Dall’Italia senza ritorno: aumentano del 22% i voli di sola andata

Skyscanner rivela che la tendenza a cercare voli di sola andata è in crescita. La Germania è al terzo posto tra i paesi stranieri, mentre il Regno Unito è in cima alla lista.

 

Il viaggiatore italiano tende sempre di più a cercare voli senza ritorno. Skyscanner, sito leader in Europa nella comparazione dei prezzi dei voli, presenta le prime dieci destinazioni ‘senza ritorno’ e rileva un incremento nella ricerca di voli “one way” del 22%.

 

Se si escludono i voli nazionali, la destinazione ‘a senso unico’ più gettonata è il Regno Unito, da sempre una meta molto ambita per chi decide di spostarsi in modo stabile all’estero, italiani inclusi. Sono infatti molte le famiglie che da generazioni si sono stabilite in terra anglosassone. Sempre sul podio delle straniere più attraenti per un viaggio di sola andata si trovano la Spagna e la Germania, seguite dalla Francia. Le posizioni di Regno Unito e Germania trovano riscontro anche nel flusso migratorio indicato dall’Anagrafe della popolazione Italiana Residente all’Estero (Aire), che nel 2012 segna un +30% di ‘italiani in fuga’ e include i due paesi tra le prime tre destinazioni. Nella seconda metà della classifica emergono invece due mete extra europee ovvero gli Stati Uniti a metà della top 10 e la Russia, che si posiziona tra Olanda e Polonia.

 

“Il consolidarsi della ricerca di voli di sola andata potrebbe essere dato dal fatto che i viaggiatori, sempre più esperti e tecnologici, riescano a decidere o a prenotare le tratte di ritorno in un secondo momento oppure scegliendo una diversa modalità di trasporto per il rientro… Se questo avviene”, commenta Caterina Toniolo, Country Manager di Skyscanner Italia.

 

“In questa classifica di ‘sola andata’ si notano comunque due diverse tipologie di mete. Quelle che più si associano ai viaggi di piacere, come Spagna e Grecia, dove è possibile che il rientro avvenga da una destinazione diversa rispetto a quella dell’arrivo oppure in treno o in traghetto. Poi ci sono quelle destinazioni in cui il livello di benessere è tale da poter pensare ad una svolta lavorativa, come ad esempio il Regno Unito e la Germania.

 

Considerato il delicato periodo economico e politico del paese non è da escludere che l’interesse per la ricerca di un lavoro all’estero sia aumentata”.