Luoghi remoti della Repubblica Dominicana

 

Ce ne sono moltissimi, anche a causa della scarsità di strade in certe regioni. Quelli che descrivo sono solo una piccola parte e fra quelli che nel mio lungo pellegrinare nell’isola, ho potuto visitare.

 

 

A Sud Ovest di Cabo Cabron (Penisola di Samana’) c’è una piccola, isolata spiaggetta: Puerto Escondido. Vi si puo arrivare solo in barca e alcuni tour operator della zona vi organizzano gite. E’ un riparo naturale per i pescatori che si possono trovare in difficoltà per il mare grosso, ma può essere anche una trappola se il maltempo giunge da Ovest, Nord Ovest, entrando nel fiordo e creando un movimento ondoso notevole. Se il tempo è buono, farvi una gita è certamente appagante. Lì si è lontani veramente dalla civiltà, i rumori. La pace che vi regna è eccezionale e si può assaporare quel senso di avventura che certuni cercano con affanno. La navigazione per giungervi può partire da Las Galeras (più vicina) o da Las Terrenas e durante il tragitto si può anche effettuare pesca d’altura. Nei mesi buoni si posso incontrare le megattere .

 

 

 

Scendendo lungo la costa (siamo sempre nel lato Nord della Penisola di Samana), poche miglia a sud Ovest di Puerto Escondido, troviamo la spiaggia del Valle. Anche qui si può giungere in barca (ma attenzione perchè la risacca è molto pericolosa) o da Samana, percorrendo una carrareccia che passa tra fiumi, guadi, colline e boschi. E’ una gita interessante e, giunti alla spiaggia, sorpresa! Vi troviamo due ristorantini tipici nei quali poter mangiare pesce o aragosta cucinati in maniera tipica, birra, rum…Insomma: una gita interessante sotto vari punti di vista.

 

 

Scendendo più a Sud, lungo la costa Est dell’isola, si entra nella Baia di Samana e nella sua parte Sud Ovest troviamo il Parco Nazionale de Los Haitises, con le sue decine di isolette. Canali di mangrovie e natura selvaggia e lussureggiante. Il luogo è ameno e per visitarlo occorre la barca. Per terra è un problema giungervi, e percorrere a piedi la linea di costa fra l’intrico delle mangrovie e canali, pressochè impossibile. Vi sono anche molte grotte, una volta usate dagli indios Taino, i quali vi hanno lasciato tracce sulle rocce, scolpendole o disegnandoci sulle pareti. I tours del parco sono organizzati via mare (Da Sanchez o Samana ). Per il pranzo i visitanti vengono poi portati in altri luoghi della baia e offerto loro un buffet tipico. è un’escursione da non perdere.

Seguiamo adesso la parte sud della Baia di Samana’, usciamone, dopo Miches, e lungo la costa est troviamo la Laguna Limon. Altro luogo ameno, selvaggio e dalle caratteristiche uniche, come la zona più a sud della Laguna Nisibon e altre zone umide. Alla Laguna Limon si può giungere dalla strada che da Higuey va a Miches e Sabana de la Mar. Giunti a Las Lisas, si imbocca una carrareccia che porta verso la spiaggia e alla laguna. Li, con sorpresa, c’è il ristorante e un piccolo hotel (Rancho la Cueva. E’ su Internet), di un mio amico austriaco, Walter, che negli anni è riuscito a costruire con notevoli sforzi e sacrifici il tutto. Da questo luogo vengono organizzate escursioni su barchini con motore elettrico nella laguna, o gite a cavallo nei luoghi circostanti. Fra i tanti piatti che il ristorante può offrire, consiglio, a chi ha la fortuna di andarci, di chiedere i gamberi di fiume che qui raggiungono quasi le dimensioni di un aragosta…E sono squisiti.

 

 

La spiaggia, vicinissima, è selvaggia e incontaminata per decine di chilometri.

Seguendo la costa, circa 5 chilometri più a Sud, sempre lungo la costa, si trova il relitto intatto di una piccola nave cargo. E’ praticamente intatto e “seduto” sul reef, a 100 metri da riva. Come ci sia arrivato è mistero. Sulla spiaggia prospiciente emergono dalla sabbia resti di altri relitti un po’ piu’ vecchi. (Vedi foto)

 

 

Scendiamo ancora più giù lungo la costa, passiamo Bavaro e Punta Cana, e troviamo un altro luogo molto selvaggio: Cabo San Rafael. Vi troviamo un piccolo villaggio, Pueblo, al quale si giunge più facilmente a dorso di mulo che in auto… Nella vasta zona all’interno, non ci vive praticamente nessuno ma è interessante per le numerose caverne che vi si trovano e alcuni cimiteri indios.

 

 

Nelle foto un reperto di terracotta dei Tainos, gli antichi abitanti dell’isola. Con notevoli difficoltà mi sono addentrato in una di queste caverne e per alcune centinaia di metri. Non finiva mai e vi erano numerose testimonianze degli antichi indios. Decine di altre caverne e probabili siti archeologici sono visibili lungo la costa scoscesa. Non è da scartare l’ipotesi che detti nascondigli naturali siano stati usati anche in epoche più recenti da pirati.

Arriviamo nella punta Sud Est della Repubblica Dominicana: Isola Saona, con la sua bella laguna e spiagge bianchissime. E’ meta di gite turistiche che partono da Baia Hibe e la Romana. Vi si arriva in barca. Andando verso Ovest, troviamo appunto le citate località e, di fronte alla costa l’Isola Catalina. Luogo di immersioni molto belle e meta giornaliera di gite turistiche.

 

 

Nel lato Est c’è una bellissima parete da esplorare per i sub. Scende fino a circa 80 metri ed è popolata da bellisimi coralli. L’acqua è limpidissima e di un bel color verde azzurro. Lì vicino approdano i grandi transatlantici e i loro turisti scendono sull’isola ad “assaporare” l’atmosfera caraibica. Non è, in questo caso, un luogo ameno, anzi c’è un po’ di confusione, ma valeva la pena citarlo.

Ovviamente, di luoghi selvaggi, ce ne sono moltissimi altri. Mi son limitato solo ad alcuni e solo nella parte Est. In successivi articoli proverò a descrivere altre zone. E’ da sottolineare che la Repubblica Dominicana è unica, in quanto a varietà di paesaggi e climi e se uno ha il modo e tempo di visitarla tutta, ne può ricavare esperienze veramente uniche.

Hasta luego”

Articolo e foto di Antonio Millemaci (sc*******@ya***.com)

Nota : le fotografie rappresentano anche luoghi intermedi nel percorso, fra quelli citati nell’articolo. 

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