Perla: il mio treno verso il Cile

 

Stai aspettando un treno, un treno che ti porterà lontano. Sai dove speri ti porterà, ma non puoi esserne sicura”. Questa frase tratta da un film, rispecchia in parte la vita di Perla, la quale, abitando nei pressi di una stazione ferroviaria, viveva con la convinzione che, prima o poi, un giorno un treno l’avrebbe portata lontano. Così è stato. Milano, Spagna e infine Cile. Queste le fermate del treno della sua vita. Ora Perla vive in Cile dove, insieme a suo marito, ha fondato Estudio Wombat, un’agenzia che sviluppa negozi on-line.

 

Vivevo in un paesetto in provincia di Vicenza. Non mi é mai piaciuto, me lo sentivo sempre stretto. Vicino casa mia c’era una stazione dei treni, sapevo che prima o poi mi avrebbero portata lontano. Infatti un giorno abbandonai il paese per trasferirmi a Milano. Vicenza era la città più vicina, ma cercavo qualcosa di nuovo, di più dinamico e soprattutto cosmopolita. Milano la conoscevo, mi piaceva un sacco e sapevo che avrei trovato tutto quello che stavo cercando (l’indipendenza soprattutto), così per la prima volta nella mia vita, lasciai la casa familiare e un lavoro stabile per iniziare una nuova tappa, tra affitti, lavori precari e nuovi amici provenienti da tutta Italia.”

 

Dalla provincia di Vicenza a Milano e successivamente in Spagna, come mai?

 

A Milano vivevo benissimo, mi piaceva la città, mi ero creata un bel giro di amicizie, condividevo un appartamento con un buon amico e lavoravo come freelance da casa. In quel periodo non avevo nessuna intenzione di lasciare l’Italia. Però nella vita a volte incrociamo persone che hanno il potere di cambiare totalmente il nostro futuro senza che loro lo sappiano. In quel periodo frequentavo un ragazzo, un bagnino emiliano amante del surf. Non ci si vedeva molto spesso per via delle distanze, ma era una relazione intensa. Non durò molto (meno di un anno di sicuro). Fatto sta che fu lui a far sì che la mia vita iniziasse a girare a 360º. Eravamo entrambi dei grandi sognatori, lui voleva fare surf in acque movimentate e io fare nuove esperienze. Scegliemmo nella mappa due Paesi dove poter fare surf e dove poter trovare lavoro: l’Australia (posto per me allora fantastico) o i Paesi Baschi nel nord della Spagna. Bilbao uscì vittoriosa, pensavamo che fosse perfetta, non era distante dall’Italia e in quell’epoca non era stata ancora toccata dalla crisi. Ma i romanzi non sempre hanno un lieto fine… 20 giorni prima della partenza lui scomparve. Tutti i progetti di mesi caddero in pochi minuti, però oramai avevo disdetto affitto, lasciato il lavoro e comunicato alla mia famiglia questa scelta abbastanza campata in aria. Non avendo nulla che mi trattenesse e amando l’avventura, lasciai l’Italia con un treno notturno per Barcellona e poi in un autobus fino a Bilbao. Avevo tempo da perdere e molto da scoprire. Non conoscevo nulla di spagnolo e questo viaggio, pensai, mi avrebbe fatto bene. Non lasciai l’Italia per amore, né per lavoro, né per noia, ma semplicemente per inseguire un sogno.

 

Una volta arrivata in Spagna come sei riuscita a trovare lavoro?

 

Sinceramente, grazie al mio lavoro poche volte sono rimasta disoccupata. Ho un diploma professionale in grafico pubblicitario, poi tra vari corsi e lavorando molto, ho imparato a disegnare e programmare per il web, così da moltissimi anni sono specializzata nel disegno e programmazione web. Ho sempre lavorato in agenzie sia come dipendente che come freelance. I primi mesi a Bilbao, lavoravo come freelance per lo stesso studio per cui operavo quando vivevo a Milano. Mi conoscevano e gli piaceva come lavoravo, così mi offrirono qualche collaborazione a distanza. Questa è stata una soluzione per me fantastica, non conoscevo lo spagnolo e affrontare un colloquio era impensabile. Comunque con il tempo tutto s’impara, dopo 4 mesi cominciai ad inviare c.v. alle varie agenzie di Bilbao e iniziai ad entrare totalmente nella vita spagnola. Da allora ho sempre lavorato come web designer in varie agenzie.

 

 

Dopo aver vissuto in Spagna per 5 anni hai deciso di andare via. Perché?

 

Dopo un anno che vivevo in Spagna, conobbi il mio attuale marito (cileno) e da allora tutte le scelte non furono più solo mie. Iniziammo a vivere insieme a Bilbao e dopo 3 anni ci trasferimmo a Madrid per lavoro. L’ultimo anno non fu facile. La crisi purtroppo in Spagna è arrivata con molta violenza. Mio marito non lavorava e la situazione familiare iniziava a sfracellarsi. Non é facile vivere senza un lavoro. A questo punto dovevamo fare qualcosa se volevamo continuare a stare insieme. Il programma era dover decidere se restare in Spagna (male…) o trasferisci nuovamente. Questa volta i Paesi candidati erano Italia e Cile. L’Italia la scartammo immediatamente, visto che la crisi esisteva (esiste??) anche lì, oltre al fatto che mio marito non parlava bene l’italiano. Restava l’alternativa del Cile. Il Cile, un Paese così lontano e sconosciuto, ma molto attivo economicamente. Iniziammo ad informarci e a gettare le prime basi per il nostro futuro “cileno”. Per me era un nuovo cambio di vita, non conoscevo il Cile, non c’ero mai stata prima, ma mi fidavo (come sempre) delle mie sensazioni. Sapevo e speravo che poteva andar meglio, che un cambio, forse, ci avrebbe fatto bene.

 

Così siete partiti e da quel giorno è passato ormai un anno. Cosa puoi raccontarci del luogo in cui vivi attualmente?

 

All’inizio, il solo pensiero di vivere così distante dall’Europa mi spaventava. L’idea di attraversare un Oceano, cambiare fuso orario e stare a tanti km di distanza dalla mia famiglia, mi faceva molto strano. Adesso la vedo con occhi diversi. Le distanze, quando si può viaggiare, non sono per nulla così impossibili. Un viaggio Santiago / Madrid (non esistono voli diretti per l’Italia a prezzi normali) dura una notte e non é così diverso che prendere un treno a Milano e fare capolinea a Palermo. Comunicare con la mia famiglia all’inizio era difficile, i miei non sono per niente digitalizzati, però, successivamente hanno trovato la soluzione con una scheda telefonica delle Poste, così ora con circa 2 euro possiamo parlare quasi 20 minuti… Per il momento mi piace vivere in Cile, mi sembra un Paese stabile, con una grande storia da raccontare, con persone allegre e molto solidali. Ci sono molte cose e posti che ancora non conosco, ma per creare un nuovo background ci vogliono degli anni. Io ho la fortuna di avere il marito cileno che mi ha trasmesso moltissime informazioni utili, così da non sentirmi quasi mai fuori posto, cosa che in diverse occasioni mi era accaduta in Spagna. Non é facile entrare in una cultura nuova se non si conosce nulla, ma poco a poco tutto diventa più familiare.

 

Quali sono state le difficoltà materiali che hai vissuto al momento del trasferimento in Cile?

 

Quando decidemmo di trasferirci dalla Spagna in Cile, non avevamo nulla. Ovvero niente casa, niente macchina e pochissimi mobili. Vendemmo tutto e con l’indispensabile partimmo. Insieme a noi c’era la nostra gatta che ci ha accompagnato in questa avventura. Informandoci precedentemente su come muoverci, siamo riusciti senza nessun problema ad entrare in Cile. La parte più difficile quando si arriva in Cile è affittare una casa/appartamento. Ti richiedono molti documenti e se, come noi, arrivi da un altro Paese senza nulla alle spalle, nessuno si fida. Nonostante mio marito fosse cileno questo non è bastato. Un esempio: i documenti che richiedono sempre, sono le copie delle ultime 6 buste paga se sei dipendente o le ultime 6 dichiarazioni di IVA se sei un professionista, le quali dichiarazioni devono superare 3 volte il prezzo dell’affitto, oltre ad una persona che firmi per te come garanzia. Questo purtroppo è il problema che ho riscontrato sempre, in tutti i Paesi in cui ho vissuto. In questo caso, per fortuna, dopo un mese trovammo l’appartamento attuale, pagando 6 mesi d’anticipo e … una persona che garantisse per noi.

 

 

Come si vive in Cile?

 

In Cile non si vive male, anche se molto dipende da quello che si cerca. Mi spiego. Il gran problema del Cile è rappresentato dalle grandi differenze di salario tra chi fa un lavoro semplice e chi é laureato. C’é un grande abisso. Per farti capire, un cassiere può guadagnare il minimo sindacale di appena 200.000 pesos a differenza di un laureato che può arrivare a guadagnare tra 800.000 e 1.000.000 di pesos. La differenza é altissima e crea un grande abisso nella società. Il costo della vita invece, cambia molto a seconda di dove si vive. Ci sono quartieri dove vivono persone con molti soldi e in quel caso i prezzi cambiano tantissimo, sia per quanto riguarda il costo degli affitti che per quello dei beni di prima necessità. Viceversa, fuori città ci sono posti molto economici, con altri punti di vista ed altre caratteristiche. Credo che la qualità della vita dipenda da come si vuole vivere, dai piaceri che uno vuole togliersi e dalle comodità. Sono sicura che anche guadagnando il minimo sia possibile condurre una vita degna. A differenza di quello a cui siamo abituati, gli affitti non sono alti (ovviamente in base al quartiere) e comprare una casa non é assolutamente impensabile. Io vivo nella capitale ed è molto importante capire che Santiago non é il Cile. Anche se quasi il 40% del totale della popolazione vive qui, è da considerare che dal nord al sud del Paese, la qualità della vita cambia. Questo perché il Cile é un Paese molto grande. Tornando a Santiago, posso affermare che non è molto diverso da qualsiasi capitale del mondo. Con più di 16 milioni di abitanti è una città stressante, caotica e con molto smog. Ma se questo piace, si può perfettamente sopportare. Il miglior momento é l’estate, il mese di febbraio (che corrisponde al nostro mese di agosto), in quel periodo é un piacere passeggiare per la città semideserta.

Uno dei grandi lati positivi del Cile, che ho riscontrato personalmente, è la facilità nel creare una società. In una settimana abbiamo creato Estudio Wombat e se un mese non riuscivamo a fatturare, potevamo tranquillamente dichiarare la mancanza di movimenti. Non conosco la procedura in Italia (non ho mai aperto una p.iva), ma conosco bene quella spagnola. In Spagna infatti, ogni mese bisogna versare 150 € sia che si fatturi sia che non lo si faccia. Questo é un grande svantaggio, soprattutto nel momento in cui si avvia un’attività. Tornando al Cile, questo é stato definito l’anno dell’imprenditorialità, il Paese sta puntando moltissimo sulle attività proprie e i risultati si vedono. Un altro aspetto positivo è l’assenza di disoccupazione. In questo Paese quasi tutte le persone lavorano, anche se gli stipendi non sono tanto alti, il lavoro comunque c’è per tutti. L’ economia è stabile e questo fa vivere bene i cileni. C’è molta solidarietà tra la gente, cosa che manca in Italia e in Spagna. A differenza di noi italiani il popolo cileno è molto unito, non esistono differenze tra nord e sud, tutti nel momento del bisogno si aiutano. Ovviamente ci sono anche dei lati negativi, innanzitutto le differenze salariali e le moltissime manifestazioni. É incredibile, ma i cileni manifestano per qualsiasi cosa. Il più delle volte per cause deboli o inutili. Ed il problema peggiore è che, la maggior parte delle volte, queste manifestazioni terminano in battaglie campali dove viene distrutto tutto.

 

Hai vissuto in Italia, in Spagna e ora in Cile, quali sono le differenze sostanziali che hai potuto riscontrare fra questi tre Paesi?

 

In questo momento la più grande differenza riguarda l’economia. Un’altra differenza è il rapporto tra le persone. In Cile le persone sono molto più affettuose, si danno sempre del tu come in Spagna e si abbracciano quando s’incontrano. A differenza dell’’Italia, in cui si mantengono molto le proprie posizioni.

 

Come affronta la quotidianità il popolo cileno?

 

Il popolo cileno è un gran lavoratore. Tutti si rimboccano le maniche per sopravvivere. É difficile vedere mendicanti chiedere elemosina per la strada. Sono capaci di inventarsi dei lavori assurdi pur di lavorare. Sono allegri e positivi. Forse un po’ stressati. Sono abituati a pagare tutto a rate e questo amplia lo stress a fine mese.

 

Tu invece, dopo le esperienze vissute fino ad ora, con che spirito l’affronti?

 

Ora vedo la mia vita da altri punti di vista. Se prima l’unica cosa che volevo era quella di cambiare e provare nuove esperienze, ora invece mi piacerebbe fermarmi e stabilirmi. E questo sto cercando di farlo in Cile, in questo grande Paese che mi sta offrendo tutte le possibilità per poterlo fare.

 

 

Di cosa ti occupi?

 

Quando ci si reinventa il modo di vivere molto spesso, come mi é capito di fare, ci si trova spesso a pensare a quello che realmente si vuole fare nella vita. Io da sempre desideravo lavorare liberamente e poterlo fare come volevo. La felicità inizia se si è soddisfatti di quello che si fa. Durante gli ultimi anni in Spagna, mi dedicavo a programmare negozi per la vendita on-line (e-commerce), mi piaceva, riscontravo che si poteva guadagnare molto di più che sviluppando solo siti web, così appena arrivati in Cile, io con mio marito abbiamo fondato Estudio Wombat. Un’agenzia che sviluppa negozi on-line. Dopo aver fatto uno studio di marketing, abbiamo constatato che il Cile sta crescendo moltissimo in questo campo e al giorno d’oggi ci sono poche agenzie specializzate nello sviluppo per la vendita online. É meno di un anno che stiamo lavorando a questo progetto e siamo contentissimi. I clienti all’inizio arrivavano tramite pubblicità su Google, mentre ora vengono per il passa parola e la più grande soddisfazione è vedere i “grandi clienti” bussare alla nostra porta. Per ora siamo solo io e mio marito a gestire tutto, io mi occupo della parte del disegno e della programmazione, lui invece si occupa del rapporto con i clienti e della gestione dei progetti.

 

www.perlasimeone.com (il mio portfolio come freelance)

www.estudiowombat.cl (il sito dello studio)

 

Che differenze hai rilevato nel sistema lavorativo cileno?

 

Arrivata in Cile, cominciai ad inviare il mio portfolio a molte agenzie per una collaborazione da freelance. Il feedback che ricevetti fu del 100%. Incredibile, ma l’europeo è visto molto bene. Chissà, fa un po’ esotico…:) Quest’ anno ho collaborato direttamente con 2 agenzie di pubblicità, oltre ad avere molti contatti con i clienti di Estudio Wombat. Il Cile é un Paese che lavora 47 ore settimanali, molte di più rispetto alle nostre 40. I lavoratori sono stressati, fanno molte ore extra per poter guadagnare di più ed hanno solamente 3 settimane all’anno di vacanza. Come già affermato, il salario non sempre è ottimo, ma si può vivere comunque decentemente. In Cile questo mese la disoccupazione è diminuita. Un dato eccezionale se pensiamo alla situazione che sta vivendo l’Europa. Qui se hai voglia di lavorare, il lavoro non manca.

 

Quanto pensi di restare in Cile?

 

Non ho nessuna data di scadenza. Probabilmente ci rimarrò per molti anni, forse per sempre o forse tra 20 anni tornerò in Italia. Chi lo sa…ora qui sto bene e ho tutto quello che ho sempre desiderato. Non mi sono mai chiesta quanto tempo resterò in un Paese, mi lascio sempre trascinare dagli eventi. Spero di poter continuare così per molti anni. Per il momento, sia la parte lavorativa che quella sentimentale vanno benone e non cambierei nulla. Non credo di poter vivere allo stesso modo in Italia, vista la situazione attuale, quindi non ho nessuna intenzione di trasferirmi per il momento.

 

Quali sono gli aspetti che cambieresti del Paese in cui vivi?

 

In assoluto cambierei il sistema di trasporto pubblico. Non funziona. Attualmente a Santiago esistono 4 linee di metro e considerando 16 milioni di persone che si muovono quotidianamente, non sono nulla. Il metro all’ora di punta é inutile. É praticamente impossibile entrarci. In estate i vagoni non hanno l’aria condizionata e molto spesso portano ritardo. Gli autobus urbani sono pochi, passano quando vogliono e sono indecenti. Cambierei anche il sistema dell’istruzione scolastica superiore. In Cile costa molto studiare. Ci sono famiglie che si indebitano per poter mandare i propri figli all’Università. Per fortuna esistono molte borse di studio. Un’altra cosa negativa è la mancanza della raccolta differenziata. Praticamente non esiste. Attualmente stanno cominciando una campagna di sensibilizzazione, ma è tutto ancora allo stato embrionale e non c’é molta voglia da parte del cittadino di cambiare il proprio stile di vita.

 

Dimmi tre buoni motivi per convincermi a trasferirmi in Cile:

 

Il primo e credo anche il più importante al giorno d’oggi è la presenza di possibilità lavorative. Il secondo, il paesaggio naturale. Il Cile ha dei paesaggi fantastici, si passa dal deserto più arido del mondo ai ghiacciai del sud. E il terzo motivo potrebbe essere la cucina cilena, perché é semplicemente deliziosa!

 

 

Com’è il clima?

 

A Santiago il clima é secco, in inverno la minima é di 5 gradi, molto raramente arriva a zero gradi, mentre d’estate il massimo é di 33 gradi. La temperatura estiva é bellissima, perché se di giorno fa molto caldo, durante la notte scende a 15/18 gradi. Il problema della stagione estiva è rappresentato dalla forza dei raggi solari. In Cile la cappa d’ozono é molto sottile, per questo i raggi l’attraversano con molta forza dando una grande sensazione di bruciore. L’inverno invece non é assolutamente rigido confrontato a quello del nord d’Italia. Diversa é la situazione se si parla del clima nel nord o nel sud del Cile. Essendoci molti chilometri nel mezzo, il clima varia moltissimo.

 

Come sono i rapporti con la popolazione locale?

 

I cileni ad una prima impressione possono sembrare molto chiusi e diffidenti, vista la loro condizione geografica (una montagna li separa dal resto del mondo) e il loro passato dittatoriale. Al principio instaurare un rapporto è difficile, successivamente però si rivelano persone molto aperte e simpatiche. A loro piace essere d’aiuto e sono molto solidali. Al cileno piace essere benvoluto, cerca sempre di fare del suo meglio per essere considerato positivamente da tutti.

 

Puoi dirci qualcosa riguardo all’aspetto sanitario, economico e culturale?

 

Il sistema sanitario non è dei migliori, però esiste e funziona. Ci sono molte cliniche private, nelle quali pagando, si ottengono ottime cure. Allo stesso tempo c’è la sanità pubblica che assiste moltissime persone con scarse risorse economiche. Per fortuna io non ne ho mai avuto bisogno durante questo anno di permanenza. Per quanto riguarda l’aspetto economico invece, come ho già ripetuto in varie occasioni, è stabile. Il Cile è un Paese in crescita e grazie alla vendita del rame, che è la materia prima più esportata all’estero, è riuscito ad evadere la crisi mondiale e al giorno d’oggi fa molto invidia per la sua economia stabile ed il livello bassissimo di disoccupazione.

 

In base alla tua esperienza, credi sia possibile per una famiglia trasferirsi in Cile per rifarsi una vita?

 

Sicuramente. In Cile esistono molte possibilità. L’unico problema sono i documenti….Non é facile ottenerli se non si lavora e non si lavora se non si hanno i documenti. Questa è la stessa storia del lupo che si morde la coda, come succede dappertutto, ma se si viene con un progetto professionale e con le idee chiare, non è difficile rifarsi una vita nuova. Molte persone vengono dall’Europa e dagli USA per investire in Cile. Sono molti i campi aperti, per esempio nel turismo, nell’edilizia e nel campo tecnologico, tanto per citarne qualcuno…

 

Concludiamo l’intervista con quest’ultima domanda: cosa significa per te vivere in Cile?

 

Attualmente per me vivere in Cile significa crearmi un futuro. Vivo molto bene, ho la possibilità di fare quello che mi piace e di farlo come mi piace. Viaggio molte volte durante l’anno e per un mese torno in Italia. Abbiamo molti progetti, come ampliare la famiglia e poter comprare una casa. Invito tutti a visitare il Cile. É un Paese ricco in tutti i termini. La gente è meravigliosa, si mangia molto bene ed esistono posti fantastici da visitare.

 

 

vi**********@gm***.com

 

www.vivereincile.wordpess.com

 

A cura di Nicole Cascione 

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