Il Cammino Nomade

 

Queste si che sono 2 parole interessanti, ancor più se combinate assieme.

 

Più o meno consapevolmente tutti siamo “sul cammino”. “La vita è il cammino” come dice Papa Francesco. Per cammino non s’intende per forza movimento nello spazio fisico, anzi, spesso è inteso come “percorso verso l’interno”, cammino verso l’unica cosa saggia su cui lavorare: “conosci te stesso” perché come ripetono i Tibetani da 10mila anni “Om Mani Padme Um” (il tesoro è dentro di te). E allora cominci a riflettere sul fatto che potrebbe non essere cosi importante “viaggiare”, muoversi nello spazio fisico, e che magari potresti fare il “tuo cammino” anche semplicemente da casa, in una vita, diciamo così, convenzionale. Può anche essere, ma la storia e la nostra esperienza personale ci dice il contrario. Sembra che il palcoscenico in cui si svolge la nostra vita sia rilevante. L’ambiente in cui viviamo ci può stimolare, sfidare, ispirare e aiutarci a scoprire ogni giorno qualcosa in più di noi oppure ci può appiattire, imbrigliare, frustrare, distrarre e annoiare. Questi ultimi sono gli effetti della “routine”. Ma allora, se il senso del cammino (ovvero della vita) è conoscere se stessi, esplorarsi, la scelta dell’ambiente migliore diventa cruciale. Se evito la routine il mio cammino verso la conoscenza procederà con maggiore rapidità rispetto al caso in cui scegliessi una vita ordinaria di convenzionale routine. Ma allora, come mai il 99% dell’umanità sta vivendo impantanata nelle sabbie mobili della routine? A questo punto si apre il vaso di pandora della società moderna. La risposta è multipla ma ha certamente un elemento portante: per millenni, nella storia delle società, chi stava al potere ha sempre “controllato” il tasso di evoluzione della massa. Non è nulla di nuovo, lo so, però vale la pena ricordarlo. Grazie all’esercizio della paura/terrore da un lato e controllando il livello d’istruzione dall’altro, chi sta al potere si garantisce il controllo della massa. Questo valeva ai tempi dei Maya, nel Medioevo con lo strapotere della Chiesa, e oggigiorno con la commistione Governi-Multinazionali.

 

Insomma, sto parlando di genetica. Il nostro corpo fisico, la nostra mente, sono sensazionali. Siamo progettati per adattarci all’ambiente che ci circonda. È l’evoluzione. Qui in Terra del Fuoco (al sud del sud America), per molti Fine del Mondo, vivevano diverse popolazioni indigene. Gli Selk’nam abitavano il nord dell’isola, gli Yamana, abitavano le coste del sud. Essi, vivevano nudi. Chiunque di noi non resisterebbe 1h senza vestiti esposto al clima rigido della Patagonia Australe (temperature attorno allo zero, venti a 100km, pioggia e neve). Quando nasceva un bimbo, il parto avveniva all’aperto (esposti alle intemperie) e appena nato e per i successivi 3-4 mesi, il neonato veniva immerso nell’acqua di mare (temperatura tra i 2-3 gradi) regolarmente per scopi terapeutici e soprattutto per fortificare la sua mente prima ancora del suo corpo. Insomma, facevano sembrare Sparta il paese dei balocchi.

 

 

Ecco qui come funziona la genetica: adattamento. Generazione dopo generazione l’essenza, i pensieri, i sentimenti, gli atteggiamenti e i comportamenti di una persona sono il risultato dell’ambiente in cui hanno vissuto. Si può essere inclini a pensare che il nostro modo d’essere sia conseguenza del nostro vissuto nell’ambiente in cui siamo cresciuti. Questo è certamente vero, ma non è tutto. La teoria evoluzionistica e numerose ricerche scientifiche dimostrano che siamo ciò che siamo anche in funzione dell’ambiente in cui hanno vissuto i nostri antenati, coloro dai quali discendiamo, andando indietro di molte generazioni. Ci è stata venduta un’idea di vita. Per secoli abbiamo accettato un certo concetto di sicurezza, di paura, di libertà, di coraggio, di controllo, di amore, di amicizia, di responsabilità, di appartenenza, di rispetto, di onore, di giustizia, di pazienza, di preoccupazione, di ringraziamento…insomma siamo il risultato inconsapevole di un esercizio di “programmazione” attuato nei nostri confronti dai posti di comando per millenni. Questa è la chiave. Se stessimo “sul cammino”, quella che i maestri Zen chiamano “la Via” capiremmo che siamo infiniti e divini, che tutto ciò che ci circonda è un’illusione poiché noi siamo la nostra unica verità. Giunti a questo livello di coscienza, lo status quo di potere di chi comanda si sgretolerebbe poiché per esistere ha bisogno di persone disposte ad essere controllate, persone che accettano e bramano la protezione e i preziosi servizi che la sfera di potere può concedere loro. Se aprissimo il tesoro che c’è dentro di noi, in un istante tutto quello che fino ad oggi ci ha circondato sparisce. Allora saremmo solo avvolti da luce e amore.

 

Sembra facile, ma è difficile. Siamo stati programmati al contrario. Ci hanno insegnato a vivere guardando all’esterno, confinando questa storia delle riflessioni, delle introspezioni e della spiritualità in qualche monastero sperduto dell’Himalaya e nella nostra società della materia come qualcosa di deplorevole, di hippy, di chi è un “alternativo”. Eppure, questa necessità di connettersi con il proprio se, estremamente radicato nei popoli nativi del pianeta, dovrebbe essere anche radicato nella chiesa Cristiana, che di fatto conta al suo attivo il più alto numero di iscritti al partito delle religioni convenzionali. Eppure non è così, perché la chiesa non è Gesù bensì un’altra forma di controllo psicologico perpetuato attraverso il senso di colpa e la morte durante l’evangelizzazione dei popoli nativi della Americhe (attraverso torture e schiavitù) e l’uccisione di milioni di musulmani nelle Crociate, in nome di Dio, solo per imporre il proprio “credo” (per la cronaca le crociate hanno ucciso più persone che le 2 guerre mondiali messe assieme). Quindi, se siamo stati programmati per millenni ad ignorare e respingere la naturale vocazione a “conoscere se stesso”, la naturale tendenza a seguire il cammino verso noi stessi, come facciamo a risvegliarci da questo torpore e tornare sul sentiero che invece sarebbe logico seguissimo? In aiuto arriva il libero arbitrio e la possibilità di mettere in discussione il palcoscenico su cui stiamo recitando il ruolo della nostra vita, che tra l’altro crediamo di aver liberamente scelto sino ad oggi.

 

 

L’ambiente che ci circonda fa davvero la differenza, ma l’ambiente come qualunque altro elemento della nostra vita è una variabile e non una costante. Mi rendo conto che non è facile da intendere. Molti credono di essere incastrati nella vita che stanno vivendo. Credono che un lavoro, una casa, una famiglia, uno “status” sociale, siano delle costanti. Ricordate allora che le vostre credenze sono frutto della programmazione che abbiamo tutti quanti ricevuto per millenni. L’unico freno a cambiare il palcoscenico siete voi e soltanto voi. La prova provata che quelle che credete costanti sono in realtà variabili è l’impermanenza. Oggi ci sono ma domani? Alla vostra morte cesseranno di certo, ma spesso anche prima; un matrimonio può terminare con una separazione, i figli crescono e avranno la propria vita, il posto di lavoro può cambiare o causa crisi evaporare, la casa può cambiare o causa terremoto sgretolarsi. “L’uomo può fare ciò che vuole ma non può fare più di ciò che vuole” A. Schopenhauer. Chiaro no? L’uomo è l’unico limite di se stesso.

 

Attualmente, gli unici “palcoscenici” che potrebbero offrirci il migliore “ambiente” per focalizzare il nostro cammino verso l’interno, la connessione e la conoscenza del se, sono: la natura e i popoli nativi della terra ancora in vita. Entrambi questi “palcoscenici” non hanno mai smesso di seguire “la Via”, il cammino verso il cuore. Ed è qui che entra in gioco il “viaggio” che se diventa una forma di vita si trasforma in “nomadismo”. Si perché il nomadismo non è altro che un etichetta attribuita ad un modo di vivere “itinerante, in viaggio” da chi apparentemente è fermo, incastrato in una routine statica. Il punto è che sia la routine statica che il nomadismo sono entrambi “palcoscenici”. L’unica differenza è che nel primo caso, l’uomo ha stabilito che il proprio mondo (ovvero raggio d’azione) è limitato ad un piccolo centro abitato (anzi, ad uno stesso percorso casa-lavoro-divertimento), mentre nel caso del nomadismo, l’uomo stabilisce i confini del suo raggio d’azione con tutto il pianeta Terra. Tutto qui. È solo una questione di confini. Oggi sono a contatto con queste montagne, domani con un fiume, ieri dormivo consapevole della via Lattea sulla mia testa, poi conoscerò i riti e le cerimonie del popolo X… Insomma, la vita va condivisa con chi incarna la tua stessa missione, altrimenti ti impantani. E non ascoltate quelli che pensano che una vita così sia troppo facile perché si eliminano fonti di stress e tram tram quotidiani, che invece fanno bene alla crescita personale poiché ti mettono alla prova…Ecco, queste persone si sono costruite un alibi perché non hanno ancora trovato il coraggio di “dare il primo passo” verso se stessi.

 

Sembra che ci sia una grande differenza tra intelligenza e conoscenza (intesa come cultura). Sembra che l’intelligenza aumenti ogni qualvolta si prova a fare qualcosa di nuovo, di mai fatto prima. È massimamente stimolata con la creatività. Attenzione che non parlo solo di intelligenza cerebrale ma anche di intelligenza emotiva. Tutti possono essere colti o acculturati, basta chiudersi in biblioteca e leggere un bel pò di libri, ma l’intelligenza (cerebrale ed emotiva), quella parte di noi che nel momento del bisogno ci fornisce le basi per le nostre scelte e decisioni, si accresce solo se stimolata con il cambiamento. La routine, la ripetitività, atrofizza le nostre capacità cognitive e se le azioni oggetto della ripetitività sono permeate da un ambiente grigio e intossicato (grandi centri urbani) fatto da finte professioni alienanti e spesso immorali, questo allora atrofizza anche il cuore, facendoci dimenticare che esisteva un’intelligenza emotiva.

 

Gesù era un nomade, tutta la sua vita la passò in movimento, mettendosi alla prova durante ogni giorno della sua vita con situazioni nuove. Budda era nomade. Questi sono solo 2 di tanti esempi che potrebbero essere fatti, ma non è un caso che entrambi avessero scelto il movimento come palcoscenico della propria ricerca. “La vita è come andare in bicicletta, per restare in equilibrio devi muoverti” A. Einstein. I 2 simboli della spiritualità per definizione, il cuore e la bontà da un lato, la mente e la consapevolezza dall’altro. Hanno capito che per liberarsi dallo schema sociale dominante e dalle debolezze della coscienza umana avrebbero dovuto “scaricare l’Ego” e per farlo hanno sposato il “non attaccamento”; in questo modo non avrebbero potuto identificarsi con niente (non possedendo di fatto nulla). Hanno creato il vuoto, hanno svuotato l’acqua che fin dalla nascita era stata versata nel calice della loro essenza dalla società convenzionale. Si sono deprogrammati. In questo modo hanno iniziato a riempirsi liberamente di ciò che li aiutava a percorrere il cammino verso se stessi. Il nomadismo è stato solo il miglior modo che hanno trovato per mettere in pratica questa ricetta.

 

 

"L’uomo umanizzandosi, aveva acquisito insieme alle gambe diritte e al passo aitante un istinto migratorio, l’impulso a varcare lunghe distanze nel corso delle stagioni; questo impulso era inseparabile dal sistema nervoso centrale; e quando era tarpato da condizioni di vita sedentarie trovava sfogo nella violenza, nell’avidità, nella ricerca di prestigio o nella smania del nuovo”. (Tratto da Anatomia dell’irrequietezza – B. Chatwin)

 

Cos’è il nomadismo? È un fluire con gli eventi, ascoltare la vita e rispettarne i suggerimenti, gli stimoli e le ispirazioni. È partire e non sapere se e quando tornare, ma poi, tornare dove? È il cammino della libertà e della conoscenza. È il cammino dell’ascolto e della consapevolezza. È la ricerca di una verità che ciascuno di noi sente dentro di se. È movimento nello spazio fisico per trovare il cammino sacro fuori dal tempo che conduce al tesoro, dentro di uno stesso. Om Mani Padme Hum

 

Pierluigi e Melissa

In Lak’ech – Tu sei un altro me

www.theevolutionarychange.com 

ULTIMI ARTICOLI

CATEGORIE

SEGUICI SU FACEBOOK

ISCRIVITI ALLE NEWSLETTER

SEGUICI ANCHE SU