Benvinguts a Barcellona

 

A Barcellona e in tutta la Catalogna si parla catalano: prendete appunti!

 

Quando si viene da “fuori” non si è per forza al corrente delle particolarità del paese che si visita. Soprattutto quando si viaggia per svago e turismo, difficilmente ci si fissa su aspetti che sono prettamente legati alla cultura, gli usi e i costumi del posto in questione.

 

So che non sto per svelare alcun segreto, però, per quanto il castigliano – o spagnolo che dir si voglia – sia una delle lingue ufficiali di Barcellona e di tutta la Comunità Autonoma (così si chiamano le regioni in Spagna), il catalano è l’altra e va di paro passo con essa. Anzi! Ricordiamo che il catalano è la lingua originale di queste zone, mentre il castigliano è arrivato in seguito alle varie vicissitudine storiche che hanno dato origine alla Spagna così come la conosciamo oggi. La diffusione del castigliano, poi, a discapito della lingua locale, è stata fatta a causa di varie epoche di proibizioni del suo uso “ufficiale” (l’ultima volta fu durante la dittatura franchista). Si devono aggiungere a questo gli enormi flussi migratori, provenienti dal resto della Spagna, verso una regione che è sempre stata molto produttiva e di fatto il motore economico del paese.

 

Oggi, regolati i conti con le traversie storiche, a Barcellona – e nel resto della Catalogna – le lingue in uso sono due: il catalano e il castigliano.

 

E siccome è sempre meglio avere un’infarinatura della lingua del paese che si visita, anche solo per turismo, vi segnalo qui di seguito alcune tra le parole che vi capiterà di dover masticare.

 

Se siete già passati da queste parti e dai bar o ristoranti barcellonesi vi sarà forse capitato di notare che i menù sono multilingue e che oltreché in castigliano sono scritti in catalano.

 

Un esempio? Bé! bocadillo (panino) in catalano è entrepà; tapas in catalano diventa tapes (ma si pronuncia più o meno uguale visto che in molti casi la e si pronuncia a); pan con tomates (tapa nazionale da queste parti) diventa pa amb tomàquet. E se oltre al pane volete ordinare anche il companatico, ricordate: jamón (prosciutto) è pernil; la longaniza (sorta di salame) diventa llonganissa e il formaggio è formatge (queso in castigliano).

 

 

E se, arrivando in città con una vecchia cartina (come è capitato a me appena arrivata a Barcellona), non trovate il Paseo de Gràcia (la via più centrale e chic della città), niente paura, anche i nomi di tutte le vie e strade sono stati riportati al nome originale, in catalano. Cercate dunque il Passeig de Gràcia. Per le spiagge poi, dimenticate la playa o playas al plurale e dirigetevi pure verso les platges (vogliamo ricordare che Barcellona è l’unica grande città europea con spiagge godibilissime?). Un palazzo non è un palacio ma un palau, come il meraviglioso Palau de la Musica Catalana, vero e proprio gioiello dell’architettura modernista. Plaza d’España non esiste, al suo posto date un’occhiata a Plaça d’Espanya, dove, tra le altre cose, si trovano las arenas (les arenes in catalano), antica piazza dove si combattevano corride, abolite ormai in tutta la Catalogna. Oggi, il bel monumento ospita un grande centro commerciale, un po’ kitsch ma con uno splendido mirador sulla città.   

 

A proposito, se entrate in un negozio o in qualsiasi luogo pubblico per salutare dite bon dia (buon giorno) e per andare via Adéu, mentre se volete ringraziare potete usare merci (come in francese ma pronunciato senz’accento sulla vocale finale). Per piacere, la cortesia è sempre ben accetta, è si us plau (por favor in castigliano): a qualcuno ricorda il francese? Ma certo, tutte le lingue romanze hanno come unica radice il latino e il catalano è una di queste.

 

 

E, nonostante noi italiani facciamo un po’ fatica ad abituarci a un caffè che non sia preparato nel centro di Roma, per iniziare la giornata energeticamente al bar domandate un tallat, il termine catalano per indicare il cortado (ovvero un espresso con una nuvola di latte): il modo più diffuso di consumare il caffè in Spagna, Catalogna compresa!

 

Paola Grieco

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