logo del progetto e tante altre persone che mi hanno seguita, offrendomi moltissimi consigli. L’associazione ASF Piemonte (Architettura Senza Frontiere Piemonte) ha accettato la mia richiesta di collaborazione, occupandosi a livello progettuale dell’idea. Grazie alle donazioni ricevute e ai soldi guadagnati in Francia durante l’ultima stagione agricola, mi occuperò di acquistare il materiale per la costruzione e di pagare la manodopera.

 

Come intendi strutturare la casa?

 

La casa sarà divisa in 3 o più blocchi, costruiti in mattoni di terra cruda. L’ idea iniziale era quella di costruire una casa in legno, purtroppo non abbiamo i soldi necessari per una costruzione di questo tipo, quindi ci accontenteremo (che non fa nemmeno male); il bagno e la cucina saranno collocati all’esterno dell’abitazione insieme ad un grande portico e ad un tavolo che servirà da mensa e per le attività di vario tipo da fare con i bambini. La casa sorgerà tutt’intorno ad un grandissimo albero, al centro della particella del terreno già acquistato. Femmine e maschi saranno separati in due dormitori differenti e in ogni struttura ci sarà la presenza di un adulto, che si occuperà di vigilare sulla sicurezza dei bambini (e futuri adolescenti) ospiti della casa.

 

Quanti bambini potrà ospitare?

 

La casa potrà ospitare dai 30 ai 35 bambini, a partire dai 0 fino ad arrivare ai 18 anni, finché il ragazzo/a non abbia raggiunto un minimo di autonomia. Se in un futuro ci saranno i fondi necessari, si potrà espandere.

 

Pensi di trasferirti definitivamente in Africa una volta completato il progetto?

 

Sono una ragazza di 24 anni, molto curiosa e amante dei cambiamenti, ho ancora voglia di scoprire e vedere altre culture. Non mi sento ancora pronta a rimanere in Africa per sempre, anche se laggiù ho la mia luce e passerò più tempo al villaggio che in qualsiasi altra parte del mondo. In testa ho molti progetti perfettamente realizzabili. Ad esempio mi piacerebbe che qualcuno che abbia studiato o stia studiando erboristeria, venga qui nel villaggio per studiare le erbe, così da poter estrarre delle medicine naturali, ottime come rimedio per semplici mal di testa e problemi intestinali. Così facendo si risparmierebbero molti soldi spesi per l’acquisto di medicine europee.

 

 

Da un punto di vista economico e burocratico che tipo di difficoltà stai affrontando?

 

Dal punto di vista economico nessuno, ma non perché sia ricca o perché abbia ricevuto tanti soldi, anzi… ricca non sono e i soldi basteranno solo per la realizzazione della struttura, quindi ne serviranno degli altri per acquistare tutto ciò che servirà al suo interno. Preferisco non crearmi questo tipo di problemi, evito di pensare a quel che sarà. Quando ho fatto questa scelta non mi sono creata aspettative di nessun genere se non quella di farcela e basta, non mi aspettavo l’aiuto della gente ed anche se ci sono stati molti aiuti, sono consapevole che tutto si basa sulle mie sole forze, perché gli aiuti potranno esserci o meno, ma io dovrò esserci sempre per i bambini.

Burocraticamente ho dovuto affrontare delle difficoltà nel momento in cui ho deciso di aprire un’associazione Onlus. Ma dopo aver pagato per la registrazione dello statuto e delle modifiche effettuate successivamente, ora finalmente posso stare tranquilla.

 

Per finanziare il tuo encomiabile progetto, hai deciso di scrivere un libro: “Bambini senza confini – diario di un inizio”. Come è nata questa idea?

 

L’idea di scrivere un libro l’ho sempre avuta, fin da bambina ci ho sempre provato, ma era come se non avessi mai la storia giusta da raccontare, mi fermavo a metà e lasciavo perdere. Ho sempre tenuto dei “diari di bordo”, perché secondo me la vita stessa è un intero viaggio se si prende la nave giusta. Ho sempre annotato e scritto quel che mi passava per la testa e così ho fatto quando ero giù in Togo. Al mio arrivo ho deciso di trasformare questo diario in un libro, rielaborando alcune parti e aggiungendo tante foto e qualcosina del mio passato. Scrivere questo libro mi ha tenuto molta compagnia durante la mia permanenza in Francia, prendermene cura mi ha ricordato quanto tutto fosse importante per me e sono contenta che ora possano leggerlo anche gli altri.

 

Di cosa parla il tuo libro?

 

Il libro è il diario che tenevo quando ero in Togo, al villaggio. Parla dei miei giorni vissuti insieme ai bambini, insieme ai miei responsabili e al mio amico, il volontario Alex; parla delle varie emozioni e sensazioni vissute, racconta di come è nata l’idea di adottare due bambini e di acquistare il terreno. Ma soprattutto parla d’amore…di come io sia riuscita a trovare questo amore che non mi ha più abbandonata, sta sempre con me insieme all’immagine della natura e dei bambini africani.

 

 

Se qualcuno volesse acquistare il tuo libro, cosa dovrebbe fare?

 

Il libro è in formato pdf e fra un po’ sarà anche un e-book. Per ricevere il pdf basta inviare una donazione, un’offerta. L’invio del documento non avviene in automatico, bensì dopo l’invio di una e-mail al seguente indirizzo su******@gm***.com in modo che io possa verificare e inviare il documento. Mi piace poter ricambiare in qualche modo le donazioni ricevute, anche se sono consapevole che nessuno si aspetta qualcosa in cambio, se non la costruzione della casa.

 

Vivere in Africa in cosa ti ha cambiata?

 

Non sono cambiata personalmente, bensì è il modo in cui vedo le cose che è differente. In Togo e in Africa in generale si vive la vita reale, la vita che si viveva tanto tempo fa anche qui da noi. Ho conosciuto la gioia, una gioia che non avevo mai visto prima, i valori della famiglia che qui non riesco a mettere in pratica, perché non c’è collaborazione, l’aiutarsi a vicenda senza aspettarsi nulla in cambio, ho imparato a vivere vedendo le cose in maniera diversa, più chiara forse rispetto a prima. Riesco a vivere davvero la mia vita. Apprezzando una doccia calda, pur non avendo problemi a farmela fredda con un’insaponata e una secchiata d’acqua dopo; amando la legna e il fuoco, ma non disdegnando il gas.

 

L’indirizzo e mail per la richiedere il libro o ulteriori informazioni è il seguente: su******@gm***.com

il sito internet del progetto: www.volontaritogo.org

Dati per effettuare una donazione:

Nome della banca: Poste Italiane S.P.A.

CIN: R

ABI: 07601

CAB: 10200

Numero di conto: 001013702806

Titolare del conto: Associazione La Maison sans Frontieres

Code IBAN: IT98 R076 0110 2000 0101 3702 806

BIC SWIFT: BPPIITRRXXX

In alternativa, attraverso il sito www.volontaritogo.org si può effettuare una donazione con pay pal

 

 

A cura di Nicole Cascione

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