Pacha, io ti appartengo

 

Sono ormai trascorsi più di tre anni dalla scelta definitiva, dal ci sei o ci fai, dal ma siete sicuri, dal va che poi se vi pentite, dal "the point break". Cos’è cambiato? Tutto. Tutto è cambiato. Non è rimasto più niente, nemmeno una briciola delle persone che si erano conosciute in primavera ad un meeting di benvenuto aziendale e che pensavano avrebbero trascorso l’inverno insieme tra jogging, sci e qualche ristorante. Irriconoscibili, fisicamente e spiritualmente. Non siamo più materia, non c’è più niente di terreno tra noi, siamo luce, siamo spirito, siamo pure scintille dell’universo. Quattro anni fa, dopo le solite "risveglianti" vacanze estive, una in Salento e uno in Messico, proprio nel giorno del mio compleanno, ci comprammo un planisfero. Si, di quelli che si usano a scuola per insegnare la geografia agli alunni. Lo appendemmo in soggiorno e cominciammo a fantasticarvici sopra. Gattonandoci su come i bambini-esploratori.

 

Quattro anni fa, passammo l’inverno a testa bassa, sopportando un lavoro e per di più un entourage sociale insopportabile-intollerabile, in nome di un sogno. Un sogno che oggi è realtà, quotidianità. Quattro anni fa un pischello e una pischella, passavano il weekend tra i milioni di siti internet per capire dove andare, cosa fare, cosa vedere, cosa conoscere, come proteggersi, come non ammalarsi, come comunicare, quanto spendere, come raccogliere i soldi e anche, come tornare a casa. Quattro anni fa, noi due, figli di un sistema ormai in declino, di un modello di cui non abbiamo mai condiviso nulla, ma che per capirlo ci hanno messo alcuni anni, che per svegliarsi e ricordare il perché sono finiti su questa pianeta, qual’è la loro missione e come renderla concretezza, quattro anni fa noi due salivamo su un volo transoceanico, senza sapere che quello era il nostro sliding doors. Noi due, non saremmo mai più tornati. Mai più.

 

Chi eravamo? Eravamo due, credevamo, con le idee abbastanza chiare: "andiamo a dare un’occhiata al mondo" ci dicevamo, "andiamo a vedere con i nostri occhi come vivono gli altri, se ci sono altre opportunità/possibilità/modalità di vita diverse dalla nostra che prevede l’ingabbiarsi in un modello fatto di pochezza". Prevalentemente però, volevamo vedere un mondo che avevamo sfogliato solo sui libri, volevamo vedere mari, laghi, fiumi, monti, ghiacciai, uccelli, balene, pinguini, orche. Volevamo vedere il libro delle fiabe, volevamo fare il nostro giro del mondo in 80 giorni, viaggiare al centro della terra, essere Alice nel paese delle meraviglie o il Bianconiglio o lo Stregatto o tutti e tre assieme contemporaneamente.

 

 

Quattro anni fa, non ci era affatto chiaro cosa stavamo cercando. Dicevamo "la natura, la natura è di una bellezza incredibile, e noi vogliamo conoscerla meglio".

 

Quattro anni fa non avevamo affatto chiaro ciò che ci è oggi.

 

La natura. La natura non è un essere astratto di cui ci raccontano i libri o i documentari in tv. La natura non è un posto che sta là lontano, laggiù in fondo, forse in vacanza pagando fior di quattrini, avrò la fortuna di vederne un pezzettino incontaminato. La natura non è il parco sotto casa e nemmeno il mio fido cagnolino. La natura non è povera Amazzonia ridotta a scrivania di poco costo da Ikea, grazie. Non è nemmeno il mercurio scaricato nelle acque dei fiumi per crescervi pesce di allevamento. Cancerogeno per altro. Non è la pesca a strascico che distrugge le barriere coralline e cattura i piccoli appena nati impedendone la crescita e incrinando per sempre il ciclo biologico di intere specie animali. La natura non è i ghiacciai che si sciolgono e non tornano più a causa dell’effetto serra. Non è un mare in cui quotidianamente disastrose navi-pattumiera a causa di un "scusate errore umano" scaricano ettolitri di petrolio o altre sostanze inquinanti; ma poi tranquilli che qualche migliaia di euro per ripulire lo investiamo anche noi. La natura non è una miniera a cielo aperto con tanto di esplosivi e persone ammalate di cancro che ci lavorano per offrire "un diamante è per sempre" in caso di anniversario. La natura non sono le milionate di borse di plastica che inavvertitamente animali di cielo, di terra o di acqua ingoiano rimanendone soffocati. La natura non è "a una volta non era così, una volta si che c’era la natura". La natura non è la gazzella che ogni giorno si sveglia ed inizia a correre perché c’è sicuramente un leone che le da la caccia. La natura non sono le discariche di rifiuti di cui stiamo ricoprendo il mondo "scusate ma purtroppo l’uomo è l’unico, dico l’unico essere vivente incapace di vivere felicemente la sua vita su questo pianeta senza originare merda". La natura non è la pioggia che non arriva ed è tutto secco allora lanciano delle bombe in cielo per provocare temporali in modo che il raccolto non vada buttato. La natura non è nemmeno fa troppo freddo (20 gradi) accendo il riscaldamento, ora fa troppo caldo accendo l’aria condizionata. La natura non è nemmeno incazzata con l’uomo per questo genera terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami., mietendo morti a destra e manca.

 

La natura non è niente di tutto questo. Eppure questa era la natura che cercavamo anche noi due ingenuotti, cresciuti in un sistema scolastico, culturale e sociale, dove ti bevi tutto ciò che ti danno a bere. La natura non è niente di tutto ciò di cui sopra. L’errore umano? Considerare la natura per quello che ho descritto in poche righe più sopra; considerarla come un ente a se stante, come "natura morta", come un "capisco che è importante, ma non so come aiutarla, perché insomma così fan tutti". L’errore umano! Considerare la natura come qualcosa al di fuori di noi.

 

Da quando viaggio, ma soprattuto da quando viaggio in bicicletta, ci ho capito qualcosa di più della natura.

 

Io mi sveglio con lei, con il canto degli uccelli.

 

Mi alzo con il sorgere del sole i cui raggi bramo per scaldarmi dal freddo del mattino e vado a letto quando lui non è più lì a riscaldarmi e a permettermi di vedere.

 

Faccio colazione con la sua preziosa acqua e qualche frutto.

 

Poi salgo a cavallo della mia bici e percorro le sue addomesticate pianure, le dolci colline, nonché le terribili salite di montagna. Lei è fatta così, non mi vuole male, fa su e giù, perché è come la vita, fatta di alti e bassi. E dopo ogni salita, c’è sempre una discesa. Sempre. Mi avvalgo dei suoi preziosi elementi e capisco, in ogni istante, che senza anche solo uno di loro, io sarei morta, cenere; sono fatta del 70% di acqua, non posso fare a meno di respirare, ho una temperatura corporea prossima ai 38 gradi e tra le cose più importanti di cui ho bisogno ci sono vitamine e sali minerali. Acqua, aria, fuoco e terra. Io non mi avvalgo dei suoi quattro elementi. Io sono i quattro elementi della natura. Anch’io all’inizio pensavo alla natura come "poverina cosa le abbiamo fatto, la natura ha bisogno che io la protegga". No, amici. Non è così. È il contrario, l’esatto contrario. Sono io che ho bisogno di protezione e solo lei può offrirmela. Siamo noi quelli in pericolo di vita e di estinzione.

 

 

La natura è mia mamma, la mia casa, il mio rifugio, colei che mi nutre e mi ama. Lei è ordinata, bella e armonica e io voglio essere come lei, ordinata, bella e armonica. Pedalo sulla mia bici Pangea e guardo di fronte a me, di lato, dietro di me. Lei è ovunque e più la guardo e più mi rendo conto di quanto sia perfetta: i suoi lineamenti, i suoi colori, i suoi profumi; ogni cosa è al suo posto, in ordine e mi chiedo "se dovessi assomigliare a qualcuno, a chi vorresti assomigliare?" A lei, alla natura. Lei è un quadro perfetto. Ma non è un quadro, non è opera dell’uomo e non è finzione. Lei è vera ed è così grazie a se stessa soltanto.

 

E allora insegnami Pacha, insegnami gli odori, i colori, le emozioni. Insegnami a non temerti né combatterti, insegnami ad averti come alleata, a convivere con te senza farti male, a convivere con gli animali e gli elementi. Aiutami a dimenticare i condizionamenti e i paradigmi che da te per secoli mi hanno allontanata, privandomi della luce, della mia fonte di vita. Aiutami a ricordare chi sono io per te e tu per me. A ricordare che noi due siamo una cosa sola, la stessa cosa. Siamo uno.

 

Io ti appartengo Pacha, io sono come te, anzi IO SONO TE. Sei bellissima e io ti amo.

 

Melissa e Pierluigi

In Lak’ech – Tu sei un altro Me

www.theevolutionarychange.com