Vivere senza denaro per essere più felici: la storia di Mark Boyle

 

Se pensate che vivere senza denaro sia impossibile vi sbagliate di grosso e lo ha dimostrato Mark Boyle, un irlandese di poco più che trent’anni che, qualche anno fa, ha deciso di contestare l’idea del denaro e del reddito per preferire una vita senza alcuna spesa, conto in banca e – ovviamente – più a contatto con la natura e meno di impatto sull’ambiente.

 

"Se qualcuno, sette anni fa e mentre frequentavo la Facoltà di Economia, mi avesse detto che sarei riuscito a vivere senza soldi, probabilmente avrei risposto che si sbagliava o che era un folle”, ha dichiarato lo stesso Boyle che, fino a pochi anni fa, desiderava solo ottenere un lavoro, fare più soldi possibili e comprare tutte le cose di cui sentiva di aver bisogno e che desiderava.

 

 

Il cambiamento di Boyle è avvenuto davanti a un bicchiere di Merlot mentre si trovava su uno yacht con un amico a parlare del più e del meno. Tra una chiacchiera e l’altra, mentre si parlava di politica, Mark ripensa alla famosa citazione di Gandhi, “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, ma ancora non aveva capito che cosa sarebbe successo e come la sua vita sarebbe cambiata. Boyle e il suo amico hanno preso a parlare delle principali piaghe o questioni del mondo – la distruzione ambientale, le guerre, gli allevamenti intensivi e lo sfruttamento del lavoro – e hanno cominciato a chiedersi a cosa potessero davvero dedicarsi per fare la differenza. Mark arriva così alla conclusione che la principale causa di questi mali è solo una: il denaro, il suo sperperamento e la bramosia di possedere.

 

Decidere di essere il cambiamento” si trasforma per Mark nella decisione di rifiutare completamente i soldi e andare a vivere lontano dalla società, in mezzo alla natura, sfruttando l’arte della raccolta e cultura biologica, la conservazione dei cibi e il baratto. Prima di arrivare a questo, Boyle aveva già gestito un paio di aziende alimentari biologiche attraverso le quali era entrato in contatto con un tipo di business etico e fondato su valori diversi da quelli della globalizzazione consumo mondiale, ma questo non era ancora abbastanza e la soluzione all’enigma di Mark era diventa molto semplice: rinunciare al denaro contante e vivere in un mondo fatto di contatto con la natura ed eco-sostenibilità.

 

Comincia così l’impresa di Boyle che, pianificando una piccola avventura di un anno ai limiti della società, decide di trovarsi un alloggio all’interno di una fattoria biologica presso la quale si offre come volontario di tanto in tanto. La sua nuova casa diventa una roulotte senza elettricità, il suo bagno privato i fiumi presso cui si fa la doccia o si lava i denti; usa come unico mezzo di trasporto una vecchia bicicletta; cucina su una stufa ecologica e, infine, porta con sé anche un caricatore a cellule fotovoltaiche per il suo computer portatile.

 

Cosa ha imparato Mark in questa esperienza di più di due anni e mezzo?

 

Che l’amicizia, non il denaro, è la sicurezza reale e che la povertà occidentale è in realtà di tipo spirituale. Pensieri semplici che però si sono trasformati in grandi verità e che Mark con il suo Moneyless Manifesto cerca di diffondere in tutto il mondo. Mark Boyle, adesso, è supporter di Streetbank: un portale web che cerca di incentivare la vita attiva di quartiere e tra i vicini di casa per favorire il baratto, il prestito e la condivisione di conoscenze e oggetti tra persone che vivono nella stessa area; e sta cercando di creare una sorta di economia del baratto e del dono in Irlanda e che dimostrerà che le sue idee e nozioni sono realizzabili e funzionali.

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