Pasta italiana a Medellin…con la variante autoctona del mais

 

Aprire un’impresa di pasta di mais a Medellin. Questa è l’avventura di due amici italiani che hanno deciso, insieme alle mogli, di lanciarsi insieme in questa avventura dall’altra parte dell’Oceano. Carlo Fermi e Vartan Puiguian hanno aperto la loro impresa, le hanno dato un nome mitico, El Dorado, e aspettano di vederla crescere come fosse un figlio. Si inizia adesso e poi magari un giorno diventano una realtà radicata in America Latina. Sono agli inizi di un percorso difficile, lo sanno, ma hanno tanti stimoli. Diffondere il credo italiano, con la variante molto latina del mais, è oramai una missione. Vartan risponde alle nostre domande.

 

Come siete finiti in Colombia?

Ho conosciuto Medellin nel 2008. Prima della Colombia conoscevo solo Bogotà, città bellissima ma subito scartata come possibile "nuova casa" per colpa del clima troppo "londinese" per i miei gusti. Medellin ti fa innamorare col suo paesaggio magico, una verde vallata simile all’ Avila di Caracas, e un clima perfetto, non a caso viene chiamata la città dell’eterna primavera. E poi la gente e le belle ragazze, anche se non potrei dirlo visto che ero in vacanza con quella che sarebbe diventata poi mia moglie. Una città viva e in fermento, non una metropoli troppo incasinata né una capitale ma nemmeno una cittadina noiosa di provincia, ma non so se esistono in America del sud città di provincia come in Italia. Un vero gioiellino a misura d’uomo e con una ottima qualità di vita. Io sono di Verona e Carlo di Cremona, qualcosa ne sappiamo.


Com è nata l’idea di aprire un’azienda?


Io e Carlo, in anni diversi, avevamo lasciato l’Italia per il Venezuela, dove ci siamo conosciuti e ognuno ha trovato la rispettiva moglie. Sapevamo già cosa significa cambiare paese, e non ci ha spaventato farlo di nuovo. Dopo i primi mesi di ambientamento, e dopo collaborazioni con università e istituti di lingua dove insegnavo italiano, ho sentito che era nell’aria qualcosa di diverso. Non so come spiegarti, ma si respira un’atmosfera di imprenditorialità che ti contagia, e tra i trenta e i quaranta anni è l’età giusta per fare qualcosa di importante, o almeno provarci.

 

Ma come vi è venuto in mente di produrre pasta per celiaci?

 

Detta così è un nome bruttissimo, sembra una medicina, invece non lo è. E’ deliziosa, io invito tutti a provarla. E’ pasta a tutti gli effetti, solo che è fatta col mais invece che con il frumento. Non contiene glutine ed è più facilmente digeribile. Carlo aveva importato questi macchinari dall’Italia per il mercato venezuelano, a quel punto ci siamo detti perché non provare anche noi a fare la pasta, e vedere come va?


Quindi i macchinari importati dall’Italia?


Abbiamo dato una mano al made in Italy in effetti. La linea completa di produzione, essicamento e confezionamento è stata importata nella sua totalità dall’Italia, e grazie all’appoggio e la consulenza dei fornitori con i quali avevamo ed abbiamo buoni rapporti, siamo riusciti a mettere in piedi l’attività.

 E le materie prime?


Oltre l’acqua, la nostra pasta è al 100% naturale e senza additivi. La farina di mais viene importata dall’Italia dove cerchiamo le migliori varietà di mais "non transgenico" disponibili. Successivamente inizieremo a produrre pasta di riso e di quinoa, altri cereali senza glutine, e così completeremo la gamma di prodotti El Dorado.


E’ stato facile iniziare un’attività in Colombia?


Iniziare un’attività non è mai facile, ma il sistema colombiano favorisce l’iniziativa privata e appena si inizia il percorso è sostanzialmente in leggera discesa.


E la burocrazia?

Esiste, siamo sempre in Sud America, ma il sistema ti invoglia a continuare. Se credi nella tua idea, e puoi contare su alcune risorse, puoi andare fino in fondo.


Quali sono gli ostacoli che avete affrontato?


Il più grosso è stato imparare un nuovo mestiere, cioé diventare pastai e quella di mais è probabilmente la pasta più difficile da lavorare a livello industriale. Infatti per entrambi è stata una prima volta, Carlo ha studiato economia e sapeva vendere i macchinari, io ho finito per laurearmi in lingua e cultura italiana e sapevo gestire un istituto di lingue ed organizzare eventi culturali. Abbiamo dovuto acquistire sulla nostra pellaccia un know how che non avevamo. Poi ovviamente ci sono stati problemi ed imprevisti finanziari che sono inevitabili e ti costringono a difficili acrobazie, ed infine piccoli ostacoli di ordine pratico come dover imparare in quale ufficio dirigersi per ogni pratica da sbrigare, avere a che fare con funzionari più o meno efficienti.


Prima avete vissuto a Caracas, quali sono le differenze tra il Venezuela e la Colombia?


Cominciamo col dire che in Venezuela ci ho vissuto 10 anni, mia moglie è venezuelana ed è lì che sono maturato. Devo moltissimo al Venezuela e non nascondo che per certi versi mi manca e che in futuro non escludo tornarci, se la situazione migliora. Ma credo che Carlo su questo la pensi un po’ diversamente. Più che confrontare i due paesi che, semplificando un po’, sono molto simili per lingua, cultura, e cucina, io mi soffermerei tra le differenze che ho trovato tra Caracas e Medellin.


Svelacele!

 

Arrivato a Medellin mi sono sentito in Svizzera, ma in una Svizzera tropicale per fortuna. Per dirlo con una battuta, in un giorno qua si riesce a concludere quello che, ottimisticamente, si potrebbe portare a termine a Caracas in una settimana o due. Forse il caraqueño, per la storia del paese ricco di petrolio, è piu affascinante e cosmopolita ma il paisa, cioé l’abitante della regione dove si trova Medellin, è gentile, preparato, generoso e lavoratore.

 

E poi questa città si è trasformata rispetto agli anni ‘80


Un ventennio era la città più pericolosa dell’Occidente ma adesso è trasformata. Siamo sempre in America Latina e bisogna fare sempre attenzione, ma non si respira quell’atmosfera di pericolo e paura che ormai si percepisce in qualsiasi zona o quartiere di Caracas. Spesso esagerata, una follia collettiva che ti condiziona e rende impossibile vivere sereni. Comunque dopo l’esperienza venezuelana, qui abbiamo una marcia in più

 


Cosa consigliate a chi vuole investire lì?


Fatelo, non pensateci su più di tanto. E’ un buon momento. E’ un paese che cresce 4-5% all’anno, quando rivedremo una crescita del genere in Italia? Il potere acquisitivo aumenta, c’e una borghesia emergente preparata che si sta aprendo al mondo e ha i soldini per farlo. E’ un paese in cui c’e molto da fare: turismo, servizi, piccole aziende che fanno della qualità della vita il loro valore aggiunto possono trovare molto spazio. Medellin è la città ideale per investire perché è dinamica, organizzata e si sta globalizzando a vista d’occhio, forse troppo. Ma questo è un altro discorso.


Come viene accolto lo straniero?


C’è sempre molta curiosità attorno allo straniero, viene accolto alla grande, senza importare da dove venga. Viene fatto sentire a suo agio e coccolato, anche perché il paisa ci tiene molto a far vedere che la sua è la miglior zona della Colombia sotto ogni punto di vista. Molti arrivano e decidono fermarsi o comunque tornarci, la citta è piena di stranieri.

 

Tornare in Italia, ci avete mai pensato?


Per adesso torno come turista almeno una volta all’anno, non è l’Italia d’altronde il paese più bello da visitare?

 

A cura di www.scoprinewyork.it e www.volatour.com