Federica Moschiano, come la nascita di una figlia ti rivoluziona la vita

 

Ribelle e d’indole mascolina, seppur fascinosa e sensuale. Ex campionessa italiana di kick boxing e pugilato, un viaggio coast to coast negli Stati Uniti in Harley-Davidson, due edizioni di Donnavventura in giro per il mondo e tanti traslochi alle spalle. Ma la nascita di una figlia le ha fatto cambiare vita. Federica Moschiano, 43 anni, nata a Milano, si laurea in Economia Internazionale alla facoltà di Scienze Politiche “per desiderio dei miei genitori, ma subito dopo scappo da casa perché sono sempre stata molto indipendente”. Trova lavoro nel mondo della comunicazione, a soli 23 anni, e corona uno dei suoi sogni, che è quello attuale. Cambia casa cinque volte in quattro anni e scopre per caso la kick boxing, tramite un amico proprietario di una palestra di arti marziali e presidente di una ex federazione sport da combattimento. “Da ragazzi andavamo a Cameri (Novara, vicino la base militare dell’Aeronautica italiana) dove ci divertivamo un sacco a fare le gare di guerra simulata”. E’ lui che la sprona a cambiar vita. “Quel giorno difatti mi dice: sai che per come sei fatta, potresti essere la combattente ideale?”. A 24 anni, quando gli atleti sono già sulla via del declino, Federica scopre la kick boxing. Entra in palestra e dopo tre mesi esordisce nel suo primo incontro da dilettante. Si appassiona sempre più, ma è tuttavia consapevole che non potrà arricchirsi anche facendo carriera. Vola a Miami per un combattimento internazionale contro gli Usa promosso dalla Fiera del Fitness. “Abbiamo perso per poco” racconta, “ma in compenso ho steso un gigante di colore al secondo round, rimasta terrorizzato dalla mia carica e forza”. La Moschiano consegue in seguito due titoli italiani. Poi scopre il pugilato, che è però vietato alle donne in Italia. Persino i maestri erano restii ad allenare il sesso femminile. “Vado allora a combattere in Svizzera, Austria, Germania, e mi classifico al terzo posto nel ranking europeo. Ero considerata una semiprofessionista”. Ma Cupido sta per rovinare tutto.

 

 

“M’innamoro di un uomo che mi chiede di abbandonare i combattimenti dopo che avevo firmato il mio primo contratto da professionista (nel frattempo la boxe femminile era stata difatti riconosciuta anche in Italia) e mi trovo di fronte un bivio: o lui o la boxe. Mollo l’agonismo, e rimango insegnante di kick boking”. Ma l’uomo per cui ha abbandonato la carriera sportiva muore in un incidente stradale nel 2002, in Versilia. E le tragedie non finiscono. L’anno dopo si ammala anche il papà. Nel 2003 vola negli States per comprare abbigliamento motociclistico (aveva difatti acquistato in Paolo Sarpi a Milano un negozio di merchandising di Harley e Triumph dal fidanzato deceduto) e incontra Alberto, suo cliente. “Ci fidanziamo ma intanto mi concedo l’ultimo grande scampolo di libertà: un viaggio in Harley da costa a costa, nell’estate del 2003”. Subito dopo il decesso del padre la mamma è colpita da un ictus mentre si trovano insieme a Orlando, in Florida. “Mi chiedono 14.000 dollari per soli tre giorni di degenza ma non avevo alcuna assicurazione sanitaria e non ero in grado di pagare”. La ribelle Federica organizza così la fuga della mamma in Italia in condizioni rocambolesche e rischiose per la salute della stessa. Ma non aveva scelta. Rivede Alberto ed è grande passione. “Dopo un mese sono rimasta incinta di Giulia, il cui arrivo per me è stato come un dono divino, dopo tanti lutti e tragedie”. Per lei ha rinunciato a tutti i raduni; “ho persino il terrore di portarla con me in moto” confessa. Federica aveva anche avuto la folle idea di allenarsi per partecipare alle Olimpiadi senior di Rio de Janeiro del 2016. Ma è ormai una mamma gratificata e un’imprenditrice della comunicazione di successo.

 

A cura di Alessandro Luongo