Volare alto è possibile

 

Sì, volare alto è possibile. Anche quando tutto attorno sembra volerti mortificare e riportarti a terra. Ma le soddisfazioni e i riconoscimenti che arrivano da lontano confermano di essere sulla strada giusta. Danno la forza per sopportare contraddizioni assurde. E infondere carica agli altri. 

 

Un anno fa, Alessandro Rossi mi aveva raccontato in un video la sua straordinaria esperienza di ricercatore: laurea a Pavia, dottorato a Parigi con una pioggia persino imbarazzante di elogi da parte di luminari internazionali. La scelta di proseguire il lavoro in Italia, rassegnandosi al paradosso di interagire alla pari a livello mondiale con eccellenze assolute… e dover sopportare una quotidianità fatta di ostacoli e impicci assurdi.

 

Vola davvero alto, Alessandro Rossi. Studia le dinamiche del volo spaziale al CNR, fino a qualche tempo fa a Pisa, ora a Firenze. Si occupa di piccoli asteroidi e satelliti artificiali, in particolare con studi d’avanguardia sul fenomeno dei rischi che comportano i detriti spaziali. E la sua sembra una storia vissuta a metà non fra due Paesi confinanti, ma fra due pianeti.  "Venendo dall’Italia, ho ottenuto la qualificazione ad insegnare in Francia semplicemente collegandomi a un sito, mandando il mi curriculum e cinque delle mie pubblicazioni. Poco dopo, ho ricevuto dal ministero la comunicazione dell’abilitazione ottenuta a insegnare in Francia! Cosa che in Italia sembra fantascienza pura…", dice.

Una distanza soprattutto culturale. In Italia quando vinci un concorso è come se… "ecco finalmente te l’abbiamo dato, non sei tu che ti conquisti per i tuoi meriti come qualcosa concesso benevolmente… la ricerca non è considerata un valore sufficientemente importante a molti livelli.. spesso ci si sente tollerato come un privilegiato che studia magari la dinamica di un asteroide e… si ma a noi che ce ne frega? Mentre in altri Paesi si investe nella ricerca e nei momenti di crisi si investe ancora di più", osserva.

 

A volte è la capacità di destreggiarsi… fra due pianeti diversi che aiuta. Così, la tenacia di Alessandro nel procedere tra faccia a faccia in convegni internazionali con i massimi esperti mondiali del settore e il lavoro in un piccolo ufficio al CNR di Firenze, tra mille problemi fatti apposta per demotivare e affossare nella routine è stata premiata. Prima un lavoro proficuo con un’azienda a suo parere "illuminata", già "Carlo Gavazzi", oggi "Compagnia Generale dello Spazio", combinando ricerca e industria con un team di scienziati ("per rispondere per lo più a gare dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) riguardo alla Space Situational Awareness (SSA), programma per il monitoraggio del rischio di impatto da asteroidi incrociatori della terra e dei detriti spaziali in orbita terrestre. Anche con lo sviluppo di un telescopio con larghissimo campo di vista specifico per l’osservazione sia di asteroidi incrociatori della terra che di oggetti").

 

Poi la decisione di non rassegnarsi a subire le frustrazioni di tanti ricercatori italiani, mortificati da regole e procedure avvilenti, sviluppare invece il proprio ruolo di ricercatore con un piglio da imprenditore. Con una starartup pisana (SpaceDyS S.r.l.)  parte del team sopra descritto, con altri progetti legati ad altre missioni spaziali ESA ed ASI, (missione BepiColombo verso Mercurio e missione JUNO verso il sistema di Giove, sviluppando software per processare i dati di inseguimento della sonda per scopi scientifici). Infine la soddisfazione di veder premiati i propri progetti con un grosso stanziamento, circa 600mila euro da Comunità Europea ed ESA, che consentirà di supplire alla cronica mancanza di fondi ("di fatto CNR e le università ormai ti spingono a cercarti da solo i soldi in Europa") e gli permetteranno di assumere due giovani post-doc con contratti (ahinoi) a tempo determinato per 2 o 3 anni, un piccolo gruppo di ricerca in un campo in cui sinora si era mosso un po’ come "lupo solitario".

 

Nel frattempo, il problema della sorveglianza spaziale è diventato d’attualità e questi giovani, dice, dovrebbero riuscire ad inserirsi bene in futuro sia nella ricerca accademica che industriale, magari nella sua startup SpaceDyS. L’avventura di Alessandro dunque prosegue, sempre facendo la spola fra due pianeti. Eccellenza internazionale e burocrazia italiana, che ad esempio impone limiti che bloccheranno i compensi ai giovani ingaggiati sotto i 1.500 euro netti al mese, cosa che di fatto elimina tutti i candidati stranieri. O impone normative adatte all’acquisto di risme di carta o pc nei ministeri anche per apparecchi come il server avanzato di calcolo (costo di circa 20.000 euro) che Alessandro di fatto "regalerà" al CNR, comprandolo con i soldi che ha vinto da solo in un concorso. Settimane perse fra regole assurde, anche quando si tratta di comprare con i soldi propri…

 

Come ripensare oggi a quell’esperienza a Parigi? Valeva la pena tornare? "Resto convinto che la Francia abbia una marcia in più. Nel settore spaziale poi loro sono sicuramente una punta di eccellenza in Europa", dice.  Ma grazie anche all’aiuto della Regione Toscana "che cerca faticosamente di promuovere la collaborazione tra piccole-medie imprese e enti di ricerca in regione", anche fra Pisa e Firenze si sta formando un gruppo di eccellenza in campo spaziale. Nel cuore di un Paese che sembra abituato a veder sperperare somme folli di soldi pubblici ed a mortificare la ricerca al punto di intralciare persino gli acquisti con fondi propri. Per questo la sua è una storia da far conoscere. Alessandro è un esempio. Capace di raccogliere all’estero non solo apprezzamenti e stima ma pure importanti fondi. Di mettere la propria esperienza al servizio di giovani talenti che lavoreranno con lui. Per volare alto. Anche dal "pianeta Italia". 

 

Di Roberto Bonzio

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