Antonio: cambiare vita in dieci giorni con la complicità di una barca a vela

 

Antonio Deplano è sardo e oggi vive a Las Palmas di Gran Canaria. Dodici anni fa il quarantatreenne, appassionato di vela, coglie la palla al balzo e, rimuginando già da tempo un cambio di vita radicale, accetta un passaggio in barca. Inizia così il suo viaggio verso nuovi mari e una nuova avventura.

 

Antonio aveva già intenzione di modificare il corso della sua vita segnata fino ad allora da una comoda sistemazione in Sardegna (a Tortolí) dove con il fratello gestiva un negozio d’abbigliamento e dove, sin da piccolo, nel tempo libero scorazzava in barca a vela lungo le coste.

 

Nel 2000 realizza un viaggio ai Caraibi, nelle Antille Olandesi, ma dopo venti giorni decide di rientrare. Non era quello il suo posto. Fino a che un giorno…

 

Antonio com’è iniziata la tua “nuova vita”?

 

Sono da sempre un appassionato di vela e molto spesso partivo dal porto di Arbatax (Sardegna orientale) per i miei viaggi in mare. Un giorno ho conosciuto un francese che ormeggiava in porto. Aveva appena comprato una barca a vela e intendeva fare il giro del mondo in solitario. Mi propose di accompagnarlo. Mi è sembrato simpatico e affidabile, ho deciso di partire con lui. In dieci giorni ho dovuto decidere di cedere le quote della mia attività, vendere la macchina, raccogliere alcune cose in un paio di valigie e via … sono salpato un po’ alla cieca. Non avevo idea di quanto tempo mi sarei trattenuto, quanto sarebbe durato il viaggio e quanto tempo sarei stato fuori.

 

Quando siete partiti dal porto sardo e verso dove?

 

Era settembre del 2000. Abbiamo lasciato Arbatax e siamo partiti verso Nord. Abbiamo toccato un po’ di porti del Mediterraneo, tra cui Ibiza, fino a Gibilterra. Da lì siamo usciti verso l’Oceano. La prima tappa è stata Las Palmas. Questo è normale tutte le barche che intendano attraversare l’Atlantico fanno scalo alle Canarie, per fare cambusa e tirare il fiato.

 

E lì il colpo di fulmine?

 

Sì, il viaggio è stato magnifico, la relazione con il mio compagno d’avventura impeccabile, la barca era superba. Non era mia intenzione fermarmi alle Canarie, invece sono arrivato a Las Palmas e mi sono innamorato pazzamente della città. I motivi sono quasi indeterminati. Il fatto è che mi sono sentito subito a mio agio e dunque mi sono detto: “Perché andare via?”.

 

 

Che cosa ti ha attirato principalmente delle Canarie?

 

Innanzitutto delle vibrazioni positive, delle sensazioni che ho deciso di assecondare e poi un’indiscutibile qualità di vita.

 

Ma come si fa a vivere in un paese in cui non si conosce nessuno e non si parla neppure la lingua?

 

Esercitando molto equilibrismo! Sono arrivato alle Canarie in un momento in cui la situazione non era quella attuale. Tutt’altro! In tre giorni ho trovato lavoro come barman nel porto nautico. Non parlavo lo spagnolo e mi sono ingegnato, del resto non aveva neanche mai preparato un cocktail! La situazione era ottima. Lavoravo solo la sera ed ero pagato molto bene. Devono essere stati tempi difficili, ma io serbo un ricordo felicissimo, forse il migliore da quando sono arrivato qui.

 

Com’è proseguita l’avventura?

 

Ho fatto molti lavori. Ho studiato disegno grafico diretto al web. Ho lavorato per una grossa azienda di realizzazione di siti e servizi in internet; ho venduto prodotti alimentari italiani per circa 3 anni; ho venduto materiali di costruzione, sempre italiani, per altri tre anni.

 

Una grande capacità di re-inventarsi?

 

Sì, è utile quando si parte un po’ all’avventura e quando si sente dentro questa grande spinta al cambiamento. Qualche anno fa avevo pensato a un ulteriore cambio, poi mi sono sposato e ora bisogna pensare in due. Sono rimasto.

 

Di che cosa ti occupi attualmente?

 

Da oltre un anno lavoro in Infocanarie Promotion e Consulting. È la società di un connazionale, Fabio Chinellato, che da anni lavora alle Canarie nel settore degli investimenti e dell’immobiliare. Sono responsabile di Gran Canaria. Lavoriamo con tutti gli italiani che intendano stabilirsi qui e che cercano un bene da affittare o comprare, che intendano aprire una società o decidano di fare degli investimenti.

 

 

Vista la situazione del paese (ricordiamo che le Canarie fanno parte della Spagna), com’è la vita lì. La crisi si sente?

 

Certo, la crisi c’è e si sente, soprattutto rispetto a quando sono arrivato io, quando il paese era ancora in pieno boom economico. La situazione alle Canarie è contraddittoria. Da un lato sfioriamo quasi il 40% di disoccupazione, molto di più della media nazionale. Ma per assurdo anche chi ha meno soldi qui vive decentemente. Comunque le difficoltà ci sono e sono tante: alcuni amici imprenditori, tra cui degli italiani, ne risentono pesantemente e sono spesso costretti a licenziare, se non a chiudere le loro attività. Addirittura, è notizia di questi giorni, forse il museo canario chiuderà: è l’unico della zona importante per i reperti archeologi e la cultura locale. Non hanno più soldi per tirare avanti.

 

E allora gli italiani perché dovrebbero venire alle Canarie a investire?

 

Perché, nonostante tutto, i vantaggi sono ancora molti rispetto, ad esempio, all’Italia. Il turismo – l’attività principale – va molto bene (in agosto abbiamo segnato un +8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Gli investimenti sono incoraggiati, grazie a notevoli facilitazioni e per questo rimando alle informazioni – ad esempio sulle zone ZEC – del sito di Infocanarie. L’IVA – che qui si chiama IGIC – anche se aumentata è pari al 7% su quasi tutti i prodotti. La benzina costa ancora un 1,10 € e le spese del riscaldamento, ovviamente, non ci sono: il clima è primaverile/estivo tutto l’anno. E poi anche se siamo un arcipelago sperduto nell’Oceano, siamo pur sempre in Spagna e questo garantisce: una buona sanità, una stabilità politica, la sicurezza.

 

Altri vantaggi per gli imprenditori?

 

Sicuramente la tassazione. Siamo a una media del 25% sul reddito e del 4% sul reddito aziendale, senza contare altri tipi di agevolazioni.

 

Che tipo di società aprono gli italiani? Si muovono soprattutto nell’area turistica?

 

No. Le imprese possono spaziare da piattaforme internet, ad attività industriali, ad attività turistiche o all’acquisto d’immobili da affittare ai turisti.

 

 

Ti sembra che tra Spagna e Italia la crisi si affronti in modo diverso?

 

Mi pare che gli Spagnoli si siano proprio svegliati male da un sogno grandioso. Le ultime generazioni sono cresciute nell’abbondanza e nella spensieratezza. Per questo, oggi, il risveglio è più duro. Dalla fine del franchismo, negli anni ’70, hanno vissuto un vero e proprio rush, una crescita economica pazzesca. Il benessere, anche quando sono arrivato io, era palpabile. Ora sono tornati con i piedi per terra e la crisi sta picchiando duro. Per quanto riguarda gli Italiani, a me pare che siano più abituati ad arrangiarsi. In fondo, dal dopoguerra le situazioni di difficoltà non sono mancate, a fasi alterne.

 

Come vedi il tuo futuro. Pensi di tornare in Italia?

 

Ho messo l’Italia in stand by. Quando sono partito non avevo nessuna idea di quanto potesse durare il mio viaggio: una settimana o all’infinito. Per ora sono contento di vivere qui e conto di restarci.

 

  

Per contattare Antonio Deplano:

il sito di Infocanarie: www.infocanarie.com

l’e-mail: in*********@in*********.com

 

A cura di Paola Grieco

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