Economia del Lussemburgo: dove si investe?

 

Piccolo stato incastonato quasi nel cuore dell’Europa, al confine tra Germania, Belgio e Francia, questo il Lussemburgo. Ma con un PIL che è inversamente proporzionale alla sua estensione: il Lussemburgo è sì il più piccolo tra gli stati dell’Unione Europea ma è anche quello con il PIL pro capite tra i più alti. Questo non significa che la crisi dell’eurozona non abbia avuto effetti anche qui. Anzi, non poteva essere diversamente per uno stato così aperto verso l’estero, in cui quasi l’80% dei prodotti e dei servizi prende la strada dell’estero e in cui, particolare non secondario, più del 70% dei lavoratori viene da fuori. Ma, come sempre, pur consapevoli di come certi raffronti siano rischiosi, parziali e non corretti, ci interessa vedere come in una certa Europa si faccia fronte alla crisi. E davanti a numeri con il segno meno che caratterizzano alcuni indicatori dell’economia nostrana, non possiamo trascurare come secondo lo Statec, un importante ufficio di statistica, il PIL lussemburghese sia cresciuto, seppur di poco. E di come questa piccola crescita, ma sempre crescita, metta per ora il piccolo stato più al riparo dal rischio recessione.

 

Tutto a posto allora? Non esattamente: Nonostante alcuni indicatori positivi il Lussemburgo deve fare i conti con il pericolo derivante da un’economia poco differenziata e concentrata oggi principalmente sui servizi finanziari: e quando le transazioni internazionali diminuiscono l’onda si fa sentire anche qui. Ma il governo non sta con le mani in mano e sta adottando politiche economiche tese a differenziare proprio quell’economia troppo sbilanciata verso la finanza. E i settori che stanno beneficiando di queste nuove attenzioni sono i settori dell’alta tecnologia, delle telecomunicazioni, della ricerca bio medicale e dell’informatica. Insomma la crisi si combatte anche investendo su settori ad alto valore aggiunto di conoscenza e tecnologia. Come si trovano capitali investiti? Con una politica fiscale vantaggiosa che ha portato il Lussemburgo a richiamare industrie anche e soprattutto extraeuropee, in particolare dall’emergente Cina e dai ricchi Emirati Arabi.

 

 

E i dati sulla disoccupazione? Secondo il Rapporto Paese Congiunto questo dato per tutto il 2011 non ha subito variazioni rispetto al 2010 e nel 2012 presumibilmente si attesterà attorno al 6%. Forse può essere utile, per capire questo andamento, considerare, sempre secondo i dati del Rapporto, il declino di alcune industrie come quella chimica e cartaria la cui diminuzione non riesce ancora ad essere compensata invece dalla crescita del settore edilizio e dall’industria della gomma. Comunque, nonostante la crisi, il settore finanziario, dal punto di vista occupazionale continua ad impiegare un 17% del totale. Finanza e tecnolgia innovativa quindi sembrano essere i volani dell’economia del futuro del piccolo Granducato.

 

Tecnologie avanzate: questi sono gli ambiti in cui il governo lussmburghese ha deciso di intervenire maggiormente:

 

Settore aeronautico-spaziale

ICT

Biomedicina

 

Tecnolgia dei materiali.

 

In questo ultimo settore in particolare, si trova un network di imprese raggruppatesi per incrementare collaborazioni e introiti: con positive ricadute su altre industrie collegate. Enorme importanza anche al sostegno alla Società Internazionale di Telemedicina, un settore che sta crescendo in termini economici e occupazionali. Per finire, nel settore dell’ICT il Lussemburgo è diventato una location di importanza mondiale.

 

Concludiamo segnalando un sito e un link che meritano di essere consultati per avere alcune informazioni economico-fiscali molto interessanti; per l’aspetto fiscale utilissimo il sito FiscoOggi.it;

 

http://europa.eu/youreurope/business/starting-business/setting-up/index_en.htm è invece un link per avere informazioni su come aprire un’attività in Lussemburgo, come rilevarne una già esistente, e molto altro per chi fosse interessato ad un’attività in proprio

 

A cura di Geraldine Meyer