Il progetto Benvenuto a Bordo per aiutare (gratuitamente) gli italiani che arrivano a Londra

 

Francesco vive ormai da circa sette anni a Londra, dove ricopre la carica di ingegnere geotecnico in una multinazionale americana. Francesco, però, fa anche parte di una comunità che aiuta i giovani e le famiglie italiane ad affrontare con le dovute attenzioni il trasferimento nella capitale inglese. Infatti, tramite il progetto di volontariato “Benvenuto a Bordo”, Francesco, affiancato da Padre Carmelo Di Giovanni (parroco vicino agli ultimi per 43 anni a Londra), da Padre Andrea Fulco, da Padre Giuseppe De Caro e da tanti altri volontari, fornisce, in maniera del tutto gratuita, un servizio di orientamento e tutoraggio degli italiani appena arrivati a Londra, che mira all’inserimento di questi ultimi, affinché possano sentirsi accompagnati e indirizzati nella maniera giusta lungo il nuovo percorso intrapreso.

 

Francesco, sono molti gli italiani che ogni anno decidono di trasferirsi a Londra, nella speranza di poter cambiare vita. Qualcuno fra loro ci riesce. Ma cosa accade agli altri?

 

Accade che ritornano a casa senza più soldi e speranza. A nostro avviso, oltre al deficit linguistico, il deficit principale sta nell’essere stati abituati male, poiché molti aspettano che qualcuno trovi il lavoro per loro. Non è un segreto che in Italia, molto spesso, il lavoro si trova attraverso conoscenze e non per propri meriti. Quindi capita che molti si rivolgono a qualche conoscente del posto (chi non ha un amico dell’amico a Londra?) o si affidano a fantomatiche agenzie italiane trova casa/lavoro (e qui torniamo al deficit linguistico che impedisce loro di mettersi in contatto con agenzie di recruitment internazionali serie). Così si ritrovano ad avere a che fare con degli autentici squali, che in molti casi chiedono soldi in cambio di lavoro o per mostrare stanze (illegalmente in entrambi i casi) e procurano lavori con paga al di sotto del minimo sindacale (a nero e quindi illegali) o sistemazioni in case in condizioni invivibili (e per giunta con altre 10-15 persone) a prezzi fuori mercato (con ciò che pagano molti potrebbero addirittura prendere una casa in fitto da soli). Di qui, le condizioni lavorative ed ambientali diventano impossibili per molti, che sono quindi destinati a tornare a casa nel giro di pochi mesi. Anche chi trova un lavoro senza agenzia molto spesso trova molte difficoltà ad ambientarsi in un mondo lavorativo e culturale molto lontano da qualunque altro Paese europeo. Si arriva infine a casi estremi di ragazzi che finiscono a dormire in strada con tutte le difficoltà che ne conseguono. Discorso a parte, ovviamente, è per chi possiede titoli di studio e parla bene l’inglese, poiché avrà maggiori possibilità di trovare opportunità lavorative, con conseguente crescita professionale. C’è però da puntualizzare che qui i benefit e la tutela del lavoratore stabilite dall’articolo 18 non esistono e si può facilmente essere licenziati da un giorno all’altro. Il contratto “permanent”, a tempo indeterminato, indica solo una lunghezza illimitata dello stesso, ma non esiste né TFR né macchina aziendale, ecc. Chi lavora in finanza o come avvocato o nell’ambito medico avrà un salario ed un potenziale tenore di vita ben più alto rispetto alle altre professioni.

 

Qual è l’attuale situazione lavorativa nella capitale inglese?

 

Il mercato del lavoro è frizzante e stagnante al tempo stesso. Alcuni settori sono in continua crescita, vedi l’immobiliare e il marketing digitale. Ad ogni modo le opportunità lavorative sono aumentate, di contro però, negli ultimi 5 anni il numero dei candidati è aumentato in modo esponenziale con l’arrivo di gente da tutta Europa. La domanda supera di gran lunga l’offerta e il deficit linguistico di molti italiani rende più ardua la ricerca di un lavoro, persino nel campo della ristorazione.

 

Di cosa ti occupi a Londra?

 

Sono un ingegnere geotecnico (civile) e lavoro in una grande multinazionale americana. Dico con soddisfazione che sono stato l’unico ingegnere del mio settore, impegnato a lavorare per il comitato organizzatore durante le Olimpiadi di Londra 2012.

 

 

Fai parte di una comunità che, con un progetto di volontariato “Benvenuto a Bordo”, aiuta giovani e famiglie italiane che affrontano il trasferimento con la speranza di cambiare la propria vita e che poi, purtroppo, si ritrovano a vivere di elemosina. Per quale motivo accade tutto questo?  

 

Il problema principale è la forte asimmetria tra ciò che ti dicono i media, le esperienze di chi è venuto qui tanti anni fa e la realtà dei fatti. Non ho mai capito perché da parte di tutti i media italiani vi sia una sorta di “sudditanza psicologica” verso il mondo anglosassone. Tutte le informazioni date dai TG nazionali sono sempre e solo positive su Londra e la Gran Bretagna. Si parla più di William e Kate in Italia che qui. Da qui è facile immaginare Londra come una Eldorado e come la città ideale per vivere. Altro aspetto riguarda tutti coloro che hanno vissuto un’esperienza a Londra 5-10 anni fa, quando la sterlina era molto forte, quando era facilissimo comprare casa, quando i benefit li davano a tutti e il mercato del lavoro era scoppiettante. Sicuramente vi racconteranno di una Londra ben diversa da quella attuale. C’è anche da dire che esiste anche chi ha fatto lo “schiavo” in un qualunque ristorante italiano, il quale, tornando a casa, non avrà mai il coraggio di dire la verità e parlerà sempre di un’esperienza fantastica ( in quel caso la domanda spontanea da porgli sarebbe la seguente: e allora, perché te ne sei tornato?). Infine c’è chi arriva da qualche paesino, soprattutto del Sud Italia, che pensa di emigrare come coloro che emigrarono in America negli anni ’50, pensando di avere in regalo casa e lavoro una volta arrivati qui… E’ triste vedere che ultimamente non vi siano solo giovani disoccupati a cercar fortuna, ma anche famiglie con bambini. Tali famiglie affronteranno problemi di inserimento notevolmente superiori rispetto alla media e rischieranno di perdere anche quei pochi guadagni con cui sono venuti. Molti non sanno, ad esempio, che anche iscrivere un bambino a scuola non è tanto immediato, ma bisogna essere accettati dalla scuola sia che essa sia pubblica o privata. Vorrei aggiungere che un altro aspetto che mi ha sempre rattristato è il comportamento dei vecchi emigranti qui in UK. Ho fatto un’esperienza temporanea in Canada e lì la comunità italiana era molto compatta e pronta ad aiutare il primo arrivato. Qui in Inghilterra i vecchi emigranti sono un po’ indifferenti al tema ed in alcuni casi sono i primi ad approfittare dei nuovi arrivati.

 

Per quale motivo, secondo te, i media italiani non affrontano questo fenomeno?

Perché è un fenomeno scomodo per cui il nostro Paese non deve andar fiero. Penso che a molti faccia piacere che il problema della disoccupazione si sposti altrove. Ci sono così meno persone che chiedono aiuto in Italia. Allo stesso modo, ribadisco che non comprendo la “sudditanza psicologica” dei media italiani pronti a far notizia o ad aprire gli occhi solo quando succede qualcosa di grave, come quando fu ucciso quel povero ragazzo nel Kent.

 

A Londra, c’è anche il Consolato italiano che offre dei corsi di orientamento chiamati Primo Approdo. Di cosa si tratta nello specifico?

 

Sono incontri di orientamento su macro temi quali la burocrazia, l’Aire, le tasse, il CV, il medico, la ricerca di un lavoro, e si tengono due volte al mese in Consolato. Il Consolato fa tanto per gli italiani, ma non ha i mezzi per affrontare tale emigrazione. Il Console è sempre stato aperto ad ogni iniziativa di aiuto ed ha appoggiato a pieno il progetto Benvenuto A Bordo dandogli spazio anche sulla homepage del sito web del Consolato.

 

E voi, invece, quali servizi offrite? Si tratta di servizi a pagamento?

 

Il nostro progetto di volontariato nasce e si integra con quello del consolato, ma vuole andare oltre. Benvenuto A Bordo (BaB) cerca di rispondere alle esigenze dei singoli e di coprire tutti i temi “più caldi” per i nuovi arrivati, quali:

 

  • trovare casa/lavoro

  •  

    aprire un con conto in banca

  •  

    fare il NIN (sorta di codice fiscale inglese)

  •  

    redigere un CV e una cover letter, prepararsi al colloquio

     

  • fare una scheda telefonica e chiamare in Italia

 

Tutto questo ovviamente in maniera GRATUITA. Occorre ribadire che non siamo un’agenzia che offre casa/lavoro, ma diamo solo i giusti consigli su come cercare gli stessi.  Il nucleo del progetto sono gli incontri del martedì alle 19 presso la Casa Italiana San Vincenzo Pallotti, ma abbiamo creato un sito web: www.benvenutoabordo.org e siamo presenti sui principali social network quali Facebook www.facebook.com/benvenutoabordo Twitter @BenvABordO e Youtube www.youtube.com/channel/UC-XHcA1D6tkG7_qgT5LZdWA (dove mandiamo delle “pillole di salvataggio”).

 

Inoltre abbiamo creato un volantino con dei consigli “salvavita” per chi è appena arrivato e non può attendere di aspettare il martedì:

 

http://benvenutoabordo.ggstpeters.org/wp-content/uploads/2014/09/benvenutoabordo_brochure_vivere_londra.pdf

 

 

Altro momento di incontro è al termine della messa dei giovani delle 19 presso la Chiesa Italiana di St. Peter’s di Londra (www.italianchurch.org.uk). Ribadiamo che i nostri consigli vengono dati a tutti, credenti o agnostici. BaB è quindi un servizio di orientamento e tutoraggio degli italiani appena arrivati a Londra, che mira all’inserimento degli approdati nella città, affinché in uno spirito di mero servizio cristiano, di natura Pallottina aggiungerei, questi possano sentirsi accompagnati e indirizzati nella maniera giusta. Per la nascita del Progetto occorre dire grazie a Padre Carmelo Di Giovanni (parroco vicino agli ultimi per 43 anni a Londra) che lo ha fortemente voluto ed a Padre Andrea Fulco e Padre Giuseppe De Caro che lo hanno fatto partire. Abbiamo anche ottimi rapporti con il Consolato con cui vi è un continuo scambio di informazioni e di consigli.

 

 

Sono molti gli italiani che vi si rivolgono?

 

Sì, sono molti ed il numero cresce di giorno in giorno. Molti ragazzi, delusi dalle esperienze di molte agenzie, non possono credere ai loro occhi che è quello che offriamo è tutto gratuito ed in forma volontaria.

 

In base alla tua esperienza, cosa consiglieresti ai giovani e alle famiglie italiane che intendono trasferirsi a Londra?

 

Non pensate all’isola felice dove tutto è possibile, perché senza il giusto sostegno finanziario, il trasferimento e l’inserimento non sono fattibili. Se volete trasferirvi con dei bambini, siate consapevoli del fatto che l’inserimento nella realtà inglese non è semplicissimo. Esercitatevi e studiate bene l’inglese prima di venire, dire “parlo un inglese scolastico” significa non parlarlo e le difficoltà per trovare un lavoro aumenteranno a dismisura. Londra è una città meritocratica dove chi vale va avanti, quindi invito calorosamente tutti coloro che non sono soddisfatti del proprio lavoro e che magari hanno studiato per qualcosa in più, di valutare anche l’estero per poter conoscere nuove realtà e strutture. Londra è una città che funziona, ma è dura al tempo stesso, quindi è molto difficile ambientarsi quando si è da soli ed il trasferimento in coppia è un’opzione molto frequente.

 

Ne approfitto per ringraziare la redazione di Voglio Vivere Cosi per aver dato spazio al nostro progetto.

 

in**@be*************.org o he**@be*************.org

 

 

 

A cura di Nicole Cascione