Quali sono i dieci paesi in cui si lavora meglio?

 

Se anche uno dei più grandi gruppi bancari al mondo, la Hongkong & Shangai Banking Corporation, pubblica classifiche su dove si lavora meglio è segno che la mobilità lavorativa è diventata una prospettiva sempre più presa in considerazione. E il fenomeno, forse non ancora esattamente stimato, o forse colpevolmente zittito, sta riguardando sempre più il nostro paese. La crisi sempre più pressante e, soprattutto, la difficoltà di intravedere qualcosa che assomigli vagamente ad una ripresa, induce sempre più connazionali a prendere in considerazione l’ipotesi di costruirsi un percorso professionale all’estero. Allora leggiamo insieme la classifica stilata proprio dalla HSBC e facciamo alcune considerazioni sui paesi che la compongono.

 

Al primo posto troviamo Singapore. Paese che sta facendo registrare interesse sempre maggiore. Certo dipende dalle qualifiche professionali ma, in particolare nel settore dell’information technology e in parte del settore finanziario gli stipendi sono decisamente molto alti. Tra le considerazioni da fare vi è anche l’andamento economico che, a detta del primo ministro Lee Hsien Loong, nel 2012 è cresciuto; forse non di molto ma quell’1,2% in più farebbe gola a molte altre economie. Sempre secondo il primo ministro sarebbe soprattutto la difficile posizione di Europa e Stati Uniti ad aver limitato la crescita del paese.

 

Al secondo posto ecco Hong Kong, forse la vera capitale finanziaria mondiale, centro di importantissime transazioni e, conseguentemente, fulcro mondiale del commercio. Tra i punti di forza dell’economia vi è anche il fatto che essa sia stata, anche nel 2012, considerata quella più libera al mondo. È la testata on line Asia News a riportare la notizia di questo conferimento da parte della Heritage Foundation. Il rovescio della medaglia è però, sempre secondo la stessa fonte, la politica nel campo delle libertà civili che non è altrettanto liberale. E, classifica nella classifica, secondo la fondazione americana in quanto a libertà economica ai primi posti vi sono anche Singapore, Australia e Nuova Zelanda. In Europa lo scettro sarebbe tenuto dalla Svizzera.

Torniamo alla classifica della HSBC che vede al terzo posto gli Emirati Arabi. Qui il podio in termini di qualità di condizioni lavorative è occupato dalla sorprendente e rutilante Dubai. Qui il governo, per sopperire agli introiti legati al petrolio che non sono eterni, ha da qualche anno dato vita ad una politica di grandi incentivi per lavoratori e investitori stranieri. Tra i maggiori incentivi vi è un sistema fiscale a dir poco competitivo che, praticamente, non va a toccare per nulla i redditi, anche grazie alla creazione delle così dette free zone tax. A Dubai vi sono alcuni settori che stanno facendo registrare incrementi a due cifre, come quello legato al turismo, all’industria del benessere e della tecnologia: quest’ultima settore ha visto nascere il Dubai Internet Village, un vero e proprio parco tecnologico dedicato alle star up del settore.

 

Al quarto posto il Messico. E non si creda che questo paese sia scelto solo come buen retiro per pensionati o come meta ideale per clima e costi di vita bassi. Il Messico è anche un paese che nel biennio 2010-2011 ha fatto registrare una incredibile crescita economica, confermata nel 2012 da una crescita del PIL pari a circa il 4%. Secondo alcuni dati dell’Istituto del Commercio Estero a sostenere questa crescita vi sarebbe un’aumentata domanda dei prodotti manifatturieri, un incremento degli investimenti esteri e una politica di investimenti sulle infrastrutture.

Arriviamo al quinto posto occupato dall’Australia. Il paese, secondo alcune stime del Fondo Monetario Internazionale, avrebbe un PIL pro capite che lo mette al quinto posto al mondo. A fare da carburante a questa performance il settore terziario, quello manifatturiero, seguito dal settore edilizio e da quello minerario. A dare impulso all’economia australiana è anche il fatto di aver saputo creare alcune sinergie con le emergenti economie asiatiche.

 

Al sesto posto troviamo i sempre amati Stati Uniti. Qui certo non si può dire che la crisi non si sia fatta sentire ma nonostante questo l’America resta per molti la terra delle opportunità, in cui un’esperienza lavorativa acquista quel valore aggiunto spendibile poi, eventualmente, in ogni altra parte del mondo. New York resta tra le mete preferite anche se si sta facendo strada Miami e le città della Costa Orientale.

 

Al settimo posto, e non era certo scontato, la Francia. Forse è una delle posizioni che suscitano più sorpresa anche perché, sono proprio di pochi giorni fa alcuni dati pubblicati sul sito Euronews che non dicono nulla di buono. Secondo quanto pubblicato da questa testata on line l’Insee, cioè l’Istituto Nazionale di Statistica ha messo in luce come il potere di acquisto delle famiglie sia sceso di molto nell’ultima parte dell’anno. Sempre secondo la stessa fonte a contrarsi è stato anche il tasso di risparmio, sceso dal 16,4% al 16,2%. Eppure vi sono settori come quello tecnologico, quello chimico e quello dell’industria aeronautica che offrono notevoli possibilità lavorative.

All’ottavo posto ecco la Cina. Settori gettonatissimi il marketing, la finanza e l’Information Technology nonostante le pesanti censure al web. Restando nel campo economico si deve dire che la Banca Mondiale ha stimato in crescita l’andamento economico cinese, con una previsione di un aumento del PIL nel 2013 pari addirittura a oltre l’8%. Secondo la stessa Banca Mondiale a dare impulso alla gia vivace economia cinese vi sarebbe un progetto di miglioramento infrastrutturale approvato dal governo e dall’entità di ben 15 miliardi di dollari.

 

Chiudono la classifica altri due paesi europei, al nono posto l‘Olanda e al decimo l’Inghilterra. L’Olanda è pur sempre, insieme all’Austria, il paese europeo con il più basso tasso di disoccupazione, con alcune delle migliori infrastrutture e con un sistema fiscale fatto apposta per attirare investimenti, soprattutto nel settore della ricerca. E Londra resta sempre, insieme a Berlino, la città più richiesta per chi, dall’Italia, vuole fare un’esperienza di lavoro all’estero restando in Europa. Certo anche in Inghilterra la crisi si è fatta sentire ma la sua capitale resta un polo di enorme attrazione per professionisti di molti campi.

 

A cura di Geraldine Meyer

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