Ciro: passione e qualità nel suo lavoro di pizzaiolo in Vietnam

 

Ciro, istruttore pizzaiolo dell’unica scuola riconosciuta legalmente in Italia, è un ragazzo determinato, competente e volenteroso. Ha iniziato a lavorare giovanissimo, all’età di 14 anni e non si è più fermato. Ha portato l’arte della pizza in giro per il mondo: Vienna, Austria, Svizzera, Francia e Panama. Da settembre 2014 si è trasferito in Vietnam, dove lavora come pizzaiolo in un prestigioso Hotel di Saigon. Il suo sogno nel cassetto? Avviare un’attività tutta sua, con la possibilità di poter insegnare il suo bellissimo mestiere. 

Ciro, come e quando sei arrivato in Vietnam?

 

Sono arrivato in Vietnam a settembre del 2014, prima ero in Svizzera (Friburgo). A giugno del 2014 ero in contatto con una compagnia che voleva aprire una pizzeria napoletana nel centro ci Parigi, eravamo ai dettagli, quando vidi per caso un’offerta lavorativa in Vietnam in un contesto molto interessante per lo sviluppo della mia carriera: il Times Square, un leading Hotel of the World, 6 stelle lusso (The Reverie ). Decisi di inviare il Cv e dopo pochi giorni ebbi una chiamata dall’Executive Chef dell’Hotel di Saigon. Mi proposero di andare in Vietnam e dopo qualche titubanza iniziale, nacque in me il forte desiderio di scoprire un mondo nuovo. Ad agosto terminai il mio periodo lavorativo in Svizzera e dopo un mese partii per il Vietnam. 

 

Raccontaci le tappe fondamentali della tua carriera professionale:

 

La prima tappa è stata sicuramente la mia prima esperienza lavorativa, un’esperienza che non dimenticherò mai. Ho iniziato a lavorare all’età di 14 anni, per gioco e senza prendere un centesimo. Ho iniziato solo per il piacere di imparare a fare la pizza! Quand’ero piccolo rimanevo incantato nel vedere il lavoro dei pizzaioli; per me era, e lo è ancora, bellissimo vedere come un disco di pasta possa avere vita dentro sé. Ancora oggi, dopo 13 anni di esperienza, mi provoca qualcosa dentro, è difficile da spiegare. Forse è data dalla passione che ho per questo lavoro. Una seconda tappa importante per la mia carriera, è stato il periodo di crisi lavorativa e personale che ebbi all’età di 21 anni. Dopo tanti anni di lavoro alle spalle, in quel periodo realizzai che, invece di migliorare sia economicamente che professionalmente, ero arrivato ad un punto di fermo totale. Oltretutto, essendo un ragazzo giovane, venivo sfruttato per quello che ero in grado di fare, senza che mi fosse riconosciuta alcuna forma di gratitudine e rispetto. Purtroppo chi è più vecchio pensa di saperne sempre di più di chi è giovane e non offre alcuna possibilità di un confronto costruttivo per entrambe le parti. E’ un gran limite che abbiamo qui in Italia. Decisi così di dare una svolta alla mia vita, o perlomeno provarci. Inviai un solo Cv all’estero, a Vienna precisamente. Lo feci soprattutto per curiosità, volevo vedere se mi avrebbero contattato. Dopo poche ore mi contattarono e per me fu l’inizio della vita che sto vivendo da 6 anni e mezzo. La terza ed ultima tappa, almeno per il momento, è sicuramente il periodo vissuto a Panama. Dopo aver girato tra Austria, Svizzera e Francia, Panama è il Paese che sento più mio, mi è rimasto nel cuore. Lavorativamente mi ha dato poco e niente, ma quello che ho vissuto lì è stato qualcosa di indescrivibile. Quell’esperienza ha trasformato il mio modo di essere e di vedere le cose. Se chiudo gli occhi e penso alla natura che mi circondava, mi vengono ancora i brividi. Ho avuto tantissime difficoltà e disavventure, ma ho conosciuto anche persone che, pur essendo poverissime, mi hanno hanno dimostrato/insegnato che si può essere felici anche non avendo nulla. Penso sempre di aver avuto la presunzione di andare lì ad insegnare qualcosa a loro, ma alla fine chi ha imparato di più sono stato io.  

 

 

Come è stato accolto dalla tua famiglia e dai tuoi amici il tuo trasferimento in Vietnam?

 

La prima frase che hanno detto quasi tutti è stata: “E cosa vai a fare, la guerra?” Oppure: “Salutami Rambo!” Sinceramente non sapevo neppure io quali fossero le condizioni del Paese. Però è simpatica la visione che noi italiani abbiamo del mondo. Anche se qualcuno non era convinto della mia scelta, sono andato avanti lungo il mio percorso. 

 

Quali sono le bellezze del posto in cui vivi?

 

Sicuramente il fascino che ha legato alla guerra fatta con gli americani e vinta in modo eroico. E’ un Paese in forte sviluppo ed in molti investono. Nell’ultimo anno, ho visto una crescita esponenziale di strutture anche molto belle. La cosa che più dà all’occhio è che non esiste la classe media, quindi puoi trovare un hotel di lusso e di fianco una baracca fatta di lamiera. Un altro punto a favore è che il Vietnam è un Paese molto giovane, l’età media della popolazione si aggira intorno ai 31 anni, quindi c’è molta vitalità nelle grandi città. 

 

Quali sono i pro e contro del viverci? 

 

Tra i pro c’è sicuramente il caldo tutto l’anno e il modo di lavorare meno frenetico dell’Europa; praticamente Saigon può essere paragonata ad una grande città europea, con tutti i confort che una grande città può offrire. Tra i contro, invece, c’è un altissimo tasso di smog, essendo una città molto grande. Inoltre, non c’è molta pulizia. Nessuno rispetta le leggi stradali ed anche se quasi tutti indossano il casco, la maggior parte di questi non sono neanche omologati. Saigon ha una popolazione di 12 milioni di abitanti, quindi c’è un traffico infernale.

 

Che riscontro stai ottenendo con la cucina italiana tra la popolazione del posto?   

 

Posso parlare soprattutto per quanto riguarda il mondo della pizza e il riscontro è sicuramente positivo. Il Made in Italy nel mondo è sinonimo di qualità e unicità. Quello che per noi è qualcosa di scontato, in quanto radicato nella nostra cultura, per loro è qualcosa di incredibile.

 

Qual è l’ingrediente o il piatto maggiormente apprezzato? E quale invece non viene molto apprezzato? 

 

Per quanto riguarda l’ingrediente, sicuramente piacciono i formaggi e latticini. Questi prodotti Made in Italy piacciono in tutto il mondo! Il piatto più apprezzato nel locale in cui lavoro è sicuramente la pizza fatta in stile napoletano con forno a legna e con prodotti di altissima qualità, importati dall’Italia. Piatti non apprezzati, fino ad oggi, non ne ho visti. Lavoro con altri due grandissimi chef, che hanno dalla loro parte una grandissima esperienza, professionalità e creatività.

 

Cosa consiglieresti ai giovani italiani che vorrebbero intraprendere la tua stessa strada?

 

Mi sento di dire che chi si improvvisa esperto nel settore, purtroppo prima o poi avrà delle grandissime difficoltà. Quindi la cosa migliore è cercare di migliorare attraverso lo studio e i corsi di aggiornamento. Dopo aver maturato una buona base di esperienza e conoscenza, consiglio di provare a partire per provare a cambiare davvero la propria vita. Per esperienza personale, ci sono delle scuole professionali in Italia molto valide. Sono istruttore pizzaiolo dell’unica scuola riconosciuta legalmente in Italia e cerco sempre di tenermi aggiornato con altri professionisti del settore. Un altro consiglio è di non essere presuntuosi, pensando di sapere tutto, ma cercare con umiltà di capire gli usi e i costumi del posto. Forse ciò che è buono per noi non lo è per altri. Il farsi sempre domande aiuta a tenere la mente in allenamento e a rinnovare le proprie idee. L’ultimo consiglio è quello di puntare sempre sulla qualità del prodotto che si offre.

 

 

Quanto conta l’impegno, la preparazione  e la volontà in un percorso professionale come il tuo?

 

Penso che questi 3 fattori contino a prescindere dal lavoro che una persona svolge. La differenza la fa chi cerca di migliorare sempre questi fattori. Bisogna rimettere sempre tutto in discussione e ripartire dal punto di arrivo, senza mai fermarsi. Questo crea dentro stimoli nuovi che poi portano a migliorasi. Per diventare istruttore, ho dovuto faticare tanto e studiare ancor di più, però poi ho iniziato a raccogliere i frutti nel tempo. In molti credono alla fortuna, io invece credo che la fortuna non esista. La fortuna te la crei tu, con le tantissime opportunità che la vita ti offre. Purtroppo in molti partono senza avere una base solida di conoscenze e competenze. 

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Avviare un’attività tutta mia, con la possibilità di poter insegnare questo bellissimo mestiere. 

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A cura di Nicole Cascione