Gabriele: la mia scelta di vita è la musica. Per questo mi trovo a L’Aia

 

Gabriele Levi frequenta il conservatorio fin da bambino e ora che ha 22 anni si trova all’Aia a seguire le lezioni del Conservatorio Reale, con in tasca un diploma in “Organo e Composizione” conseguito in Italia e davanti a sé una strada forse incerta, ma piena di speranza. La speranza di poter vivere di musica, la speranza che l’ha portato alla grande opportunità di poter seguire le lezioni dell’organista Ton Koopman, il migliore sulla scena internazionale.

 

 

Cosa ti ha portato in Olanda?

 

Sono andato in Olanda per motivi di studio. Successivamente al diploma in “Organo e Composizione organistica” conseguito presso il Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia ho intrapreso il Biennio specialistico in Organo antico. Dopo il primo anno ho fatto richiesta per una Borsa di studio Erasmus in modo tale da finire il mio percorso di studi in Olanda. Tutto è andato a buon fine, dopo aver fatto l’audizione per l’ammissione al Conservatorio Reale di L’Aia. L’Olanda è stata la mia prima ed unica opzione, in quanto il mio interesse era mirato esclusivamente verso l’insegnante, Ton Koopman, organista e cembalista di fama internazionale e direttore dell’Orchestra barocca di Amsterdam.

 

Come eri messo con la lingua? Quali sono state le difficoltà annesse a questo aspetto?

 

In Olanda tutti parlano Inglese ad alto livello e i corsi al Conservatorio sono tenuti in Inglese. Ero a conoscenza di questo problema, così prima di partire mi sono preparato. Il modo migliore per imparare l’inglese senza poterlo parlare ogni giorno con qualcuno? Guardare film in lingua originale. E’ la stessa cosa che fanno gli Olandesi. Al cinema, come in televisione, non esiste il doppiaggio. Tutto è in lingua originale con i sottotitoli. Questo mi ha aiutato davvero molto in termini di lessico e pronuncia, e non ho riscontrato troppe difficoltà di comprensione. Ci si abitua davvero molto in fretta!

 

Come ti aspettavi sarebbe stata la tua nuova vita?

 

Non avevo assolutamente idea di come sarebbe stata la mia vita qui in Olanda. Mi immaginavo di dover combattere con la lingua e con le cose più comuni della vita: fare la spesa, pulire, lavare, cucinare,…. E invece tutto si è dimostrato più facile del previsto! Una volta che si è capita la routine, Panta rei! Il nuovo Conservatorio mi sembrava una struttura eccezionale, piena di opportunità, corsi e insegnanti preparati e ho avuto la fortuna di trovare effettivamente tutto ciò. Insomma, sono entusiasta!

 

 

Quindi immagino tu non abbia rimorsi!

 

Non ho assolutamente alcun rimorso. Sono stato fermo nella mia decisione fin dall’inizio e ne sono stato ampiamente ripagato!

 

Non hai pensato che dedicarsi solo alla musica potesse essere rischioso per il tuo futuro, considerando che siamo in un periodo di crisi?

 

Non passa giorno che non pensi al fatto che sto facendo un salto nel vuoto. Ho preso una decisione rischiosa: dedicarmi allo studio della musica. E’ una scelta sbagliata? Direi proprio di no. Ognuno di noi, dopo il tradizionale cursus studiorum, decide cosa fare della propria vita. Alcuni optano per medicina, altri per una branca di ingegneria, altri per architettura e così via. E’ una questione di vocazione e passione. Provo “tristezza” per coloro che scelgono una facoltà basandosi SOLO sul futuro reddito. Voglio precisare: non sono un ingenuo sognatore. Ho la testa ben piantata sulle spalle e so bene che non si può campare di sole note e che serve uno stipendio per vivere, ma voglio anche credere che nella vita si possa seguire ciò che si ama fare. Posso assicurare, tuttavia, che di persone come me ce ne sono tante e che se si vuole vivere con la musica bisogna, ahimè, fuggire dall’Italia e andare all’Estero.

 

Quali opportunità ci sono in Olanda che in Italia non ci sono?

 

In Olanda ho notato molta più vitalità dal punto di vista organizzativo: c’è più intraprendenza! Senza contare che insegnare musica ad alti livelli qui significa avere garantito il proprio futuro, in quanto gli stipendi sono molto elevati. Quello del musicista è un vero e proprio mestiere, non un semplice hobby e passatempo. Si studia per parecchi anni per provare a raggiungere o addirittura superare il livello raggiunto dagli altri musicisti e, come un qualsiasi altro lavoro, più si è bravi e più ci si prende l’onere di grandi responsabilità e più si dovrebbe essere compensati. Anche qui in Olanda comunque nel mondo della musica, come in qualsiasi altro ambiente, oltre al talento e allo studio c’è bisogno di molta fortuna. Per inserirsi all’interno del sistema bisogna dar prova di bravura e, soprattutto, di un grande spirito di adattamento, e certamente aiuta suonare con tante persone differenti creandosi, così, una vasta rete di contatti in quasi tutto il mondo. Al Conservatorio si può suonare con musicisti proveniente da ogni dove: Stati Uniti, Corea, Spagna, Ungheria, Finlandia, Giappone, Francia,…

 

Quali materie studi?

 

In Conservatorio studio Organo, Clavicembalo, Basi di musica antica, Studi di Musica rinascimentale, Retorica, Basso continuo, Ricerca musicologica, Musica d’insieme, Danza barocca.

 

 

Parlami di Danza barocca, che mi incuriosisce!

 

Danza rinascimentale e barocca è un’arte che mi ha sempre affascinato. E’ un corso, principalmente per chi non è esperto di danza, in cui ci si approccia alle coreografie tipiche del periodo (minuetto, gavotta, pavane,..) e per noi musicisti è utilissimo per meglio comprendere come suonare musica scritta appositamente per la danza. Incontriamo numerose difficoltà tecniche che, però, trovano subito correzione da parte del Maestro che ha per noi grande stima e pazienza. Non arriveremo ad alti livelli, ma già dopo alcune lezioni si riescono a metabolizzare quasi tutti i passi. Si è sempre alla ricerca di una grande cura formale, precisione ed eleganza.

 

E per quanto riguarda ricerca musicologica?

 

Fin dal primo momento in cui si intraprende il biennio di Master si deve seguire un corso che introduce ogni studente al mondo della ricerca. È poi previsto lo svolgimento di una tesi finale che deve essere pensata due anni prima della scadenza attraverso un sistema online chiamato Research catalogue, con il quale si può elaborare una ricerca davvero organica con mezzi attuali. Si creano tesi “interattive”, se si vuole, più particolari e meno statiche. Si ha la possibilità, inoltre, di poter consultare liberamente qualsiasi tipo di ricerca che sia stata già pubblicata. E’ un sistema, insomma, che consente un grande e rapidissimo scambio di informazioni. Ogni studente inoltre è provvisto di un coach sempre disponibile per domande e chiarimenti. Ed è proprio questo uno degli aspetti più sorprendenti: la disponibilità e l’assoluta cordialità di ogni insegnante all’interno del conservatorio.

 

Qual è la cosa più particolare che hai trovato?

 

La cosa più particolare che ho trovato è la vitalità e la voglia di fare che c’è all’interno del Conservatorio. Ogni studente è spinto e incoraggiato a fare musica ai massimi livelli! Vengono dati moltissimi spazi ed occasioni per esibirsi e confrontare la propria preparazione con quella degli altri. L’ambiente risulta molto competitivo, ma in modo sano e stimolante.

 

 

Parlami della vita a L’Aia!

 

La vita a L’Aia ti proietta in Europa. Pur non essendo una realtà ampia quanto Amsterdam, ti senti cittadino del mondo. Rispetto all’Italia percepisci un respiro diverso. C’è una fusione incredibile di culture tra le più disparate. Per le strade, oltre alla lingua locale, si può sentir parlare Inglese, Francese, Tedesco, Coreano, Finlandese, Italiano, …. Insomma, si è portati in una realtà nuova e davvero contemporanea. Aspetto che ogni giovane dovrebbe provare. Il costo della vita è leggermente più alto che in Italia, ma paragonato allo stipendio medio olandese risulta quasi minore. Tanto per dare un’idea: il salario medio di un Maestro di musica a livello Universitario è di 62 euro all’ora.

 

Cosa farai finiti gli studi?

 

Cosa farò? Non lo so con precisione… ciò che spero di fare è poter suonare ovunque sia come solista che in formazione da camera…..e di insegnare, un giorno. Comunque finito l’anno accademico in Olanda dovrò tornare in Italia per concludere alcuni corsi e successivamente dovrò decidere se ottenere un altro Master in un altro Paese e Conservatorio. Aimé necessitiamo di un pezzo di carta!

 

 

Cosa consiglieresti a chi si trovasse agli ultimi anni delle superiori e volesse scegliere, come te, di dedicare gli studi alla musica?

 

Quello che mi sento di dire è che se si vuole intraprendere un percorso musicale bisogna essere assolutamente onesti con se stessi ed essere consci delle proprie reali capacità. E’ necessario, poiché il rischio è quello di cominciare qualcosa che non si è in grado di portare a termine, buttando così all’aria parecchi anni. Se si è convinti di volere e potere vivere di musica allora posso dire due cose: c’è un’infinità da studiare e più si apprende più ci si rende conto di quanto l’esperienza conti davvero. Non basta il talento, ci vuole molta forza di volontà perché i momenti bui sono sempre dietro l’angolo e se ne affrontano molti. Detto ciò, tuttavia, se l’impegno e l’entusiasmo saranno costanti, si verrà ripagati di tutto! L’ esperienza all’estero inoltre è fondamentale perché, ahime, non è sufficiente stare in Italia. Il motto deve essere: Aspirare al meglio e studiare con i migliori!

 

Ga***********@vi******.it

 

 

 

A cura di Giulia Rinchetti