Visita alle radici: ritorno al paese di origine – Perdriel, Lujan de Cuyo (Mendoza, Argentina)

 

1 maggio 2013, oggi è un giorno speciale. Proprio in questo momento, Armando e Teresa (rispettivamente 73 e 71 anni), i nostri cari amici argentini di Perdriel (Lujan de Cuyo, Mendoza) stanno sorvolando l’oceano atlantico diretti a Roma. Sono cresciuti qui in argentina, protetti dalle montagne della pre cordigliera andina, nelle vigne della famosa uva Malbec che nobilita la terra di Lujan de Cuyo diventata ormai "Terra Malbec".

 

Il nonno di Armando, Teodoro, era italiano. Nato a Carsoli in provincia dell’Aquila nel 1881, fu uno dei tanti italiani che all’inizio del ‘900 emigrarono in Argentina. Il 2 febbraio 1910, Teodoro e Serafina sbarcano a Buenosaires. Quello si che era un cambio coraggioso, niente a che vedere con il nostro. Mi sono sempre chiesto come si faceva a quel tempo, senza internet e con informazioni limitate a capire se il paese a cui si era deciso di affidare i propri sogni, la propria nuova vita, fosse quello giusto. Le uniche informazioni che guidavano la scelta di questi "eroi dei 2 mondi" erano le lettere di conoscenti che si erano giá trasferiti, in questo caso in Argentina, a Lujan de Cuyo: "qui si sta bene, ci sono montagne e tanta acqua. La terra è generosa e c’è cibo per tutti, qui non si soffre la fame. La domenica pomeriggio, nelle giornate di sole, andiamo a passeggiare nella piazza di Lujan. Stiamo proprio bene, non sentirete la mancanza della vostra terra".

 

Ecco una foto di famiglia. Teodoro e Serafina seduti, i figli in piedi. Il papà di Armando, Giuseppe, è quello sulla destra.

 

 

Armando cresce nella tipica famiglia italiana di quel tempo ed è affascinato dalle molte parole in italiano che di tanto in tanto escono dalla bocca del nonno.

 

Persone come Armando crescono con il mito dell’Italia e se arrivano a queste considerazioni è perché assorbono il rispetto, l’elogio e la nostalgia che gli emigrati di un tempo mantenevano per la loro terra di origine. L’Argentina è un paese straordinario ed estremamente ricco di risorse naturali (minerali, materie prime, agricoltura. La terra produce cibo per 400milioni di persone eppure gli argentini sono solo 40milioni), insomma, chi lo conosce bene lo sa. Tuttavia,Teodoro e Serafina hanno sempre tenuto l’Italia nel loro cuore. Sono stati grati ad un paese che li ha aiutati e gli ha dato quello che evidentemente in Italia non potevano avere. Ma in fondo, non hanno lasciato l’Italia per scelta. Sono partiti spinti dalla fame alla ricerca di nuove opportunitá. Sono convinto che questo vissuto dei nonni, sebbene mai esplicitato alla famiglia, sia stato percepito, assorbito ed interiorizzato da tutti. Ieri Armando mi raccontava che quando stavano tutti attorno al tavolo a volte il nonno si estraniava dalla conversazione; secondo lui, in quei momenti gli mancava l’Italia.

 

In questi giorni mi sono chiesto come mai molti argentini discendenti di italiani emigrati crescano con un così forte desiderio di vedere l’Italia; adesso credo di aver capito. Che emozione!

 

Abbiamo vissuto questi giorni di preparazione del viaggio con grande partecipazione. Da circa 2 settimane Armando e Teresa stanno incontrando amici e parenti per raccontargli del viaggio. Ieri, le ultime telefonate: " ciao zia, sto facendo le valige, domani parto, vado a conoscere l’Italia, le nostre radici". Armando ha 3 bypass (di cui 2 ormai ostruiti) prende pillole per la pressione e il cuore ogni giorno e da domani sarà una persona nuova. Un viaggiatore che mette le mani nella terra per sentire di nuovo le sue radici…chissà che scossa darà ai suoi rami. Io e Melissa siamo a casa di Armando e Teresa. Abbiamo accettato di prenderci cura di casa, animali e coltivazioni per circa 2 mesi, fin quando non rientreranno dal viaggio.

 

Fino a 6/7 mesi fa non sapevano che un giorno avrebbero potuto permettersi un viaggio del genere in Europa. Poi ricevono una piccolo eredità sufficiente per i voli e trasporti vari e grazie al wwoofing risolvono il problema alloggio. Negli ultimi 3 anni Armando e Teresa hanno accolto nella loro "casa huerta" (piccola fattoria) decine di volontari di tutto il mondo, in prevalenza europei. I volontari mettono a disposizione la propria forza lavoro e in cambio ricevono vitto e alloggio. Lo scambio culturale e l’esperienza di condivisione finisce con l’arricchire ambo le parti ben al di sopra delle aspettative. È proprio così che nel settembre 2010 abbiamo conosciuto Armando e Teresa. Le relazioni che si costruiscono sono così forti e sane che si finisce inevitabilmente col restare in contatto. Così, quando Armando e Teresa hanno raccontato del viaggio alla loro piccola comunità, tutti hanno messo a disposizione la propria casa per questa coppia di nonni giramondo. Adesso è la loro ora di ricevere. Così hanno iniziato a costruire l’itinerario in base a dove fosse la casa di chi gli offriva ospitalità. Domani atterrano a Roma, passeranno i primi 3 giorni in hotel e poi via ad Arezzo da Mimmo (italiano ospitato 1 anno fa) con cui si recheranno a l’Aquila e nel paesino natale del nonno di Armando. Da Arezzo saliranno verso nord, al confine con l’Austria. Proprio al confine, ad aspettarli c’è Maria (austriaca ospitata negli ultimi anni più di una volta). Dall’Austria passeranno in Svizzera, poi al nord della Francia, poi in Spagna e infine in Portogallo sempre grazie alla rete di contatti e conoscenze messa in piedi. Armando e Teresa appartengono a quel tipo di persone che mettono al centro le relazioni interpersonali. Quando li abbiamo conosciuti dicevano che non potendo permettersi di andare in giro a conoscere il mondo, facevano entrare il mondo in casa loro. Armando sta chiudendo la valigia. Si è portato 6 bottiglie di Vino Malbec, proveniente dalla sua produzione 2012, da regalare a quelli che lo ospiteranno. Anzi, mi ha detto che 3 sono per loro e poi ne porta altre 3 perché non si sa mai, ci può sempre essere qualcuno con cui bisogna sdebitarsi (fossero anche agenti doganali che gli fanno problemi). Questa è l’etichetta del suo vino (produzione rigorosamente familiare, circa 100litri all’anno). Quello che ara la vigna è un fratello di suo padre.

 

 

Teresa, non da meno, chiude in valigia del "dolce di membrillo" fatto in casa, naturalmente per la stessa ragione. Mi ricordano Totò nel film "Totò, Peppino e a mala femmina", per intenderci, quello in cui Totò per la prima volta parte da Napoli per Milano e mette in valigia pasta, prosciutto, provoloni e galline. A quanto pare la storia si ripete, sarà una costante dei viaggi da sud a nord?

 

Oggi a pranzo hanno riunito tutta la famiglia, i 3 figli con rispettive famiglie e nipoti. Che roba, non avrei mai pensato di poter essere testimone della storia di 5 generazioni di una famiglia. Di solito nelle nostre famiglie conosciamo solo le classiche 3 generazioni viventi e a volte neanche tanto bene… Arriva il momento dei saluti ma questa volta noi restiamo e sono Armando e Teresa a partire. Da 7 mesi, quando abbiamo lasciato l’Italia, mi porto dietro una moneta da 1 euro, mi era avanzata e così è rimasta. La regalo ad Armando, dicendogli che il primo caffè italiano se lo deve bere alla nostra salute, la sua risposta: "ti ha accompagnato per 7 mesi, per me è un porta fortuna, lo porto in Italia e lo riporto indietro, qui in Argentina".

 

Ci abbracciamo: "mi raccomando, non andate via prima del nostro ritorno e per qualunque necessità chiamate i nostri figli". "Armando, Teresa, buon viaggio a vederci"!

 

 

Pierluigi e Melissa

www.theevolutionarychange.com

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