“In fuga da Buenos Aires a Trinidad”, di Luigi Ottogalli

 

I libri di viaggio hanno un fascino davvero particolare, con la loro capacità evocativa, con il profumo e le atmosfere dei luoghi che, nei migliori di essi, escono dalle pagine. E tra i libri di viaggio alcuni dei più coinvolgenti sono quelli che raccontano viaggi per mare. È il caso di "In fuga da Buenos Aires a Trinidad" di Luigi Ottogalli, edizioni Il Frangente. Luigi è un amico del sito Voglioviverecosi.com e che noi abbiamo conosciuto qualche mese fa quando lo intervistammo in occasione dell’uscita del suo primo libro "Rotta a zig zag".

 

Viaggiare per mare e scrivere, per lui sembrano essere due attività strettamente correlate, ricche come sono di emozioni ed esperienze da condividere e da raccontare con quella leggerezza priva di retorica tipica di chi va per mare. E Luigi, per mare ci va da una vita; da quando, lasciato il suo lavoro di architetto comincia a navigare per il Mediterraneo e poi nei Caraibi. Nel 2004, con la sua compagna Silvia, a bordo del loro Jonathan, il viaggio li porta verso l’Argentina e il Brasile, in un dipanarsi di incontri umani e avventura. In questo libro, bello e avvincente, Luigi racconta di come uno spiacevole intoppo burocratico lo costringa a percorrere la costa brasiliana cercando di evitare come la peste ogni contatto con le autorità del paese. Un viaggio da Buenos Aires fino a Trinidad toccando posti come il Rio de la Plata, Rio Grande do Sul, Guarapari e Salvador. E ad ogni attracco l’incontro con persone bizzarre e avventurose, sognatrici o pragmatiche, tutte accomunate dall’amore per quella meravigliosa e infinita distesa blu.

 

Ma Luigi fa qualcosa di diverso con questo libro: mentre ci trascina con sé tra le emozioni di un racconto in cui sembra di stare con lui e la sua compagna sul ponte o la cabina della loro barca, scrive una sorta di portolano in cui inserisce una serie di informazioni tecniche utili per la navigazione. Ciò che cattura di questo libro, un po’ come accaduto per il suo precedente libro "Rotta a zig zag" è il tono pulito e senza inutili romanticismi con cui vengono raccontati gli incontri con la gente di mare e con le disavventure incontrate durante il viaggio. Chi va per mare non ha tempo per aggettivi inutili e neanche per giudizi definitivi. Ed è quello che accade con la scrittura di Luigi e del suo racconto. Il mondo e le persone, visti e raccontati dal punto di vista del mare, acquistano una diversa profondità e una diversa leggerezza allo stesso tempo.

 

 

E così veniamo a conoscere, come se li stessimo incontrando proprio insieme a Luigi, "l’inglese" e la sua finca isolata sull’isola di Jabali; Marta e Alberto in fuga da Buenos Aires e la sua stressante vita di città o Tirso, figlio di un ammiraglio e con il mare al posto del sangue a scorrergli nelle vene. E poi luoghi e nomi che sembrano vivere esattamente come fossero personaggi. Il tutto raccontato quasi con ironia ma senza superiore distacco.  Il bello del libro e del racconto di Luigi è proprio il fatto di assomigliare esattamente a quello che ci si aspetta da un uomo di mare: la capacità di mettere nella scrittura punti di vista diversi e imprevisti. Perché forse è proprio questo che ti insegna il mare e cioè ad avere uno sguardo attento e tollerante al contempo, consapevole che, tanto, è il mare a stabilire le regole e non certo le categorie mentali.

 

Così anche le informazioni tecniche contenute nel libro si leggono anche se non si ha intenzione di intraprendere il viaggio, perché entrano nello stesso modo di raccontare. Insegnando anche qualcosa sul modo in cui potrebbe essere vissuta la vita di ogni giorno, anche quella che non conosce onde e venti. Perché per mare anche un intoppo spiacevole diviene occasione per continuare il viaggio, raccontarlo e viverne gli aspetti spiacevoli senza demonizzarli e quelli piacevoli senza enfatizzarli.

 

La mail e il sito per contattare Luigi:

 

jo***********@gm***.com

www.luigiottogalli.com

 

 

A cura di Geraldine Meyer