Emergency Exit: l’emigrazione giovanile e le speranze di una vita nuova all’estero

 

L’Italia non è un paese per giovani? Gli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile sembrano fornire una drammatica e amara risposta a questa domanda. Certo anche i dati sulla disoccupazione femminile sono decisamente sconfortanti, come quelli sulla disoccupazione generale. Ma è indubbio che quando le condizioni di vita e lavoro si fanno difficili per i giovani è l’intero futuro del paese che sembra essere drammaticamente compromesso.

 

E mentre i fuochi della campagna elettorale si fanno sempre più confusi e contraddittori e le parole dei politici suonano sempre più prive di un minimo di credibilità, i giovani se ne vanno dal nostro paese. Nasce anche per dare voce (e immagini) a questo fenomeno il documentario "Emergency Exit": si tratta di un lavoro che raccoglie sei mesi di viaggio in Europa per testimoniare le esperienze di alcuni di questi ragazzi e delineare un fenomeno sempre più ampio. Fenomeno che disegna anche un tipo di emigrazione molto diversa da quella che, negli anni del dopo guerra, ha caratterizzato il nostro paese. C’è una sorta di responsabilità etica, una spinta sociale dietro la realizzazione di questo progetto che, anche senza i toni della denuncia, diviene un amaro monito nei confronti di un paese che non sa dare la cosa più importante per i giovani: la speranza di costruirsi un futuro dignitoso. E ormai parlare di questo fenomeno di impoverimento di risorse nuove a cui si sta condannando il nostro paese, non è più rimandabile. Questo documentario, o docu-trip, uscirà in aprile nell’ambito di alcuni festival e all’interno di alcuni circuiti cinematografici. I paesi in cui sono state fatte le prime riprese sono Austria, Francia, Norvegia e Spagna a cui seguiranno Svizzera, Inghilterra e Germania. Questo documentario diventerà anche una serie web per il cui finanziamento è stata creata una piattaforma di crowdfunding online, quella forma di finanziamento dal basso che sta diventando un canale democratico e libero, per trovare risorse per molti progetti. Il sito web per questa raccolta è www.indiegogo.com/emergencyexit. Un modo per sottrarre un certo tipo di cinema al gioco dei produttori ufficiali, spesso vincolanti a logiche di mercato. Con questo tipo di finanziamento si può davvero parlare di partecipazione attiva.

Non c’è nulla di facile nel lasciare il proprio paese e la ricerca di maggiori opportunità, di meritocrazia, di stipendi più alti, insomma di una qualità di vita diversa, non è certo privo di dolore e, spesso, di nostalgia e difficoltà. Iniziare una nuova vita all’estero (e noi di Voglio Vivere Così lo sappiamo molto bene) non è facile: un susseguirsi di aspettative, di piccole vittorie e di qualche sconfitta, di slanci e di paure. E queste sono le emozioni che si incarnano nei visi dei ragazzi che hanno raccontato le loro storie. Giovani che stanno diventando un piccolo esercito in fuga da un paese sbalestrato e tutto troppo ripiegato su sé stesso, troppo impegnato a difendere caste, privilegi e vecchi meccanismi di immobilismo. E intanto continua l’emorragia di ragazzi e ragazze che per avere un’opportunità devono andare altrove. Sia chiaro, un’esperienza all’estero è qualcosa di arricchente certo, ma non è di questo che si parla e che parla questo progetto. Qui, a far paura, sono le motivazioni che spingono tanti ragazzi ad andarsene, a lasciare l’amaro in bocca è la consapevolezza che questa decisione rischi di essere senza ritorno. Un dato su tutti: dal 2010 a oggi sono circa 60000 i giovani espatriati che raccontano, certo, di una nuova e auspicabile mobilità che ha però troppi elementi di forzatura, di fuga, di uscita di emergenza appunto. E come vedono, questi ragazzi, il loro paese dall’estero? Pensano di tornarci? Riescono ancora a immaginare un futuro qui? Queste domande, a pensarci bene, pesano come dei macigni sulla coscienza di tutti noi, per ciò che abbiamo fatto e per ciò che non abbiamo fatto.

A questo bellissimo progetto partecipano anche alcuni personaggi conosciuti come il musicista Daniele Silvestri, il sociologo Franco Ferrarotti, Claudia Cucchiarato autrice di Vivo Altrove, Bukk Emmot ex direttore del The Economist e Gianni Minà, famoso giornalista. Giovane anche l’autrice del documentario, Brunella Filì, classe 1982. Una laurea in Scienze della Comunicazione a Lecce e specializzazione in Cinema, Televisione e Comunicazione Multimediale. Ma Brunella segue anche alcuni workshop di regia con maestri del calibro di Tornatore e Kiarostami prima di iniziare la sua avventura di regista molto freelance.

 

Per leggere ulteriori notizie e per avere altre informazioni sul cast e sulla struttura del progetto consultate il bellissimo sito www.emergencyexit.it

 

 

A cura di Geraldine Meyer