Matilde, la mia vita in Libano

 

Matilde Gattoni, fotogiornalista specializzata in Medio Oriente, vive in Libano ormai da 10 anni. Si è innamorata della zona e, nonostante il territorio sia difficile, Matilde non si è mai arresa. Un lavoro appassionante e pericoloso, ma che allo stesso tempo, regala emozioni e permettere di raccontare storie, dando voce a coloro che non ne hanno.

 

Matilde, ci descrivi il tuo background professionale?

 

Sono fotogiornalista specializzata sul Medio Oriente.

 

Cos’è per te la fotografia?

 

La fotografia mi permette di capire il mondo e di mettere ordine nel caos che ci circonda. Attraverso le immagini spero anche di far scoprire storie, di dar voce a persone che non hanno i mezzi per poter comunicare con il resto del mondo.

 

Qual è la foto che non hai ancora scattato, ma che desideri realizzare?

 

Sinceramente non lo so, le foto avvengono sempre un po’ per caso.

 

Cosa desideri trasmettere attraverso i tuoi scatti?

 

Emozioni, di qualsiasi genere. Mi piacerebbe che la gente si rimetta in discussione vedendo le foto, magari cambiando la propria idea e i propri preconcetti sul Medio Oriente e in generale sul mondo che fotografo.

 

 

Ti occupi di reportage e mi hai raccontato che ti piace fare servizi sui rifugiati nel mondo. Hai mai vissuto situazioni in cui hai avuto paura per te stessa?

 

Sì certo, molto spesso. Tuttavia preferisco pensare agli incontri positivi e dedicare in parte il mio lavoro alle persone che mi hanno permesso di entrare nelle loro vite per qualche ora, giorno, settimana o mese.

 

Qual è stato il tuo lavoro più difficile?

 

Il più difficile è l’ultimo lavoro che ho fatto sulle rifugiate siriane in Libano. E’ stata un’impresa ardua convincere le donne a farsi fotografare anche a volto coperto. Hanno paura della repressione da parte dell’esercito siriano e dell’Hezbollah.

 

Il tuo percorso di vita ti ha portato a vivere in tante parti del mondo. Perché alla fine hai deciso di risiedere a Beirut?

 

Mi sono innamorata della zona più di 10 anni fa e ancora non me ne voglio andare. Ho vissuto in Italia, in Francia, in Spagna, negli Emirati Arabi Uniti e ora in Libano, ma non penso che questa sia la tappa finale, sicuramente però, mi fermerò ancora per un po’ di anni in Medio Oriente.

 

Il Libano è un territorio che vive e ha vissuto momenti delicati. Non hai mai pensato di andare via?

 

Almeno una volta al giorno, ogni qualvolta c’è l’interruzione di corrente.

 

Come si vive a Beirut?

 

I costi sono abbastanza simili a quelli europei, anche se dipende dalle zone, ma mediamente è paragonabile. La qualità della vita è piuttosto bassa, ci sono molte complicazioni che rendono la vita difficile in Libano. Interruzione di corrente quotidiana, internet estremamente lento e costoso e così via…Il lato positivo per la mia professione, è quello di trovarmi, al momento, vicino alla Siria, dove ovviamente ci sono tante storie da raccontare. Il lato negativo invece è rappresentato dall’instabilità politica del Paese….non sai mai cosa può succedere.

 

Per un’occidentale quali sono i problemi più difficili da affrontare?

 

Per un italiano direi che ce ne sono pochi. Il Libano ha tutti i difetti dell’Italia, la corruzione politica, il caos, la burocrazia lenta, la mancanza di organizzazione, la mancanza di professionalità…la lista è lunga.

 

Quanto è difficile per una donna vivere in Libano?

 

Non c’è nessuna differenza tra uomo e donna.

 

Che considerazione hanno i libanesi degli italiani e dell’Italia in generale?

 

Ottima. Da un lato apprezzano molto il made in Italy, dall’altro li sentono (a ragione) molto vicini, culturalmente parlando. Tutto sommato i libanesi non sono altro che dei mediterranei.

 

Ci sono possibilità di lavoro per un italiano?

 

Non saprei, io lavoro con testate straniere, i miei clienti non sono libanesi.

 

Cosa puoi dirci dell’aspetto sanitario e di quello legato alla sicurezza?

 

Per quanto riguarda la sanità, ho sentito dire che qui ci sono ottimi ospedali. Per quanto riguarda la sicurezza, direi che nella vita quotidiana, il Libano, come tutto il Medio Oriente, è molto più sicuro dell’Italia. Salvo in caso di una guerra.

Quali sono le bellezze del posto?

 

I tanti monumenti, ad esempio Balbeek, Beiteddine, Jbeil. E poi la natura con le sue montagne Chouf, le foreste di cedri, il paesino di Bcharreh e la valle sacra che scende fino al mare.

 

Ci sono molti italiani?

 

Non saprei, non frequento la comunità italiana.

 

Pensi sia un territorio idoneo per rifarsi una nuova vita?

 

Direi di no, eccetto se sei un giornalista.

 

Come si svolge una tua giornata?

 

Le mie giornate non sono mai uguali. Alcuni giorni fotografo, altri mi occupo della post produzione, altri di ricerche.

 

Qual è l’episodio più bello in assoluto che hai vissuto nella tua vita?

 

Deve ancora arrivare. “Happiness is beautiful only while you’re waiting for it,” Desanka Maksimovic.

 

Cosa significa per te vivere a Beirut?

 

Tornare nel Mediterraneo.

 

E quanto è importante?

 

Molto, sono le mie radici.

 

www.matildegattoni.photoshelter.com

 

 

A cura di Nicole Cascione, foto di Matteo Fagotto

ULTIMI ARTICOLI

CATEGORIE

SEGUICI SU FACEBOOK

ISCRIVITI ALLE NEWSLETTER

SEGUICI ANCHE SU