Il mattone italiano torna appetibile per i grandi investitori stranieri

Alessandro Luongo

Dopo quasi sei anni di crisi nel mattone torna l’interesse dei grandi investitori internazionali immobiliari per l’Italia, anche se è prematuro parlare d’inversione di tendenza. Qualcosa però si muove, come ha scritto di recente il Corriere della Sera. Ci sono reali opportunità d’investimento nel nostro paese solo se i prezzi sono convenienti e gli immobili acquistati garantiscono rendimenti importanti. Sono queste le due condizioni di base richieste. Secondo i principali operatori c’è ancora spazio difatti per un’altra diminuzione netta dei valori perché il mercato si è di fatto arrestato in seguito alla crisi. E per ripartire è questa l’unica strada percorribile al momento.

Per quel che concerne i rendimenti, le percentuali prese in esame devono essere di almeno il 7- 9 per cento l’anno. L’orologio della ripresa, insomma, vede le lancette avvicinarsi all’Italia dopo che l’ora buona è scattata nel 2008 nel Regno Unito, poi in Germania e Spagna. Il mercato è difatti ripartito in diversi paesi europei e non è più così facile trovare occasioni di mattone appetibile dove i prezzi sono risaliti. Occorrono nuovi mercati e quello italiano sta ritrovando spazio, ma solo con certi parametri di partenza.


Si stanno interessando in particolare all’Italia i grandi fondi speculativi internazionali e fondi sovrani come il Qatar.
Ma anche le più importanti banche d’affari, come Morgan Stanley, ad esempio. Lo stesso gruppo tedesco Allianz, che da noi vanta un portafoglio d’investimenti di oltre 2 miliardi di euro punta a incrementarli del 50 per cento, cioè di un miliardo di euro. Compagnia che ha già portato a termine un investimento rilevante: l’acquisto della Torre Isozaki che sarà il quartiere generale del gruppo, a CityLife, a Milano. Allianz ha altresì acquisito il 95 per cento del fondo immobiliare gestito da Morgan Stanley.

Insomma l’interesse dei grandi investitori sta tornando ma solo a determinate condizioni, come detto. Soprattutto per quel che riguarda il comparto degli uffici, i principali attori del real estate attendono una riduzione considerevole dei prezzi. Fra i più attivi i fondi immobiliari e le banche. In particolare le seconde, che hanno “congelato” consistenti blocchi d’immobili a garanzia di sofferenze che non potranno tornare crediti riscuotibili. E così, in tempi forse brevi gli istituti bancari potrebbero far tornare sul mercato tale massa d’immobili. Insomma, una cospicua offerta che non farebbe altro che diminuire il prezzo dei valori di vendita. Permangono infine molti dubbi sui fondi immobiliari in scadenza da oggi al 2016. Fondi che hanno valori patrimoniali di miliardi di euro. La sensazione fra gli operatori è che possano essere chieste proroghe agli azionisti invece che essere liquidati alla scadenza. Proroghe che potrebbero così assorbire gli effetti negativi della grande crisi.

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