Sogni che diventano realtà

 

Ushuaia – settembre 2014, coda finale dell’inverno. Per ben tre settimane abbiamo sperato e aspettato pazientemente che cadesse l’ultima neve della stagione. E ora la neve e arrivata … finalmente si va a sciare. Qualche mese fa, ad un bellissimo pranzo di ferragosto, una gentile signora seduta a tavola, mi chiede di raccontargli un po’ come vivo, come affronto le mie giornate, cosa penso, ma soprattuto se non ho paura, paura della vita, del futuro, delle malattie, della pensione che non avrò mai, ecc.

 

Alle sue più che opportune domande, io decisi di rispondere così.

 

La mia filosofia di vita si basa sul seguente assunto: sono l’unica responsabile della mia felicità ed infelicità. Dunque posso decidere quale realtà creare per me; come vedere il mio intorno, se dargli un connotato bello e felice o brutto e triste, se farmi portare in cielo dall’estasi o farmi seppellire all’inferno dagli ossessori. In quanto tale, posso dunque generare la mia realtà, co-crearla con l’aiuto dell’universo, della coscienza divina che è forza della creazione. Sono maga? Si, per me sono maga (non nel senso di Harry Potter … o anche!?). Io genero la mia realtà, do vita ai miei sogni e desideri; non li metto in un cassetto per nessuna ragione possibile.

 

Tratto dal geniale libro "gli 11 passi della magia" di Josè Luis Parise

passo numero 1 – ordino il caos delle idee che c’è nella mia testa

passo numero 2 – verbalizzo (dico a parole) ciò che desidero

passo numero 3 – sento esattamente l’emozione che vorrei avvertire nel mio cuore quando il mio desiderio si concretizzerà, avverto il come vorrei sentirmi, in tutta la sua essenza.

 

Sempre allo stesso tavolo, stava seduta un’altra signora, un po’ più introversa, cupa e senza sorriso. Dall’aria molto triste. Alle mie parole, si gira di scatto e, in modo brusco e ironico mi dice scocciata davanti a tutti "ah, sei modesta però!". A quella signora triste e senza speranza dedico questo articolo.

 

 

6 agosto 2010. Io e Pier mettevamo piede in Terra del Fuoco, Ushuaia, per la prima volta. La città è bruttina, e ci fece davvero una pessima impressione. Grande porto industriale e commerciale, grandi container sparsi ovunque, qualche industria e molto traffico; insomma in linea con le nostre cittadine europee se non peggio. L’idea era di rimanere qui qualche giorno e conoscere, da bravi "turisti" che eravamo, le cose più famose del posto: giro in barca o catamarano all’isola dei leoni marini, dei cormorani e faro Les Ecleraurs spacciato come faro della fine del mondo (quello vero sta a Capo Horn!); visita guidata al Parco Nazionale della Terra del Fuoco con la famosa Bahia La Pataia, dove la altrettanto famosa Ruta 3 termina dopo più di 3.000 km … in acqua :-); se non troppo costosa, visita alla Estancia Harbeton, primo avamposto dei colonizzatori post Cristoforo Colombo, in Terra del Fuoco; escludendo per forza di cose la crociera in Antartide che già allora si aggirava intorno ai 7.000$ a persona (figuratevi oggi con l’inflazione che c’è!). Niente più. Ai tempi, nonostante ci reputassimo all’avanguardia sul fronte viaggiatori per la nostra scelta di scorazzare in giro per il mondo durante il nostro anno sabbatico, eravamo tutt’altro che esploratori, ricercatori, innovatori; altro che bicicletta e pedala su e giù per 10.000 km e vai un po’ dove ti porta il vento e la "buena honda" (tradotto buona vibrazione) della gente. Ai tempi ci attenevamo a ciò che ci veniva offerto dalle officine turistiche. Ricordo in particolare, con mio immenso rammarico, che alloggiavamo in un ostello low budget dove un pomeriggio arrivarono stanchi e trafelati un gruppo di Brasiliani che stavano trascorrendo le loro vacanze invernali ad Ushuaia. Ai tempi non spiccicavo una parola di portoghese, però ricordo anche che, un po’ a gesti un po’ in spagnolo, chiesi loro cosa avevano fatto durante il giorno per essere così stanchi ma così soddisfatti. Fu così che mi spiegarono che loro temono molto il freddo ma sono dei grandi amanti dello sci e che lo sci in terra estrema, li attira ancora di più (un po’ una prova di forza insomma). 

 

Sciare ad Ushuaia, alla fine del mondo, quasi al polo sud. E chi ci aveva mai pensato? Che bello sarebbe; io ho sempre amato sciare, ho sciato tantissimo in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Francia, Trentino sulle Dolomiti, quante volte. lo farei molto volentieri! Ne parlo subito con Pier; pare che anche lui abbia sciato qualche volta in passato, che gli sia piaciuto, ma che insomma non investirebbe soldi per un’attività che non lo entusiasma molto. Che peccato penso; vero è che qui con noi non abbiamo nulla per passare una giornata sugli sci e che, dunque, dovremmo noleggiare tutto; facciamo così due conti e anche io decido di lasciare perdere. Un paio di giorni dopo ripartiamo e cominciamo la nostra salita verso il Nord dell’Argentina passando per parchi meravigliosi come il Paine, in Cile, Calafate con il Perito Moreno, El Chalten con il Fitz Roy ed il Cerro Torres ecc. e mettendo così da parte gli sci ma senza dimenticarmene completamente.

 

 

Sciare è più che uno sport; sciare è scendere dalla montagna in totale libertà, è guardare la natura che scorre veloce accanto a te e diventarne parte, è come volare, come mettersi un paio d’ali e lasciarsi andare in piena sintonia con il vento e gli elementi della natura. Una giornata sugli sci alza al massimo le tue vibrazioni positive, soprattutto se è una giornata di sole. Ti abbronzi del sole della montagna che, lo sanno tutti, da un risultato migliore del sole del mare. Ti riempi gli occhi di cielo, montagne, neve, boschi e se sei fortunato anche di qualche animale selvatico. Sciare è sempre stata la mia passione, una passione costosa (che fino a qualche anno fa mi potevo permettere) e che purtroppo il mio compagno pare non condividere. Ushuaia – settembre 2014, coda finale dell’inverno. Siamo rientrati in Argentina dall’Italia (dove siamo stati per qualche mese a causa di una, fortunatamente rientrata, emergenza famigliare) e con me mi sono portata il sogno pendente: questa volta non ci rinuncio. Questa volta voglio andare a sciare, anche per solo un giorno; che venga o non venga Pierlu, questa volta io ci vado. Quando mi capita di nuovo di venire al Polo Sud ed avere la possibilità di fare qualcosa che molti sognano ma non hanno l’opportunità di fare? Qui sciano le nazionali olimpiche di tutta Europa, quando là è primavera/estate! Anch’io penso. Questa volta scio anch’io! Allora faccio due conti; la giornata sugli sci ci costerà: 450 pesos a testa per lo skipas, 150 pesos il noleggio sci/scarponi per Pier e 100 pesos il noleggio sci per me. Totale 1.300 pesos per un equivalente di 118€ (cambio attuale pesos/euro = 11/1). Nessun costo di trasporto perché al Cerro Castor ci porterà Pablo, se e quando glielo chiederemo 🙂 Problema, come recupero 120€ solo per una giornata di sci? Pier non vorrà venire e in realtà anche io mi sento un po’ a disagio nello spendere tale cifra per una giornata sola seppur di pura adrenalina. È contro i miei principi; pensate che io vivo con meno di 200€ al mese …. che spendo solo per il cibo. Questa volta però mi sono organizzata, non voglio rinunciare al mio sogno. Se Pier mi fa notare che si tratta di un’ attività che richiede un enorme dispendio di denaro, blocco la polemica sul nascere e gli "schiaffo sotto il naso" i miei nuovi scarponi da sci Atomic, mai usati! Che te ne fai? penserete voi. Me li sono portati dall’Italia e l’obiettivo è venderli!

 

 

Passo numero 1 – ordino il caos delle idee che c’è nella mia testa. Sono ad Ushuaia e da quattro anni porto con me un sogno che non ho ancora realizzato: sciare al Polo Sud. Me ne andrò da qui solo dopo che avrò sciato e scierò almeno una volta durante questo mio mese di soggiorno in Terra del Fuoco.

 

Passo numero 2 – verbalizzo (dico a parole) ciò che desidero: vendo gli scarponi da sci Atomic che mi sono portata dall’Italia. Il ricavato lo regalerò alla coppia Melissa e Pierluigi affinché possano trascorrere insieme una giornata indimenticabile e affinché anche Pierlu capisca che emozione grande si prova a "volare giù dalle montagne".

 

Passo numero 3 – sento esattamente l’emozione che vorrei avvertire nel mio cuore quando il mio desiderio si concretizzerà, avverto il come vorrei sentirmi, in tutta la sua essenza: sono felice, e il mio sorriso è stampato sul mio viso. Mi sento ricca e fortunata perché godo in ogni istante del bellissimo pianeta in cui vivo e perché lavoro affinché le Leggi Universali siano mie alleate nel raggiungimento dei miei desideri e dei miei sogni.

 

Dopo l’arrivo ad Ushuaia infatti, inizio la ricerca del mio acquirente: vado negli outlet del centro a chiedere se ritirano l’usato, vado nei negozi in cui si noleggia l’attrezzatura per sciare e gli sottopongo la medesima domanda, metto un annuncio su "Mercado Libre" e uno su ushuaia.ar, scrivo su FB, un post di "richiesta d’aiuto" a tutti i miei amici del sud del mondo e infine, chiedo a Pablo di diffondere la voce tra i suoi amici e soprattuto nel suo gruppo di "Traversia de montaña". Non mi rimane altro da fare che rimanere in attesa degli eventi. Ho la certezza che venderò i miei scarponi; sono molto belli, sono nuovi, mai usati, troppo appetibili: direttamente dall’Europa, un modello che qui non c’è con sistema di identificazione sotto le valanghe e sistema di riscaldamento interno dello scarpone. Dicevo, ho la certezza che li venderò, ma sul dove e quando di solito se ne occupa il disegno universale, l’unico che sa quando intervenire in mio aiuto dopo che l’ho richiesto. Poiché l’unico che conosce il disegno della mia vita e che mi mette in grado, dunque, di realizzarlo o no. Mentre aspetto di chiudere l’affare, le condizioni climatiche non promettono niente bene. L’inverno non è stato per niente duro ed è mancata la neve, sia qui in città che sulle montagne. Per circa dieci giorni ha fatto caldo, molto caldo; la nostra prima giornata di trekking alla Laguna Esmeralda, l’ho fatta in maniche corte. Poi, per più di una settimana ha piovuto; molta pioggia, temporali estivi dicono… Chissà, forse non andremo a sciare anche se venderò gli scarponi, proprio perché non c’è neve! Ma io non desisto. "Questo è il mio sogno" come disse Alice nel Paese delle Meraviglie "e nel mio sogno si fa come dico io". Quattro giorni fa circa, arriva un messaggio sul nostro cellulare argentino: "ciao sono Laura, ho visto l’annuncio per gli scarponi da sci Atomic. Sono ancora disponibili? Io sono un’amica di Pablo e vorrei passare da casa per vederli". Tttaaaaaacccccccc. Lo sapevo! Vedrai che le piaceranno dico a Pier. E così è stato. Laura passa da casa con la sorella e si innamora dei miei scarponi da sci. Io li avevo messi a 1.500 pesos ma lei mi chiede uno sconto; al che le faccio la seguente offerta: "te li lascio a 1.300 però, se nevica, me li presti per quell’unica volta che voglio andare a sciare". "Affare fatto" dice lei e mi da i soldi in cambio degli scarponi. Bene, la materia prima è arrivata a me come richiesto :-). Nel tardo pomeriggio inoltre, inizia a soffiare forte un vento freddo e gelido che arriva, come sempre da Ovest, dalla Cordigliera Darwin. Il vento porta con se dei nuvoloni grigi molto carichi e tempo un paio d’ore inizia a scendere un nevischio sottile e gelato che, lascia presagire bene. La bufera aumenta e durerà un paio di giorni coprendo le strade della città, le montagne dei dintorni, ma in particolare le montagne che si trovano un po’ più nell’entro terra, ovvero proprio dove si scia.

 

 

Teniamo d’occhio costantemente le previsioni del tempo su windguru.com e pare che sabato la giornata sarà ideale: sole, pochissime e alte nubi, poco vento da Ovest, temperatura di un grado sopra lo zero. Ci siamo! Ci accordiamo con Pablo e Majo e sabato si va a sciare! Per sapere com’è andata la nostra giornata, lascio che i vostri occhi contemplino le nostre splendide immagini. Vi dico solo che da ieri pomeriggio, Pierlu non fa che ripetere quanto sia stata meravigliosa la sua giornata al Cerro Castor e quanto sia felice che io abbia insistito affinché si rendesse conto di quanto può essere estatico sciare.

 

Tutto inizia da me. Se c’è se c’è rettitudine nel cuore ci sarà bellezza nel carattere.

Se c’ è bellezza nel carattere ci sarà armonia in casa.

Se c’è armonia in casa ci sarà ordine nella nazione.

Se c’è ordine nella nazione ci sarà pace nel mondo.

Tutto inizia da me, dal mio equilibrio e dalla mia felicità.

Perché io sono quello che dico.

 

Melissa e Pierluigi

In Lak’ech – Tu sei un altro Me

www.theevolutionarychange.com

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