L’alternativa nomade….alla portata di tutti

 

"L’uomo umanizzandosi, aveva acquisito insieme alle gambe diritte e al passo aitante un istinto migratorio, l’impulso a varcare lunghe distanza nel corso delle stagioni; questo impulso era inseparabile dal sistema nervoso centrale; e quando era tarpato da condizioni di vita sedentarie trovava sfogo nella violenza, nell’avidità, nella ricerca di prestigio o nella smania del nuovo. Ciò spiegherebbe perché società mobili come gli zingari siano egualitarie, libere dalle cose e restie al cambiamento; e anche perché, nell’intento di ristabilire l’armonia dello stato primigeno, Buddha, Lao-Zte, San Francesco, abbiano messo al centro del loro messaggio il pellegrinaggio perpetuo, e raccomandato ai loro discepoli, letteralmente di seguire la Via…

 

…Diversivo. Distrazione. Fantasia. Cambiamento di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo. Senza cambiamento, corpo e cervello, marciscono. L’uomo che se ne sta quieto in una stanza chiusa rischia di impazzire, di essere tormentato da allucinazioni e introspezione. Neurologi americani hanno fatto l’encefalogramma a non pochi viaggiatori. E’ risultato che cambiare ambiente e avvertire il passaggio delle stagioni nel corso dell’anno stimola i ritmi cerebrali e contribuisce a un senso di benessere, di iniziativa e di motivazione vitale. Monotonia di situazioni e tediosa regolarità di impegni tessono una trama che produce fatica, disturbi nervosi, apatia, disgusto di se e reazioni violente. Nessuna meraviglia, dunque, se una generazione protetta dal freddo grazie al riscaldamento centrale e dal caldo grazie all’aria condizionata, trasportata su veicoli asettici da un’identica casa o albergo a un altro, sente il bisogno di viaggi mentali o fisici, di pillole stimolanti o sedative, o dei viaggi catartici del sesso, della musica e della danza. Passiamo troppo tempo in stanze chiuse… …Montaigne dice "l’abitudine e la fissità degli atteggiamenti mentali ottundono i sensi e nascondono la vera natura delle cose. L’uomo e’ naturalmente curioso".

 

L’evoluzione ci ha voluto viaggiatori. Dimorare durevolmente, in caverne o castelli, e’ stata tutt’al più una condizione sporadica nella storia dell’uomo. L’ insediamento prolungato ha un asse verticale di circa diecimila anni, una goccia nell’oceano del tempo evolutivo. Siamo viaggiatori dalla nascita. La nostra mania ossessiva del progresso tecnologico e’ una reazione alle barriere frapposte al nostro progresso geografico… …Il viaggio dev’essere avventuroso. "La gran cosa e’ muoversi" dice Robert Luis Stevenson in Viaggi a dorso di un asino, "sentire più da vicino le necessita e gli intralci del vivere; scendere da questo letto di piume della civiltà, e trovare sotto i piedi il granito del globo, sparso di selci taglienti".

 

Le asperità sono vitali. Tengono in circolo l’adrenalina.

L’adrenalina l’abbiamo tutti. Non possiamo eliminarla dal nostro organismo o pregare che evapori. Privati di pericoli, inventiamo nemici artificiali, malattie psicosomatiche, esattori delle tasse, e , peggio di tutto, noi stessi, se siamo lasciati soli nella stanza singola. L’adrenalina e’ la nostra identità di viaggio. Tanto vale consumarla in modo innocuo. Viaggiare in aereo e’ tonificante da questo punto di vista, ma noi, come specie, siamo terrestri. L’uomo ha camminato e nuotato ben prima di cavalcare o volare. Le nostre possibilità umane si realizzano meglio in terra o in mare. Il povero Icaro si schiantò. La cosa migliore e’ camminare. Dovremmo seguire il poeta cinese Li Po "nelle fatiche del viaggio e nelle molte diramazioni della vita". Infatti la vita e’ un viaggio attraverso un deserto. Questo concetto, universale fino alla banalità, non avrebbe potuto sopravvivere se non fosse biologicamente vero. Nessuno dei nostri eroi rivoluzionari vale un soldo finché non ha fatto una buona camminata. Che Guevara parlava della "fase nomade" della rivoluzione cubana. Guardate cosa e’ stata la Lunga Marcia per Mao Tse-tung, o l’esodo per Mose’."

Tratto da Anatomia dell’irrequietezza – B.Chatwin

 

 

Che ve ne pare? Mi riconosco in ciascuna delle sue parole. Avrei potuto scriverle io, Melissa o qualsiasi altro "viaggiatore/esploratore nomade" del mondo con cui ci siamo incrociati in questi ultimi anni. Il tema centrale è il cambiamento. Il contesto in cui siamo cresciuti ci ha insegnato la stabilità (intesa come certezza-sicurezza-stanzialità) e la repulsione per il cambiamento. Questi dogmi sono stati supportati da migliaia di anni di storia, e infatti la storia convenzionale e accettata dell’uomo la studiamo a partire dal momento in cui l’uomo "nomade" si ferma in un posto e avvia la civiltà; come se prima vivendo da nomade una "civiltà nomade" non potesse essere contemplata. Insomma se l’evoluzione è un processo lineare (e così ci hanno insegnato) allora è giusto continuare ad adottare certe consuetudini ormai in voga da 10mila anni. Il tema però è proprio questo: l’evoluzione, come il tempo, non è lineare bensì circolare e questo lo affermano i popoli nativi della terra da oltre 150mila anni (forse un lasso di tempo più convincente?).

 

L’evoluzione è cambiamento e il cambiamento è vita. Non temiamo il cambiamento perché senza di esso noi non saremmo qui. A maggior ragione allora, lasciamo andare i condizionamenti con cui siamo stati cresciuti e cerchiamo il nostro cambiamento altrimenti "domani" potremmo non essere qui o nel posto in cui sveglieremo di essere.

 

"Fra le gioie più pure che mi danno questi viaggi in paesi lontani anche se gravati da disagi, da ansie, da rischi, da pericoli, sono quelle ore di serena meditazione che mi concedono le solitudini, quelle dell’Africa sahariana, come quelle dei grandi ghiacciai dell’Himalaya. Ed è così che al ritorno nella vita cosiddetta civile… provo ogni volta un senso di sgomento, un senso di disagio e vorrei scappare, vorrei correre via subito lontano, lontano, vorrei tornare fra gente semplice, umile e primitiva, ma soprattutto vorrei tornare dove non c’è nessuno, dove ci si trova soli di fronte a sé stessi e a Dio."

Ardito Desio

 

"Quando vivi all’aperto e’ la corte dei miracoli. Quelli che vivono così sono degli svoltoni. Lo fanno perché si sono accorti che vivere senza soldi in questa società consumistica non e’ un grosso problema. C’e’ sempre una tale overdose di cose da mangiare, di sacchi a pelo, di piumini, che non mi dire che c’e’ bisogno di soldi per vivere! I soldi, le cose, girano. Quindi loro non hanno bisogno di avere né case né attaccamenti. Poi dipende: se tu vuoi tutte le cose di consumo a cui e’ abituata la gente chiaramente hai bisogno di soldi, però se vivi a livello esistenziale, mangiare e dormire, non e’ un grosso problema. Viaggi, ti fermi. Lo fanno anche i barboni. Se sei barbone o sei baba dipende da quanto sei convinto. E’ tutta una questione di pensiero."

Tratto da: A piedi nudi sulla terra – Folco Terzani

 

 

Lasciatevi andare ad una vera esplorazione del mondo ma in realtà di voi stessi. Dimenticate tutto quello che avete imparato fino ad ora sul "viaggiare"; lanciatevi in una dimensione mai provata prima. Toglietevi le scarpe da trekking e camminate a piedi nudi sulla strada. Se siete tipi da viaggi organizzati e magari formule "all inclusive" partite con un biglietto di sola andata e uno zaino semi vuoto con il minimo indispensabile. Credetemi, troverete quello di cui avete bisogno sulla strada. Comincerete a sperimentare la legge di attrazione: tutto ciò di cui avrete bisogno arriverà a voi se solo avrete fiducia nell’universo. Starete vivendo la vostra legenda personale e l’universo aiuta sempre i coraggiosi che "mollano tutto" e iniziano a vivere davvero la propria legenda personale. Solo abbiate fiducia, immaginate il modo in cui ciò di cui avrete bisogno verrà a voi e questa realtà si genererà. Siamo tutti maghi, solo che ce lo siamo dimenticato: "Abra ka d’abra" (letteralmente: genero la mia realtà). Vi sorprenderete a ringraziare per l’abbondanza che riceverete. Meno vi preoccuperete per quello che vi manca, più ringrazierete per l’abbondanza che vi accoglie e più riceverete; questa è un’altra legge universale che sperimentiamo quotidianamente sulla nostra pelle. Ci sono diversi modi per intraprendere un "viaggio nomade". Noi ci muoviamo in bici ma potete anche camminare, muovervi in autostop, oppure adattare un vecchio furgoncino a Camper e iniziare ad addentrarvi in una nuova realtà. Il nostro consiglio ad ogni modo è di restare il più possibile con i "piedi per terra". Di fatto siete soli, siete terrestri in balia della natura, in balia della verità forse per la prima volta. Imparerete che in natura l’acqua non nasce in un rubinetto ma scende da un ghiacciaio o sgorga da una fonte nel mezzo della terra; imparerete che non è sempre disponibile e per questo è il bene più prezioso. Imparerete ad ascoltare le parole della gente, a ringraziare per quel primo raggio di sole del mattino e finalmente vi ritroverete ad aver messo un pochino a tacere il caos della mente.

 

 

Magari molti in questo momento stanno pensando che non hanno più un età per fare certe cose, che hanno una famiglia, dei figli, un mutuo o che semplicemente "non possono mollare tutto". Come diceva Schopenhauer: "l’uomo può fare ciò che vuole ma non può fare più di ciò che vuole"; noi siamo il nostro unico limite. Cercate la verità e la verità vi renderà liberi.

 

Pierluigi e Melissa (guarda la loro videointervista su Destini Oltreconfine)

In Lak’ech- Tu sei un altro me

www.theevolutionarychange.com