Simone Ferraresi: compositore ed insegnante di piano in una scuola di NY

 

Talvolta la ricerca di lavoro continuo senza mai trovarlo può portare frustrazione e abbattimento morale. Simone Ferraresi, 41 anni, di Ferrara insegnante di pianoforte e compositore, le ha provate tutte in Italia per vivere della sua passione, la musica. Il precariato gli sembrava una condizione normale. Poi nel 2005 la decisione di volare Oltreoceano e tutto cambia. Arrivato a New York all’età di 33 anni trova un lavoro e la voglia di continuare a sognare. Dopo poco tempo nella Big Apple, Simone decide di inviare dei Curriculum nelle scuole di musica newyorkesi. Una scuola privata di Brooklyn risponde, lo chiama per un colloquio e da quel giorno non vede più la via del precariato italiano, la sua carriera è tutta in discesa e dopo otto anni ottiene l’ambita Green Card.

 

Come mai hai scelto di venire a New York?

 

È stata una decisione improvvisa. Sono venuto in vacanza nel luglio del 2005 per distrarmi un po’. Una volta qui ho inviato dei curricula. Una scuola di musica, dove lavoro tutt’ora come insegnante di pianoforte, mi ha chiamato per un colloquio e mi hanno assunto. Prima però sono dovuto tornare in Italia per fare il Visto lavorativo. In ottobre sono tornato ed ho incominciato a lavorare. All’inizio é stata dura, perché guadagnavo molto poco. Per fortuna dopo ho trovato altri lavori ed é andato tutto bene.

 

Nei momenti in cui era dura hai mai pensato di mollare tutto e tornare in italia?

 

Non ho mai pensato di tornare in Italia. Anche se per i primi 5-6 mesi, guadagnavo poco ero felice perché ero a new York. Comunque riuscivo ad arrivare alla fine del mese.

 

Come mai?

 

Dopo dodici anni di frustrazioni in Italia nella ricerca di un lavoro che non arriva non si può aver voglia di tornare indietro. Anche se all’inizio guadagnavo poco ero felicissimo.

 

Per te, quindi, la scelta di venire a New York è stata quella giusta?

 

Si perché New York é una cittá molto grande che offre molte possibilitá. Credo che nel mio caso mi abbia aiutato piú che altro a crescere come persona. Venendo da una città molto piccola come Ferrara, vivere a NY é stato un aprire gli occhi sul mondo. NY é la cittá internazionale per eccellenza.

 

Rispetto a quando sei arrivato otto anni fa, è cambiata ?

 

Vivendoci diventa ancora meglio. Piú tempo rimani e più ti rendi conto che é la scelta giusta. Almeno nel mio caso. Credo anche nel caso della maggior parte delle persone che conosco che hanno deciso di restare. Qui non ti manca niente.

 

Qual’é la magia di New York?

 

Le persone. Non é solo la gente americana a rendere speciale NY ma anche la gente che viene da fuori che contribuisce col proprio talento a rendere NY impareggiabile.

 

 

É vero che NY é una cittá difficile, che ti mette alla prova?

 

Diversi anni fa abitavo a Londra e direi che se ce la fai li, ce la fai ovunque perché é piú difficile trovare lavoro. Essendo più complicato una persona può dire che può farcela dappertutto. Secondo me, invece, a NY é piú semplice trovare opportunità. Forse il mio é un caso un po’ speciale perché chi viene a NY ha una vita piú dura per ottenere un Visto e magari non riuscendo ad ottenerlo torna in Italia. Per rimanere qui è anche una questione di atteggiamento. Devi essere estremamente positivo e soprattutto devi aver la volontà di rimanere. Se vieni insicuro come persona è normale sia dura la vita qui. Invece non é che sia difficile, è l’insicurezza interiore della persona che porta a vedere fuori le difficoltà.

 

Qual’é la zona che ami di piú di New York?

 

Mi piacciono le zone dell’Upper East Side e Greenvillage. Sono molto belle.

 

La vita é molto cara?

 

Manhattan é molto cara, invece, North Harlem è più economica. Per quanto riguarda gli altri comuni Brooklyn è, anche, molto cara. Soprattutto in alcuni quartieri come Brooklyn Hide, che é simile a Manhattan come prezzi. Poi qui c’é il problema della ghettizzazione. Ci sono i quartieri dei bianchi, dei neri, dei latino americani. Nei quartieri neri l’affitto é più basso, perché il reddito é inferiore. Forse é questo uno dei lati negativi della societá americana che non riesco ad accettare.

 

Hai qualche hobby?

 

Aiuto le persone a capire qual è il Visto più idoneo alla propria situazione. Ho creato, anche, un sito ad hoc www.artistitalianinamerica.com dove da alcuni suggerimenti. Ho iniziato a farlo come hobby perché compilare una domanda di Visto lavorativo é relativamente semplice, la cosa difficile é trovare un datore di lavoro. Questo é lo scoglio! Intanto spiego come si compila la domanda. Poi non é detto che il Visto venga approvato, ma intanto una persona ci prova.

 

Ti senti una persona realizzata?

 

Si, perché ogni anno ho migliorato sempre più la mia professione. Quando sono arrivato a NY abitavo in una camera molto piccola e condividevo l’appartamento con altre due persone. Spendevo pochissimo. Poi anno dopo anno mi sono sempre spostato vivendo in altre zone. Quando sono arrivato non avrei mai immaginato di poter abitare nell’Upper East Side dove ci sono gli affitti piú cari di New York. É incredibile come si riesce a migliorare la propria situazione di anno in anno.

 

Qual’é il tuo sogno?

 

Lo sto giá vivendo. Sono a New York, abito in un quartiere meraviglioso, faccio quello che amo. Cosa posso volere di piú?

 

A cura di Natascia Lorusso

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