Partire per uno stage all’estero: l’esperienza di una ragazza torinese

 

Wep, organizzazione internazionale leader nel settore degli scambi linguistici e culturali all’estero, offre a studenti universitari o neolaureati la possibilità di fare un’esperienza lavorativa negli Stati Uniti. Per i giovani, partire con Wep per uno stage in un’azienda straniera significa non solo cogliere l’opportunità di avvicinarsi al mondo del lavoro nel settore dei propri studi o in uno di interesse, ma anche di migliorare la conoscenza della lingua, accrescere le proprie competenze e confrontarsi con una diversa realtà.

 

Tra le tante testimonianze raccolte, ecco l’esperienza di una giovane torinese che, dopo aver trascorso un semestre all’estero con Wep durante le superiori, da neolaureata ha deciso di ripetere l’esperienza partendo per uno stage in un’azienda di San Diego. Dopo pochi mesi di tirocinio in un’agenzia immobiliare, racconta le sue grandi soddisfazioni: “Mi chiamo Eleonora, ho 25 anni e sono di Torino. Durante il quarto anno delle superiori ho trascorso con WEP un semestre all’estero per migliorare il mio inglese. Ho sempre desiderato trovare un lavoro che mi permetta di viaggiare, migliorare la mia conoscenza nelle lingue straniere e soprattutto confrontarmi con nuove e diverse culture. “Per questo motivo – spiega – una volta ultimati i miei studi universitari in Scienze della Mediazione Linguistica, ho deciso di fare uno stage all’estero per migliorare ulteriormente l’inglese, che è in assoluto la mia preferita dopo la mia lingua madre. Sono sempre stata convinta che per imparare veramente una lingua straniera sia necessario trascorrere un po’ di tempo nel paese madre di tale lingua, invece di continuare solo a studiarla.

 

Sto facendo lo stage a San Diego, a sud della California, la città più magica e meravigliosa che io abbia mai visto, forse l’unico posto dove un giorno potrei vivere. L’unica finora, rispetto a quelle in cui sono stata, che mi fa stare bene e sentire a casa nonostante la grande lontananza da tutti i miei affetti. Abito nella zona nord di San Diego, non lontano dal posto di lavoro, a pochi minuti dalla baia e dall’oceano: in un residence per studenti, dove condivido un appartamento con altre tre ragazze. Lavoro in un’agenzia immobiliare, “AMSI Rental Estate” che affitta appartamenti in America, Canada e sta tentando di espandersi anche in Europa. Inizialmente svolgevo solo lavoro d’ufficio. Dopo un paio di mesi, visto il mio modo di lavorare e di apprendere velocemente l’azienda ha deciso di affidarmi alcune proprietà da affittare, come lavoro extra rispetto a quello della semplice stagista, e abbiamo stipulato un contratto secondo il quale vengo pagata su commissione: ogni affitto che faccio percepisco una percentuale del ricavo. La soddisfazione è enorme: ricevo continuamente complimenti e gratificazioni dai colleghi e dai capi, il mio impegno assiduo e costante all’interno dell’azienda è stato riconosciuto e ripagato dopo solo due mesi di lavoro al suo interno. Sinceramente non potevo sperare di meglio. In ufficio ci sono solo persone gentili e disponibili nell’insegnarmi e aiutarmi in ogni momento. Quindi mi ritengo totalmente soddisfatta e appagata da questa esperienza, anche se mancano ancora tre mesi di lavoro. Gli aspetti che apprezzo di più nel mio lavoro sono la versatilità e l’estrema disponibilità dei miei colleghi e capi. Sinceramente finora non ho riscontrato alcuna difficoltà, ho spesso molto lavoro da fare ma sono una persona con un grande senso di organizzazione e questo è un altro aspetto che la mia azienda ha tanto apprezzato in me.

 

E quando le si chiede quanto abbia contribuito l’aver già fatto un periodo di studio all’estero, risponde: “Ha influito tantissimo perché è grazie al mio buon inglese che ho potuto fare un avanzamento in azienda e passare da semplice stagista a essere diciamo “semi-assunta”. Tutti qui mi dicono che il mio inglese è notevolmente buono e questo mi riempie di gioia e di soddisfazione. Se so l’inglese cosi bene lo devo tutto all’esperienza fatta alle superiori quando ho deciso di prendere parte al programma da “Exchange student” e di partire per l’America per cinque mesi. Oggigiorno in Italia e nel resto del mondo è importante sapere l’inglese e giacché il mio sogno è di fare l’interprete o di occuparmi di relazioni pubbliche per me lo ritengo essenziale.” Infine, alla domanda su cosa consiglierebbe a chi come lei vuole intraprendere quest’esperienza e cosa ritiene che le resterà al rientro in Italia: “Consiglio questo tipo di esperienza a tutti i giovani della mia generazione e di quelle future. Trascorrere un periodo all’estero, come studenti o come stagisti, non è solo un modo per imparare una nuova lingua, ma è un’esperienza di vita vera e propria: anche se non è facile partire da soli e lasciare tutto e tutti per diversi mesi, ne vale assolutamente la pena. Non si può che trovare giovamento da un’esperienza di questo tipo: ora so di essere più forte e indipendente, sono pronta per una nuova sfida o qualsiasi cosa mi si presenti una volta che tornerò in Italia. Per ora continuo a godermi questa magica esperienza”.

 

WEP, World Education Program, è un’organizzazione internazionale al servizio dei giovani, che segue ogni anno oltre 2000 ragazzi in partenza dall’Italia verso 38 Paesi e in arrivo nella nostra penisola da tutto il mondo. I suoi programmi comprendono: soggiorni di gruppi scolastici durante l’anno o durante l’estate, corsi di lingua per ragazzi italiani all’estero, programmi per trascorrere un anno scolastico all’estero e programmi di lavoro, stage e volontariato all’estero.

 

Per ulteriori informazioni: www.wep-italia.org