Trasferirsi a Capo Verde, la storia di Sacha

 

Quando devi trasferirti devi valutare molte cose, non è un viaggio turistico… Devi trovare un posto sicuro politicamente, economicamente in crescita, con un buon servizio sanitario e poca criminalità. Capo Verde è tutto questo. L’intervista di Sacha Stancampiano, dalla Sicilia a Sao Vincente.

 

Da dove vieni e quanti anni hai?

 

Sono nato in Inghilterra da madre inglese e padre palermitano, mi sento molto italiano ma dall’altro lato l’influenza inglese ha sempre fatto parte della mia vita. Ho ricevuto una educazione anglosassone da parte di mia madre e di questo ne vado fiero. Farò quarant’anni il 4 Agosto, mia moglie ne farà 37 il 5 di agosto.

 

Che cosa facevate prima tu e tua moglie?

 

Entrambi lavoravamo per Tasca d’Almerita, un’azienda vitivinicola siciliana apprezzata nel mondo. Io per 8 anni ho lavorato a Regaleali, 500 ettari di vigneti in centro Sicilia, mi occupavo dell’ospitalità mentre Veronica per 11 anni ha lavorato negli uffici di Palermo.

 

Come mai avete deciso di trasferirvi a Capo Verde?

 

Avevamo voglia di cambiare vita e di fare qualcosa insieme. Abbiamo viaggiato tanto per hobby e ci siamo sempre innamorati dei posti dove siamo stati. Dentro di noi sentivamo la necessità di lasciare la Sicilia ma non sapevamo esattamente dove trasferirci. Il primo passo è stato quello di lasciare il mio lavoro e dal primo di luglio ho cominciato a viaggiare. Quando devi trasferirti devi valutare molte cose, è molto differente dal viaggio turistico, devi trovare un posto sicuro politicamente, economicamente in crescita, con un buon servizio sanitario e poca criminalità. Capo Verde è tutto questo. La mia tata da piccolo era capoverdiana, ancora dopo 40 anni lavora dai miei nonni e per me è come una zia. Per questo motivo ho deciso di venire qui a vedere le isole e valutare la possibilità di trasferirmi. Devo dire che mi sono innamorato subito di Sao Vicente e di Mindelo, centro culturale e città natale di Cesaria Evora, cantante famosa in tutto il mondo.

 

E’ complicato ottenere un visto di soggiorno e aprire un’attività?

 

Qui la burocrazia è ben diversa da quella italiana, molte cose le puoi fare in poche ore, altre in pochi giorni. Sono arrivato qui il 6 di Dicembre 2014, ho preso il ristorante il primo di Gennaio e dopo aver lavorato molto in cucina e nella ristrutturazione del locale, ho aperto il 6 di Febbraio. Devo dire abbastanza semplice se ci sai fare e sei un tipo sveglio. La prima cosa da fare è il NIF, bastano pochi minuti, il passaporto e un cellulare con un numero di Capo Verde. Con il Nif puoi aprire un conto in banca, prendere una casa e un locale in affitto e successivamente rinnovare il visto nel passaporto. Il mio primo rinnovo è stato di un mese, una volta aperto il ristorante il secondo rinnovo è stato di 3 mesi ed il terzo ( appena fatto ) di 6 mesi. A questo punto comincia la richiesta per la residenza. Tutto molto semplice.

 

 

Che tipo di cucina avete portato a Capo Verde? Avete un cuoco italiano?

 

Il ristorante si chiama Mammamia ed è un ristorante italiano con influenze ovviamente siciliane, la parmigiana di melanzane e la caponata sono i nostri piatti forti. Io mi diverto a fare il cuoco ma ho 4 persone in cucina con me a cui ogni giorno insegno la cucina italiana, a loro piace imparare e questo mi permette di passare anche del tempo in giro per l’isola alla ricerca delle materie prime migliori da utilizzare per le nostre ricette. Anche la sala è importante, qui il contatto con la clientela è quasi inesistente nella ristorazione mentre per noi è fondamentale. Ovviamente a Capo Verde il pesce si trova sempre ed è molto buono quindi frittura di calamari e polpo grigliato o bollito sempre in menù. Non può mancare la pasta fresca preparata da mia moglie, ravioli e cappelletti oltre agli spaghetti o le penne rigate italiane con pesce o alla arrabbiata. Le grigliate di pesce e di aragosta sono sempre gradite, oltre agli involtini siciliani di pesce spada o di vitello. Inoltre facciamo la pizza con levitazione della pasta di almeno 24 ore. La frutta e le verdure qui sono molto buone, si trova anche una fantastica rucola. Veronica si diverte nel preparare i nostri dolci, tiramisù e panna cotta, cannolo siciliano e semifreddi di frutta fresca.

 

Siete aperti tutto l’anno?

 

Siamo aperti da quasi tre mesi, il primo anno ovviamente ci servirà per capire tante cose tra cui i periodi di maggior e minor flusso, a Capo Verde il tempo è bello tutto l’anno ma alcuni mesi il turismo diminuisce. Io credo molto nel potenziale di queste isole e Sao Vicente a differenza di altre isole già sature può ancora crescere molto, sono sicuro che nei prossimi anni diventerà una meta turistica molto apprezzata. Per fortuna i nostri clienti non sono solo turisti ma la maggior parte sono residenti, molti europei che vivono e lavorano qui e altri capoverdiani a cui piace la nostra cucina.

 

Quanto tempo avete impiegato da quanto avete deciso di mollare la Sicilia a quando vi siete trasferiti a Capo Verde?

 

Il primo vero passo verso questa nuova avventura l’ho fatto a metà luglio quando per la prima volta ho preso un volo per Capo Verde dove mi sono fermato per due settimane. La prima isola visitata è stata Sal, deludente e poco stimolante. La seconda Santiago, in quanto capitale è troppo grande e caotica, sicuramente la migliore da punto di vista del business ma non per la qualità di vita. Arrivato a Sao Vicente me ne sono immediatamente innamorato, qui la gente è gentile e sorridente, c’è cultura e musica ovunque. Il mare è molto bello ed è pieno di splendide spiagge. Non lontano, a poco più di mezz’ora di nave si raggiunge l’isola di Sant Antao, verdissima e meta di molti turisti che amano il trekking. Sono tornato ad agosto con mia moglie Veronica, ovviamente se a lei non fosse piaciuta non avrebbe avuto alcun senso neanche provarci. Per fortuna anche lei è rimasta colpita dall’energia dell’isola. In quell’occasione abbiamo girato parecchi giorni per trovare una casetta per noi ed i nostri cani, trovare una bella casa da prendere in affitto non è stato per niente facile ma alla fine ci siamo riusciti. Il terzo viaggio l’ho fatto a fine ottobre, ho cercato un locale da trasformare nel nostro ristorante italiano e ho definito gli accordi per l’affitto di casa. Ho aperto un conto in banca in modo da trasferire il denaro necessario per cominciare a definire i contratti. L’ultimo viaggio è stato quello del 6 dicembre, sono arrivato da solo con Paco, il mio cane, a differenza delle altre volte avevo casa, quasi vuota ma comunque una casa e non un hotel. Il mese di dicembre mi è servito per definire gli accordi per il locale, prendere i contatti con le persone che successivamente avrebbero ristrutturato il ristorante, lavorato con me e cosa più importante, mi sono dedicato alla ricerca dei prodotti e alla preparazione dei piatti italiani utilizzando le materie prime capoverdiane. Gennaio invece è stato il mese più difficile, mia moglie ancora lavorava in Italia, lei è stata bravissima, ha organizzato e gestito il trasloco complicato da Palermo a Sao Vicente mentre io dovevo gestire i lavori del locale e insegnare ai ragazzi che avrebbero lavorato con me la cucina italiana, credetemi molto diversa da quella locale. Finalmente il 6 Febbraio abbiamo inaugurato Mammamia Ristorante Italiano, il 7 Marzo Veronica e Goccia, l’altro nostro cane, ci hanno raggiunti. Adesso dopo tanti sforzi siamo tutti insieme.

 

 

Vi siete mai pentiti della scelta fatta?

 

Pentiti? E perché mai? Anche se di sicuro è presto per dirlo, siamo molto contenti e fieri di noi. Abbiamo realizzato un sogno, quello di costruire qualcosa di nostro e di costruirlo in un bel posto, vicini al mare e con un clima che tutto l’anno ci permette di stare in maglietta e infradito, goderci il mare 12 mesi l’anno e lavorare per noi stessi. Viviamo in una bellissima casa sul mare e abbiamo uno dei ristoranti più belli dell’isola, cosa desiderare di più ?

 

Capo Verde è una città cara per vivere?

 

Capo Verde non è cara ma alcune cose risultano più care di altre, molte cose devono essere importate e quindi i prezzi sono alti. La luce e l’acqua qui sono cari rispetto al tenore di vita ma non più cari che in Italia. Il pesce è molto economico e gli affitti altrettanto. Le verdure e la carne invece costano di più.

 

Che consiglio daresti ad un connazionale che vorrebbe trasferirsi a Capo Verde?

 

Le isole di Capo Verde sono molto diverse tra loro, quindi consiglio prima di girarle tutte e poi prendere una decisione. Ognuno di noi ha esigenze diverse, obbiettivi diversi e standard di vita diversi, per questo motivo le isole posso offrire tanto o poco. Vivere qui vuol dire comunque vivere in maniera diversa rispetto all’Europa, niente centri commerciali e shopping sfrenati, niente cinema e teatri, ma musica dal vivo nelle piazze e gente allegra per la strada. Il mio consiglio per tutti è uno solo, cambiate vita se non siete contenti perché si vive solo una volta e forse un giorno sarà troppo tardi per poterlo fare.

 

 

A cura di Mary Marchesano

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