Viviamo in tre continenti: Africa, America ed Europa, storia di una famiglia itinerante

 

Margherita, Giuseppe e la piccola Thea vivono 6 mesi in Kenya, 4 a Miami e 2 tra Castel Gandolfo e il Friuli.

 

Margherita, ci racconti come vi siete conosciuti tu e tuo marito Giuseppe?

 

Io e mio marito ci siamo conosciuti circa 10 anni fa, entrambi lavoravamo per una società che seguiva gestioni alberghiere all’estero. Io seguivo il marketing a Roma mentre lui passava già lunghi periodi all’estero facendo il General Manager per strutture in giro per il mondo. Dopo pochi mesi abbiamo deciso di partire insieme per una stagione in Grecia. A quella stagione ne sono seguite molte altre in Egitto, Seychelles, Kenya, Tanzania… Abbiamo anche passato un paio d’anni lavorando in Italia per poi capire che non era quello che desideravamo. Varie vicissitudini lavorative ci hanno riportato in Kenya dove viviamo da 4 anni e siamo soci e gestori di un bellissimo Resort sulla Baia di Watamu, annoverata come una delle più belle spiaggia d’Africa.  Grazie alla stagionalità alberghiera  (il periodo delle piogge dura 4 mesi in cui la struttura e’ chiusa) ci è stato possibile passare lunghi periodi a Miami dove abbiamo il nostro cuore e dove nel 2012 e’ nata la nostra bambina. L’amore per Miami mi è stato trasmesso da Giuseppe il quale ha una passione sfrenata per la Florida che frequenta dal 1990, anno in cui ebbe la fortuna di lavorare a Disney World nell’ambito di uno scambio interculturale. 

 

Quali sono i pro e contro di questa vita "in movimento”?

 

La vita triangolata su 3 continenti ti da un’enorme ricchezza interiore e ti apre la mente. Abbiamo l’immensa fortuna di frequentare ambienti, persone e realtà estremamente differenti tra di loro e da ognuna di esse trarne grandi insegnamenti. Di contro c’è  che viaggiare molto a volte ti fa perdere quel senso di sicurezza e stabilità che può darti una vita meno "nomade". Noi viviamo tra un trasloco e l’altro con le "valigie aperte" come si dice e questo può essere molto stancante! Bisogna essere ben organizzati!

 

 

Avete già pensato al futuro scolastico della piccola Thea?

 

Sicuramente in Florida. Il Kenya offre pochissimo da un punto di vista didattico e mi piacerebbe che Thea assorbisse molto della cultura americana. Noi in casa parliamo italiano, mangiamo italiano, seguiamo le tradizioni italiane e questo manterrà per sempre il legame con la sua terra di origine. In Kenya sta già imparando tanto, il contatto con neri, bianchi, cristiani, musulmani, per lei è la normalità. Non credo che mai nella vita avrà nessun tipo di pregiudizio. Mi piacerebbe che lei crescesse davvero "cittadina del mondo". Il primo regalo che io e mio marito le abbiamo fatto e’ stato proprio il doppio passaporto, americano e italiano.

 

Quanto e’ difficile girare il mondo con un bimbo piccolo?

 

Non è semplice. Bisogna sapersi organizzare, adattare ed in ogni posto farla sentire "a casa". Devo dire però che al momento Thea ha avuto un’infanzia privilegiata, non ha mai visto l’inverno, ha sempre avuto grandi spazi a sua disposizione e sembra crescere davvero serena. 

 

Ti senti più italiana, americana o africana?

 

Assolutamente Italiana. 

 

 

Che cosa ti offre ogni Paese?

 

Il Kenya ci permette di stare ogni giorno a contatto con persone che sanno sorridere nonostante non abbiano nulla. In Kenya riscopri le cose davvero importanti della vita, godi di tramonti immensi, della natura meravigliosa e di un ritmo calmo e tranquillo che ci portiamo sempre dentro di noi. Miami è il posto che ci assomiglia di più con la sua mescolanza di culture e colori. E’ il posto dove nessuno è‘ straniero e tutti possono sentirsi a casa. Miami è leggerezza e semplicità, e’ il posto dove, anche lavorando, si ha la sensazione di vivere sempre in vacanza. In Italia abbiamo le nostre radici ed ovviamente non esiste paese al mondo che sappia darti di più in termini di cultura e tradizione. 

 

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Mary Marchesano

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