Giorgio e Alina: bar e pasticceria in Ecuador

 

Guida turistica, animatore turistico, cameriere, cuoco, lavapiatti e venditore in un Rent a Car, sono solo alcuni dei lavori svolti da Giorgio, fino alla svolta della sua vita: l’incontro con Alina a Barcellona. Un incontro decisivo che l’ha portato in Ecuador, dove, dopo alcune esperienze lavorative, Giorgio e Alina hanno aperto dapprima un bar e succesivamente una pasticceria. L’aspetto innovativo della loro attività è rappresentato dagli incontri di scambio linguistici a cadenza settimanale, incontri che riuniscono tantissima gente, una pratica informale, un bel modo per conoscere culture e lingue diverse.

 

Giorgio, prima di raccontarci qualcosa sugli incontri di scambio linguistici, raccontaci come sei arrivato in Ecuador?

Mentre lavoravo a Barcellona come capo gruppo turistico, conobbi Alina, la persona che mi ha rubato il cuore, stava svolgendo un Master in commercio internazionale. Una donna stupenda, forte, intelligente, bella e con uno spirito imprenditoriale, che ho deciso di sposare e di seguire in Ecuador. Ormai sono 4 anni che viviamo qui.

Che evoluzione ha avuto la tua vita in questi anni di permanenza in Ecuador?

Inizialmente ho lavorato come insegnante di elementari in una scuola italiana, successivamente ho lavorato per una ditta turistica e infine ho aperto un bar.

A proposito del bar, com’è nata l’idea di aprire il Cafè Biguà?

Mentre facevo un corso in una delle migliori Università del posto, mi sono accorto che l’insegnante di cucina italiana ne sapeva molto meno di me, così con Alina abbiamo deciso di aprire il Cafè Biguà. 

Oltre al Bar hai aperto anche la pasticceria “Ciao Bella”, posto in cui vengono trasmessi video musicali italiani. Un’iniziativa lodevole quella di trasmettere la cultura italiana all’estero. Anche i prodotti di pasticceria sono italiani o sono locali?

 

Nella pasticceria artigianale “Ciao Bella” produciamo pasticceria italiana e francese, cercando di usare solo prodotti naturali.

 

Per quanto riguarda l’apertura dei tuoi locali, hai avuto problemi o è tutto più semplice rispetto all’Italia?

 

Qui l’iter burocratico è peggio di quello italiano, ma ho imparato subito una legge che applico sempre e che si riassume in un detto ecuadoregno: "Habla con el dueño del circo y no con los payazos" che vorrebbe dire: “Parla con il padrone del circo e non con i pagliacci”. Per cui faccio finta di essere uno straniero sperduto e vado a parlare direttamente con il direttore, scrivendomi punto per punto tutte le indicazioni che mi fornisce. Una volta mi ha fatto ridere quel che mi ha detto un signore spagnolo: "Los funcionarios no funcionan" ovvero i funzionari non funzionano! Comunque devo ammettere di avere due cognati che mi hanno spesso aiutato a districarmi con i vari problemi bancari e commerciali. Mia moglie poi ha realizzato un master in commercio internazionale ed ha lavorato nell’Unione Europea con Emma Bonino tanti anni fa qui a Quito, per cui dove non arrivavo io sono arrivati loro!

 

Raccontaci ora degli scambi linguistici, potresti spiegare meglio a tutti i lettori in cosa consistono?

Lo scambio linguistico avviene ogni giovedì nel Café Biguá ed ogni sabato nel Ciao Bella. Non costa nulla, si paga solo quello che si consuma. Arrivano più o meno 80-100 persone e formiamo dei tavoli in base alla lingua straniera che si praticherà in quel tavolo, inserendo le bandierine del Paese in questione. Così, nel tavolo dove si pratica l’inglese si parlerà un’ora in inglese e un’ora in spagnolo, in modo tale che sia gli stranieri sia gli ecuadoregni possano praticare la lingua. É una pratica informale, è un modo per conoscere gente e lingue diverse. Vengono più o meno 20 stranieri da tutte le parti del mondo. Addirittura sono nate delle coppie da questi incontri! É lo scambio linguistico più grande dell’Ecuador e, osservando gli altri gruppi di scambi linguistici che si organizzano in tutto il mondo, è decisamente uno dei più grandi se non il più grande. Il gruppo su Facebook ha quasi 1.400 fans! 

 Sono curiosa di conoscere come si svolgono questi incontri…

 

Si comincia conoscendosi e poi ci si scambiano consigli tra stranieri e locali, a volte facciamo dei giochi, indovinelli, ecc.. Abbiamo organizzato uno Speed Dating a San Valentino ed ad ogni Festa Di Quito affittiamo due Chivas, che sarebbero dei bus- discoteca aperti, dove la gente balla beve e si diverte… alla faccia della Siae italiana e al proibizionismo del nostro stivale! Il Quito Langiage Exchange, cosi potete trovarlo su internet, ha avuto un successo incredibile. A volte mi salutano per strada e mi domandano se sono quello che organizza lo scambio linguistico! Viene gente di ogni età, pensa che a volte abbiamo tirato fuori anche un paio di chitarre e lo scambio linguistico si é trasformato in Jam Session, dove per sgranchire la voce giravano birre e rum cola fino a tardi e dove ognuno col suo repertorio, chi in inglese, chi in spagnolo, chi in italiano e chi in francese creava l’ambiente festaiolo ideale! Una volta è venuto anche Christian Norris, un famoso attore e presentatore ecuadoregno, con cui abbiamo fatto una foto io e mia moglie!


Tornando al posto in cui vivi, cosa puoi dirci sulla situazione economica? Come si vive? Ci sono buone possibilità di investimento e di lavoro?

Qui è come vivere in un’Italia di 50 anni fa. Ci sono attività di cui si ignora l’esistenza e per quanto riguarda le possibilità di investimento, queste ultime vanno effettuate sempre con le dovute precauzioni e indagini. I settori maggiormente sviluppati sono quello del cacao, del turismo, del caffè, dell’allevamento di gamberetti, ecc… Ci sono anche molti bar e ristoranti italiani, a tanti va bene, ma non a tutti. L’italiano qui è molto amato, forse grazie anche ai padri francescani, che hanno aiutato parecchio i più bisognosi. Quasi in ogni casa, costruzione o edificio, c’è un nome italiano.

E per quanto riguarda il lavoro da dipendente?

Qui non c’è crisi come in Italia, ma i salari medi sono bassi, com’è anche vero che c’è gente che guadagna parecchio. Comunque è difficile farsi strada, io infatti cominciai come insegnante in una scuola elementare, poi passai in un’agenzia turistica ed infine alla gastronomia. Però c’è un’alta qualità di vita, pensa che Quito, la capitale dell’Ecuador, dove vivo io, quest’anno è stata designata dal National Geographic come destinazione ideale per i pensionati stranieri! Questo grazie ad una buona qualità di vita, di servizi e di clima che, insieme al cambio favorevole, fa vivere bene ed attrae pensionati da tutto il mondo, anche se non bisogna sottovalutare la criminalità presente. Qui bisogna stare attenti a come ci si muove e a chi si conosce, ma questo è un discorso un po’ lungo.

In questi anni, in che modo sei cresciuto da un punto di vista professionale?

 

Lavorando e osservando il know-how di molti locali in Europa, professionalmente sono cresciuto in esperienza e creatività. Ho lavorato per 3 anni come guida turistica a Barcellona, portando turisti in giro per tutta Europa. Ho lavorato per 2 anni come animatore turistico in Spagna. Successivamente ho lavorato come cameriere, cuoco, lavapiatti e come venditore in un Rent a Car! Per cui ho avuto tanti insegnanti e mi sono reso conto di come ci si debba muovere affinchè il proprio business abbia successo. Ho letto libri come “Padre ricco Padre povero” di Robert Kiyosaki e grazie a quel libro sto seguendo dei passi per poter vendere in un futuro il franchising della mia pasticceria.

 

In conclusione qual è il bilancio della tua vita in Ecuador?

Il bilancio della mia vita in Ecuador è ottimo. Faccio quello che più mi piace. Anche se trattare con i dipendenti qui è un’impresa, poiché non sono di parola… possono abbandonarti da un giorno all’altro anche se li hai trattati come dei figli. Ci vuole del tempo per formare una squadra di lavoratori, ma quelli validi, una volta trovati sono spettacolari, imparano tanto da te e ti insegnano tanto. Ad esempio questo fine settimana la mia cameriera è riuscita a farmi avere un ticket per ascoltare una conferenza del grande cuoco Ferran Adriá! Così andrò con lei e il suo ragazzo a vedere il Sacro Maestro! Per concludere, posso affermare che questi quattro anni vissuti qui sono stati tutti positivi e per farla breve, vi aspetto al Ciao Bella per un caffè ed una torta! E con questo vi saluto e torno al lavoro… Hasta pronto! 

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A cura di Nicole Cascione