Fossili di dinosauro: un giorno da geologi (Buta Ranquil, Provincia di Neuquen, Argentina)

 

Eccoci qui, che pedaliamo felici sulla cordigliera andina. Clima secco, freddo e poco piovoso, paesaggio desertico con montagne immense, dai mille colori e dalle nevi perenni. Giochi di rocce e minerali che rendono questa terra unica nel suo genere. Montagne graffiate dai ghiacciai che 10 mila anni fa si sono ritirati da queste terre, oggi sono più che mai le energie guida di queste vallate sconfinate. Che pace mi da poter guardare a 100km di distanza e più, mi attraversa una sensazione di serenità, di pace. Che immensità, che fortunati che siamo ad essere qui e ora. Siamo avvolti nei colori di terra: dalla sabbia al marrone scuro, dal verde al giallino fino quasi al rosso di Marte, e poi ci sono loro, quei picchi innevati, ghiacci perenni, ultima resistenza di una purezza primordiale ormai sul punto di arrendersi. Siamo nella provincia di Neuquén, quella rinomata per il quantitativo di fossili di dinosauri e animali preistorici rinvenuti in queste terre.

 

Siamo appena arrivati nel piccolo paesino di Buta Ranquil (1000mt) alle pendici del gigantesco vulcano Tromen (4000mt). Prima di cercare un posto in cui accampare decidiamo di andare a consultare la municipalità che a volte ci ospitano di buon grado negli alloggi comunali. Conosciamo Pedro, delegato municipale di Buta Ranquil che ci invita ad alloggiare in un mini appartamento comunale all’interno della struttura del palazzetto dello sport (polideportivo). Che figata, cucina, bagno e 2 materassi (per 2 abituati a dormire in tenda su dei materassini gonfiabili è comunque un lusso che di tanto in tanto è bello ricevere). La vita del piccolo e sperduto paesino sulla leggendaria Ruta 40 alle pendici del vulcano Tromen ruota attorno al "poli deportivo" (complesso sportivo comunale). Ragazzi e ragazze di tutte le età giocano a tennis, hockey su pattini, calcetto, basket, pattinaggio artistico, pallavolo etc. Insomma é un paese vivo e i giovani restano in questa realtà protetta dalle alte montagne. La gente lascia ancora la porta aperta quando esce di casa, si conoscono tutti e attuano come un unico essere vivente. Questa si che è evoluzione e loro, che guardano al nostro primo mondo come un traguardo, probabilmente neanche lo sanno. Sappiamo che queste valli desertiche sono piene di fossili, basta camminare per incontrare "caracoles petrificados" fossili di conchiglie risalenti a 50 milioni di anni fa e più quando in queste terre c’era il Mare Patagonico. Vi rendete conto che emozione? Vogliamo assolutamente immergerci in questa storia. Per fortuna abbiamo un indizio: parlando con la gente del posto tutti ci consigliano di parlare con Eduardo detto "El Pocho" che lavora al registro civile. Sembra che Eduardo sia un esperto in archeologia e storia, insomma, la persona che fa per noi. Andiamo al registro civile, ci presentiamo ad Eduardo e gli raccontiamo la nostra storia. È molto occupato in questo momento così ci invita a cena a casa sua, figo no? Ci cucina un beef alla criolla e ci racconta le origini del paesino nonché i migliori posti in cui andare a cercare fossili marini. Incontriamo sempre persone speciali. È una sorta di storico, ha scritto un libro sulle origini di Buta Ranquil. Un incontro prezioso. Non indugia a condividere con noi pensieri, credenze e teorie. Che esperienza. Prima di riaccompagnarci a casa (il palazzetto dello sport :-D) ci suggerisce di camminare ai piedi del "cerro negro", un piccolo promontorio all’ingresso del paesino interamente formato da macigni vulcanici scagliati li dal Tromen nell’ultima eruzione.

 

 

L’indomani andiamo a camminare nel posto in cui ci aveva detto il Pocho e all’improvviso siamo nel libro di storia del nostro pianeta. Osservando la roccia è facile distinguere le differenti ere geologiche. Naturalmente non sappiamo quelle rocce a quali ere geologiche appartengono ma ci basta sapere che sono diverse, preziose e chiare per chi le sa leggere. Non ci vuole molto per scoprire i primi fossili di conchiglie e alghe marine. Incontriamo Caracoles pietrificati di cui tanto avevamo sentito parlare. Qui, milioni di anni fa c’era il mare, Mar Patagoniense. Durante il periodo terziario, infatti, il mare coprì in epoche differenti distinte regioni del territorio argentino. All’incirca da 50 a 20 milioni di anni fa, il mare (Mar Patagoniense) fu popolato da una fauna differente a quella che in seguito, tra 10 e 4 milioni di anni fa, caratterizzo il mare che si localizzò nel nord dell’Argentina. Molte delle specie che vissero in questi mari vivono ancora nell’attualitá, altre invece si sono estinte. Vicino Neuquen c’è un posto noto come Valle dei dinosauri in cui nel 1993 fu scoperto il fossile del dinosauro carnivoro più grande di cui si abbia notizie fino ad ora, noto come giganotosaurus Carolini (una specie di T-rex ma ancora più grande). In tutta la zona inoltre è facile imbattersi in impronte di dinosauro pietrificate nella roccia, nonchè in uova pietrificate con dentro ancora embrioni perfettamente conservati, insomma incredibile.

 

Il Pocho ci aveva raccontato che qualche anno fa era stato rinvenuto il fossile di uno squalo preistorico e che ogni settimana la gente del campo si reca all’università di Neuquen con un pezzo di fossile rinvenuto nel proprio campo. Meraviglioso! Se avessimo viaggiato come turisti non ci saremmo mai fermati in questo sperduto paesino della cordigliera andina e non avremmo mai conosciuto le splendide ed ospitali persone che conosciamo adesso. Viva il nomadismo e viva la bicicletta che ci obbliga alla lentezza, al ritmo naturale della vita, alla qualità e non alla quantità. In breve, all’evoluzione.

 

 

Soddisfatti delle scoperte rientriamo al palasport e decidiamo di recarci nella piccola biblioteca comunale che ci permette di usare internet per capirne di più sul processo di fossilizzazione. Sembra che quando un corpo organico resta interrato per lungo tempo, il materiale organico viene rimpiazzato dai minerali. Il processo di pietrificazione si svolge sotto terra quando il corpo organico si trova sotto sedimenti e grazie all’assenza di ossigeno si conserva. L’acqua ricca di minerali, filtrata dai sedimenti, deposita minerali nelle cellule che decomponendosi diventano roccia, pietrificandosi. Particolarmente affascinante sono gli alberi e le piante pietrificate. Durante questo processo infatti, magnesio, ferro e rame presenti nell’acqua e nel fango danno al legno una gamma di colori impressionante. Il legno pietrificato può conservare la sua struttura originale fino ad un livello di dettaglio microscopico, impressionante. L’argentina, naturalmente ricca di minerali, è anche piena di boschi pietrificati. Non è difficile incontrarli.

 

Soddisfatti rientriamo alla base. Che esperienza. È stato come affacciarsi da una finestra temporale e osservare il mondo 50 milioni di anni fa. Tutto questo ci fa riflettere su quanto recente sia la nostra comparsa sul pianeta rispetto alla sua storia. Siamo gli ultimi comparsi. Se la storia della terra avesse 1 anno, noi saremmo comparsi nell’ultimo secondo. Ci illudiamo ancora di essere la specie vivente dominante? Ci illudiamo ancora di essere in grado di pregiudicare la vita di un vecchio saggio come la terra? Il nostro pianeta è molto più evoluto di noi e sa perfettamente come reagire per proteggersi dagli intrusi. Dovremmo osservarla un po’ di più, imparare dalla nostra madre terra. Incominciare a parlare con lei, cercare la connessione. Così potremmo recuperare le nostre memorie e ricordare quando danzavamo assieme, quando la ringraziavamo per la sua ospitalitá, generosità e protezione poiché in realtà ringraziavamo noi e i nostri fratelli. Quando nel tempo senza tempo sapevamo essere un tutt’uno. Sapevamo plasmare la nostra realtá consapevoli di poter attuare la creazione e vivere nelle infinite possibilitá. Quando nel tempo senza tempo sapevamo usare la rete di unitá di coscienza.

 

Pierluigi e Melissa

www.theevolutionarychange.com

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