ItaliaES, porta d’entrata della cultura italiana a Barcellona

 

 

Se la cultura italiana è rappresentata a Barcellona dalle istituzioni ufficiali – primo tra tutti l’Istituto Italiano di Cultura – Augusto Casciani ha aperto una porticina laterale nella cosmopolita città che ospita tanti connazionali e da 5 anni organizza, con successo, interessanti eventi collegati con molti aspetti della realtà italiana.

 Augusto, 48 anni, della provincia di Venezia, a BCN da 19 anni, è arrivato qui con il programma Erasmus. Conclusa la tesi e rientrato in Italia è poi tornato, ha conosciuto la moglie, si è stabilito nella città catalana e, una volta conclusa la sua esperienza lavorativa con un’azienda italiana di abbigliamento, ha dato vita a ItaliaES. Oggi, la porticina che Augusto Casciani ha aperto per portare al di là dei Pirenei segmenti della cultura italiana si è notevolmente ingrandita, tanto da essere l’unico referente professionale (indipendente) per l’organizzazione di concerti ed eventi italiani a Barcellona. Lo abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare la sua esperienza iniziata sulla scia di un fenomeno riscontrato negli ultimi 10 anni: l’arrivo di un numero sempre crescente di italiani (n.d.a. Anche nel 2015, la comunità italiana di Barcellona è quella più numerosa, tra le europee).

 

Augusto come nasce ItaliaES?

ItaliaES è nata in maniera casuale. Terminata la mia esperienza lavorativa in una filiale di moda italiana che aveva una sede a Barcellona … e mentre ripensavo a cosa fare da grande … iniziai a organizzare eventi gratuiti che riguardavano l’Italia.

 

 (Foto: Isabella Antonelli)

 

Quale fu l’evento lancio che organizzasti come ItaliaES?

Il primo fu una conferenza per l’approdo di Luigi De Magistris sulla scena politica italiana. De Magistris era appena uscito dalla magistratura ed era stato eletto eurodeputato. Gli organizzai la conferenza in cui si presentò alla comunità italiana. Ci fu una bella partecipazione. In seguito, molti italiani mi scrissero ringraziando per aver avuto l’opportunità di incontrare personaggi come De Magistris e invitandomi a continuare ad invitare a Barcellona personaggi rilevanti della cultura, dell’attualità e della scena politica italiana. Da questo stimolo, decisi di invitare Marco Travaglio. Era il 2010. Con lui ci fu una partecipazione incredibile, un vero e proprio boom. Avevamo una sala da 300 posti ma si erano iscritti in 1000. La maggioranza rimase fuori.

 

(Foto: Stefano Buonamici)

 

A cosa fu dovuto, secondo te, quel successo?

Erano gli anni del berlusconismo e la comunità italiana – molto eterogenea e di solito disattenta alle faccende di “casa” – era in fibrillazione. Piacque la possibilità di poter incontrare un personaggio provocatore fuori dalla main stream che pareva aver “intorpidito” il paese.

 

La tua idea si è sviluppata e cresciuta anche in seguito al fatto che, proprio in quelli anni, a Barcellona, iniziava ad esserci un bacino interessante di pubblico, visto il gran numero di italiani che vi si stavano trasferendo a vivere.

Si, ma soprattutto c’è stato un cambio di tendenza rispetto ai primi anni in cui arrivai, alla fine degli anni ’90. Allora gli italiani che venivano a Barcellona non erano particolarmente interessati a frequentarsi tra di loro. Cercavano, nella stragrande maggioranza dei casi, uno stacco con la realtà del paese d’origine. Questa tendenza è cambiata proprio in concomitanza con il flusso degli italiani che è aumentato negli ultimi anni e, contemporaneamente, con certi cambi avvenuti nella politica italiana. Molte persone iniziarono a unirsi per condividere uno stato d’animo nei confronti di quello che stava succedendo in Italia nell’epoca Berlusconi.

 

Secondo la tua esperienza, in quegli anni cambiò anche il profilo delle persone che arrivano a Barcellona e gli interessi che potevano avere queste persone?

Si certo, quindi professionisti, studenti di dottorato, ma anche persone di tutti i livelli sociali e d’educazione iniziarono a sentirsi identificati soprattutto attorno a un tema specifico, come la politica. Allora sì che c’era la voglia di rimanere in contatto, anche per mandare una sorta di messaggio e dire “noi ci siamo e vogliamo testimoniare il nostro punto di vista, in molti casi di dissenso con quello che stava succedendo in Italia”.

 

Tanto è vero che nacquero, sempre in quegli anni, delle associazioni di stampo prettamente politico, no?

Sì, ad esempio l’Altra Italia che si occupa di temi prettamente sociali e politici, mentre ItaliaES si è specializzata più negli aspetti culturali. Ci sono anche molte altre realtà che, a differenza di quello che succedeva prima, hanno voluto creare il gruppo di Italiani che si metteva a disposizione dei nuovi venuti per dare informazioni pratiche, trovare lavoro, indirizzare negli studi … Questa tendenza si è sviluppata soprattutto negli ultimi 5 anni.

 

E di pari passo è cresciuta l’area di intervento di ItaliaES. Come funziona il meccanismo?

Si, noi ci concentriamo soprattutto nel’organizzazione di concerti ed eventi di artisti italiani. Oggi come oggi, grazie all’esperienza accumulata, quando un’artista italiano vuole fare una tournée all’estero e fa tappa a Barcellona o a Madrid contatta direttamente ItaliaES.

 

Anche a Madrid?

Si, avevamo avuto già esperienze con Giovanni Allevi, e Subsonica, però è stato l’anno scorso con gli artisti Fabi-Silvestri-Gazzè che possiamo dire di aver messo un piede anche a Madrid.

 

In pratica ItaliaES l’hai inventata tu partendo da zero, qual è il primo passo per creare dal nulla una realtà come questa?

Dopo i primi eventi di lancio ho invitato Beppe Grillo a fare una conferenza (erano i primi anni del Movimento 5 Stelle) ma il suo staff mi disse che Beppe, quando andava fuori dall’Italia, faceva questi tipi di incontri in concomitanza con i suoi spettacoli. Da lì ci fu il passaggio agli spettacoli. Fu fondamentale poi creare una bella rete di contatti di italiani residenti a Barcellona. Infatti, la maggioranza del pubblico degli spettacoli organizzati da ItaliaES è in maggioranza italiano. Poi arrivarono i Litfiba, Giovanni Allevi …

 

 (Foto: Stefano Buonamici)

 

Ti è mai capitato di incontrare artisti italiani che hanno fatto i loro primi passi a Barcellona e poi sono stati “scoperti” in Italia?

Si, Alessio Arena. È un artista che vive qui e che conobbi anni fa. Gli ho organizzato alcuni concerti e in questi ultimi anni ha iniziato a vincere festival importanti in Italia. Ha pubblicato dei libri (è anche uno scrittore) e adesso sta registrando il terzo disco. Possiamo dire che artisticamente sia nato a Barcellona e ora è molto in crescita in Italia.

 

I prossimi passi di ItaliaES

Sto pensando di lavorare anche verso l’Italia portando artisti di Barcellona e organizzare spettacoli dove intervengano artisti locali ma non necessariamente catalani o spagnoli, artisti che vivono a Barcellona, anche se solo momentaneamente. Per esempio, quest’anno ho organizzato un festival “Aquí canten dones” (Qui cantano Donne), un festival di talenti femminili che vivono qui, indipendentemente dalla nazionalità. L’idea è quella di promuovere talenti che non sono ancora arrivati a quel grado di notorietà tale che permetta loro di essere conosciute dal grande pubblico.

 

A parte gli italiani che vivono a Barcellona, tu consigli anche a chi vive in Italia di coniugare la possibilità di visitare Barcellona, magari per un weekend, e venire, contemporaneamente, a vedere uno spettacolo di artisti italiani. Perché? Qual è l’interesse?

Sì. Io invito tutti gli italiani che vivono in Italia ad approfittare di un concerto di un’artista italiano a Barcellona per farsi una vacanzina lampo, visitare la città e, contemporaneamente approfittare di quest’occasione. A detta di molti l’esperienza è molto gratificante. Intanto, uno spettacolo all’estero è di dimensioni diverse e si riesce più facilmente ad avvicinare l’artista, fare quattro chiacchiere, farsi dare un autografo … Insomma, si vive un’esperienza di “prossimità” praticamente unica che in Italia risulta molto improbabile, visto che il pubblico è per forza di cose meno numeroso.

 

Come si fa a saper quali sono i prossimi appuntamenti di ItaliaES?

Basta seguirci online. Siamo su tutte le reti sociali e pubblichiamo regolarmente il calendario degli eventi sul nostro sito Web.

 

Per contattare ItaliaES:

www.italiaes.org

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