Il sistema universitario francese

 

 

Continuiamo il nostro viaggio all’interno dei sistemi scolastici in giro per il mondo. Oggi siamo in Francia per raccontare qualcosa del suo sistema universitario. Un sistema che, a partire dal 2002, ha dato vita ad alcune riforme, di carattere europeo, basate su quel modello indicato con la formula 3+2. Vediamo un po’ più nello specifico cosa ha comportato, in termini di riorganizzazione del percorso di studi, questa riforma.

 

Prima di questa introduzione, il sistema universitario francese era articolato in un primo ciclo, di due anni, che funzionava un po’ da preparazione al secondo ciclo. Al termine di questo ciclo gli studenti conseguivano il Diplome d’Etudes Universitaires Générales che, fornendo un tipo di preparazione meno differenziata, costituiva la fase precedente al Diplome d’Etudes Universitaire Scientifiques et Techniques con cui si accedeva ad un percorso di studi specifico ed orientato ad ambiti commerciali e industriali.

 

 

Il secondo ciclo era aperto agli studenti che, conseguito il DEUG, dopo tre anni potevano arrivare all’equivalente della nostra laurea e chiamata maitrise. Questo secondo ciclo era composto da corsi di laurea come lettere, filosofia, storia, lingue e letterature straniere o matematica. A questo faceva seguito un terzo ciclo che consentiva agli studenti in possesso di una maitrise, di procedere con un percorso di studi articolato su due strade: la prima atta a fornire un orientamento professionale (DESS) e la seconda, chiamata DEA, cioé Diplome d’Etudes Approfondies che consentiva un proseguimento formativo per accedere alla ricerca.

 

La riforma di cui parlavamo all’inizio dell’articolo si basa sul modello Licence, Master e Doctorat che, in qualche modo, sostituisce sia il DEUG sia il DEUST con un unico I Livello al termine del quale si può conseguire una Laurea di Primo LIvello. Completato questo ciclo, lo studente che fosse interessato, può iscriversi ad un master specialistico. Per quanto riguarda la struttura pratica dell’iter formativo, si può dire che, in linea di massima, nelle università francesi si ricorre ad una forma di controllo e valutazione continuo e progressivo. Più o meno come in Italia vi è una serie di corsi istituzionali ed esercitazioni che, per esempio nelle facoltà scientifiche, prevedono anche attività di laboratorio. La valutazione e il monitoraggio del percorso di studi avviene attraverso verifiche nel corso dell’anno ed esami semestrali o annuali.

 

Ma l’Università francese non è esente da critiche, come è normale che sia. Vi sono professori che ne lamentano la frammentarietà. Nel corso di un’intervista Jean Marie Boisson, all’epoca docente di Economia, auspicava una sorta di fusione di atenei per aumentare l’efficienza dell’università francese. Il professore porta la critica addirittura analizzando gli effetti della riforma del 1968, secondo lui disastrosa e di cui, in un certo senso, si sentirebbero ancora le conseguenze proprio in termini di frammentarietà e organizzazione. Secondo Boisson la competitività delle università francesi dipende dall’impronta unitaria che le si deve dare. Secondo il professore vi sono alcune strutture soprattutto nell’ambito dei poteri conferiti ai presidi.

 

In ogni caso per chi fosse interessato ad un’esperienza di studi in Francia segnaliamo alcuni siti interessanti per raccogliere informazioni:

 

www.edufrance.fr utile anche per le notizie relative alle possibilità di studiare in Francia.

 

www.cnous.fr sito di un organismo che ha come missione il sostegno economico degli studenti. Ma si trovano anche informazioni sulle attività e i programmi europei, e in genere tutto ciò che coinvolge la vita studentesca in Francia.

 

Utili a chi pensasse al Programma Erasmus i siti www.campusfrance.org che è il sito del Centre francais pour l’accueil et les èchanges internationaux e www.ixesn.fr sito francese dell’Erasmus Student Network.

 

A cura di Geraldine Meyer