La Maison sans Frontieres: 2° rapporto  gennaio/febbraio

 

Eccomi qua, davanto al pc, ma questa volta il panorama che ho davanti è molto diverso dall’ultima in cui scrissi il primo rapporto. Sono in Italia nella cucina di mia mamma e mio papà, niente uccellini che cantano, solo un macchinario che fa un innaturale rumore da qualche parte sull’asfalto; niente terra sotto i miei piedi scalzi, al quarto piano con le calze e le ciabatte calde per proteggermi dal freddo. Il mio cane Bi è vicina a me, ogni tanto alza la testa per guardarmi e sembra quasi che mi sorride piena di riconoscenza per esserla venuta a trovare, mi mancava molto e mi manca solo al pensiero di lasciarla ancora. Tutto quello che ho attorno lo amo e mi è famigliare, troppo famigliare a volte ma amo di più quel che vedo in Togo…  

 

Sono venuta in Italia il 23 per fare una sorpresa alla mia nonna e alla mia famiglia; sono venuta in Italia il 23 anche perché quest’apertura della casa d’accoglienza, la nostra Maison che sta diventando sempre più bella, mi stava facendo un pò di paura. Venire qua non mi ha servito per levarmela ma per farmi capire una cosa molto importante che ancora non avevo ben capito, più importante di una piccola paura infantile e insensata; ho capito che non sono da sola… forse è un pò impertinente da parte mia aver pensato che fossi da sola dopo che così tante persone mi hanno aiutata per realizzare un sogno ormai diventato comune; mi sentivo sola perché su di me poggiava e poggia la gran parte del lavoro, sia psicologico che fisico, mi sentivo sola  perché al villaggio non avevo nessuno con cui parlare, nessuno con cui lamentarmi delle cose che succedevano, mi sentivo sola perché ho 25 anni, sono attaccata alla mia famiglia e mi manca molto.

 

Mi sentivo sola perché dentro la mia testa dicevo “le persone non sono costanti negli aiuti, non sono qua e prima o poi si stuferanno di aiutarmi” è soprattutto per questo motivo che la paura è arrivata; avere dei bambini da sfamare, da curare ed educare senza la sicurezza di avere sempre delle donazioni, far costruire una casa e portare mattoni e acqua sulla testa è una passeggiata in confronto. Ieri un mio caro amico a cui voglio molto bene mi ha insegnato di nuovo qualcosa, non che sia sempre lì ad insegnarmi,, ma le poche volte che lo fa colpisce come non riesce a farlo nessun altro; mi ha fatto capire che non sono sola e che se continuo a pensarla così lo sarò davvero e tutto andrà a farsi fot….friggere! Quando mi ha detto queste parole io ho avuto molta paura, ma una paura VERA non come quella che mi ha fatto scappare dal Togo per 10 giorni; non avevo mai visto la faccenda sotto quel punto di vista e ho avuto paura al pensiero che tutto possa andare male e che sarei costretta a tornare qua senza un obbiettivo costruttivo, senza la motivazione che solo quei bambini mi danno per insegnare, per desiderare che crescano forti e intelligenti. Mi ha fatto paura il pensiero di non avere più la possibilità di possedere un vero scopo nella mia vita, sembrerò egoista e confermo alle persone che stanno leggendo che non sembro, lo sono davvero ma il mio egoismo porta a cose belle, perché per fortuna sono le cose belle che mi fanno stare bene quindi non ho nulla di cui vergognarmi.

 

Riparto domani con una nuova forza dentro di me, una forza ancora più grande di quella passata perché racchiude la forza di ognuno di voi, voi che credete in me e che mi aiutate e soprattutto la forza di tutte quelle piccole luci sorridenti che aspettano di essere aiutate anche solo con un gioco fatto insieme con Amore…tutti noi sappiamo però che purtroppo solo un gioco non basta; ora, dopo tanti sforzi e anche molti divertimenti, la casa è pronta e al mio rientro farò entrare le prime cinque luci che riscalderanno per molto tempo La Maison tramutando questa “casa giocattolo” in una vera casa d’accoglienza dandogli un’anima, facendola respirare con il loro respiro affamato di VITA.

 

Anche se piccola sono una donna forte e sono pronta a dimostrarlo, non a voi che pensate che io sia una santa incoronata, ma a me stessa che penso di essere un essere umano come tutti gli altri; con i suoi difetti e i suoi pregi. Ho fatto una scelta un pò incosciente spinta da un grande sogno, e tanti altri prima di me l’hanno fatta e ci sono riusciti alla grande, sicuramente grazie ai giusti consigli e il giusto appoggio. Il mio cuore non è mai stato così pieno di emozione e la mia mente mai stata così lucida, so bene a cosa vado incontro e sono pronta e felice di farlo perché niente mi riempie come sanno fare quelle piccole luci africane, loro sono la cosa più importante…non sono sola e ora lo so.

 

Susanna 

 

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