La New Economics Foundation

 

 

Potrà accadere che, dopo la pubblicazione di questo articolo, qualcuno si chieda: "Ma cosa c’entra un pezzo come questo con un sito che parla di persone che hanno cambiato vita?" Riteniamo che la miopia di una eventuale domanda di questo tipo contenga già in sé la risposta: primo perché ci sono cambiamenti di vita che vanno verso una ricerca di rispetto e sensibilizzazione verso nuovi stili di produzione e consumo che hanno ricadute sulla vita di tutti; secondo, ciò di cui stiamo parlando potrebbe anche essere un’occasione per affrontare un’esperienza di lavoro o di volontariato all’estero. Last but not least il cambiamento dei singoli e del mondo in cui si vive sono strettamente abbracciati l’un l’altro e, forse, non ci si rende mai conto abbastanza di questa responsabilità individuale. Ma andiamo con ordine.

 

Probabilmente, nei giorni scorsi, a qualcuno sarà capitato, leggendo giornali o guardando la televisione di sentir parlare di "Overshooting day". Di cosa si tratta? È la data in cui, ogni anno, le risorse consumate dagli abitanti del pianeta, superano la capacità della terra di rigenerarle. Questa forma di deficit viene calcolata con un procedimento che tiene conto di quella che viene definita "biocapacità", della capacità che la terra ha di produrre risorse naturali e il consumo che tutti noi facciamo di queste risorse. E tra gli organismi che, ormai da diversi anni, esattamente dal 1986, cercano di sensibilizzare singoli e governi su questo vero e proprio dramma c’è la NEF, cioè la New Economics Foundation di Londra, organismo che cerca di dare dignità politica a questa questione.

 

Che cos’è la NEF? È una di quelle organizzazioni definite think-tank. Facciamo una breve parentesi per capire che cosa si intende con questa definizione. Think-tank è un’organizzazione, la maggior parte delle volte indipendente dalla politica, che ha come teatro di studio e azione le politiche economiche e sociali, gli sviluppi tecnologico-scientifici. Il loro lavoro, tra le altre cose, dovrebbe essere quello di fornire consulenza e dati reali a coloro i quali hanno responsabilità politiche e decisionali, per stabilire o indicare la via per politiche pubbliche sostenibili. Analisi delle risorse, degli obiettivi e delle conseguenze dell’impatto umano sul pianeta vengono, da queste think-tank analizzate con criteri rigorosi e al di fuori dei biechi e ciechi ragionamenti della politica. 

 

 

La NEF è tutto ciò e nasce nel 1986 grazie al lavoro di un altro organismo chiamato TOES, cioè The Other Economic Summit, una sorta di summit parallelo all’annuale G7. Una sorta di summit, neanche tanto ombra a cui economisti meno miopi, scienziati e attivisti, fanno da controcanto a decisioni prese da chi "sta in alto" e governa il mondo con criteri di potere più che di qualità della vita. Il TOES è una specie di richiamo al concetto per cui, davvero "un’altra economia è possibile." Fu nel 1991 che i lavori del TOES e della NEF si incontrarono e cominciarono a creare una importante sinergia. La filosofia e i programmi concreti di questa organizzazione sono riassumibile dalle parole di quello che può essere considerato il suo statuto: "New model of wealth creation, based on equality, diversity and economic stability."

 

Progetti, studi e lavori che hanno portato, negli anni, la NEF a realizzare delle vere e proprie guide di valutazione dei diversi impatti, ambientali e non solo, provocati dalla produzione e dal consumo predicati dalle economie tradizionali. Lo staff di questa organizzazione è composto da una cinquantina di persone che lavorano nella sede di Londra e continuano a dare vita a progetti e studi che, come una coscienza critica perennemente accesa, pongono l’attenzione su qualcosa ormai non più rimandabile: un cambiamento radicale negli stili di vita, consumo e modelli produttivi. L’attuale crisi globale, che oltre che economica è anche e soprattutto culturale, sta a dimostrare come la NEF e le diverse figure professionali che vi gravitano attorno, non siano degli illusi visionari. Anzi, visionari sì ma nel senso che hanno dimostrato una visione a lungo termine in cui scientificità e sostenibilità vanno a braccetto.

 

Consigliamo di dare un’occhiata al sito dell’organizzazione www.neweconomics.org  non solo per leggerne la storia e i progetti, ma anche perché ha una sezione in cui vengono segnalate le posizioni lavorative aperte e le notizie riguardanti i progetti a cui si può partecipare come volontari. Perché non solo è possibile un’altra economia ma anche un altro modo per lavorare o fare un’esperienza di volontariato all’estero. E, forse, cambiare anche la propria vita.

 

 

A cura di Gerladine Meyer

ULTIMI ARTICOLI

CATEGORIE

SEGUICI SU FACEBOOK

ISCRIVITI ALLE NEWSLETTER

SEGUICI ANCHE SU