La Patagonia Atlantica: la colonia di pinguini di Magellano – Cabo Dos Bahias, Camarones (Argentina)

 

Chi ha attraversato la Patagonia almeno una volta sa che si tratta di una delle cosiddette "terre estreme". Forti venti, distese immense, piatte, aride pressoché deserte che si perdono nel profondo blu del cielo quando toccano la linea dell’orizzonte. Il sole qui picchia duro, il clima è secco, il vento porta la terra polverosa in giro, il che rende difficile respirare (specie se vai in giro con la bicicletta). Pochi animali, i tipici sono i nandù (una specie di struzzo), i guanaco (camelidi simili ai lama andini ma con il pelo raso), i mara (ricordano le lepri ma sono più grandi). Quella descritta è il "classico" disegno della Patagonia Argentina, tuttavia a seconda di dove ci si trova le cose cambiano. Lungo la costa atlantica infatti, la steppa Patagonica incontra l’oceano, il paesaggio diventa meno monotono e la fauna marina diventa protagonista.

 

Nei 2500 km circa di costa tra Bahia Blanca e Rio Gallegos è tutto un susseguirsi di colonie di leoni ed elefanti marini, balene (la balena franca-australe), pinguini, orche e delfini. Fortunatamente le aree di costa che ospitano le colonie sono spesso parchi nazionali o provinciali, in ogni caso riserve protette e sorvegliate dai Guardiafauna (assieme ai Guardiaparco una delle figure più importanti dell’Argentina "naturalistica"). Alcune di queste riserve sono talmente sviluppate da diventare famosi punti turistici come Puerto Madryn in cui il centro del turismo possiede un vero e proprio calendario faunistico che spiega in quali mesi dell’anno si accostano quali animali (esempio: le orche arrivano tra febbraio e marzo poiché questo è il periodo in cui le colonie di leoni marini che vivono sulla costa danno alla luce i loro piccoli di cui le orche si cibano con facilitá). Per contro, delle riserve così ben organizzate possono far dimenticare al viaggiatore che si tratta di una terra estrema, selvaggia e primordiale.

 

È già da un po che siamo in Argentina, ma non avevamo mai visto una colonia di pinguini.

 

 

Le persone con cui avevamo parlato ci suggerivano la colonia di Cabo Dos Bahias a 20km da Camarones. Ci era stata descritta dai locali come una delle più belle del paese, naturalmente una delle meno conosciute dai turisti stranieri perché priva di infrastrutture e a 70km lungo la Ruta 3, abbastanza lontano dai classici posti turistici da non essere presa in considerazione. Infine, ci avevano detto che si attraversava la colonia percorrendo una passerella di legno, insomma saremmo stati nel mezzo della colonia a meno di 1 mt dai Pinguini di Magellano. Ovviamente andiamo.

 

Camarones è un paesino che conta poco meno di 1000 abitanti. C’è una postazione di guardia parco che ci spiega le caratteristiche di quel tratto di costa, la fauna caratteristica del posto e ci annuncia che al momento la "Pinguinera", la colonia di pinguini, in questa epoca dell’anno è abbastanza nutrita perchè si stanno accoppiando e stanno partorendo. Da qui ci sono circa 20km di sterrato che lungo la costa svelano delle spiagge incredibili, calette con un mix di colori unico. Per la prima volta vediamo i Guanaco sulla spiaggia (eravamo abituati a vederli nella patagonia arida e desertica e in quella andina…a pochi metri dal mare fa davvero strano). 2 km prima della colonia entriamo ufficialmente nella riserva. Ad attenderci c’è il guardiafauna; ci spiega che dovremmo pagare un ingresso ma che per questa volta entriamo gratis poiché ha terminato le ricevute d’ingresso…meglio così. Arriviamo alla colonia di pinguini, siamo soli. Sono le 4 di pomeriggio, il cielo è blu come il mare, il vento soffia forte come sempre. Davanti a noi una distesa di terra bucata come una groviera con circa 10 mila pinguini di magellano.

 

 

Vivono la colonia solo alcuni mesi dell’anno, migrano dalle calde acque della costa del Brasile (migliaia di km più a nord) per venire qui ad accoppiarsi e a deporre le uova. Scavano delle buche profonde circa 1 mt e quella diventa la loro tana nonché la casa dei piccoli. Vanno e vengono, buffi come solo loro sanno essere, altri sono impegnati in un verso che dovrebbe attrarre l’attenzione delle femmine, altri ancora dormono beatamente.

 

Il tutto accade sotto lo sguardo vigile delle "gaviote antartiche" dei grossi gabbiani che come condor perlustrano la colonia alla ricerca di un facile pasto: uova di pinguino lasciato incustodito. Raggiungiamo la passerella di legno lunga circa 500mt, rialzata da terra per circa 50cm e iniziamo a percorrerla. Davanti a noi, uno spettacolo incredibile. Per la prima volta in natura vediamo quello che avevamo visto solo nei documentari: centinaia di pinguini in piena attività molti sono a 20cm dalla passerella e non si curano neanche di noi, alcuni addirittura attraversano la passerella camminando assieme a noi. Altri in piedi, spuntavano dalle loro tane con il solo busto. C’erano coppie di pinguini in procinto di accoppiarsi, altre palesemente appena fidanzati che si scambiavano tenerezze e chiaramente alcuni ancora soli quindi "al cucco" che in piedi si allungavano e agitando le ali emettevano uno strano verso simile ad un richiamo, un suono grave che difficilmente ti aspetteresti da un pinguino. Osservandoli così da vicino scopriamo i loro segreti: il pelo è talmente fitto da sembrare quasi una seconda pelle, l’acqua scivola sopra come fosse una membrana in goretex, d’altronde gli stessi Indios chamana della terra del fuoco vivevano nudi e perennemente coperti da uno strato di grasso di foca in modo che l’acqua gli scivolasse addosso. Sono più alti di quello che pensavo, tra 80 e 100cm.

 

 

A poco più di 200mt dalla colonia di pinguini c’è una colonia di leoni marini, irraggiungibile dalla costa, si trova su una serie di rocce rialzate quasi del tutto fuori dalla caletta.

 

Che emozione, siamo in un giorno qualunque nella vita della colonia di pinguini, dei gabbiani che cacciano le loro uova, del mare che si infrange sulle aride coste della steppa patagonica, del vento che soffia forte come sempre, del cielo blu senza nuvole, così blu che se alzi la testa quasi ti sembra di intuire il buio dell’universo. Siamo in un giorno qualunque della nostra vita consapevoli che in realtà è un giorno speciale e non per i pinguini ma perchè lo abbiamo deciso noi, proprio come lo sono stati tutti i giorni passati e quelli che verranno. Alcuni, potrebbero pensare che se sono tutti giorni speciali allora non lo è nessuno e parzialmente avrebbero ragione. Il punto è che non ci sono più giorni speciali e giorni ordinari, per noi sono tutti giorni "unici", irripetibili e per questo straordinari.

 

Melissa e Pierluigi

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