Elena, studentessa di Yoga ed Ayurveda a Toronto

 

Elena Deodato, da sempre appassionata di Yoga e Ayurveda, ha deciso di approfondire le sue conoscenze in queste due discipline, così da poter aiutare anche a livello mentale ed emozionale tutti coloro che ne hanno bisogno. Al momento vive e studia a Toronto, ma può definirsi tranquillamente una “cittadina del mondo”, essendo una persona che ha avuto la fortuna di viaggiare molto, sin da bambina. In tutti questi anni, le sue esperienze di viaggio, l’hanno condotta alla consapevolezza che “in fondo in fondo, siamo tutti uguali a prescindere dalla razza e dal colore della pelle e che nel mondo, c’è posto per tutti, bianchi, neri e gialli, senza alcuna distinzione.”

 

 

Elena, ormai vivi a Toronto da 5 anni. Di cosa ti occupi?

 

Per il momento sono ancora studentessa a Toronto. Studio Yoga Terapia e Medicina Naturale/Ayurveda, in più sto completando un corso come Personal Support Worker.

 

Disciplina interessante … ce ne parli?

 

Lo Yoga e l’Ayurveda sono scienze sorelle. Non c’è l’una senza l’altra. In tutte due le scienze, ci viene insegnato che siamo molto di più di un solo corpo fisico e mentale, abbiamo anche un’anima. Lo Yoga è la scienza per arrivare a realizzare questo stato di illuminazione. Essere – purissimo. Nell’occidente lo yoga è diventato più che uno sport. In realtà dietro, c’è tutto uno studio di antichi testi, in grado di rivelare il lato spirituale e il vero scopo della vita. Cioè realizzare/raggiungere la liberazione e l’illuminazione.

 

Ci sono otto discipline nello yoga:

 

  1. Yama

     

  1. Niyama – Entrambe si occupano dello studio e della pratica per esercitare codici e principi morali ed etici.

     

  1. Asana – Le posture fisiche – disegnato per rafforzare il corpo, in modo da poter sedere con la colonna vertebrale dritta durante i lunghi periodi di meditazione.

     

  1. Pranayama – Il controllo del respire.

     

  1. Pratyahar – Esercizio che riguarda la chiusura dei 5 sensi, in modo da non rovesciare l’attenzione fuori, bensì di coltivare la concentrazione interna.

     

  1. Dharana – Stabilire un legame con l’oggetto di concentrazione.

     

  1. Dhyana – Meditazione

     

  1. Samadhi – Illuminazione

     

L’Ayurveda invece, è la medicina originaria dell’India. E’ la più antica nel mondo. I primi manuali scritti risalgono a più di 5.000 anni fa. E’ l’unione di due parole: Ayuh = vita e Veda = conoscenza. Quindi: conoscenza della vita. L’Ayurveda è una medicina olistica e include gli aspetti della natura, lo scopo della vita, gli aspetti metafisici ed anche fisici – la salute e la malattia, felicità e pena, dolore e piacere. L’Ayurveda definisce la vita come la concomitanza del corpo, della mente e dello spirito, è la scienza onnicomprensiva di tutta la creazione. L’Ayurveda guarisce analizzando tutti gli aspetti dell’individuo, senza creare separazione, ma osservandone la complessità.

 

Come mai questa scelta?

 

Sin da giovane ho sempre voluto essere d’aiuto e curare la gente. Ho trovato che l’ayurveda tratta l’individuo nella sua completezza e non solo quello che riguarda i sintomi psichici. L’individuo è un’entità molto complessa e i sintomi fisici, in gran parte, sono un’espressione del mondo interiore di una persona. Mi affascina sempre di più curare il livello mentale ed emozionale di una persona.

 

E del corso di Personal Support Worker, cosa ci racconti?

 

Il corso di Personal Support Worker mi offre la possibilità di lavorare nell’ambiente medico per occuparmi così di bambini, anziani, handicappati e di tutti coloro che necessitano di un sostegno psichico e morale.

 

 

Una volta terminati questi corsi cosa pensi di fare?

 

Ho intenzione di lavorare a Toronto principalmente come Personal Support Worker, integrando la conoscenza dello yoga e dell’ayurveda.

 

Perché proprio a Toronto?

 

Perché qui si vive benissimo. Tant’è che sto cercando di fare domanda di residenza permanente. Ci sono tantissime opportunità, del resto il Canada è stato fondato recentemente, nel 1867, quindi rispetto all’Europa è un Paese giovanissimo. E’ ancora in fase di sviluppo e c’è tantissimo spazio. Toronto in particolare è una “melting pot” con tante culture diverse in un solo luogo. Ci sono quartieri come Little India, Korea Town, China Town, Little Italy. Qui la discriminazione e il razzismo non sono assolutamente tollerati. I Canadesi hanno coltivato il rispetto assoluto delle diverse culture e delle varie usanze.

 

Prima di arrivare a Toronto, hai vissuto nel sud-est asiatico. Ci racconti qualcosa della tua vita precedente?

 

Sono stata molto fortunata nella mia vita, grazie anche alle esperienze vissute. Mio padre lavorava per l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Manila (Filippine) ed io, dall’età di tre mesi fino ai 16 anni, ho vissuto nelle Filippine. Sono cresciuta felicemente, insieme a 5 bambini filippini, adottati da mio padre. Successivamente il mio papà è stato trasferito in Vientiane (Laos – dove vive tuttora) ed io sono andata in un collegio della Thailandia, poiché a Laos non c’erano ancora scuole adeguate alla mia età. I due ultimi anni del liceo invece, li ho conclusi presso la scuola internazionale a Torino. Negli anni successivi, ho viaggiato tanto. Sono stata nelle Filippine, in Thailandia, a Laos, in Inghilterra, in India, in Italia e in Germania.

 

Da cosa è nata questa voglia di viaggiare?

 

Stavo frequentando l’Università a Melbourne, in Australia, ma ad un certo punto ho capito che quella non era la mia strada, così, con il mio ex partner, abbiamo deciso di partire. Per parecchi anni sono riuscita a viaggiare, fermandomi pochi mesi nei diversi posti, lavorando presso ristoranti o bar

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Come sei riuscita a districarti con i permessi di soggiorno?

 

In Asia basta pagare per avere i permessi di soggiorno. Qui in Canada invece, ho lo “study permit”, che mi permette di entrare e uscire dal Paese, fino alla fine del 2013.

 

 

 

 

Tra i tanti posti che hai visitato, quale ti è piaciuto maggiormente?

 

Primo fra tutti quello in cui mi trovo attualmente, il Canada. Ormai qui ci ho messo le radici. Mi piace molto per il modo in cui si vive e si affronta la vita e soprattutto perché c’è una grande tolleranza nei confronti di tutte le varie culture che ci vivono, cosa che, in molti posti d’Europa, non esiste. (Vedo la discriminazione nei confronti dei miei fratelli e delle mie sorelle, quando ci ritroviamo in Italia ogni estate).

Poi c’è l’India, Paese che adoro per la sua spiritualità, che non esiste in nessun altro posto al mondo.

 

Pur essendo italiana, l’Italia non rientra nelle tue preferenze..

 

Per me l’Italia è bellissima da visitare, ma non per viverci. Ci torno tutti gli anni in estate, dato che ci vive la mia mamma e il resto dei miei parenti. Trovo che la gente sia molto aggressiva e arrabbiata. Lo trovo molto opprimente come luogo. Di sicuro ne apprezzo il fascino e la creatività, cosa che mi porto dietro nel mio continuo viaggiare.

 

Non ti manca proprio nulla dell’Italia?

 

A volte sento la mancanza di una buona pizza e sicuramente, di tutta la varietà di formaggi che qui in Canada come in altre parti del mondo, difficilmente si trovano. Per il resto, non mi manca più nulla…..

 

Cosa hai fatto tuo delle varie culture dei vari Paesi in cui hai vissuto?

 

Sono riuscita a catturare la gioie e lo splendore del popolo Filippino e la spiritualità della gente indiana.

 

Questa vita da expat ti soddisfa o senti che ti manca qualcosa?

 

Mi manca sempre di più la famiglia che vive in Italia e che vedo solo una volta l’anno. A parte questo, non mi manca nient’altro. Dopo aver vissuto in un posto per 6 mesi, mi assale l’ansia e la necessità di viaggiare. Non riesco a stare ferma in un posto soltanto.

 

Durante i periodi di permanenza nei vari luoghi in cui hai vissuto, ti sarai sicuramente affezionata alle persone con cui hai vissuto determinati momenti della tua vita. Non ti è dispiaciuto lasciare tutto e andare via?

 

Sì, quando ero più giovane. All’età di 16 anni sono stata mandata forzatamente in un collegio in Inghilterra, perché combinavo birichinate nelle Filippine. L’adolescenza è un periodo molto particolare e fondamentale per la crescita di un ragazzo. A quell’età si è molto sensibili e si ha bisogno più che mai della vicinanza della famiglia e degli amici e, andare via da tutto e tutti, mi è dispiaciuto tantissimo. Ma ho capito anche che, lasciare un posto per andare in un altro, è una possibilità che ci viene data per fare nuove esperienze e per aprire un nuovo capitolo della vita, sempre ricca di sorprese.

 

 

Dove vedi il tuo futuro?

 

Se riesco ad ottenere la residenza permanente in Canada, resterò qui.

 

Ti senti cittadina del mondo o c’è un posto che è solo tuo, in cui vorresti prima o poi fare ritorno?

 

No, non c’è un solo posto “mio”. Più viaggio, più sono esposta a culture diverse e più mi sento a mio agio, più mi sento veramente “a casa mia”.

 

Ci saluti con un messaggio?

 

Spero con tutto il cuore che anche voi possiate fare almeno solo un viaggio, così da essere esposti a culture diverse. Viaggiare ci aiuta a comprendere tutti i problemi insiti nelle varie culture e ci aiuta ad apprezzare quello che già abbiamo, senza pensare a ciò che ci manca o a ciò che avremmo potuto avere. Viaggiare ci fa capire che, in fondo in fondo, siamo tutti uguali a prescindere dalla razza e dal colore della pelle e che, nel mondo c’è posto per tutti, bianchi, neri e gialli, senza alcuna distinzione.

 

Per contattare Elena:

 

kn********@ho*****.com

 

A cura di Nicole Cascione