Gisella: prima fermata New York, musa ispiratrice dei sui scatti

 

Gisella Sorrentino, 35 anni originaria di Roma vive a New York dal 2005. Qui ha iniziato la sua avventura come fotografa. Gisella appassionata dell’obiettivo e della danza le ha riunite in un progetto che prende il nome di ‘Bodies in Space’ sono scatti in movimento. Instancabile sperimentatrice, che non pone alcun limite alla magia che la fotografia esercita sul suo animo curioso, visionario, ma anche molto esigente. Ha trovato in New York la sua musa ispiratrice. La macchina fotografica é il mezzo col quale immortala le sue emozioni in scatti suggestivi. Come mi ha raccontato in questa intervista.

 

Partiamo dall’inizio. Da quanto tempo sei a New York?

 

Ufficialmente dal 2008, ma sono venuta qui per la prima volta nel 2005.

 

La decisione di lasciare l’Italia e venire a NY è stata dettata da qualche motivo particolare?

 

É stata più che altro un’avventura causata da una scelta impulsiva del momento che stavo vivendo. In quel periodo avevo voglia di cambiare e NY mi offriva una possibilitá di cambiamento sia lavorativo che personale. Quindi ho deciso di provare e vedere come andava. Sono partita subito dopo la laurea per un breve periodo per vedere la città, ispirarmi e imparare l’inglese. Poi mi sono trovata bene ed ho continuato a venire qui per due-tre anni. Dopodiché ho preso il Visto di lavoro ed ho deciso di rimanere.

 

E’ stato più semplice trovare lavoro a NY che in Italia?

 

Non é stato semplice. Mi occupavo di fotografia anche prima della laurea e subito dopo averla conseguita ho deciso di dedicarmi interamente ad essa. Nel momento in cui ho deciso di lasciare l’Italia ho trovato in NY una fonte d’ispirazione, una città dove incontrare artisti interessanti e con molti stimoli per il lavoro. Quindi ho deciso di rimanere. In quel momento l’Italia mi stava un po’ stretta e non mi dava lo stesso tipo d’ispirazione.

 

Tu cosa pensi dell’attuale situazione Italiana. Consiglieresti di lasciare l’Italia?

 

Sono scelte personali e dettate molte volte dalle proprie possibilitá. La situazione in Italia non é molto facile. Ho visto dei miei amici che hanno trovato opportunità di lavoro all’estero quindi hanno deciso di emigrare. Rispetto a molti anni fa ora é più facile spostarsi in Europa e trovare nuove opportunità che permettono ad un giovane di vivere e mantenersi con un lavoro che rispecchia anche la propria preparazione. In Italia è più difficile avere questa occasione. Chiaramente non consiglio di andarsene. Se in Italia ci sono le condizioni per crescere, perché non restare? Anche perché non é facilissimo andare all’estero e trovare altre opportunitá. La crisi economica é un po’ ovunque anche qui in America. Quindi dipende tutto da cosa vuole una persona e da quello che trova. Credo che dove trovi, devi andare.

 

 

L’inserimento a NY come é stato?

 

Per me é stato molto semplice perché ho trovato la mentalitá newyorkese molto aperta, disponibile al prossimo e alle nuove idee. Questo mi ha fatto sentire molto a mio agio. Chiaramente dopo che una persona vive in una dimensione americana si rende conto delle differenze, delle cose che magari ti mancano del tuo Paese. La mentalitá di NY é una mentalitá molto ibrida, chiunque può trovare una propria dimensione.

 

In questo momento ti senti realizzata come persona e professionista?

 

No, non mi sento mai realizzata perché é sempre un processo di ricerca su se stessi, sul proprio lavoro. É sempre un crescere. Ci sono stati dei lavori che sono stata di contenta di aver realizzato e sicuramente sono felice di aver fatto questa scelta dettata dall’impulsività del momento. Questo ha portato un grosso processo di crescita personale e creativo di cui sono molto contenta. La realizzazione chissá se ce l’avrò un giorno…non lo so…non é ancora arrivato.

 

Cosa significa per te la fotografia? Cosa vuoi trasmettere?

 

La fotografia é stato per me uno strumento privilegiato dove sono riuscita a mettere insieme le mie passioni ed esprimermi in modo personale e raffigurare i miei sentimenti, le mie idee. La fotografia mi ha permesso anche di mettere insieme altre forme di espressione, che facevano parte della mia preparazione come il movimento, la danza, la musica, la poesia.

 

Come potresti definire il tuo lavoro?

 

Ho fatto ritratti, stage e fotografa di scena, negli ultimi anni mi sono dedicata di piú ad un progetto personale ‘Bodies in space’ quindi foto astratta in cui metto insieme ground diversi con il movimento di un performer. Ho sviluppato una relazione con diversi performer e danzatori che interpretano una determinata idea in contesti diversi e la foto viene generata conseguentemente a queste performance. Quindi mentre ballerini improvvisano gli do il taglio che penso sia piú congruo all’idea che ho in mente. Certe volte, invece, viene fuori qualcosa di completamente diverso.

 

Come è nato ‘Bodies in space’?

 

Ho iniziato a lavorarci nel 2006 e dal 2011 ci lavoro in maniera più consistente. L’aver avuto stimoli e lavorando con artisti diversi mi ha dato l’ispirazione e un’opportunità di lavoro. Poi qui la sperimentazione è agevolata. Quindi ad un certo punto é stato un processo naturale. É venuta fuori in seguito a molte sperimentazioni prima col mio corpo e poi con altri danzatori. É un misto tra lavoro sul corpo e foto astratte. Si tratta di un lavoro personale. Sto lavorando anche su un altro business ma deve ancora prendere il via. Sto cercando il marketing per attuarlo.

 

 

Come vedi il tuo futuro?

 

Spero che ad un certo punto riesca a vendere il mio progetto il mio progetto e di vivere di quello. Intanto continuo a lavorare per poter continuare i miei progetti personali, a sperimentare e quindi vivere il mio sogno con la possibilitá di mantenermi facendo un lavoro creativo

 

Secondo te perché NY affascina cosí tanto?

 

Ny è un posto unico e magico. Chiaramente per chi arriva d’Oltreoceano o da altre cittá, da quell’illusione che tutto é possibile. C’é un ambiente aperto che risponde a qualsiasi esigenza o desiderio che ha una persona. Almeno questa é la prima impressione che si ha. Quindi vieni assolutamente succhiato da questa energia o da questo entusiasmo che tutto é possibile. Questa é la prima fase e se sei sensible a questo approccio ti fai trascinare. Però, in un secondo momento, ti rendi conto che non é cosí. Ci sono tantissime altre difficoltá, anzi potrebbe essere molto piú difficile di quel che si pensa. Ho visto tante persone che, alla fine, hanno trovato piú facile ritornare nel loro Paese. Dopo aver fatto diverse esperienze qui hanno avuto più facilitá di realizzarsi nel proprio Paese o in un’altra cittá. Sicuramente é stato un passaggio necessario per la loro formazione. Però rimane questo senso di opportunitá, anche se adesso è cambiato. Probabilmente ci sono tante altre città che offrono molte piú opportunità di NY. Però rimane questa freschezza nell’abbracciare l’opportunità, questa freschezza del prossimo ad accettare la diversitá. Questo affascina moltissimo.

 

Hai un luogo preferito a NY dove ti rifugi nei momenti in cui vuoi stare da sola?

 

Mi piace molto camminare e andare in bici a Brooklyn e perdermi nei miei pensieri. Mi piacciono moltissime zone di Brooklyn come la promenade e la zona di Dumbo ma sono infinite le zone che mi piacciono é mi fanno sentir bene.

 

Consigli per chi vuole venire a NY?

 

In generale a NY basta avere una mentalitá aperta e buttarsi in quello che la cittá offre in qualsiasi momento. Cammini per strada c’é sempre un messaggio per te. C’é sempre una persona pronto ad ascoltarti o non ascoltarti comunque hai la possibilità di aprirti completamente. Quindi a tutte le persone che vengono il consiglio é di essere aperte al cambiamento, a cambiare la propria mentalitá e accettare il punto di vista diverso

 

www.gisellasorrentino.com

 

a cura di Natascia Lorusso

lifejournalistblog.com

ULTIMI ARTICOLI

CATEGORIE

SEGUICI SU FACEBOOK

ISCRIVITI ALLE NEWSLETTER

SEGUICI ANCHE SU