Flavia: una bolognese a New York con il sogno di ‘volare’ sulle punte

 

Ho incontrato Flavia sulla 8 avenue nella 34th, mi ha messo in contatto Francesca un’altra ragazza italiana che vive a New York. Flavia 39 anni, carismatica e determinata. Vive a New York da 10 anni. Qui ha realizzato il suo sogno di ballare, ha aperto un suo business www.toolsforgrace.com ed ha trovato l’amore. Lasciare l’Italia é stato quasi naturale per lei che amava la danza. Le migliori scuole sono all’estero. Non riuscendo a stare in Europa é volata in America ed ora é una persona felice e realizzata.

 

Flavia, Iniziamo dal principio. Raccontaci di dove sei originaria?

 

Mi chiamo Flavia Bruni, vivevo a Bologna. Sono cresciuta vicina all’Universitá dove insegnava mio papà. Compio 40 anni a luglio.

 

Quando sei arrivata a New York?

 

Sono arrivata nel novembre del 2004.

 

Come mai la decisione di lasciare l’Italia e venire a vivere a NY?

 

Fin da piccola ero appassionata di movimento. Ho ballato fin da quando ero bambina per me é la mia vita. Era il mio sogno e volevo realizzarlo frequentando le migliori scuole. Nelle accademie Europee c’era il limite di etá a 24 anni. Per un problema al ginocchio non sono potuta rientrare. In America era diverso. Così ad un certo punto, tramite l’Universitá di psicologia, ho vinto un programma di scambio per un anno con la California e una volta lì ho fatto l’audizione per entrare nella University California Santa Barbara UCSB, dove erano ammessi ragazzi sopra i 24 anni e dove sapevo esserci un bellissimo programma di danza per ragazzi. Quindi ho fatto di tutto per vincere questo programma. Ed ho ottenuto una borsa di studio. Tra l’altro ho vinto insieme ad una delle mie più care amiche. Ho realizzato il mio sogno frequentando l’accademia di danza in California nel 1999. Poi, alla fine dell’anno scolastico di danza, la maestra mi ha suggerito che se volevo continuare a ballare dovevo venire a New York.

 

Quindi tu cosa hai fatto?

 

Questo era il mio sogno. Quindi sono tornata in Italia ho imparato un mestiere che é stato il pilates. Dopodiché, ho iniziato ad organizzare tutto per guadagnare i soldi che mi servivano per partire, rassicurare mia mamma che é single, salutare gli amici. Una volta messo tutto a posto sono arrivata a NY dove mi sono iscritta all’accademia di danza dei miei sogni. Era novembre del 2004 dopo 15 giorni avevo trovato lavoro in locale che si chiamava ‘La vagina’ (qui scatta la risata). Ho subito pensato che non vedevo l’ora di raccontarlo ai miei nipoti quando sarò vecchia. ‘La nonna ha iniziato lavorando in un bar che si chiamava ‘la vagina” (ancora risata) dove lavoravo di notte mentre di giorno studiavo e ballavo. La vagina in realtá era un bar afro-americano assolutamente serio, con bellissima musica e dove si ballava tanto. Inizialmente ero contraria a vendere alcolici, essendo cresciuta nello sport. Pensavo che gli alcolici facessero male. Poi ho dovuto cambiare idea ma non spingevo mai per far bere. Il proprietario mi "odiava" ma siccome davo calore, simpatia e facevo gruppo mi ha tenuta. Ho lavorato in questo locale per 4 anni e mezzo.

 

Lavoravi e studiavi?

 

Si lavoravo la notte e di giorno frequentavo l’accademia di danza dove ho imparato tantissima tecnica della danza. Qui a New York é il massimo per la danza, lo yoga, il pilates. C’era tutto all’interno dell’Accademia ed era ad altissimi livelli. Forse non ho trovato l’arte che ho vissuto da ragazzina in Italia. Perché fin da giovane ho fatto spettacoli con coreografi di una poeticitá meravigliosa però il mio sogno fin da bambina era ‘volare’. Imparare tecniche che mi permettessero di fare cose che erano fuori dalle mie possibilitá. Quindi grazie a bravi insegnanti ho migliorato tanto, imparando le tecniche per come far diventare chiunque un’atleta.

 

Come sono stati questi anni di studio?

 

Meravigliosi. In tutti questi anni ho ballato con tante persone, mi sono divertita moltissimo e sono sempre stata me stessa. Ho studiato tanta danza.

 

Sei arrivata a NY con un visto?

 

Si con il visto studentesco frequentando la scuola di danza

 

New York da la possibilitá di essere se stessi e di creare nuovi business. Anche tu ne hai creato uno? Di cosa si tratta?

 

Si NY ti permette di esprimerti, di tirar fuori chi sei veramente. Nel 2011 ho aperto un business che rispecchia il mio carattere e in ciò che credo. Ovvero che siamo tutte creature bellissime e imparare a muoversi rispettando la nostra natura fa emergere qesta bellezza.

 

Di cosa si tratta in particolare?

 

É un business che si chiama "tools for grace" tradotto ‘strumenti per la grazia’. Il sito é www.toolsforgace.com. In pratica insegno alle donne ad usare il loro corpo nel modo più efficiente possibile con tecniche che in realtá sono scientifiche ma che ho reso semplici da tutto lo studio che ho fatto in dieci anni a New York. Insegno i dieci segreti per la grazia accompagnandole in un percorso dove possono imparare ad utilizzare il loro corpo nel miglior modo possibile. Questo sicuramente ha un riscontro positivo dal punto di vista fisico, fisiologico per l’apparato scheletrico ma anche sicuramente per l’immagine. Infatti la postura, come ci muoviamo crea la nostra immagine. Un altro aspetto molto positivo é quello che ti permette di essere nel presente attraverso movimenti quotidiani. Prestare attenzione al proprio corpo nella vita quotidiana, momento per momento, a come ci muoviamo alla fine é stare nel presente. Con tutti i benefici che ne seguono vivere nel presente. Meno ansia, meno stress!

 

I primi tempi sono stati difficili?

 

Sono stati durissimi però era quello che volevo. Comunque NY é una cittá dove trovi l’energia perché quando lavori in un locale i tuoi colleghi, che vengono da altre parti del mondo, spesso sono persone che anche loro si stanno pagando i loro sogni. Quindi é molto stimolante. Uno dei miei colleghi, amico più caro, era un grandissimo insegnante di kung fu ed ora ha aperto una scuola di kung fu ad altissimo livello. New york é una cittá dove impari tanto. Quindi si, c’é la durezza, ma c’é anche una bellezza estrema nella gente che incontri.

 

Esiste ancora l’American dream?

 

Assolutamente si. Naturalmente se una persona ha voglia di mettercela tutta. Ho visto vite che erano dei film. Ragazzi venuti dal niente che ce la facevano, di una forza bruta, di una determinazione assoluta. Fatta di sacrifici con pochi soldi in tasca. Poi vedere i miei colleghi di bar finire alle 4 di notte farcela mi son detta:"Flavia! tu che hai a casa l’assicurazione medica ce la devi fare, non puoi mollare". Non l’ho fatto perché il mio sogno era imparare danza al massimo livello. Adesso, tra l’altro, ho avuto una proposta da una grossa compagnia italiana, di cui non dico il nome per scaramanzia, che viene a NY e mai mi sarei potuta permettere. Se tutto va bene potrò riballare la poetica italiana che mi piaceva tanto qui a NY in una compagnia famosa. Piû di cosî non potrei avere.

 

New york é una grande metropoli, é una cittá sicura per le donne e in generale?

 

A NY ci sono diverse zone alcune poco consigliabili da girare di notte. Per la maggior parte delle zone, comunque, NY é veramente un posto sicuro perché c’é polizia anche dove non pensi. Molti agenti sono in borghese e ti accorgi della loro presenza solo se accade qualcosa. C’é un controllo altissimo. Io ho avuto più problemi a Bologna che New York.

 

 

Quindi si può stare tranquilli a girare a NY?

 

Certo basta rispettare certe regole ed evitare, in alcune zone, di uscire la notte sole. Per esempio i primi anni ho vissuto in una zona poco sicura, era un po’ un ghetto, pertanto evitavo di rientrare a casa dopo le 10 di sera. Era una situazione un po’ estrema però anche lì non mi è mai successo niente. Ora vivo in una zona di Brooklyn decisamente più sicura e vivace.

 

Ad una persona che vorrebbe venire qui a NY che consigli daresti?

 

Deve volerlo tanto, perché il problema più grande, a parte lo stare lontano da casa e vivere in un cultura molto più diversa di quanto uno si possa immaginare, é un posto estremamente competitivo. Il problema é che per poter competere é necessario avere un Visto di lavoro. E ottenere il Visto é difficile. Quello é lo scoglio più grande per il resto tutto il mondo é uguale. Quindi devi trovare un’azienda che ti sponsorizza, o aprire un business che é costoso o sposarti come nel mio caso. Mi sono innamorata e sposata a 38 anni. Questo mi ha dato oltre un marito molto carino anche la possibilitá di rimanere e lavorare in America.

 

Le relazioni come sono?

 

Non lo so perché io sono sempre stata molto fortunata. Mentre in Italia nasci e cresci nello stesso posto qui invece c’é un continuo ricambio di persone che vanno e vengono. Pochi riescono a rimanere perché chi vince é un tosto incredibile. É un posto dove le persone stanno solo per un periodo della loro vita. Questo crea una paura nell’aria della gente a fare un amico nuovo perché poi lascia New York. Io ho avuto la mia migliore amica andar via e per sei mesi non sono uscita perché non volevo amiche nuove. Succede cosi. Quella è la durezza che si sente qui. Parlo ovviamente degli stranieri, per gli americani é diverso.

 

In Italia avresti realizzato i tuoi sogni?

 

Dal punto di vista lavorativo qui, a differenza dell’Italia, quello che semini raccogli. Vai a casa consapevole che se non hai fatto o ottenuto é pienamente responsabilitá tua perché sai che potevi fare di più.

 

Nei momenti di difficoltà cosa pensavi?

 

Nei momenti più difficili era talmente chiara la mia voglia di ballare che non c’era dubbio ce la dovevo fare.

 

Lati positivi e negativi di NY?

 

A me piace moltissimo la metropolitana perché, veramente, ti porta ovunque velocemente e poi funziona sempre. Ti porta dove vuoi andare quindi significa che tu hai grande possibilitá di azione.

Tutto funziona bene, quel che semini raccogli, le persone sono spinte a lavorare. Qui hanno una grossa cultura del lavoro molto produttiva, sanno lavorare quindi hanno tanto da insegnare. C’é tanta competizione ma c’é anche chi ti dice ‘bravo però ti apprezzo’ e così vai avanti. É una sana competizione. Lati negativi. Sei molto lontano da casa tua, dalle tue radici. la lontananza é data, anche, da un aereo molto costoso. Poi il fatto del continuo ricambio, persone che vanno e vengono. Essendo una città molto difficile molte persone tornano a casa. Anche instaurare relazioni diventa complicato.

 

Sei felice?

 

Si molto, mi sento realizzata e sto cercando di avere dei lavori in Italia per avvicinarmi a mia mamma che mi manca molto e sta diventando anziana.Sto pianificando questo riavvicinamento trovando contatti di lavoro con l’Italia con il mio business www.toolsforgrace.com e non solo.

 

Torneresti a vivere in Italia?

 

In questo momento no. Sono spaventata di quando diventerò anziana, un po’ la paura di tutti, mi sentirei forse meglio più vicino a casa, alla mia famiglia. Ê piu rassicurante. Quello cerco di non pensarlo perché non posso controllarlo. Sicuramente per le vacanze, il cibo e gli amici l’Italia é il posto migliore, per quanto riguarda il lavoro, la funzionalitá delle cose, la danza, la conoscenza. Qui sono molto felice

 

 

 

A cura di Natascia Lorusso

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