Ignazio, controllore per le Ferrovie dello Stato tedesco a Colonia

 

Sono passati ormai dieci anni da quando Ignazio, all’epoca ventenne, decise di dare una svolta alla sua vita. Da un’isola di inaudita bellezza, quale la Sicilia, si trasferì a Colonia, nella fredda Germania. Il primo periodo fu molto duro. Ignazio si ritrovò catapultato in una nuova realtà, senza la minima conoscenza della lingua e di come muoversi per la ricerca di un lavoro: “Non mi diedi per vinto e cominciai ad informarmi, attraverso internet e alcuni italiani presenti sul luogo, quali fossero gli ambiti lavorativi in cui si poteva cercare lavoro”. Inizialmente trovò lavoro in un ristorante come cameriere per poi passare da un lavoro all’altro nel settore gastronomico. Ma il desiderio di migliorarsi sempre più lo portarono ad investire tutto nello studio della lingua tedesca, così da poter aspirare a qualcosa di meglio. Oggi Ignazio lavora come “Accompagnatore di treno o Controllore“ per le ferrovie dello Stato Tedesco (Deutsche Bahn) sui treni-veloci a lunga percorrenza. Un lavoro che svolge con piacere e che gli offre la possibilità di viaggiare per tutta l’Europa.

 

Tutto ebbe inizio nell’estate del 2005, quando decisi di trasferirmi in Germania per un motivo semplicissimo: la ricerca di una vita migliore. Ricordo ancora quella data perché segnò una svolta pazzesca nella mia vita. In Sicilia, purtroppo, dopo aver conseguito la maturità scientifica non riuscivo a vedere per me un futuro. Decisi di iscrivermi all’Università e optai per le facoltà umanistiche. Frequentai qualche semestre, precisamente fino a quando mi resi conto che anche in quell’ambito le possibilità lavorative erano veramente esigue. Mi resi conto che il periodo nella mia bella isola era finito e che avrei dovuto “muovere“ qualcosa per uscire dalla pace-assuefante della quotidianità del piccolo paese di provincia. Scegliere Colonia fu naturale, poiché in quella città ci ero nato e ci avevo passato alcuni anni della mia infanzia, infatti pur essendo cresciuto in Sicilia, avevo ancora un rapporto speciale con questa città”.

 

Così, a soli 20 anni sei partito. Indubbiamente sei stato molto coraggioso, ma quanto è stato difficile affrontare il trasferimento?

Sinceramente il trasferimento non è stato difficoltoso, anzi per certi versi si è rivelato un vero sollievo. Ero felice di trasferirmi in una nuova nazione e non vedevo l’ora di sapere cosa avrei trovato. Sapevo di andare incontro a delle difficoltà , ma ero consapevole che non potevo/volevo più vivere in Sicilia. Più difficoltoso è stato il distacco dalla mia quotidianità, dagli amici, dalla vita di paese, dalla famiglia e da tutte le mie abitudini, ma sapevo in cuor mio che dovevo cambiare vita. La Sicilia è un’isola di inaudita bellezza, ma può rovinarti l’esistenza e distruggere tutti i tuoi sogni. La cosa più brutta è che la maggior parte delle persone non si rende conto del tempo che passa e di quello che rischia di perdere. In un piccolo paese tutto sembra “fermo” e si arriva così a pensare che quella vita pacifica sia perfetta. Invece ti sta rovinando.

 

 

Quali sono stati gli ostacoli e le difficoltà che hai dovuto affrontare?

La difficoltà maggiore è stata la lingua, senza l’adeguata conoscenza è difficile comunicare, esprimersi, avere vita sociale. La seconda difficoltà, ma di eguale importanza, è l’accettazione. I tedeschi sono persone un po’ diffidenti e meno aperte rispetto a noi italiani del sud. Se non ti conoscono a fondo, inizialmente non ti considerano; successivamente si “aprono”, diventando persone gradevoli. Col tempo, appunto, sono riuscito ad apprezzarli e ad ammirarli. Un’altra cosa che temevo inizialmente era la burocrazia tedesca. Un timore che alla fine si è rivelato infondato, poiché sono riuscito ad ottenere la residenza, il certificato lavorativo e tutti gli altri documenti in brevissimo tempo. Una cosa che invece ancora non riesco a tollerare sono gli italiani in Germania: cioè le persone che, presentandosi come “connazionali”, cercano di darti una mano, ma alla fine tentano (nella maggior parte dei casi) di imbrogliarti. Alcuni italiani presenti sul posto, raccontano di cose meravigliose e di lavori strapagati, vantano conoscenze con Tizio e Caio, promettendo grandi aiuti; poi col tempo ti accorgi che forse erano solo baggianate e cominci a prendere le distanze dai tanti cialtroni del posto.

 

Una volta giunto a Colonia hai svolto diversi lavori saltuari, tra cui il cameriere. Poi qualcosa è cambiato, hai deciso di dedicarti con maggiore impegno all’apprendimento della lingua tedesca. Perché questa scelta?

Il primo periodo a Colonia, devo ammetterlo, fu molto duro. Mi ritrovai in una città da un milione di abitanti, senza conoscere la lingua e senza aver la minima idea di dove iniziare a cercare un lavoro. Non mi diedi per vinto e cominciai ad informarmi, attraverso internet e alcuni italiani presenti sul luogo, quali fossero gli ambiti lavorativi in cui si poteva cercare lavoro. All’inizio trovai lavoro come cameriere in un ristorante italiano. Non era il massimo, ma almeno mi permetteva di stare a contatto con il pubblico tedesco e mi offriva la possibilità di guadagnare qualcosa. Rimasi in quel ristorante per circa un anno e mezzo, dopodiché passai da un lavoro all’altro, sempre in ambito gastronomico. La paga era buona e le mance pure. Avevo cominciato ad apprezzare quel lavoro, ma desideravo migliorare per arrivare a lavorare negli Hotel di lusso. Per fare il salto di qualità, l’unica possibilità era quella di investire tutto nello studio della lingua tedesca, infatti il livello da me acquisito non era sufficiente tanto da poter aspirare ad altro. Cominciai quindi a frequentare i corsi di tedesco della VHS (Volkshochschule-Universitá popolare) dal lunedì al venerdì, per 6 ore al giorno. Lo feci per un anno intero e infine mi iscrissi anche ai corsi di preparazione universitaria dell’Università di Colonia (corsi gratuiti). La svolta arrivò nel 2009, quando per pura casualità o fortuna, riuscii a ricevere un posto di apprendista all’hotel Maritim e la mia conseguente iscrizione alla Scuola Alberghiera di Colonia. Nel 2011 conseguii il Diploma di Scuola Alberghiera. Finalmente ero in possesso di un diploma di scuola tedesca che mi ha così permesso di lavorare in diversi Hotel di lusso in giro per l’Europa. Avevo acquisito quasi spontaneamente una fluidità di comunicazione sia in tedesco che in inglese. Fu una grande soddisfazione.

 

Poi cosa è successo?

Un giorno in stazione presi il giornale degli annunci lavorativi e lessi che le ferrovie tedesche reclutavano personale attraverso un concorso. Inviai il curriculum con lettera di presentazione la sera stessa e, dopo un mese circa (tramite una lettera), fui invitato a fare un colloquio preliminare. Ai primi incontri, seguì il concorso e le prove di idoneità. Da quel giorno tutto ebbe inizio…

 

Quindi ora di cosa ti occupi?

Lavoro come “Accompagnatore di treno o Controllore“ per le ferrovie dello Stato Tedesco (Deutsche Bahn) sui treni-veloci a lunga percorrenza. É un lavoro che faccio con piacere e che mi offre la possibilità di viaggiare per tutta l’Europa, infatti i treni ICE (Intercity Express) raggiungono quasi tutte la maggiori città tedesche ed europee. La Deutsche Bahn (Ferrovie Statali) è una grandissima azienda e farne parte mi riempie di orgoglio. Le possibilità di carriera sono enormi e la sicurezza del posto di lavoro è assicurata dallo stesso Stato tedesco. La mia attività si svolge per l’80% sul treno. Prima della partenza mi assicuro con i colleghi che non ci siano problemi tecnici sul treno e che tutti i passeggeri siano saliti. Offro informazioni ai passeggeri prima/durante/ e dopo la partenza: sulle coincidenze, le fermate del treno, gli orari di partenza/arrivo, ecc. Dopo la partenza, effettuiamo il controllo-biglietti e ci assicuriamo che tutto funzioni per il meglio fino all’arrivo. Il restante 20% dell’attività è svolta in stazione centrale ed è un’attività di controllo/monitoraggio della stazione. Parallelamente al mio lavoro sto cercando di completare gli studi (pagati dalla Deutsche Bahn) per cercare di fare quel salto di qualità all’interno dell’azienda.

 

 

Com’è l’attuale situazione lavorativa ed occupazionale a Colonia?

Forse rispondendo a questa domanda, molti penseranno che sto dando i numeri e che io viva in mondo “diverso”. In questo momento percepisco dai media e dalle persone del posto, che c’è una carenza di personale in quasi tutti i settori. A Colonia le aziende cercano di continuo gente specializzata e non trovandolo tra i propri confini, si rivolgono all’estero. Ci sono aziende che addirittura reclutano il personale all’estero e lo portano in Germania, mettendo loro a disposizione una casa e un corso di lingua. Sinceramente a Colonia e più in generale in Germania, non si percepisce molto la crisi. A Colonia c’è un mercato del lavoro molto aperto e dinamico, la gente trova lavoro facilmente riuscendo anche a cambiarlo con la stessa facilità. Certo gli stipendi non sono più così alti, come ai tempi del marco, ma in media sono molto più alti dell’Italia, e una cosa che mi rende orgoglioso di questo Paese è l’equità sociale. Qui il mercato del lavoro e gli stipendi sono equi, non c’è il dirigente che guadagna 100 mila euro al mese e l’operaio della stessa azienda che ne guadagna 500. La proporzione tra merito e retribuzione viaggia in modo parallelo, con questo intendo dire che tra il mio stipendio e quello del mio diretto superiore la differenza sarà molto misurata. Sicuramente anche qui ci saranno delle eccezioni, anche perché le pecore nere esistono ovunque, ma in linea di massima tutti vivono dignitosamente e se vali qualcosa vieni remunerato in maniera giusta.

 

Ci sono maggiori possibilità per un italiano che desidera trasferirsi?

Le possibilità di lavoro e carriera in Germania sono enormi, ma bisogna convincersi che trasferendosi in un Paese straniero, bisognerà investire molte energie nell’integrazione. Innanzi tutto, frequentare da subito un buon corso di lingua tedesca e la VHS(Volkshochschule) è sicuramente una tra le migliori scuole per il rapporto qualità-prezzo. Senza investire seriamente nella lingua, la scelta del lavoro sarà molto ridotta e le possibilità occupazionali scarse. Gli unici sbocchi professionali, dove non è richiesta la lingua e neanche una competenza specifica di settore, provengono da alcune fabbriche alla ricerca di operai generici oppure dal settore gastronomico, quali gelaterie, ristoranti e pizzerie.

 

Cosa è importante non sottovalutare in un eventuale trasferimento?

Prima di trasferirsi bisogna essere sicuri di volerlo fare. La Germania sarà pure 20-30 anni avanti rispetto all’Italia, ma è anche un Paese molto differente per cultura e clima. Accertarsi prima di partire: 1) Avere un alloggio 2) Avere una riserva di denaro 3) essere convinti del posto (città-paese) nel quale si voglia andare e infine portarsi dietro tanta buona volontà.

 

Come primo punto hai inserito l’importanza di un alloggio. Quali sono i siti per la ricerca di una casa e, perché no, anche di un lavoro?

Io mi sono sempre trovato bene con www.kalaydo.de, un portale nel quale si possono trovare sia annunci di casa in affitto e/o di lavoro. Per la ricerca di un alloggio consiglio anche www.immonet.de. Per quanto riguarda il lavoro, oltre ad una ricerca in rete, è opportuno anche farsi un giro della città alla ricerca di annunci posti all’ingresso dei negozi. Molte aziende tedesche infatti, agli ingressi hanno una bacheca con l’elenco delle figure professionali ricercate in quel momento.

 

Per quanto riguarda gli appartamenti, i costi degli affitti sono più alti rispetto a quelli italiani?

Gli affitti a Colonia sono carissimi e la ricerca della casa è una vera odissea. Per un monolocale di 2 stanze in una zona residenziale della città si può anche arrivare a pagare circa 800-1000 euro. In ogni caso si parla della quarta città più grande della Germania, ma credo che i prezzi delle case siano in media uguali a quelli di una grande città italiana, come Milano o Roma.

 

 

Tornando al tuo trasferimento, le tue origini all’estero hanno rappresentato un limite o un vantaggio?

Penso che l’essere nato in Germania mi abbia dato una marcia in più. Conoscere due realtà, anche se fondamentalmente diverse, è sempre un vantaggio e mai un limite. Si ha sempre la possibilità di fare il confronto con due culture e mondi diversi e magari scegliere in quale Paese vivere. Il mio motto personale recita cosi: vivere all’italiana e lavorare alla tedesca.

 

Ti manca il tuo Paese? Pensi di ritornarci un giorno?

L’Italia che conosco io non mi manca, mi manca sicuramente il clima, il mare e in qualche modo il periodo della scuola. Sono contento di vivere e lavorare in Germania e non potrei mai immaginare una vita fuori da questa nazione. In Germania si vive nell’ordine e nella democrazia e queste due cose sono diventate i pilastri fondamentali e irrinunciabili della mia vita. In Italia torno in vacanza 2 o 3 volte l’anno, ma dopo alcuni giorni sento il bisogno di tornare indietro. Tra queste due nazioni c’è troppa differenza e un ritorno in Italia rappresenterebbe per me un passo indietro di 20 anni. Da italiano mi auguro con tutto il cuore che l’Italia possa uscire da questo torpore e spiccare il volo del progresso, ma finché non arriverà quel giorno, non oltrepasserò i confini.

 

Quali erano le difficoltà che vivevi in Sicilia, tua terra d’origine?

La maggior parte dei ragazzi siciliani viveva e vive una situazione complicata in un ambiente ostile. Nascere e vivere in Sicilia significa, per un ragazzo giovane, avere un futuro pieno di incertezze con la conseguente perdita della speranza. Se si hanno le giuste conoscenze e si ha una famiglia economicamente benestante, si riesce magari a vivere dignitosamente; ma se si deve riuscire a fare qualcosa con le proprie forze diventa impossibile. Le difficoltà maggiori erano (sono) la mancanza del lavoro, l’assenza dello Stato e aggiungerei la presenza forte della mafia. Ogni ragazzo dopo il diploma o alcuni anche prima, è costretto a confrontarsi con quella realtà. Se cerchi un lavoro sei costretto a chiederlo (elemosinarlo!) e se ne ricevi uno, dovrai esserne riconoscente alla persona che te lo “dona“ per tutta la vita. Magari si trova un lavoretto a nero e malpagato o si va avanti con la mancia giornaliera dei nonni (benestanti); così facendo si arriva ai 30 e addirittura anche ai 40 e si ci ritrova senza mai aver versato un euro di contributo pensionistico. Si vive alla giornata e si ci abitua a quel ritmo di vita malinconico e di rassegnazione. Una Sicilia dai due volti, bella e mistica, soleggiata e oscura, raggiante e assuefatta.

 

Eventualmente, se ce ne fosse la possibilità, cosa ti indurrebbe a tornare nella tua terra?

Sarò forse ripetitivo ma ad oggi c’é una differenza culturale troppo grande tra l’Italia e gli altri Paesi del Nord Europa. Ritornare a vivere in Italia significherebbe per me rinunciare alla cemocrazia, alla carriera, alla sicurezza sociale e alla libertà. Se ci fosse più sicurezza sociale magari potrei pensare ad eventuale rientro, ma l’insicurezza mi spaventa e non credo di essere l’unico a pensarla così. Conosco molte storie di persone che hanno provato a rientrare in Italia e dopo aver investito qualche risparmio sono dovuti ritornare all’estero.

 

Che consiglio daresti a chi vorrebbe lasciare l’Italia ed è frenato da mille dubbi e paure?

Non sono la persona adatta a dare consigli. Dico solo che se un ragazzo vuole lasciare l’Italia deve valutare bene la cosa; informarsi sul posto in cui si desidera andare e su quali sono le professioni più ricercate. Uscendo dall’Italia si troverà sicuramente di meglio, ma la strada non sarà sempre facile. E’ molto importante investire più tempo possibile nello studio della lingua del Paese prescelto, perchè solo cosi aumenteranno le possibilità di lavoro e la possibilità di essere accettati dalla gente del posto. Provate, cercate, leggete, informatevi, fate anche esperienze inutili, vedrete che alla fine riuscirete a trovare la via giusta. La vita non è facile, ma viverla senza speranze è pura follia. Se volete partire il mio consiglio è PARTITE! Come ho fatto io potete fare anche voi. A tutti, comunque vada, in bocca al lupo und Aufwiedersehen:-)

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A cura di Nicole Cascione