AAA: opportunità professionale offresi !

 

Una cosa che non vi abbiamo mai raccontato, è come noi due, pur avendo lasciato tutto, venduto l’unico bene di proprietà, ovvero l’auto, ma soprattutto non avendo più un lavoro fisso, ci manteniamo. Molti di voi avranno sicuramente pensato che siamo ricchi di famiglia, che abbiamo vinto alla lotteria o che siamo stati cacciati dall’azienda in cui lavoravamo dopo esser stati coperti di soldi. Niente di tutto questo. Io e Pier siamo figli di due famiglie piuttosto semplici che, con molti sacrifici, ci hanno permesso di avere un’ottima istruzione e così di essere in grado di scegliere il nostro futuro, senza farcelo scegliere dagli altri.

 

Cominciamo col dire che la combinata bicicletta-tenda, è nata soprattutto per garantirci la massima libertà a costo zero e che unita all’ospitalità di questo paese, ci permette davvero ti tenere fede al proposito di non spendere denaro né per muoverci né per dormire. Rimane da coprire una parte importante di spesa di cui chiaramente non possiamo fare a meno: il cibo. Quando siamo partiti non abbiamo fatto programmi di viaggio, non abbiamo stabilito tabelle di marcia, paesi da visitare, numero di giorni da pedalare, niente. Ci siamo sempre detti che avremmo pedalato finché ne avremmo avuto voglia e soprattutto ci saremmo fermati di quando in quando, per trovare un lavoretto con cui guadagnare giusto i soldi per comprarci da mangiare e proseguire il viaggio.

 

Da più di un mese ormai, siamo fermi a Carmen de Patagones, porta d’ingresso della Patagonia Argentina; ci siamo fermati qui perché abbiamo conosciuto Pablo, e con lui siamo entrati in un vortice di conoscenze significative per la nostra crescita personale e spirituale nonché di attività creative interessanti. Tra queste, grazie gli insegnamenti di Cristian, abbiamo imparato a tessere il macramè (… che nome sofisticato … si tratta semplicemente di tessere del filo cerato acquistabile presso una qualsiasi merceria) per farne meravigliosi e colorati braccialetti, collane e cavigliere. Si dai, avete capito; quelle lì che a tutti i turisti gli piacciono tanto e che non tornano mai dalle vacanze senza averne almeno comprata una per ricordare a sé e agli amici che in vacanza ci sono stati davvero 🙂

 

Non ci abbiamo messo molto a capire come si fa; sabato pomeriggio lo passiamo con Cristian: un po’ di fai e disfa perché hai sbagliato a tessere, un mate e una "pulsera" finita, fatta proprio da noi due che le mani le abbiamo sempre usate solo per pigiare sulla tastiera di un computer. Convinti del fatto che non si tratti solo di un’attività divertente, ma che soprattutto potrebbe diventare il nostro primo modo per guadagnare qualche soldo, il lunedì mattina ci rechiamo in merceria. Un rocchetto di filo costa 7 pesos, l’equivalente di 1,15€ al cambio ufficiale (1€ al cambio nero). Ne abbiamo presi otto creando una collezione di colori piuttosto basici ma molto belli e vivaci: bianco, giallo, rosso, verde acqua, verde scuro, 2 tonalità di marrone e nero. Inoltre, abbiamo comprato una bustina di perline di legno: circa 100 perline per il costo di 4 pesos (il cui costo non sto a convertirvi in euro visto l’ammontare ridicolo dell’impatto soprattutto se considerato che si mettono dalle 2 alle 3 perline per ogni braccialetto).

 

Martedì prende vita la produzione. Inizialmente siamo lenti e facciamo solo i braccialetti più semplici, ma dopo alcune ore di lavoro, ingraniamo, smettiamo di fare errori e i manufatti sono sempre più belli e colorati. La settimana trascorre così alle prese con questa nuova attività che non percepiamo certo come un lavoro: seduti in giardino sotto il sole, musica dei Calle13 sul fondo, ogni tanto bagno ristoratore nel fiume, frutta fresca, una chiacchiera e vai. È più divertente che impegnativo. Finiamo col produrre una settantina di braccialetti e cavigliere. E il fine settimana è ormai alle porte.

 

 

La casa di Pablo è situata in una posizione meravigliosa: bordo Rio Negro, con una vista incredibile del fiume e dei tramonti mai visti in nessun posto se non in Argentina, dove il blu del cielo non è contemplato dalla tavolozza dei comuni colori. Il posto è molto ricercato nel weekend; qui si radunano centinaia di persone, provenienti anche da posti distanti più di 200km, a fare il bagno, a prendere il sole, a fare pick nick e chissà, magari a comprarsi uno dei nostri capolavori. Verso le 17.00 del sabato, io e Pier ci avviamo verso la spiaggia. Un po’ insicuri di noi e delle nostre possibilità, ci guardiamo e ci diciamo "speriamo di vendere almeno un braccialetto, il primo". E come racconta Paulo Coelho nell’Alchimista, la regola della fortuna del principiante vale sempre: il giro in spiaggia si rivela un vero successo. Vendiamo la metà di ciò che abbiamo prodotto: le più semplici che stanno a 10 pesos vanno a ruba, ma anche le altre, quelle da 20/25 e 30 pesos trovano facilmente il loro mercato. In meno di un’ora, semplicemente passeggiando sulle rive del fiume, guadagnamo 160 pesos, l’equivalente di 27€. Ovvio che il giorno dopo, domenica, ė un’altra occasione da non perdere e infatti ci facciamo altri 230 pesos, l’equivalente di 38€. Insomma due giorni ci hanno reso 65€. Considerato che noi spendiamo circa 10€ in due al giorno per mangiare, lascio a voi tirare le conclusioni sul successo di questa attività.

 

Tutto questo per dirvi, per dire soprattutto a coloro che vorrebbero partire ma che pensano di non poterselo permettere, che in questi paesi, ancora in fase di sviluppo, ci sono infinite possibilità di guadagnare qualcosa perché l’energia creativa di questi posti è tuttora in fermento non essendo ancora stata mortificata e castrata dai grigi luoghi comuni del primo mondo. È chiaro che non sto parlando di fare carriera o di mettere da parte denaro per comprarsi una casa da 400.000€ in centro altrimenti non si è fichi abbastanza; sto parlando di guadagnare il sufficiente per vivere, e viaggiare. Che è lo scopo principale. Senza considerare che nessuno di noi due si è annoiato o si è sentito obbligato a farlo; si è trattato più di un passatempo che di un impegno. Ma la cosa che più ci ha entusiasmati non riguarda la vendita in sé, bensì la possibilità guadagnare denaro facendo qualcosa di "concreto con le nostre mani", di produrre qualcosa pensato, creato nei colori e nella forma, da noi, il cui prezzo è stato definito da noi, le cui modalità di vendita sono state definite da noi. È incredibile come il nostro mondo sia fatto solo ed esclusivamente di aziende in cui entri e lavori per il sogno e le idee di altri. Ed è ancora più incredibile come tutti ti facciamo credere che è il meglio a cui puoi ambire. Invece no; essere imprenditori, imprenditori di noi stessi, è il meglio a cui ambire. Fare ciò che ci piace e farlo per noi stessi in primis, poi per il fine di guadagno. Qualcosa che purtroppo in Italia abbiamo perso e non perché siamo un popolo non capace, non volenteroso o non creativo, ma perché le barriere all’ingresso (burocrazia, sistema di tassazione, organizzazioni mafiose) sono ormai troppo alte. Qui invece, insieme a tutti i difetti come la corruzione, il sotto-sviluppo, i servizi mancanti o scarsi o di bassa qualità, rimane vero che qui c’è ancora una possibilità per tutti; non sarà come il dopo guerra, quando gli emigranti venivano alla ricerca del sogno americano. Ma se il vostro sogno (o la vostra paura) è semplicemente quello di rendere auto-sostenibile il vostro viaggio, allora siete benvenuti in Sud America.

 

E stasera via con una bella e ricca pizza per festeggiare 🙂

 

Melissa e Pierluigi

www.theevolutionarychange.com