Anna: un architetto con il mal d’Islanda

 

 

Una terra può catturare il cuore tanto da indurci a lasciare tutto e partire? Decisamente sì. E’ ciò che è accaduto ad Anna, dopo una vacanza il suo stomaco è stato “attanagliato dal mal d’Islanda” tanto da indurre lei e il suo compagno a trasferirsi. Ha lasciato la sua statica e conservatrice Savona, per andare nella energica e vibrante Islanda, dove continua a lavorare come architetto e graphic designer per l’Italia, presso uno studio creativo in condivisione con una sua amica.

 

 

Anna vivi da un anno in Islanda, precisamente a Seltjarnarnes, un comune limitrofo alla città di Reykjavik. Cosa hai lasciato a Savona e cosa hai trovato in Islanda?

 

 

Savona è una città molto statica e molto conservatrice. Potresti viverci una vita senza accorgertene e senza aver mai provato nulla. E’ una città che mi ha sempre negato la possibilità di crescere. Magari semplicemente non andavamo d’accordo, non voglio incolparla di nulla! In Islanda ho trovato una società energica, vibrante, con tanta voglia di fare. Reykjavik è una piccola città in cui accadono però tantissime cose. E’ una città effervescente e culturalmente molto interessante. Qui sono riuscita a ritagliare i miei spazi creativi e a trovare una serenità che in Italia credevo ormai impensabile. In Islanda, i ritmi sono molto meno stressanti e la gente è serena, sempre, anche nelle situazioni più difficili e questo permette di affrontare qualsiasi aspetto della vita in un modo decisamente positivo; la vita è, inoltre, molto più essenziale che in Italia e questo fa guadagnare tantissimo tempo per se stessi.

 

 

Quando e perché hai maturato l’idea di andare via dall’Italia?

 

 

Sono stata una prima volta in Islanda nel 2007, in vacanza con il mio compagno, per poi ritornarci nel 2008, sempre in vacanza. Da quel momento ci è sembrato di non poter più vivere senza. Nel 2008, abbiamo avuto la conferma, era esattamente il posto in cui avremmo voluto vivere. E’ stato molto buffo, stavamo camminando a Grundafjordur, un paesino dello Snæfellsnes e io ho detto a Fabio (il mio compagno): “In Islanda ci verrei a vivere anche domani”. Lui è scoppiato a ridere e mi ha detto: “Stavo pensando la stessa cosa!”. Da quel momento non abbiamo più smesso di pensarci. Con lo stomaco attanagliato dal mal d’Islanda, abbiamo concentrato tutte le nostre forze per far sì che questo desiderio diventasse realtà. E alla fine siamo partiti!

 

 

Cosa ha catturato il tuo cuore tanto da indurti a lasciare l’Italia?

 

 

A questa domanda non so rispondere. Me la fanno in molti, ovviamente, ed io ogni volta do la prima risposta che mi viene in mente. A volte sembro veramente poco convincente. Ma sarebbe un po’ come chiedermi perché sono innamorata di una persona. Lo sono e basta! Non so rispondere. E’ semplicemente una bellissima sensazione dovuta a mille diverse ragioni.

Sei un architetto e graphic designer. E’ stato facile trovare un’occupazione nel tuo campo in Islanda? 

 

Ho una parte del mio studio creativo in Italia e questo mi permette di continuare a lavorare con i clienti italiani. Lavoro in connessione con la mia socia/amica. Siamo sempre collegate su Skype! Nel frattempo ho cominciato a conoscere nuove persone in Islanda e ad avere i primi clienti anche qui. Il livello, nel mio campo, è molto alto a Reykjavik. Sarà una bella sfida.

 

 

Arrivata in Islanda come sei riuscita a trovare casa? Ci sono delle agenzie a cui rivolgersi?

 

 

In realtà la casa l’abbiamo comprata prima di trasferirci. Eravamo orientati a prenderla in affitto, ma i costi sono abbastanza proibitivi ed è stato sicuramente più conveniente comprarla. L’iter burocratico per l’acquisto di una casa qui è molto più snello che in Italia e non è stato difficile. E ovviamente sì, ci siamo rivolti ad un’agenzia immobiliare.

 

 

Cosa puoi raccontarci del sistema lavorativo islandese? Ci sono maggiori possibilità rispetto all’Italia?

 

 

La crisi ha colpito anche l’Islanda. Non è facile quindi trovare un lavoro, soprattutto se non si conosce la lingua… che è difficilissima. L’Islanda è spesso descritta come il “Paese dei balocchi”, ma non è così dal punto di vista lavorativo. E’ vero che non esiste lavoro nero e che i diritti dei lavoratori non sono mai calpestati, ma è anche vero che non è facile trovare un lavoro e la moneta, dal 2008, si è molto svalutata. Bisogna poi considerare che l’Islanda è fuori dalla UE e quindi vengono applicati i dazi sullo scambio delle merci. Non è quindi neanche facile aprire un’attività. E’ fattibile, ma la decisione deve essere veramente ben ponderata! Molte persone credono di poter applicare i modelli italiani al mercato islandese, senza rendersi conto che siamo in un’isola al Polo Nord, sperduta in mezzo all’Oceano!

 

 

Qual è l’immagine del nostro Paese che prevale all’estero?

 

 

Gli islandesi amano l’Italia, molti di loro ci sono stati a studiare o in vacanza. Gli islandesi viaggiano molto e molti parlano l’italiano. Ovviamente prevale la parte “romantica” dell’Italia: il sole, l’arte, il cibo. Pochi però sono rimasti in Italia, perché tutti concordano che sia impossibile vivere (inquinamento, stress, malavita e la complessa burocrazia, sono solo alcuni degli aspetti che vengono sottolineati). L’islandese ama l’Italia a distanza.

Come si vive in Islanda?

 

 

In Islanda la vita è molto cara, ma la qualità è molto alta. Tutti pagano le tasse e i servizi che vengono resi sono eccellenti. Inoltre i diritti degli individui sono rispettati. Qui l’uguaglianza tra uomini e donne è davvero reale (anche tra le mura domestiche) e i diritti delle persone sono molto più tutelati. I gay si possono sposare (anche in chiesa) e i bambini possono essere adottati da single, famiglie eterosessuali e famiglie omosessuali. Inoltre questo Paese non ha l’esercito. Vedo tanti pro e nessun contro!

 

 

E del clima cosa puoi dirci?

 

 

Il clima non mi ha mai spaventata. Innanzitutto nel bilancio delle mie priorità della vita, il clima influisce veramente poco. Poi comunque non è così male, almeno per chi non ha il corpo da lucertola! L’estate è come una fresca primavera, i prati sono verdissimi e sempre in fiore. Il sole tramonta solo per poche ore e questo crea un’illuminazione continua di luce bianchissima!

Il primo buio si percepisce solo i primi di agosto e per poche ore. L’inverno non è così rigido come si può immaginare. La temperatura è solitamente intorno allo 0, ma ci posso essere giornate in cui la temperatura arriva agli 8/10 gradi (e altre in cui arriva a -13!). Ogni giorno però la luce cambia magnificamente e in inverno nevica spesso. Io adoro la neve. Non è difficile immaginare perché nella mitologia questi siano i luoghi abitati dagli elfi. E’ tutto così fiabesco, sempre!

 

Ci racconti qualche curiosità sul posto?

 

 

Mi ha subito affascinata il rapporto tra la società e i bambini. Innanzitutto i pericoli sono minori e i bambini giocano ancora in strada con qualsiasi tempo e temperatura. Ed è una cosa bellissima. Inoltre il rapporto genitori/figli è molto più rilassato. I genitori sono meno apprensivi e i bambini sono molto più responsabili. Non vedo quasi mai bambini islandesi fare i capricci e mai i genitori alzare la voce. Tutto viene sempre spiegato con pazienza. Una simpatica tradizione è quella di lasciare le carrozzine (con i bimbi dentro) fuori dai bar mentre le mamme o i papà prendono il caffè all’interno, comodamente seduti. I bambini sono collegati ai genitori con un interfono, respirano aria buona e si temprano all’aria fresca. Questo è bellissimo!

 

 

Luoghi d’Islanda: qual è il tuo preferito?

 

 

Ne devo citare almeno tre e già mi sarà difficile. Cito per prima la città di Reykjavik, che con il suo fermento culturale mi ha dato tanto e mi ha conferito una grande energia ed una grande voglia di rimettermi in gioco. Poi Grundarfjörður, la piccola cittadina portuale nella penisola dello Snæfellsnes, di cui ti ho raccontato poco sopra. Ed infine Landmannalaugar, una magnifica località vulcanica situata nel cuore dell’Islanda, dalle montagne multicolore (rosa, arancioni, gialle, verdi,… ) che si stagliano sullo sfondo di un immenso campo di lava nera, con sorgente d’acqua calda (in cui è d’obbligo immergersi). Ecco però adesso mi sono dimenticata di citare Eyrarbakki e Stokkseyri, Mivatn, Askja,…. E la lista sarebbe ancora lunga.

 

 

Pensi di poter tornare a vivere in Italia un giorno?

 

 

Qui la risposta sarà secca! E la risposta è no! Magari non vivrò in Islanda tutta la vita, ma in Italia tornerò solo per trascorrere le mie vacanze.

 

an***************@gm***.com

 

 

A cura di Nicole Cascione