Sapore d’Italia in giro per il Mondo

 

Oggi è stata davvero una giornata speciale e la cosa che l’ha resa speciale non è stato il solito meraviglioso percorso di trekking che si può fare qui in Terra del Fuoco. Questo qualcosa è stato qualcosa che sa molto di casa … e che mi ha fatta riflettere sul paese meraviglioso (sotto certi aspetti) che mi ha dato le origini. Rientrati dal trekking "Camino Costero" verso le 17.00, ci prepariamo un bel pranzetto di tardo pomeriggio, una merenda più che un pranzo, ci "scofaniamo" 250 grammi di pane integrale e poi ci rilassiamo con un bel te caldo. Ad un certo punto a Pier gli prende una gran voglia di dolce … come tutte le volte che facciamo attività fisica :-). Al che gli dico che se vuole posso andare al supermercato e a tal proposito gli faccio le seguenti proposte: prendo della buonissima marmellata di castagne, no dice lui mi rimane sullo stomaco prendimi della Nutella, no dico io la voglio fare in casa nei prossimi giorni, ti prendo del gelato, no dice lui, non è possibile spendere dei soldi per del gelato che sa tutto della stessa essenza chimica indipendentemente dal gusto che scegliamo …. bene dico io! Ti faccio la Torta Caprese che ho fatto per il mio compleanno e la cui ricetta ci ha dato tua mamma prima di partire. Pier sgrana gli occhi e un sorriso enorme riempie il suo viso … è proprio vero che a volte non servono le parole per capirsi.

 

 

Mi metto il giubbotto e mi precipito nella mia "Tienda" (negozio) naturista di fiducia: mandorle, cioccolato amaro, cacao, uova, farina, zucchero. Rientro e mi metto ai fornelli; gli ingredienti sono di prima qualità e quando inforno la torta, il buonissimo profumo di cioccolato si diffonde in tutta la casa. In poco meno di un’ora la torta è pronta e sembra proprio deliziosa. Nessuno di noi due ci aveva davvero creduto; spesso accade infatti che cerchiamo di replicare un piatto tipico italiano, ne raccontiamo i dettagli succulenti e poi, ciò che ne risulta è qualcosa di piuttosto deludente … almeno, per noi due. Nessuno dei nostri amici Sud Americani infatti è mai rimasto deluso da uno dei nostri manicaretti, ma noi due si. Il vero problema di noi Italiani è che conosciamo dei sapori che gli altri “esseri umani” non conoscono: il pomodoro per noi è rosso, succulento (quasi un frutto) ma soprattutto sa di pomodoro; noi non siamo abituati al pomodoro maturato con i raggi X in celle frigorifere; il basilico è una piantina verde smeraldo, profumata, che metti in abbondanza sui pomodori, non è una spezia disidratata e mescolata con altre spezie in particolare con aglio, cipolla e ajì piccante affinché abbia una sorta di sapore; l’olio extra vergine d’oliva è di colore scuro e intenso, non di colore chiaro e che sa un po’ di plastica come l’olio di semi che quasi nessuno di noi usa né per condire né per cucinare se non per friggere; il parmigiano reggiano o grana padano, è un formaggio morbido e stagionato di cui, se mangi anche solo un pezzettino, è come se avessi cenato, non si tratta invece di grattugiare la crosta di tale formaggio e spacciarla per prima qualità a prezzi esorbitanti; per non parlare della frutta, di tutta la restante verdura, della mozzarella (ma questi qui non hanno idea di cos’è la mozzarella eppure la vendono!), dell’aceto balsamico che nella maggior parte dei posti nemmeno esiste, o di un’immensa varietà di biscotti e biscottini al cioccolato che, pur pagandoli prezzi differenti, sanno tutti dello stesso sapore, che contengano anche nocciole, semi, farina integrale o altro; infine per non parlare del pane o dei dolci di panetteria: perché entri in panetteria e c’è una varietà infinita di dolci appena sfornati che decidi di comprare coprendo tutti i sapori dei loro ripieni possibili e poi vai a casa, fai merenda e non riesci a capire se stai mangiando qualcosa al cioccolato, al dulche de leche, alla crema, al dulche de membrillo, alla frutta, alle mele ecc? Eccovi servito così in poche righe il dilemma del viaggiatore italiano in giro per il mondo. Per non parlare infine del fatto che, per dare un qualsiasi sapore ad un piatto, secondo i Sud Americani è sufficiente abbondare con aglio e cipolla! E che senso ha? Ho capito che si tratta di verdure saporitissime, ma se il loro sapore deve coprire il sapore del piatto che sto cucinando allora fatevi degli anelli di cipolla fritta e stop! Non trovate? Insomma stavolta con nostra grande meraviglia non è successo e la torta che ho fatto ieri pomeriggio è deliziosa, sa di Italia e scomparirà nell’arco di sole 15 ore … e siamo solo in tre in casa! 

 

Purtroppo però pare che stasera non avremo tempo di degustarla. Appena sfornata, ancora calda (così non la si può mangiare perché l’ideale è servirla con del gelato al fiordilatte; se nel frattempo vi ho fatto venire l’acquolina in bocca, scriveteci una mail che vi passo la ricetta) Pablo ci invita ad una serata particolare con la sua compagna Majo. “Dove andiamo?” Chiedo io. “Andiamo a teatro, vi va"? Non ci pensiamo molto su perché l’opportunità sembra molto interessante per un paio di buoni motivi, in primo luogo poiché di sera non facciamo mai nulla e ce ne stiamo sempre chiusi in casa che, con il freddo che fa qui ed il vento che soffia in questi giorni, non è nemmeno una cattiva idea, e in secondo luogo perché si tratta di un’offerta speciale organizzata dalla Casa della Cultura di Ushuaia tale per cui, con circa 2,5€, potremo godere di un buon spettacolo … e per due con budget ridotto come noi, è proprio il caso di approfittarne. Nessuno però ci anticipa nulla sul tipo di spettacolo che andremo a vedere,; tutti vogliono che sia una sorpresa … speriamo si tratti di qualcosa di divertente, ci diciamo tra noi. Una volta arrivati a teatro scopriamo che vedremo una commedia della compagnia italiana Berardi Casolari "Io provo a volare" interamente dedicata a Domenico Modugno, incredibile cantautore conosciuto in tutta l’America del Sud.

 

 

La commedia si rivela davvero bellissima e divertente. Si svolge alternando il monologo completamente in spagnolo, dell’attore principale Gianfranco Berardi, con le canzoni di Modugno cantate in italiano dal fratello chitarrista e solista, Davide e accompagnate da un incredibile suonatore di fisarmonica, il pugliese Giancarlo Pagliara. Tutti e tre sono incredibilmente bravi; in particolare da Gianfranco traspare un’energia, una forza e una voglia di vivere incredibili. Salta, balla, canta, parla a raffica, una battuta dopo l’altra, alterna castigliano e italiano senza fare errori coniando un nuovo idioma probabilmente! Fa battute, interagisce direttamente con il pubblico, è dolce, aggressivo, sconsolato, esaltato, contento, affranto, tutti gli stati d’animo possibili ed immaginabili in una volta sola. Un viso estremamente espressivo, due occhi che gli escono dal capo e i capelli di lunghezza media che fa balzare a destra e a sinistra. La commedia risulta esilarante; è un alternarsi di battute di spirito, canzoni meravigliose come “volare”, prese di coscienza di un modello di vita e di una società basata sull’apparenza, e applausi, applausi e applausi (ovvio, non va dimenticato che che gli Argentini sono innamoratissimi dell’Italia e degli Italiani e che questo fa risultare tutte le cose molto più facili quaggiù). Meraviglioso. Alla fine il pubblico si alza in piedi e applaude contentissimo. Non so se si è capito ma ci sono piaciuti così tanto che vi consigliamo vivamente di andarli a vedere se vi dovesse capitare!

 

 

La cosa però che ci colpisce di più, accade soltanto alla fine dell’opera. La commedia termina verso mezzanotte e Pablo e Majo ci invitano a prendere una birra insieme prima di andarcene a dormire. Ci infiliamo in un locale e dopo aver ordinato, anche gli attori di teatro entrano nello stesso locale in cui siamo noi. Appena li vediamo, ci giriamo, li applaudiamo e rimaniamo tutti a bocca aperta. Gianfranco, l’attore principale è non vedente! Non ci posso credere eppure si muoveva sul palco e interagiva con il pubblico proprio come se vedesse! I compimenti a lui e ai suoi compagni sono dovuti e per nulla lusinghieri. Ci ringraziano e molto modestamente prendono i loro posti nel locale e ordinano la cena. Origliando un pochino capiamo che passeranno circa 20 giorni in Sud America portando la loro arte, il loro dono in giro per questi paesi meravigliosi. Che bello sapere che siamo un paese così ricco di talenti e di cose belle e buone. Che bello se tutti se ne rendessero conto e iniziassero a valorizzarlo davvero anziché trattarlo come una discarica per l’immondizia abitata da un popolo ignorante. Che bello se l’Italia potesse diventare il parco giochi del mondo intero dove uno arriva, alla frontiera o in aeroporto paga il biglietto d’entrata per godere del nostro paese per qualche settimana e se la passa tra mari caldi, laghi azzurri, montagne verdi, colline coltivate a vigneti e ulivi, cascine, opere d’arte, siti storici ed archeologici, città ineguagliabili, cibo e buon vino. Chi di noi non sogna un’Italia così al posto dell’Italietta che abbiamo costruito?

 

La giornata ha avuto davvero un sapore tutto italiano. Rientriamo a casa alle due del mattino e una fetta della mia meravigliosa torta Caprese è lì ad aspettarci golosissima. Che belle radici latine.

 

Melissa e Pierluigi

In Lak’ech – Tu sei un altro Me

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