Fare pulizia: rimuovere i dati

 

E cosi ti rendi conto che i condizionamenti del "sistema" sono dei mattoni pesantissimi che riempiono il tuo zaino. Ti rallentano e frenano il tuo cammino fino al punto in cui lo zaino diventa intrasportabile, e allora ti fermi, poggi lo zaino a terra e gli costruisci attorno un castello di cemento quasi sentissi il bisogno di proteggerlo. In realtà vuoi proteggere te stesso da quel tremendo peso e preferisci fermarti: "Signori, io arrivo fino a qui". Raramente penserai di poterti separare dallo zaino e in quei rari momenti di lucidità ti guarderai attorno e proverai un senso di conforto nel vedere che tutti continuano ad essere legati stretti al proprio zaino. Capirai allora di essere nel giusto perchè ti hanno insegnato che la verità è nella scelta della massa e che andare controcorrente è da stolti. Se almeno fossero tutti ad andare controcorrente allora potresti pensarci anche tu, quella sarebbe una "nuova corrente" e non ti sentiresti più a disagio, sottoposto al giudizio dei più, una mina vagante.

 

Tu non sei il tuo zaino e prima te ne renderai conto, prima inizierai ad intraprendere il cammino della libertà e della conoscenza; prima inizierai ad ascoltare il tuo io superiore e ad assecondare la strada che il tuo cuore ha scelto per te.

 

Tuttavia non è stato sempre così. Il concetto stesso di comunità implica l’esistenza di una serie di regole, tacite ed esplicite, di abitudini, di rituali e cerimonie, di modi di dire, di credenze e di paure collettive. Tutte le culture iniziatiche del pianeta (popoli originari/nativi) essendo organizzati in comunità condividevano uno zainetto di condizionamenti. Il tema vero è che si trattava di condizionamenti a favore della vita. Si trattava di principi condivisi consapevolmente che tutelavano i membri della comunità verso il diritto alla vita: diritto alla salute fisica (cibo, acqua, etc), diritto alla salute psichica (relazioni) e diritto alla visione comune (sentirsi parte di una collettività). Poco importa se alcune di queste culture potevano avere delle abitudini e delle cerimonie apparentemente crudeli come offrire la vita della piccola bimba del capo comunità allo spirito del vulcano per evitare che questo sotterrasse tutto il villaggio. Tutto era teso all’armonia e all’equilibrio della vita.

 

Premesso ciò, noi crediamo che lo zaino pesantissimo di condizionamenti vada bruciato. Il passo successivo è "fare pulizia". Abbiamo portato quello zaino per così tanti anni che sulla nostra schiena portiamo ancora i segni e ancora peggio, molti di quei condizionamenti e pregiudizi sono incisi dentro di noi.

 

 

Fare pulizia, liberarsi dei nostri pregiudizi, cancellare i condizionamenti con cui siamo stati cresciuti è prioritario. Se non facciamo pulizia, se non "torniamo a zero" non saremo mai liberi di relazionarci con noi stessi e con il mondo secondo la nostra essenza originale. La parola chiave è "sorprendersi" delle nostre reazioni; quando riusciremo a sorprendere noi stessi e le persone che ci circondano, vuol dire che per la prima volta rispetto ad una certa situazione abbiamo disattivato il pilota automatico, ovvero quella parte di noi che già sa come reagire rispetto ad un evento esterno. Perchè il pilota automatico non ci fa bene? Non è forse vero che il senso ultimo dell’educazione moderna è quello di fornirci gli strumenti necessari per relazionarci con il mondo (reagire agli eventi) con il minimo sforzo e con la massima resa? Il substrato sociale programma il nostro sistema valoriale e di credenze (che alimentano i pregiudizi verso il diverso) per farci reagire in modo standardizzato rispetto ad una quantità rilevante di situazioni. Ecco formato il pilota automatico. Questo signore ci succhia letteralmente la creatività, l’intelligenza e peggio ancora tutte le opportunità di conoscenza che ci si presentano dinanzi. È provato che l’intelligenza si forma tutte le volte che ci rapportiamo con qualcosa di nuovo, di ignoto. Per contro la routine spegne l’intelligenza perché in essa non c’è traccia alcuna di creatività. La novità, spesso conseguenza del cambiamento si dice che ci fa crescere no? E allora perchè la temiamo così tanto. La verità è che ci hanno convinto che "chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova" e allora UUUUUU abbiate paura del nuovo gente e continuate a ringraziare per la routine che non porta sorprese (spesso brutte, almeno questo è quello che ci hanno insegnato). Ecco il meccanismo di schiavitù psichica messo in piedi dalla classe dominante. Se restate tranquilli e continuate ad alimentare la routine non solo resterete prevedibili e non creerete problemi ma la vostra intelligenza e spirito critico regrediranno sempre di più aumentando il divario con l’intelligenza della classe dominante che troverà sempre nuovi modi per controllarvi e sfruttarvi meglio. Il CheGuevara è un ribelle, un assassino, una mina vagante e viene ucciso (dalla CIA). Questa è la fine che fanno i ribelli, i rivoluzionari.

 

E allora facciamo pulizia! Ma cosa dobbiamo pulire e come si fa a pulire?

 

Allo stato odierno quasi la totalità delle nostre reazioni sono già programmate dentro di noi. Immaginiamo di avere una serie di dati dentro di noi in cui è inciso il nostro modo di comportarci, le nostre reazioni il nostro sistema di giudizio etc etc. Il problema non siamo noi ma i dati in noi, per questo bisogna fare pulizia.

 

Bisogna partire dalla domanda: "chi sono io?".

 

Sono infinitamente zero, sono una copia della fonte, sono il divino senza memorie e pregiudizi ovvero dati. Sono perfetto. Il problema non sono io, sono i dati in me, per questo pulisco, ovvero rimuovo i dati con cui sono stato programmato.

 

Al lavoro provavi invidia per la bravura del tuo collega; conosci una persona e solo perchè ha un look diverso dal tuo sei prevenuto rispetto alle sue idee, etc etc. Adesso sappiamo che sono i dati con cui siamo stati programmati ad indurci delle emozioni, reazioni, stati d’animo e sappiamo che solo eliminandoli, lasciandoli andare, facendo pulizia riusciamo ad esperienziare la vita in un modo nuovo, ovvero riusciremo ad avere delle nuove reazioni, delle reazioni più evolute. Non sarà facile, non mi aspetto che da domani proverò delle reazioni, emozioni, stati d’animo nuovi (mi aspetto di continuare a provare quello che provavo prima) perchè quei dati sono ancora dentro di me. Mi aspetto però di accorgermene. Quando reagirò in un modo vecchio, penso che me ne accorgerò, mi devo fermare e osservare quel momento e finalmente cancellare (con la pulizia) quel dato, in modo che la prossima volta sarà più probabile che io sperimenti una nuova emozione, reazione o stato d’animo. Questo è il primo vero passo verso l’evoluzione in pratica, il primo vero passo che mi farà portare il cambiamento nella vita di tutti i giorni e che renderà effettiva l’evoluzione della mia coscienza.

 

 

Questi concetti sono sviluppati in una pratica meditativa di origine Hawaiana conosciuta con il nome di Ho-oponopono portata avanti oggigiorno dal Dottor Len (vi consiglio il seguente video disponibile su You tube: "Dr. Hew Len. Meditacion del niño interior"). Ci sono poi una quantità di interviste fatte al Dr.Len e se vi incuriosisce il metodo esiste anche un libro disponibile in e-book e pdf sulla rete: "Ho-oponopono".

 

A questo punto si arriva alla domanda fatidica: "come faccio a fare pulizia?". Il metodo prevede che quando ci rendiamo conto che stiamo reagendo ad una situazione secondo i dati che dovremmo rimuovere, quando siamo di fronte ad una sensazione negativa verso qualcosa o qualcuno dobbiamo parlare con quel dato che ci ha fatto pensare quella cosa e dirgli " ti amo, grazie per darmi un’altra volta l’opportunità di pulirti e lasciarti andare di modo che io possa essere libero". Tornare a zero, lasciare alla nostra essenza la libertà di esprimersi secondo la propria inclinazione originale. Il problema non siamo noi ma i dati programmatici incisi nelle nostre memorie. Allora che aspettiamo, lasciamoli andare ed inizieremo a brillare in una nuova dimensione. "Le meraviglie ci circondano e ci abbracciano come l’atmosfera ma noi non le vediamo" diceva Baudelaire (frase incisa sulle panche della chiesa Saint Suplice a Parigi). Il paradiso è già qui ma noi non lo vediamo. Dipende solo da noi cambiare prospettiva, lasciare che la nostra coscienza evolva come naturalmente sarebbe portata a fare se non fosse tappata dai condizionamenti. Tutte le vie per il paradiso sono già il paradiso.

 

Pierluigi e Melissa

In Lak’ech- Tu sei un altro me

www.theevolutionarychange.com

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