La Puna Salteña: l’altipiano Andino e le sue meraviglie

 

Il nord-ovest dell’argentina è senza ombra di dubbio uno dei posti più incredibili del pianeta. La cordigliera andina diventa sempre più alta e quel tipico paesaggio di montagna, non poi così diverso dalle Alpi (fosse altro che qui le vette superano i 6000mt), diventa un altipiano immenso tra i 4000 e i 5000mt assolutamente unico nel suo genere. Benvenuti nella Puna andina. Si tratta di un ecosistema estremamente desertico che comprende il nord di Argentina, Cile e il sud della Bolivia. Il paesaggio è vergine. Qui l’uomo non è riuscito ad adattarsi alle condizioni climatiche: freddo estremo di notte e sole cocente di giorno. Fortissimi venti soffiano costantemente sull’altipiano e gli unici essere viventi che sembrano gradirlo sono i Lama. A queste altitudini la vegetazione è quasi assente; resistono solo piccoli arbusti dello stesso colore della terra e rari insediamenti di totora spesso secca a meno che non si trovi nei pressi di uno dei tanti ruscelli che a sorpresa attraversano queste terre estremamente aride. Los Cardones (i cactus andini) restano sotto i 3200mt circa di altitudine. Dai 3000 ai 3800mt circa compare il ginepro con quel suo intenso profumo che ci riporta sull’Himalaya dove i nativi Gunung e i monaci tibetani li usano nelle loro cerimonie.

 

 

L’aria si fa rarefatta, la bici diventa più pesante. Attorno a noi i colori della Puna. Le montagne rossicce, verdi, gialle e grigie per via della quantità di minerali che le compongono. E infine lui: il vento. Quando pedali immerso in questi spazi realizzi di essere UNO con tutta la vita che ti circonda e allora inizi a riflettere. Ti rendi conto che in queste terre estreme il vento è il tuo migliore alleato e al tempo stesso il tuo più acerrimo nemico. Tuttavia poiché il vento soffia per missione di vita, l’unica maniera che ha per esercitare il libero arbitrio è scegliere la direzione e la forza con cui soffiare. Penso che il vento sia un giudice imparziale che cerca l’equilibrio in ogni sua azione. Ti avvantaggerà tanto quanto ha deciso di penalizzarti. Il vento è lo spirito guardiamo di questa terra. Il vento è un altro me, il vento sono io.

 

3 anni fa, quando partimmo per il giro del mondo zaino in spalla, trascorremmo ben 2 mesi in Argentina eppure non conoscevamo minimamente la Puna Salteña (la puna della provincia di Salta) che offre un giro incredibile che noi abbiamo fatto in bici ma che a molti turisti abbiamo visto fare con auto noleggiate. Si tratta di una sorta di vero e proprio Loop (giro) tra quebradas (gole) lunghe 150km che ti portano dai 1300 ai 4100mt risalendo il letto di fiumi e consegnandoti finalmente le chiavi dell’altipiano andino. Non è facile mettere assieme tutto perchè c’è davvero tanto da vivere e da esplorare ma per quelli che volessero conoscere il nord-ovest argentino vi raccomandiamo caldamente il giro che abbiamo fatto noi.

 

Da Cafayate (1650mt) abbiamo percorso 170km attraverso el Valle de Calchaquies fino ad arrivare a Cachi (2350mt). Da Cachi abbiamo seguito per Salta attraversando la Recta Tin Tin, il Parco nazionale Los Cardones, il Passo Piedra de molino (3450mt) per poi scendere verso el Valle de Lerma per la strada più pericolosa del mondo (non come quella che reclamano in Bolivia 🙂 ovvero la Cuesta del Obispo (se volete le prove guardate il video della nostra discesa sul nostro canale You Tube – potete accedervi dal nostro sito www.theevolutionarychange.com). Infine da Campo Quijano (1500mt) abbiamo attraversato i 150km della Quebrada del Toro che fiancheggiando le rotaie del Tren a las nubes ci ha portato sull’altipiano andino in piena Puna a San Antonio de los cobres (3800mt) attraversando il passo Abra Blanca a 4100mt.

 

Ecco come vi consigliamo di esplorare il nord Argentino: arrivate a Salta e noleggiate per 7/10 giorni un auto. Iniziate a scendere verso sud, direzione Cafayate e in prossimità di questo paesino (a circa 60km) vi si aprirà dinanzi agli occhi il primo spettacolo della natura: la quebrada de las conchas. Una gola con rocce disegnate dal vento e modellate dall’acqua che hanno assunto le più incredibile delle forme: l’anfiteatro, la garganta del diablo, el Sapo, el obelisco, el fraire, el castillo. Godetevi Cafayate con le sue vigne e le botteghe: percorrete la "Ruta del vino" e non perdetevi la visita ad una delle numerose botteghe. Infine mangiate le empanadas salteñe in un posto che di chiama el hornito. Da Cafayate inizia ufficialmente l’esplorazione della valle Calchaquies. Si tratta di un percorso di 170km risalendo la valle al lato del fiume omonimo tra paesini e paesaggi mozzafiato. Il top è la Quebrada de las Flechas: a circa 10km dal paesino di Angastaco vi ritroverete a percorrere una gola le cui rocce sembrano tante punte di frecce, sempre disegnate dal vento. Vi suggeriamo caldamente di fermarvi nel paesino Santa Rosa e trascorrere la notte nell’ultima casa-bottega del paesino alla destra della strada. Qui siamo stati accolti da Olga e Milagro che con l’aiuto del figlio hanno messo su una vigna di uva Malbec; non vi pentirete della loro accoglienza e ospitalità. Ci hanno obbligato a ripartire con una bottiglia del loro delizioso vino con la promessa che lo avremmo aperto a Cachi per festeggiare l’arrivo.

 

Molinos e Seclantas sono altri 2 mini-paesini che certamente vale la pena visitare. Arrivati a Cachi ci sono diverse alternative di alloggio, per tutte le tasche. Noi abbiamo goduto del camping municipale e ci è piaciuto così tanto che ci siamo rimasti per una settimana, all’ombra dei pini, estasiati dal canto degli uccelli e soprattutto ospitati dalla municipalità che ci ha permesso di accampare li …dopo aver visto le nostre di tasche…vuote.  Da Cachi abbiamo preso la strada per El Carril; uno dei percorsi più entusiasmanti mai fatti. Superata Payogasta, la strada sale fino a 3000mt e da qui inizia la famosa Recta Tin Tin, una strada di 12km perfettamente dritta costruita dagli Inca ai tempi del loro grande impero. Ci sono cartelli che spiegano l’origine della strada tuttavia nessuno ne spiega il mistero: come delle civiltà antiche poterono costruire una strada simile senza le attuali tecnologie. Percorrendo la retta si passa attraverso il parco nazionale Los Cardones. Eccoci arrivati a casa dei giganti spinosi che dominano la valle. È stato costruito un punto panoramico e una passeggiata guidata dal guardiaparco e da cartelli descrittivi che ci porta nel mondo dei cactus andini. Inizia la salita verso il passo Piedra de Molino (3450mt). Si tratta del "capo Horn" dei venti. Da questo punto in poi inizia la parte più bella del percorso: la cuesta del obispo. 25km di discesa passando dai 3450mt del passo ai 2000mt. Vi sembrerà di essere un condor; dall’alto si apre sotto di voi un lunghissimo serpentone di stradine e tornanti senza protezione che tra la roccia franante e il precipizio vi accompagneranno a valle. Inutile dire che il paesaggio e l’immensità della valle è da togliere il fiato. Arrivati a Rosario de Lerma (1350mt), inizia l’ultima parte e certamente la più tosta viaggiando in bicicletta, di questo itinerario del nord argentino attraverso la provincia di Salta.

 

 

Entriamo nella Puna Salteña.

 

Da Rosario de Lerma si segue la ruta 51 per circa 150km fino a raggiungere l’icona della Puna Salteña: il paesino San Antonio de los cobres (3800mt). Chi di voi non ha mai sentito parlare del Tren a las nubes (letteralmente treno per le nuvole)? Si tratta di un treno "turistico" (simile a quello che da Ollamtaytambo arriva al Machu Picchu, Perù) che da Salta raggiunge San Antonio de los Cobres. Il treno attraversa la Quebrada del Toro costeggiando la strada fino al paesino di Santa Rosa de Tastil (più o meno metà del percorso) per poi separarsi addentrandosi tra le alture della Puna e dell’altipiano. Noi abbiamo attraversato la Quebrada del Toro seguendo la strada e vi posso assicurare che il paesaggio è da togliere il fiato. Siamo partiti da Campo Quijano (1500mt) e dopo una giornata di pedalata arriviamo in un piccolo paesino semi abbandonato che si chiama Governador Sola (2500mt). Qui vivono 50 persone circa, si tratta di una comunità indigena. La gente è estremamente accogliente. Conosciamo il capo stazione (si perchè da qui passa il famoso treno a las nubes) che ci invita per un tè con biscotti pre cena. L’indomani riprendiamo la bici e passando per Santa Rosa de Tastil ci fermiamo per la notte a Las Cuevas (3200mt), un gruppo di case, meglio noto qui come paraje. Non abbiamo cibo e il piccolo negozietto del posto è chiuso. Troviamo supporto presso una fondazione per l’infanzia che si offre di alimentarci per l’intera giornata. L’indomani partiamo alla volta di San Antonio de los cobres. Da Las Cuevas e per i successivi 21km la strada sale verso la Puna fino ad arrivare al Passo Abra Blanca (4100mt) in un paesaggio che ha del surreale; potrebbe essere uscito dal pennello di Van Gogh per stile e colori. Da qui e per i successivi 28km si inizia ad attraversare l’altipiano verso San Antonio de los Cobres: Benvenuti nella Puna.

 

 

Ad accoglierci un gruppo di Lama che sembra tutt’altro che sconvolto dalla tempesta di vento e sabbia che a 5km da San Antonio ci obbliga a fermarci. È solo grazie ad un camionista che si offre di caricarci con tutte le bici se riusciamo a raggiungere la destinazione. Poco dopo apprendiamo che il vento ci soffiava contro a 60km/h con raffiche a 80.

 

San Antonio de Los Cobres (3800mt).

 

Per quelli che vogliono conoscere il Nord Argentino in generale e la Puna Salteña in particolare, San Antonio è la Mecca. Artigianato, stile, colori, costumi e usanze. Qui tutto suona "diverso" dall’Argentina a cui siete stati abituati fino ad ora. La cultura e l’identità della gente del posto è di discendenza Quechua e Aymara (rispettivamente Perù e Bolivia) piuttosto che legata ai nativi mapuche di Neuquen, Rio Negro e della Patagonia. Ci sono numerose attività e passeggiate nelle quali ci si può cimentare: una tra tutte portare omaggio al Nevado del Acay seguendo la leggendaria Ruta 40 per 40km verso sud fino a raggiungere il passo noto come Abra del Acay (4950mt) il punto più alto mai raggiunto da una strada nelle Americhe. La ciliegina sulla torta è il famosissimo "Viaducto la Polvorilla": si tratta di un ponte sospeso a centinaia di metri dal suolo su cui passa il Tren a las Nubes. Da non perdere. Il nostro consiglio è di fermarvi qui almeno un paio di giorni e godervi il posto.

 

Passeggiare per le stradine e fermarvi ad osservare la gente, le loro abitudini, i piccoli gesti che vi apriranno le porte alla cultura del posto. A questo proposito l’efficiente ufficio del turismo vi proporrà diverse soluzioni di alloggio, tuttavia qui vi lasciamo la nostra raccomandazione in fatto di "Hospedaje". Per noi il miglior alloggio per comfort, accoglienza, pulizia, gentilezza, disponibilità e prezzo è l’Hospedaje Sumaq Samay (tel. 0387-155-162271) Qui vi offriranno una stanza privata per 80pesos/persona (circa 10€, prezzo valido a novembre 2013) con colazione inclusa. Da sottolineare l’ottima connessione internet wi-fi che offre l’Hospedaje (cosa anomala per questo paesino in cui la connessione wi-fi è solitamente lenta e precaria). La Signora Eusebia, che gestisce l’Hospedaje assieme al marito, di giorno lavora come cuoca nell’angolo "comida regionales" (cibi regionali) del complesso di Artigianato (da visitare assolutamente…il complesso e la cucina della Signora Eusebia).

 

 

Qui vi lasciamo. Se seguirete questo itinerario conoscerete le meraviglie dell’altipiano Andino, della Puna Salteña e del Nord Argentino come nessuno. Non è un caso che 3 anni prima, Lonley Planet alla mano, ignoravamo l’esistenza di un giro simile per le Ande. Insomma, l’esperienza di pochi al servizio di molti affinchè possiate portare per sempre nei vostri occhi e nel vostro cuore le meraviglie della Puna Andina.

 

Buona esplorazione!

 

Pierluigi e Melissa

In Lak’ech- Tu sei un altro me

www.theevolutionarychange.com

 

ULTIMI ARTICOLI

CATEGORIE

SEGUICI SU FACEBOOK

ISCRIVITI ALLE NEWSLETTER

SEGUICI ANCHE SU