Walter Chiccoli: l’angelo di Phuket

 

 

Walter Chiccoli è un pensionato di 66 anni che, da circa 15, vive a Phuket. La Thailandia era un posto familiare per lui, poiché per diversi anni era stata meta di vacanza. Purtroppo però, non sempre la vita ci riserva belle sorprese, molto spesso ci mette dinanzi a delle tragedie devastanti, come la morte del proprio compagno/a. In quel caso, c’è bisogno di tutta la forza possibile per ricominciare a vivere e soprattutto, bisogna avere la capacità di “saper prendere treni e corriere che passano nel bel mezzo della nostra vita”. Walter ha preso il “treno” per Phuket e ora ha una nuova compagna, un figlio ed una meravigliosa casa. E’ un bel personaggio Walter, ricco di esperienza, di entusiasmo e di tanta voglia di godere delle bellezze della vita. E’ stato anche intervistato da Tiberio Timperi durante la trasmissione “Uno Mattina” ed ha partecipato alla trasmissione televisiva “Ballarò”, dove ha raccontato la sua esperienza di vita, unica ed affascinante, tra lo scosciare degli applausi.

 

 

Walter, la prima cosa che mi hai detto quando ci siamo sentiti è stata: sono un pensionato di 66 anni molto fortunato. Ci racconti il perché di questa fortuna?

 

Certamente, vivo in un eden per scelta..e non è cosa da poco! Ma cominciamo dal principio….Nasco il 15 aprile del 1946 in un paesino a 13 km da Ferrara, paese che lasciai per andare nel collegio salesiano di Ferrara. Successivamente feci il servizio di leva presso la scuola di paracadutismo di Pisa per spostarmi poi a Bologna, per svolgere il mestiere più ostico che si possa immaginare: il recupero crediti in tutta Italia per una ditta del posto che vendeva corredi a rate (che nessuno pagava..). Dopo questa forte esperienza, feci il sub-agente per la ditta Perla moda di Bologna e successivamente l’ispettore per la Sangemini Ferrarelle dei Conti Violati, infine per 33 anni ho gestito il mio ufficio di rappresentanza di firme francesi nel settore moda femminile, insieme a mia moglie Maria Gloria Tabacchi. Il nostro lavoro ci lasciava del tempo libero che impegnavamo viaggiando, visto che a noi piaceva tanto andare in giro per il mondo. Negli anni abbiamo avuto l’opportunità di visitare diverse parti del globo: siamo stati ai Caraibi, alle Seyschelles (in quell’occasione avemmo modo di incontrare Alain Delon e Belmondo), alle isole Mauritius (dove incontrammo Yves Montand) e alle Maldive. Fino a quando un bel giorno, un collega di lavoro ci consigliò di visitare Phuket, in Thailandia. Decidemmo di seguire il suo consiglio e già dalla prima visita rimanemmo ipnotizzati dal posto, tanto che da quel momento in poi ogni anno ci ritiravamo per 2/3 mesi su quell’isola meravigliosa! Purtroppo però, il 26 giugno del 1996 Gloria morì a 51 anni, a causa di un tumore al seno. Fu un periodo terribile quello della malattia e nonostante un barlume di speranza datoci dalla terapia Dibella, che le diede incredibili risultati positivi alleviandole la sofferenza e allungandole la vita di ulteriori nove mesi, Maria Gloria mi lasciò. Dopo questa terribile perdita, decisi di lasciare l’agenzia di rappresentanza ai nostri due figli, Massimo di 40 anni e Daniele Ezio di 30 e di ritirarmi a Phuket, posto che conoscevo benissimo poiché per ben 12 anni avevo frequentato con mia moglie e i ragazzi. Abbandonai così la mia vita da imprenditore in Italia e mi ritirai da vedovo e pensionato a Phuket. Ma la vita toglie e dà. Fu così che incontrai Oho, siamese di Trangcity, la più vecchia cassiera del Grand Hotel Patong resort, da cui ho avuto il mio terzo figlio, Willson (=will be a son; togli be a =resta willson!) che ora ha 13 anni. Attualmente viviamo in una bella casa a 4 piani geomantici del fungh chu, sistemata a elle e rivolta verso la baia di Chalong, dove inizia lo stretto di Malakka verso Singapore. E’ un palazzo di 500 mq con 4 bagni e relative stanze da letto che si affacciano su delle terrazze che hanno dimensioni maggiori delle stesse stanze. Ai molti potrebbe sembrare strano che io mi sia legato ad una nativa del posto. Il primo pensiero potrebbe essere: “E se nascessero problemi da un punto di vista culturale all’interno della coppia?”. Bene, io sono del parere che tutto il mondo è paese. A Phuket poi c’è un miscuglio di etnie differenti e ad oggi, con l’invasione russa, cinese, coreana, scandinava, australiana e americana, c’ è un’incredibile apertura mentale e un’elasticità straordinaria, perché dove c’è melting pot c’è mescolanza e maggiore comprensione verso il prossimo, di qualunque razza sia. Al contrario della nostra vecchia Europa e dell’Italia, dove regna addirittura il razzismo della Lega.

 

 

Sicuramente sei stato molto coraggioso e hai saputo prendere il treno al volo. Ma in un trasferimento come il tuo, oltre alle varie difficoltà da mettere in conto, c’è anche il problema della lingua. Come sei riuscito a superarlo?

 

Guarda Nicole, è semplicissimo, basta seguire il metodo dei bagnini e degli albergatori romagnoli che, ignoranti come i paracarri, si son acculturati vivendo tra la clientela estera, tra avventure felliniane! Qui basta affrontare tutto con i sorrisi e l’accettazione, ricambiati dalla simpatia e dalla disponibilità straordinaria, che facilita i rapporti di convivenza. E poi, non dimentichiamoci dell’importanza dei gesti, in quel caso la comprensione è immediata, come i migliori mimi alla Marceal Marceau!

 

Risiedi ormai a Phuket da quasi 15 anni, quindi ti sarai trovato a vivere l’esperienza terribile dello tsunami che ha colpito la Thailandia nel 2004…

 

Sì, è stata un’esperienza devastante che mi vide lottare in prima linea, tanto da essere battezzato l’angelo di Patong. Ricordo ancora quei giorni, eravamo tutti presso il palazzo del governatore, insieme ai vari consolati e ai corrispondenti di tutto il mondo. In quell’occasione io e il mio amico del club Italia, Fabio Ferlini da Verona, fummo battezzati da Tony Capuozzo “ambasciatori senza feluca”, poiché eravamo diventati dei veri e propri punti di riferimento! Lo tsunami fu un evento disastroso che colpì il mondo per la sua immensa e totale drammaticità! Ma Phuket rimase famosa per un semplice motivo, non per il dramma di Khao Lack a 187 km a nord di Phuket o delle Pee Pee =Phi Phi Islands o per i morti di Phuket, ma per le sue ricettività alberghiere, gli aeroporti e il governatorato (unico posto al mondo dove ci furono due segretari di stato americani contemporaneamente: la Condoleezza che subentrava a Powell in quelle ore), tutti i personaggi del mondo intero si ritrovarono qui al Royal Hotel. C’era Fini, la Bonniwer e i reali di Svezia! Tutti stavano nelle lobby e nella hall degli hotel extralusso ad aspettare i comunicati stampa! Gli unici che “mossero il culo” per andare in mezzo alla puzza dei morti furono Raffaella Scaglietta, Roberto Baldini, Tony Capuozzo, io e Fabio Ferlini! Gli altri erano tutti imboscati nelle spa, nelle sale massaggi e nei ristoranti sul mare, compresa la ingente protezione civile italiana (ante Bertolaso, ma consimile).

 

Sono passati ormai quasi dieci anni da quel terribile evento. Ad oggi come si è ripresa Phuket?

 

Benissimo! Vivere qui è come vivere in una favola. Ci sono 7 scuole internazionali e 8 centri commerciali che sembrano le gallerie Lafayette o Harrods. E che dire delle spiagge meravigliose e indescrivibili?? C’è quella di Karon beach, dove la sabbia sotto i tuoi piedi fa “gnik e gnak”, quasi fosse della neve fresca! C’è la spiaggia del club Med, con l’ isolotto a forma dei cappelli del mitico pittore belga Magritte, o dei citymen della London d’antan con l’ombrello! C’è anche la Nahy harn, che genera un fiume e le maree e che tutti i giorni cambia volto e sembianze. Per quanto riguarda la situazione sanitaria poi, qui è tutto un altro mondo. Su di un’isola di 44 km per 22 ci son ben 7 ospedali internazionali che sembrano degli hotel extralusso. Al momento dell’accettazione ti fotografano e ti registrano, successivamente, con l’aiuto di assistenti anche di madre lingua italiana, ti accompagnano, sempre con il sorriso sulle labbra, nei vari reparti di competenza. Pensa che nelle lobby c’è anche la musica dal vivo di clavicembali e carillon alla Lyonel Hampton che aiutano a rasserenare gli animi. Ma non finisce qui….Ti offrono frutta tropicale, tè, bibite, caffè, tutto gratis. I ristoranti poi sono puliti e di alta qualità, come quelli esterni. Ma la cosa più importante è la disponibilità delle infermiere e dei medici, sempre pronti a darti una mano e ad offrirti qualunque tipo di assistenza! Oltre agli ospedali, ci sono anche 33 cliniche private e 99 spa della salute, 123 saloni massaggi del relax, 88 cliniche dental cheap and clean e quasi 200 saloni tra barbieri e parrucchieri! C’è anche lo www.atsumihealing.com, dove opera Roger j. Moore (non il James Bond che qui girò “L’uomo dalla pistola d’oro”), il terapista di Sting, di Madonna, di Raikkonen, di Tom Hanks, delle sorelle di Montecarlo, della principessa di Svezia e di tante altre star!

 

 

Sì, ma…il costo della vita? Come fa un pensionato a vivere con una pensione italiana?

 

Beh….il costo della vita può essere modesto o caro, come può esserlo a Milano, Parigi o Londra. Qui un pensionato con la pensione minima vive alla grande, sia per il basso costo del cibo, che oltre ad essere straordinario è salutare e digeribilissimo, sia per il costo dei vari resort e case in affitto. Qui la pensione ci permette di arrivare a fine mese, cosa ormai impossibile in Italia. Pensa che il più vecchio italiano arrivato per primo sull’isola, circa 33 anni fa, è Ubaldo Martini da Meldola – Forlì, lui con poco più di 500 euro di pensione da bidello risiede al Resort Horizon, sulla spiaggia di Patong, e pranza al ristorante Borsalino sul lungomare! Sono in molti ad aver preso la decisione di venire a passare il resto della propria vita qui, ci sono pensionati che provengono da tutte le parti del mondo: dalla California, dalla Florida, dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, Dal Sud Africa e poi ci sono ancora….scandinavi, tedeschi, francesi, inglesi e canadesi!

 

A proposito di bellezze, parlaci delle meraviglie del posto…

 

Sono tanti i posti meravigliosi qui a Phuket! C’è il Buddha più grande ed alto del mondo, ben 78 metri, come la Statua della Libertà. Si trova sulla cima del monte più alto dell’isola, posto in posizione strategica, sembra quasi che guardi ad est il sorgere del sole mentre sta seduto in meditazione. Poi c’è la Old city capital chino-portoghese e i ristoranti sette stelle. C’è la collina del governatore, in cui ci sono tre grossi branchi di scimmie in totale libertà ed uno zoo che, per quanto è grande, fa scomparire quello di Roma. E che dire del promontorio al limite dell’isola? Tutte le sere 30/40 pullman a pagamento carichi di gente, si recano sul posto per fotografare uno dei più bei tramonti dell’Oriente! Non ci si stanca mai di visitare le bellezze che offre questo angolo di mondo. Ci sono due immensi teatri che fanno il tutto esaurito tutte le sere; basti pensare che per vedere gli spettacoli arrivano da Kuala Lumpur, da Singapore, da Bangkok, da Hong Kong, da Taipei, da Saigon…sono sullo stile del Cirque du Soleil, quindi puoi ben immaginare la bellezza degli spettacoli. Ma l’aspetto più caratteristico del posto è rappresentato dalla meravigliosa usanza e particolarità del consumare cibo sui marciapiedi. Puoi spendere da un euro a tre euro e mangiare una bistecca con patate fritte o pesce o verdure e banane e ananas fritti e budini di cocco e frullati di frutta tropicale. Tutto in estrema pulizia e genuinità! La gastronomia locale è sana e straordinaria, tanto da avermi convertito! Ora alle tagliatelle, ai tortellini e alle lasagne preferisco di gran lunga tom yang kung e khao mun kahj e pad thay e wong thong!

 

 

Insomma, un vero paradiso…

 

Decisamente sì. Posso tranquillamente affermare che qui la qualità della vita è decisamente ottima, in grado di annullare, negare e affossare quella italiana! Vivere a Phuket mi ha regalato in poco tempo esperienze straordinarie ed interessanti, come anche gli incontri con personaggi meravigliosi come Sir Peter Ustinov, che qui era di casa. Posso dire di aver avuto dalla vita una seconda chance, una nuova possibilità per ricominciare da zero. Questo non è sempre facile per tutti, ci vuole molto coraggio e determinazione per riuscire a distaccarsi con saggezza dalle cancerogene abitudini. Molto dipende dal carattere e dallo svezzamento, dalla elasticità e dall’apertura mentale, dal saper cogliere occasioni e opportunità, dal saper prendere treni e corriere che passano nel bel mezzo della nostra vita, per poi lasciarsi andare e adeguarsi e gestirsi con perspicacia, modestia e umiltà. Tutti noi abbiamo le nostre radici, ma molto spesso sono radici scelte da altri, prima ancora che da noi. Scelte dai nostri genitori, dai nostri nonni….. E’ questo il messaggio che mi piacerebbe rivolgere a tutti coloro che leggeranno la mia storia: imparate a sentire vostre, le radici del posto in cui deciderete di vivere, liberi da qualunque imposizione e obbligo. Seguendo solo il vostro libero arbitrio….

 

wa*******@ya***.it

 

Guarda la videointervista di Walter su Destini Oltreconfine

 

A cura di Nicole Cascione

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